Capitolo 17

"Cazzo...mia madre!"

Dissi a bassa voce ma abbastanza spaventata da far allarmare anche Alex.

"Credo che scenderò dalla finestra, è stato un piacere!"

Andò verso la finestra ma lo fermai.

"Sei pazzo? Oddio..."

Era come se avessimo fatto qualcosa che non dovevamo, ma in fin dei conti avevamo parlato e guardato un film, anche se all'apparenza poteva sembrare un'altra cosa. Mi allarmai ma poi decisi di andare alla porta sotto lo sguardo scioccato di Alex.

Aprii leggermente e Lily mi guardò dallo spiraglio.

"Selene...buongiorno..."

Disse accigliata, poi aprii di più la porta e lo vide. Il suo viso divenne indecifrabile, aveva gli occhi sgranati e la bocca leggermente aperta. Non sapeva più che dire e mi allarmai ancora di più, ero riuscita a far ammutolire Lily.

"Non è come sembra, mi ha accompagnato a casa e abbiamo visto un film. Non è come pensi Lily."

Dissi sottovoce pregando che mi credesse.

"Oh...si...certo."

Era scioccata, ed il panico aumentò ancora di più quando sbucò mia madre da dietro di lei.

"Selene tesoro...mio..."

I grandi occhi di quella donna finirono su Alex che era lì immobile. Respirava ancora? Non ne ero sicura.

"Mamma..."

Sorrisi debolmente e la salutai alzando la mano.

"Che bel giovanotto."

Sorrise oltrepassando Lily ferma sulla porta.

"Oh tesoro mio!"

Mi prese dalle spalle e mi guardò negli occhi. Avevo preso molto da lei, tranne il colore di capelli, i suoi erano castani. Il suo viso era così rilassato come non lo era da tanto. Qualche ruga spuntava intorno agli occhi e le labbra, era struccata, come al solito e sorrideva. Uno di quei sorrisi che riservava alle persone speciali, mostrando i denti bianchi e poi...le lacrime. Mi strinse a sé tirando su con il naso, era una persona molto sensibile e dolce, oltre che un po' ansiosa. Quest'ultima cosa l'avevo presa da lei.

"Come stai? Volevo farti una sorpresa ma...forse era meglio avvertire."

I suoi occhi passarono da me ad Alex, ancora fermo lì.

"Non aver paura non ti mangio."

Esordì lei facendo cenno con la mano di avvicinarsi al ragazzo tenebroso dietro di me.

"Signora è un piacere conoscerla."

Alex si risvegliò e strinse la sua mano.

"Oh caro, chiamami Camille. – sorrise e poi si girò verso di me – vado a preparare il caffè, vi aspetto in cucina."

Si allontanò e sparì dalla nostra vista.

"Dobbiamo parlare."

Lily mi puntò un dito contro e sparì con mia madre. Mi portai i capelli indietro e mi girai verso Alex che sorrideva leggermente.

"Mi dispiace così tanto...puoi andare a casa se vuoi."

Cercavo di giustificarmi in qualche modo, non sapevo arrivasse così all'improvviso. Mi sentivo così in imbarazzo.

"Ragazzi!"

Mia madre ci richiamò e Alex fece spallucce sorridendo.

"Oddio..."

Ci incamminammo verso la cucina e ci sedemmo tutti insieme al tavolo. Mia madre ci servì il caffè e l'imbarazzo invece di scomparire aumentava.

"Allora, da quanto tempo state insieme?"

Il caffè mi andò di traverso ed iniziai a tossire provocando delle lacrime, tutti mi fissavano e Lily tratteneva una risata.

"Mamma...non stiamo insieme. Non è come sembra."

Continuai a ripeterlo, ma sembrava che nessuno ci credesse. Alex mi guardava e sorrideva, cosa voleva?

"Oh, stai con qualcuna?"

Chiese al ragazzo accanto a me e divenni rossa come un peperone.

"Mamma..."

Mi portai una mano fra i capelli esausta.

"No signora...ehm...Camille. Non sto con nessuna."

Sorrise e portò il suo sguardo sulla mia figura imbarazzata. Volevo solamente sotterrarmi e non risorgere più.

"Perfetto allora!"

Cosa cercava di fare? Mia madre mi guardò piegando la testa, poi suonò il campanello.

"Vado io!"

Lily si alzò con fare divertito e andò a vedere chi fosse, intanto posai le tazzine nel lavandino e Alex si alzò mettendosi il giubbino.

