Capitolo 11

"Domani?"

Chiesi stranita scendendo dal letto.

"Si domani. C'è una festa che organizza Megan in una specie di discoteca, l'ha affittata per sé."

Spiegò mettendosi con le braccia conserte. Mi guardava, ma l'unica cosa a cui pensavo era che ci sarebbe stato Alex e anche Damien, ma non c'erano problemi giusto?

"Si...credo vada bene..."

Dissi agitata toccandomi i capelli.

"Devo scegliere i vestiti!"

Disse allarmata e sparì molto velocemente dalla mia vista.

Rimasi lì impalata. Alex non è il mio fidanzato e non è il mio niente, l'unica cosa che aveva fatto di carino era stata la rosa, ma non potevo prendere decisioni affrettate o altro, non significava nulla. Stavo intraprendendo il mio cammino con Damien, lui era romantico, sapeva sempre cosa dire, ragionava prima di parlare e sapeva chiedere scusa, mi ero affezionata e non volevo mandare all'aria questa occasione.

Si fece sera e Lily uscì dalla sua stanza solo per mangiare e in tutto ciò ancora non le avevo chiesto la cosa più importante.

"Ehi..."

Entrai in cucina e la vidi intenta a preparare due fette di carne.

"Come stai?"

Chiesi cauta poggiando le mani sullo schienale di una sedia.

Si bloccò, smise di fare tutto quello che stava facendo e mi dava semplicemente le spalle. D'improvviso si girò.

"Sto bene Selene. Non mi merita. Se un giorno deciderà di mettere la testa a posto se ne riparlerà, fino ad allora gli ho detto che può baciarmi il culo."

Disse con un sorriso stampato in faccia. Non parlai, mi morsi il labbro inferiore.

"Sei stata tu a dirmi che io sono molto di più. Mi hai fatto capire che è così, merito molto di più."

Disse tornando a cucinare.

"Voglio del tempo per pensare a me stessa e se capita di conoscere qualche altra persona – alzò le spalle – ti piace la carne di maiale?"

Chiese girandosi e muovendo pericolosamente la forchetta che aveva in mano.

"S-si, è perfetta!"

Sorrisi, non avevo voglia di contraddirla, sembrava che mi avrebbe potuto uccidere con quella forchetta in men che non si dica.

"Bene!"

Mangiammo e le dissi che mi sarebbe venuto a prendere Damien fra un po' e che sarei andata da lui. La sua reazione fu esagerata, sembrava felice per me e lo apprezzai.

Dopo aver mangiato decisi di mettermi dei jeans a vita alta e un maglioncino bianco corto, misi le mie amate dr. Martens e mi truccai leggermente. Diedi una sistemata veloce ai capelli e andai a prendere il giubbino di pelle. Non appena aprii l'armadio la sua felpa era là...sbuffai. Perché doveva rovinarmi l'umore ogni volta? Quando sembrava che non ci pensavo più tornava, ma quella sera non me la sarei fatta rovinare da nessuno. Neanche da lui.

Damien arrivò puntuale, e non appena lo vidi gli sorrisi!

"Come sempre bellissima."

Disse mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Divertitevi piccioncini!"

Sentii una Lily urlante affacciata alla porta della cucina che ci fissava sorridendo. Risi e la salutai.

Il viaggio in macchina fu breve e arrivammo presto a casa sua.

"Anche oggi ti hanno abbandonato tutti?"

Chiesi mentre apriva la porta di casa.

"Beh, i miei sono sempre in viaggio e mia sorella sta poco a casa, sono solo la maggior parte del tempo."

Fece spallucce e lo guardai stranita.

"Non fraintendere, mi piace stare solo, ma ogni tanto anche io mi vedo con degli amici."

Rise entrando in casa seguito da me.

Non mi sarei mai abituata a quella grande casa.

Prese i due giubbini e mi avvertì che li avrebbe messi nella sua stanza al piano di sopra, e mi invitò ad accomodarmi nel salone. Non appena accese le luci sembrava mattina in quella stanza, notai il grande televisore al di sopra del caminetto automatico, un grande telecomando sul tavolino di fronte i divani. Dietro di esso c'era un grande tavolo ornato con dei fiori, tante fotografie, libri e CD su degli scaffali. Era una casa elegante e pulita. Chissà chi poteva avere il coraggio di tenerla così limpida e pulita tutti i giorni, era grande e la polvere poteva incastrarsi ovunque. Mi avvicinai alle fotografie e le guardai attentamente. Due adulti, che probabilmente erano i genitori, erano raffigurati ovunque. Foto del matrimonio, di gite, feste e vacanze. Vidi una foto di una bambina rossa, Megan probabilmente e poi una foto di Damien con un pallone da basket, doveva piacergli molto.