"Selene...Damien sta salendo."

Cazzo. Cosa poteva esserci di peggio? Perché l'universo mi faceva questo? Cosa avevo fatto di male nella vita.

"Oddio..."

Mi portai le mani sul viso e poi la porta si aprì.

"Chi è Damien?"

Chiese curiosa mia madre.

"Ehm...il...io...mi ci sto sentendo...e..."

Non sapevo più che dire, cosa ne stavo facendo della mia vita?

Mia madre mi guardò sconcertata, fin quando Damien entrò in cucina sorridente. Il suo smagliante sorriso svanì non appena vide Alex.

"C-cosa ci fa qui..."

Ed ora cosa avrei dovuto rispondere? Il cuore iniziò a battere all'impazzata ed iniziai a sudare freddo. Mia madre continuava a fissarmi ed Alex si era bloccato come me, mentre fissava il ragazzo di fronte a noi in cagnesco.

"L'ho chiamato io, doveva dare una cosa a John da parte mia."

Lily arrivò in nostro soccorso mentre fissava Damien negli occhi e pregai che ci credesse. Sentivo lo stomaco sottosopra e non sapevo più che fare.

"Oh, va bene."

Guardò dall'alto al basso Alex.

"Tesoro vuoi presentarmi il tuo amico?"

Chiese mia madre e pregai che uscissero tutti da questa casa il prima possibile.

"Si...mamma lui è Damien. Damien lei è Camille, mia madre."

Lei lo fissò stranita, cosa le prendeva?

"È davvero un piacere conoscerla signora!"

Damien arrossì e le porse la mano e mia madre lo guardò, per poi stringerla sorridendo dolcemente.

"Ero venuto a vedere come stavi, magari ci sentiamo più tardi?"

Chiese Damien in imbarazzo.

"Io vado via."

Disse Alex d'un tratto. Lo guardai e notai lo sguardo cupo.

"Caro, così presto?"

Fulminai mia madre con lo sguardo e lei fece un passo indietro.

"Si Camille, devo tornare a casa. È stato un piacere."

Mia madre prese la sua mano e la strinse dicendogli di passare quando voleva ed io la guardai scioccata, poi Alex mi guardò dritto negli occhi.

"Buon compleanno."

Poi andò via senza dire altro. Cazzo. Damien lo fissava con la fronte aggrottata e Lily mi guardò per un momento.

"Puoi...venire con me?"

Chiesi a Damien e lo portai nel soggiorno.

"Mi dispiace, non sapevo venisse mia madre oggi."

Portai una mano sulla fronte guardando tutto tranne lui.

"Sembra simpatica!"

Si certo, simpaticissima ad invitare Alex in casa mia, era uscita pazza probabilmente.

"Quindi...buon compleanno?"

Chiese mettendosi le mani in tasca. Non doveva saperlo nessuno ed ora lo sapevano tutti. Non avevo proprio intenzione di festeggiare.

"Già beh...non voglio festeggiare, o fare altro. Quindi non sentirti in colpa ti prego."

Gli presi la mano e lui sorrise.

"Va bene ma volevo solo chiederti se domani sera volevi venire ad una festa di beneficenza di mio padre. Mi dispiace così tanto per averti abbandonata ieri sera. Non era mia intenzione, ma ti spiegherò."

Era così agitato, si notava da come parlava veloce e dal fatto che giocherellava con le mie dita, probabilmente senza accorgersene.

"Va bene si...non preoccuparti. Ne parliamo più tardi magari."

Sorrisi, volevo rimanere sola con i miei pensieri un minuto, ero stata assalita da troppa gente quella mattina.

"Va bene, allora a più tardi!"

Mi diede un bacio a stampo così veloce che quasi non me ne accorsi, poi tornammo in cucina e Damien salutò mia madre con una stretta di mano, dopodiché andò via.

"Allora, io vi lascio un po' da sole. Ci sentiamo più tardi Sel."

Lily mi sorrise e uscì di casa.

"Vogliamo parlarne?"

Chiese la donna di fronte a me curiosa. Così finimmo sul divano a parlare delle cose successe nell'ultimo periodo, ma lasciando da parte i dettagli violenti, di Brad con mio padre e Alex che pestava gente.

"Mi dispiace molto per Brad, spero riesca ad uscirne, lo conosco da quando è nato. – abbassò lo sguardo – ma comunque pochi mesi fa c'è stata una discussione con la madre e abbiamo chiuso i rapporti, non che prima erano migliori."

Sorrise tristemente, mia madre e Chantal, la madre di Brad, si conoscono da tempo, lei le è stata vicina quando ha saputo di mio padre e le ha fatto conoscere Joe, ma si vedeva che quando le è morto il marito era gelosa di lei. Era diventata molto acida e non si faceva problemi ad insultarla con delle battute ironiche.

"Comunque non eri felice con lui, era diventata un'abitudine e lo sai anche tu tesoro."

Poggiò la mano sulla mia ed io sorrisi, aveva ragione, ormai non c'era più niente fra noi, solo un po' di affetto.

"Hai ragione mamma!"

Sorrisi. Mi piaceva parlare con lei, lo adoravo. Mi era mancata tanto e me n'ero appena accorta. Per me era un modello, era una donna forte, che ne aveva passate tante ed era arrivata in fondo al baratro per proteggere me e mio fratello ma poi si era rialzata, ha denunciato il fatto, purtroppo mio padre aveva molti...molti soldi da parte, ed era riuscito a fare due anni di detenzione domiciliare più un ordine restrittivo verso di noi, che aveva infranto.

"Alex mi piace."

Quelle parole mi fecero tornare alla realtà e spalancai gli occhi.

"No mamma, Damien. Lui deve piacerti."

Risi ma lei mi sorrise senza ridere.

"Ho visto come ti guarda...ha occhi solo per te. Riconoscerei quello sguardo fra mille, come quando da piccola guardavi una fetta di pane con la nutella, avevi bisogno di proteggerla e gustarla lentamente."

Lì si mise a ridere ed io la guardai scioccata.

"Mamma sto con Damien...non conosci Alex, io...io sono felice con Damien."

Ripetei stringendo i pugni.

"Non credi neanche tu a queste parole ma io cosa ne so, giusto?"

Aggrottai la fronte e la guardai.

"Mamma...Damien è premuroso, è dolce e gentile. È una persona buona d'animo, io devo avere una persona così nella mia vita."

Strinsi le labbra e abbassai il viso.

"Tu non devi tesoro. Tu stai con lui perché è una strada sicura, affidabile e facile. Ma così finirai per tornare alla vita di prima, con Brad."

Mi accigliai. Non poteva avere ragione. Io stavo bene con lui e iniziavo a provare qualcosa, con Alex era tutto troppo frenetico, era aggressivo e lunatico. Non saremmo mai stati bene insieme e poi...io non provavo niente per lui, oltre gratitudine per avermi salvato la vita più volte. Certo, era un bel ragazzo, molto bello ed il bacio fra noi era stato pieno di passione, ma semplicemente sapeva come muoversi con le ragazze. Ripensai alla festa e alla serata passata con lui, le conversazioni poi...

"Mamma...ieri sera sono stata ad una festa e tornando ho visto... - ingoiai il groppo in gola – Ho visto papà."

La sua espressione non sembrò scioccata o sorpresa, che mi nascondesse qualcosa?

"Ha detto che voleva parlarmi, ma non gli ho dato retta e l'ho mandato via."

Continuai cauta cercando di capire i suoi movimenti e le sue espressioni. Niente. Era immobile.

"Mamma...devi dirmi qualcosa?"

Chiesi accigliandomi e lei sospirò. Mi prese le mani nelle sue e cominciò ad accarezzarmi la pelle con il dito.

"Anche io l'ho visto, tre giorni fa...mi ha chiamato e ho accettato di vederlo. Ovviamente sono andata con Joe e Mike, non sarei mai andata da sola ma volevo sapere cosa volesse."

Fece una pausa e abbasso lo sguardo sulle nostre mani. I miei occhi vagavano su di lei cercando di trarre una conclusione, che arrivò presto.

"Tuo padre si risposa, con la sua compagna londinese. Ci ha invitati al matrimonio perché vorrebbe il nostro perdono."

Continuò lei guardandomi negli occhi, questa volta. Non risposi, cercai di elaborare il tutto. Si stava per risposare? Chi era questa povera donna che aveva abboccato al suo amo? Sapevo, in cuor mio che lui non era cambiato. Quando avevo visto il suo volto, tutti i ricordi brutti erano tornati a galla, era sempre lui ma con altri vestiti. Prima ricordavo le camicie con dei quadratini grigi disegnati, i pantaloni larghi, le mani rugose piene di ferite e aveva molti chili in più. adesso era dimagrito, indossava abiti eleganti, ma anche se aveva cambiato l'apparenza, lui era sempre lì, tutto il dolore provocato, la rabbia, era dentro di lui, faceva parte di lui.