Il padre sembrava una figura così seria ed autoritaria che quasi mi spaventava. In ogni foto era con una cravatta, o semplicemente vestito in modo elegante, come anche la madre. Aveva dei lunghi capelli rossi e dei grandi occhi marroni. Le rughe sul viso non si vedevano e sembrava molto giovane. Il padre aveva i capelli corti, castani e occhi azzurri. In particolare presi una foto di Damien con lui. Si somigliavano molto, mascella prorompente, poca barba, quasi niente e stesso sorriso, ma quello di Damien sembrava molto più dolce e gentile.

"L'abbiamo scattata quattro anni fa, mia madre adora mettere foto in giro per casa."

Disse Damien presentandosi con una bottiglia di vino bianco e due calici.

"Spero ti piaccia il vino bianco, perché è il mio preferito...e poi perché non ho altre bottiglie di vino in casa."

Disse imbarazzato ed io risi. Indossava una camicia bianca e dei jeans un po' strappati, le maniche non erano girate e da sotto la camicia sbucava un orologio sul polso sinistro.

"Tranquillo, andrà bene."

Non mi piaceva il vino bianco, amavo il rosso, ma non era il caso di dirglielo in quel momento.

Si avvicinò e posò il vino e i calici sul tavolino nero di fronte i divani. Mi sedetti e lo guardai mentre versava quel liquido senza farne cadere neanche una goccia fuori. Si sedette accanto a me e mi porse il bicchiere.

"A noi."

Disse solamente alzando un po' il bicchiere.

"Si."

Dissi non molto sicura di quello a cui stavo brindando. Bevvi un gran sorso ma contorsi il naso non appena mandai giù quel liquido. Cercai di non far vedere il mio volto girandomi per guardarmi intorno, non volevo essere poco gentile nei suoi confronti.

"Allora, vuoi guardare un film?"

Chiese posando il bicchiere ed io feci lo stesso. Prese il telecomando e aprì la televisione, optammo per un film di Di Caprio ma lo seguimmo poco perché iniziammo a parlare.

"Sono belli i suoi film, forse troppo lunghi."

Rise lui ed io lo guardai stranita.

"A me piacciono, sono intriganti, mi prendono molto."

Sorrisi mangiando dei pop corn che aveva preparato.

"Io sono molto preso da te..."

Disse guardandomi ed io mi girai, il cuore mi martellava nel petto, era una bella sensazione. Storsi il labbro per nascondere un sorriso e lui mi accarezzò la guancia.

"Sai della festa in discoteca che ci sarà domani?"

Chiese girandosi completamente verso di me. posizionò il gomito sullo schienale del divano e poggiò la sua testa sulla mano.

"Lily mi ha accennato qualcosa."

Ammisi girandomi verso di lui. Mi misi nella sua stessa posizione e ci guardammo negli occhi per un po'.

"Verrai con me?"

Chiese come se gli avrei potuto dire di no.

"Ancora non ero sicura se sarei andata o meno."

Dissi alzando le spalle.

"Ma adesso che sai che ci sono verrai? Continua così la frase?"

Chiese ridendo. I suoi occhi si assottigliarono leggermente quando rise ed il suo splendente sorriso si fece vedere, così pulito e limpido, senza fossette.

"Si, verrò."

Dissi cambiando posizione.

"Allora anche io."

Alzò le spalle.

"Non volevi andare scusa?"

Risi.

"Non ero sicuro."

Mi imitò e scoppiammo a ridere.

"Sei bellissima."

Disse tornando serio e avvicinandosi.

"L'hai già detto..."

Dissi guardandolo mentre il suo viso si avvicinava pericolosamente al mio.

"Lo so..."

Disse sfiorandomi le labbra con le sue. Poco dopo, la distanza che ci separava, sparì e le sue labbra toccarono le mie, dolcemente. Questa volta infilò subito la lingua. Notai che continuavo a sentire le voci provenienti dalla televisione, il rumore della pioggia fuori casa e lo schiocco dei nostri baci, cosa c'era che non andava? Era tutto perfetto, tutto così dolce, troppo, forse. Sentivo come un vuoto che non si colmava con quel bacio, e non riuscii a coinvolgermi come avrei desiderato, facendomi estraniare dal mondo.