"Ovviamente tu non andrai."

Dissi tornando a guardarla negli occhi. Spostò lo sguardo ed io allontanai le mani.

"Cosa significa questo, non puoi perdonarlo così."

Sbottai e mi alzai di scatto.

"Non ho detto che lo perdono tesoro ma non ho né accettato né rifiutato. Rifiuterò ma voglio aspettare."

Disse alzandosi e cercando di parlare con un tono pacato, al contrario mio.

"Bene, l'attesa è finita, ora prendi il telefono e digli che non andrai."

Mi guardò e poi sorrise.

"Va bene tesoro...glielo dirò, volevo parlarne con te prima."

Disse solamente e la guardai accigliata.

"Sono passati comunque tanti anni, ormai per me non è niente lui però mi ha spiazzato questa storia e poi sono felice che lui abbia trovato un'altra donna, sembra davvero cambiato. Ogni tanto mi mandava delle lettere per raccontarmi ed io ho conosciuto la sua nuova compagna e sembra davvero gentile..."

Disse sorridendo.

"Ma adesso non è importante questo, sono felice che si risposi ed io non penso potrò esserci..."

Continuò cauta e pensai che il discorso non era finito lì.

"Non sono venuta qui solo per dirti questo e per il tuo compleanno, ti ho portato una cosa."

Disse lei e andò a prendere la borsa, rovistò dentro e tirò fuori una lettera rosa con dei ricami e chiusa da un fiocchetto bianco, la mise sul petto e si mise una mano sulla bocca come se stesse per piangere. Mi porse il biglietto e lo osservai, non c'erano scritte o altro, così la aprii sciogliendo il fiocco.

Non appena lessi il contenuto non riuscii a trattenere le lacrime che cominciarono a scendere sulle mie guance.

"Siete invitati a partecipare al matrimonio di: Camille Esposito e Joe Williams..."

Rimasi scioccata e spaesata da queste parole, continuai a leggere e rileggere quel biglietto.

"Ma..."

Mi portai una mano sulle labbra poi mi fiondai su di lei stringendola forte a me.

"Sono così felice!"

Sentivo la gioia nel petto ed era una sensazione stupenda, ero così felice di questa notizia che il cuore andava a mille. Joe era una così brava persona ed era stato vicino a lei sempre, l'aveva sostenuta e si era fatto voler bene da tutti, anche se all'inizio io e mio fratello eravamo freddi con lui. Si era dimostrato gentile e sempre pronto ad aiutare, trattava mia madre come avrebbe dovuto fare quello stronzo di mio padre, ed ero così felice perché lei meritava tutto questo.

"Non potrò essere al suo matrimonio perché dovrò partecipare al mio e organizzarlo."

Rise lei asciugandosi le lacrime.

"Wow – asciugai le guance bagnate – sono felice. Davvero. Meriti tutta la felicità del mondo."

Ci riabbracciammo e posai il biglietto nella mia stanza, entrò anche lei e la osservò.

"L'hai arredata bene. Era così disordinata la tua stanza a casa."

Rise e poi si soffermò sulla rosa.

"E questa? Perché non è in acqua?"

Chiese e la prese in mano osservandola. La guardai cauta.

"Ehm...è finta."

Mi guardò e sorrise capendo chi era stato a regalarmela.

"Suppongo anche quella sia il regalo della stessa persona."

Indicò il mio petto, così abbassai lo sguardo e persi un battito. Mi ero completamente dimenticata di toglierla e sicuramente l'aveva vista anche Damien.

La toccai e ci giocherellai un po', poi alzai lo sguardo verso di lei e strinsi le labbra, i suoi occhi vagavano su di me, come se potessero leggermi l'anima e forse poteva farlo.

"Devi pensare alla tua felicità."

Disse avvicinandosi piano ed io alzai gli occhi al cielo. Io ero felice, o almeno sarei stata felice accanto a Damien, e l'avrei provato andando alla festa di beneficienza del padre. Alex poteva anche attrarmi, ma non poteva darmi un futuro, o semplicemente una relazione, neanche lui la voleva. Sospirai.

"Starò bene mamma."

La presi per le mani e le sorrisi rassicurandola.

"Allora tesoro, hai intenzione di portarmi a fare un giro?"

Sorrise lei stringendo le mie mani.

"Certo!"

Volevo portarla nel parco dove facevo le passeggiate, mi rilassava ed era bellissimo. Mi calmava i nervi e mi faceva sentire al sicuro. Ci vestimmo ed uscimmo da casa a piedi, il tempo non era dei migliori ma ancora non pioveva per fortuna.

"Allora, quando torni a casa?"

Chiesi prendendola a braccetto.

"Già vuoi che vada via? – rise – domani mattina ho l'aereo, quindi tu andrai tranquillamente all'università."

Mi dispiaceva che andasse via così presto, mi era mancata e avrei voluto rimanesse un po' di più, ma per ora la mia vita era lì e la sua a Richmond con Joe.

"Sei venuta da sola?"

Chiesi aggrottando le sopracciglia.

"Beh sì, perché?"

Chiese guardandomi.

"Papà è qui, è venuto a cercarmi e probabilmente grazie a Brad ha scoperto dove abito. Spero non si ripresenti, ma tu sta attenta."

Le dissi guardandola preoccupata. Sapevo che non le avrebbe fatto nulla, ma non mi fidavo di quell'uomo e mi ripugnava anche chiamarlo "papà".

"Tesoro sta tranquilla, stasera tornerò in taxi in albergo e domattina dritta in aereo."

Mi rassicurò e presi un respiro di sollievo. Camminammo e parlammo un bel po'. Mi raccontò che Mike aveva conosciuto una ragazza biondina e l'aveva subito adocchiata e classificata come "dolce". Negli anni precedenti ne aveva bocciate parecchie, aveva occhio per queste cose, come anche per gli amici. Non si capiva come ma aveva sempre ragione quando diceva che erano brutte persone, che nascondevano qualcosa, che ci avrebbero tradito. Quindi se aveva apprezzato la nuova fiamma di mio fratello, doveva essere davvero dolce. Con Mike mi sentivo spesso per messaggi, ma avendo molto da fare non ci chiamavamo assiduamente. Ci volevamo comunque bene da lontano e sapevo che avrei potuto contare su di lui come lui su di me.

Arrivammo al parco e iniziammo a fare un giro. La gente era poca per via del tempo, probabilmente. Alcuni facevano jogging ma la maggior parte era nel chiosco di fronte il prato, così finimmo anche noi in uno dei tavolini lì di fronte. L'ora di pranzo era passata da un pezzo, avevo dormito molto quella mattina. Ci sedemmo e ordinammo un aperitivo: due cocktail analcolici e del cibo da stuzzicare.

"Allora, come ti trovi qui? Lily sembra molto carina e simpatica."

Esordì mangiando un piccolo panino con del prosciutto.

"Benissimo a dire il vero, mi piace l'università e la presenza di Lily. A breve dovrò dare degli esami però."

Risi per poi bere dei sorsi di quel cocktail arancione.

"Oltre ad andare alle feste e dormire con i ragazzi spero tu stia studiando."

Alzò le sopracciglia guardandomi con fare autoritario.

"Mamma! Certo che sto studiando."

Dissi alzando gli occhi al cielo.

Passammo il pomeriggio in quel bar a parlare e a passeggiare, finché iniziò a piovere e fummo costrette a tornare a casa.

"Certo che fa proprio freddo oggi!"

Disse lei strofinandosi le braccia con le mani per riscaldarsi, mentre entravamo in casa. Posò il telefono sul comodino in salotto ed il giubbino lo appese nel corridoio.

"Vado a posare le cose, puoi andare in cucina intanto!"

Dissi e andai nella mia stanza, posai il giubbino nell'armadio, presi il telefono e risposi ad un messaggio di Damien, che mi chiedeva come stessi e diceva che gli mancavo. Poggiai il telefono sul comodino accanto al letto e andai in bagno, mi sistemai i capelli in uno chignon alto e mi guardai allo specchio, poi sentii un telefono suonare e andai verso il mio: nessun messaggio. Andai nel salone e vidi il telefono di mia madre illuminato, così lo presi per portarglielo ma, purtroppo, l'occhio mi cadde sul nome sullo schermo e persi dei battiti. Mi doveva delle spiegazioni. 

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Salve a tutti, scusate se questo capitolo è un po' noioso, ma volevo farvi conoscere Camille. 

Fatemi sapere la vostra opinione e mi scuso per qualsiasi errore possa esserci. Vi ricordo che sul profilo di wattpad c'è il link che vi porterà sulla pagina instagram della storia, se volete aggiornamenti e foto carine passate da lì!

Qui di seguito vi metto dei collage che ho fatto e che potete trovare anche sul profilo instagram ❤️

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