Subito dopo presi in mano la situazione e misi una mano fra i suoi capelli tirandoli leggermente e mi sdraiai lentamente mentre lui seguiva tutti i miei movimenti. Sopra di me iniziò a baciarmi ancora, poi si spostò sulla guancia e scese sul collo, ma non appena si mosse per sistemarsi meglio sentii un dolore lancinante e per poco non urlai.

"Tutto bene?"

Si spostò di scatto e mi toccai sopra l'inguine.

"I bottoni del jeans, credo."

Dissi e mi aspettai una battuta tipo "Sbottoniamoli" ma disse solo "Forse dovremmo fare con calma". Mi morsi il labbro inferiore, cosa stavo cercando di dimostrare? Mi alzai di scatto.

"Si, probabilmente hai ragione, scusami."

Dissi in imbarazzo, così si alzò anche lui.

"Non devi scusarti, assolutamente."

Disse lui prendendomi una mano.

"È stato bellissimo, non fraintendere, ma forse sarebbe meglio fare le cose passo per passo."

Disse e mi vergognai ancora di più, ma aveva ragione, bisognava fare le cose con calma, conoscersi, uscire...cose normali. Giusto?

Non appena annuii, sentimmo delle chiavi entrare nella serratura della porta di casa e ci girammo entrambi per vedere chi fosse e di fronte quella scena mi si gelò il sangue.

Di fronte a me vidi Alex con una camicia leggermente sbottonata sul colletto e Megan, con dei jeans fin troppo stretti per qualsiasi essere vivente ed una maglia corta e stretta che le faceva intravedere l'ombelico.

Non appena entrarono ci guardammo, lo sguardo di tutti era alquanto scioccato e nessuno parlò, tranne l'unico essere vivente che poteva aprire bocca in quel momento.

"Che ci fai lei qui Damien!?"

Urlò Megan facendomi sussultare per la voce stridula.

Alex mi fissava dall'alto al basso assottigliando gli occhi.

"Non credo siano affari tuoi chi porto a casa."

Disse Damien con voce seria e ferma.

Mi girai verso di lui ed i suoi occhi erano fissi su Alex che fissava me. Mi sentii terribilmente in soggezione. L'imbarazzo e la tensione si potevano tagliare con un coltello, quella stanza sembrò diventare sempre più gelida.

"Perché non vi unite a noi? Ci guardiamo un film."

Esordì Damien spostando lo sguardo da Alex a me. Cosa gli saltava in mente? Era forse impazzito?

"Con voi due?"

Chiese schifata Megan. Sbuffò e poi continuò a parlare.

"Però ci vediamo un film scelto da me, scary movie!"

Batté le mani entusiasta ed io e Alex ci girammo verso di lei pensando stesse scherzando. Dopodiché mi avvicinai un po' a Damien.

"Non so se...sia una buona idea."

Dissi a bassa voce, ma ero sicura mi avessero sentito tutti.

"Perché no, è un modo per conoscerci e cercare di andare d'accordo, per quanto sia possibile."

Disse Damien girandosi verso i due ancora sulla soglia della porta, ormai chiusa.

Alex rimase immobile a fissarci. Non riuscii a decifrare il suo sguardo, si guardava intorno, mi guardava e guardava Damien. Si sistemò le maniche girate della camicia nera, che indossava sopra dei jeans neri strappati. La camicia stava perfettamente attaccata al suo torace facendo intravedere i muscoli del letto e delle braccia. Il tatuaggio sul braccio destro si intravedeva ed il suo polso era circondato da un bracciale nero di pelle. Le sue mani erano chiuse in un pugno e notai che ancora aveva la fasciatura sulla mano destra e persi un battito. Mi sentivo intrappolata, dovevo stare sola per un secondo.

"Metto il film allora."

Disse Damien sedendosi sul divano e facendo accomodare Alex e Megan, che mi passò accanto con una gomma da masticare nella bocca che sembrava così rumorosa e fastidiosa.

"I-io...vado a prendere il cellulare nella borsa."

Dissi indietreggiando e indicando con i pollici le scale.

"Alex, quando sali a posare il giubbino mi porti la coperta in camera mia?"

Chiese Megan facendo gli occhioni dolci ed io la guardai alzando le sopracciglia.

Alex annuì ed io corsi di sopra sperando di non essere seguita da lui. Mi ritrovai di fronte varie porte chiuse, così optai per una porta socchiusa e la aprii vedendo il mio giubbino e la borsa su un grande letto.

"Che cazzo fai qui."

Chiese Alex dietro di me lanciando il suo giubbino sul letto.

"Cosa significa, potrei farti la stessa domanda."

Dissi parlando a bassa voce.

"Non hai ricevuto...la..."

Non continuò, non riusciva neanche a dirlo.

"Si, la rosa. E ti ho ringraziato."

Misi le braccia conserte sotto il seno e lo guardai non capendo.

"Ma comunque cosa c'entra con tutto questo? Non puoi pretendere che sia tutto apposto ora..."

Continuai.

"Era per farmi perdonare. – Ammise – ma sei comunque qui con il principino."

Disse schifato avvicinandosi a me. I suoi capelli neri gli coprivano quasi il volto, così li portò indietro con una mano.

"E tu qui con Megan. Hai detto di non volermi più vedere, di non voler più avere a che fare con me Alex. Io sto andando avanti con la mia vita. Una rosa non significa che non posso stare con lui."

Dissi alzando le braccia e facendole ricadere lungo i fianchi. Mi portai i capelli indietro esasperata.

"Non vuoi avere una fidanzata, eppure mi sembra tu stia molto tempo con Megan."

Mi uscì dalla bocca come aria e lui assottigliò gli occhi. Mi pentii immediatamente di quelle parole.

"Sei gelosa?"

Sorrise e quelle due dannate fossette comparvero sul suo viso. Alzai gli occhi al cielo e lo sorpassai ma lui mi prese dal braccio e mi ritrovai con le spalle al muro.

"Non è la mia ragazza. – fece una pausa guardandomi le labbra – Ti sei fatta sbattere per bene dal principino?"

Disse acido sorridendo, ma era uno di quei sorrisi che faceva quando stava per arrabbiarsi ancora di più di quanto già non lo fosse.

"Sei geloso?"

Domandai anche io e subito la sua mano prese le mie guance stringendole. La sua fronte sfiorava la mia e le sue iridi verdi erano fisse sui miei grandi occhi marroni.

"Mi hai pensato? Mentre ti sbatteva? Mi hai pensato quando le sue labbra hanno toccato le tue?"

Disse fra i denti avvicinando le sue labbra alle mie ed io sputai un "no" secco che lo fece bloccare.

Si allontanò ed il mio cuore martellava nel petto provocandomi il fiatone.

"Sei uno stronzo."

Dissi trattenendo le lacrime.

"Sei una stronza."

Disse lui guardandomi con uno sguardo perso. Si portò nuovamente i capelli indietro e si passò le mani sulle guance come esasperato.

Dopodiché lo sorpassai ed in fretta presi il cappotto, la borsa e scesi al piano di sotto, sotto lo sguardo truce di Alex

"Damien...credo che sia ora che vada. M-mi ha chiamata Lily e devo...insomma..."

Dissi balbettando e mi maledissi mentalmente. Perché la mia vita doveva prendere questa piega? Perché lui doveva sempre rovinare tutto? Non volevo mentirgli ancora e mi ripromisi che sarebbe stata l'ultima volta.

"Sei sicura? Ti accompagno?"

Chiese ma prima che potessi rispondere arrivò Alex con addosso il suo giubbino di pelle, quello che mi aveva prestato giorni fa.

"Sto andando via, posso darti un passaggio."

Disse ma non avevo intenzione di tornare a casa con lui, non oggi, non di nuovo. Non l'avrei più scelto al posto di Damien.

"Puoi portarmi a casa?"

Il mio sguardo si spostò da Alex a Damien che lo fissava con aria di sfida.

Dopo la mia frase con la coda dell'occhio vidi Alex stringere i pugni e contrarre la mascella. Sapeva che non poteva fare niente e non doveva. Non appena indossai il giubbino, mi diressi verso la porta di casa seguita da Damien ma Alex parlò facendoci fermare.

"È così che superi i problemi della vita? Dandola a tutti?"

Sputò lui, le sue parole erano come veleno che volava su di me e mi bruciava la pelle. Era arrabbiato, e sapevo già che avrebbe detto qualcosa per ferirmi.

"Vaffanculo!"

Dissi tra i denti ed uscii dalla porta, ma prima che potessi mettere piede fuori, lui mi prese per un braccio facendomi voltare di scatto.

"Non toccarla."

Disse Damien prendendolo per il braccio a sua volta. Se si fossero potuti uccidere con uno sguardo, in quel momento si sarebbero disintegrati.

"Suppongo lui non sappia di quanto eri eccitata sotto di me l'altra sera."

Ringhiò Alex guardando dritto negli occhi Damien ed il sangue mi si gelò nelle vene e non riuscii a dire niente. Un nodo si formò nella gola e la paura mi iniziò a divorare. Le lacrime ormai avevano invaso i miei occhi e le guance, mi girai verso di lui e lo guardai con tanta delusione e rabbia che si girò verso di me ed il suo viso, dapprima contratto, si rilassò, ma era chiaro che si era reso conto della stronzata fatta e mi lasciò il braccio indietreggiando. Era calato un silenzio assordante dentro quella casa. Nel frattempo Megan si era avvicinata per sentire i discorsi e rimase con la faccia scioccata tutto il tempo senza dire niente. Probabilmente neanche lei si aspettava quel suo commento, o semplicemente non poteva crederci fosse successo davvero. Eravamo riusciti a far stare zitta anche lei. Damien mi guardò deluso e il mio volto cambiò immediatamente espressione. Lo guardai dispiaciuta e mi sentii terribilmente in colpa, ancora.

Alex ci sorpassò e scomparve nella notte. Vigliacco.

Dopo poco Damien si portò velocemente i capelli indietro e si strofinò gli occhi uscendo di casa, uscii con lui e rimasi zitta. Non potevo immaginare cosa pensasse, non riuscivo e l'ansia mi stava divorando. Entrammo nella sua macchina e non parlammo, il silenzio assordante passò da casa sua a dentro quell'Audi.

Partì senza dire niente, ma poi decisi che dovevo parlare e spiegargli. Non poteva finire così quella serata, era compito mio scusarmi.

"Damien non è successo niente con Alex."

Dissi cercando di mantenere la voce calma, ma il pianto fece sì che tremasse. Non parlò.

"Damien..."

Lo incitai delicatamente.

"E che cosa cazzo voleva dire allora Selene?"

Sbottò ed io sussultai un momento.

"È...è stato solo un errore momentaneo Damien, ma non stavo con te...cioè...non ci frequentavamo...io...mi dispiace."

Non sapevo cosa dire e mi stavo solo giustificando.

"È successo quando mi hai dato buca all'appuntamento?"

Chiese e dei brividi percorsero la mi schiena, ricordando quella serata.

"No."

Dissi semplicemente.

"Vuoi dire che non eri con lui quella sera?"

Chiese ancora. Non ce la facevo più, non volevo mentire ancora. Le labbra tremavano e la vista era appannata a causa delle lacrime che premevano per scendere.

"I-Io...si ma non è successo niente. Aveva bisogno di me, aveva bisogno di parlare con un'amica..."

Ammisi senza dire niente di quello che era successo quella sera.

"Aveva bisogno di parlare con un'amica?"

Ripeté ridendo amaramente.

"Ti prego credimi."

Pregai con tutta me stessa che mi credesse e che tutta questa faccenda finisse presto. Odiavo i litigi, non volevo far soffrire nessuno.

"Come posso crederti? Hai detto che eri da una tua amica Selene..."

Arrivammo sotto casa e parcheggiò tirando il freno a mano, ma non spense l'auto.

"Ho bisogno di pensarci. Io voglio stare con te ma a te sembra non interessare. Io ci sto provando davvero, ma voglio una relazione con te e non con te e lui. È una mina vagante. Se avesse potuto mi avrebbe ucciso la sera che ti ho conosciuto. Non fa per te, lasciatelo dire. E non sto dicendo che io sì, ma almeno ci sto provando."

Disse esasperato.

"Ti prego, dammi un'altra possibilità."

Dissi mettendo una mano sulla sua e lui le guardò. Volevo davvero che andasse bene con Damien, ma dovevo liberarmi di Alex. Non poteva continuare così.

"Devo pensare Selene...mi dispiace. A domani."

Ritrassi la mano e annuii. Gli augurai una buona notte e scesi dalla macchina. Dovevo lasciargli il tempo, non potevo biasimarlo, Alex era sempre lì pronto a fare qualche cazzata e non potevamo andare avanti così.

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Ecco l'undicesimo capitolo, spero vi piaccia. Continuerò presto, intanto aspetto i vostri commenti, spero positivi. Come sta procedendo la storia? Vi sta piacendo?

Per vedere le citazioni della storia o il cast andate sul profilo instagram: Cristina16_wattpad

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