43 - Il nulla affondato

Sebbene questo sia un capitolo un po' più lungo rispetto agli altri, potrebbe essere uno dei più importanti dell'intera storia, il punto chiave di una grande domanda. Scoprirete informazioni vitali e... illegali, essenziali per la trama. Buona lettura 💕

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Trystienne's POV

"Sua Maestà." La voce di Saphira rimbomba per il salotto, rinvigorendo il fuoco che allestisce le pareti. "Finalmente ci giungono notizie. Cattive notizie. Colleen Hardy è riuscita a scappare... con l'aiuto di qualche membro della Poctilla. Corbin Harper è morto."

Mi metto comoda sulla poltrona dopo ore di lavoro e guardo le due donne davanti a me. La prima una fanciulla di quindici anni umani, mentre l'altra un demone-drago a tutti gli effetti: le sue ali da drago si stanno ancora riponendo nelle scapole, schizzando sangue e pus sul pavimento di pietra. Lo sguardo che la mia Regina rifila alla mezzosangue mi atterrisce ancora di più. Rimango annichilata sulla sedia, in attesa di ordini.

Come se Shoheryn avesse letto il mio pensiero, schiocca le dita, sussurrando un "portaci del vino diluito col sangue." 

Mi alzo di scatto, corro a darle un bacio sulla bocca e corro fuori, i piedi scalzi arrossiti e pieni di croste.

Vi starete chiedendo perché abbia appena baciato in bocca la Regina di queste terre. La risposta è semplice: ogni volta che il tuo padrone ti ordina di fare qualcosa devi stampargli un bacio sulla bocca, indipendentemente dal sesso. Non che sia un problema, la faccenda del sesso: anche Lucifero è andato a letto con i vari Duca e Principi dei Quattro Regni, quindi non è un grande problema.

Mi liscio i capelli con le dita e le unghie, cercando di farli diventare un'unica onda morbida e senza nodi. Il risultato è che mi ritrovo intere ciocche della mia chioma viola sui palmi.

Per Axiokersos, non voglio perdere i capelli. Voglio solo arrivare ai quindici anni ancora tutta sana e completa.

La bottega sembra essere distante migliaia di chilometri dalla Sala degli Annunci. Quando finalmente afferro una bottiglia di Cabernet di Screaming Eagle del 1992, tiro un sospiro di sollievo, frugando con la mano libera l'enorme tasca della mia gonna.

È il sangue di Nephilim che faccio scorrere nei vini per le due ragazze, grossi bicchieri di cristallo che sembrano luccicare nelle tenebre. Questi dovrebbero essere mezzosangue freschi: posso ancora sentire il calore della loro pelle.

Quando affondo le unghie nel collo di un cadavere che sembra avere appena dodici anni, rivoli di sangue scorrono per terra e dentro i bicchieri. Se mai doveste preparare un cocktail ad una Regina delle Terre Affondate scegliete del buon vino rosso con sangue. Fatelo e verrete ricompensati con almeno una serata di sesso.

Le stelle al di fuori della finestra gettano sul pavimento schizzi di sfumature chiare e illuminano di quel poco le montagne e le valli e i laghi delle Terre Affondate.

Una volta compiuto il tuo atto, cosa farai? Scapperai? Scaverai un tunnel in queste montagne e cercherai di raggiungere la dimensione a cui appartieni? Cosa sarai? La Guardia Reale ti verrà a cercare appena la Regina cesserà di vivere.

La cittadella Quercia Bruciata è visibile proprio ai piedi del monte Fellus, e il Lago della Consumazione si estende per chilometri e chilometri, violaceo sotto il cielo incantato di questo inferno. Gocce di pioggia dure come colpi di frusta flagellano gli alberi morti sulle rive, i corvi appollaiati sui rami, le piume arruffate, tanti fradici e tetri quanto un Presagio. Un colpo di vento gelido manda turbini di foglie bagnate a vorticare attorno agli alberi scuri come uno stormo di uccelli morti.

Quando mi affaccio per bene noto che ai cancelli non ci sono Guardie, grossi demoni di sesso femminile, ovviamente, con mantelli fatti di un miscuglio di tutte le ali degli Angeli Caduti e con spade lunghe due metri. Strano. Silenzioso. Da quando sono qui, raramente ho visto i Cancelli della Fortezza Affondata privi di guardie. Spero solo ci sia qualcosa di veramente importante, perché questa è la mia notte, e non voglio che ci siano problemi.

Oltre il cancello, una stradina di spuntoni di legno affilati raggiunge il buco di un tunnel di una montagna che sembra una sfumatura pastello, il bianco e il nero e rosso che solleticano la cima a forma di una bocca spalancata di drago.

Oltre la montagna, il nulla. Anche di giorno, la parte dietro la montagna rimane scura, scintillante di ombre, con gli occhi di un grosso demone nascosti da qualche parte. Questa è l'impressione che le Terre Affondate mi fanno: l'essere sorvegliata minuto per minuto, come se la mia schiavitù fosse più un pericolo che un semplice compito. E ultimamente la Regina sta sorvegliando i pericoli con audacia e strategie di cui discute con gli Affondati Reali, demoni di cui non voglio nemmeno parlavi perché al solo pensiero il mio organo si contrae come un serpente.

Mi auguro abbiate capito.

Esamino le torri sulla montagna con la cima a forma di bocca di drago con maggiore attenzione. Sembrano troppo piccole per ospitare quasi tutte le puttane infernali che vivono qui.
La torre più bassa, posta sulla mascella della creatura bianca e azzurra e nera, viene chiamata la Torre del Seme, e qui vi lascio alla vostra immaginazione. Quella più alta, la Torre della Radice, addossata allo strapiombo roccioso, è nientemeno che la continuazione di una zanna del drago scolpito nel ghiaccio.

Be', il popolo antico si è ostinato a dire per secoli che nessun drago è mai stato scolpito in questa montagna, e che quelle mascelle con le zanne è opera di Kitthash Bael Hrogo. La storia viene raccontata tutt'oggi alle puttane più piccole per affascinarle e cercare di convincerle che il genere maschile è un genere che può fare tutto.

"Quel Vostro Altezza che osò sfidare il Signore del Dolore prima di tutti forgiò una spada. Si dice che durante la battaglia contro il Signore, Hrogo sia riuscito a strappare un piccolo pezzo di carne dalla spalla di Lucifero. Con quel pezzo ci fece nientemeno che la sua arma, estraendo il più possibile tutto il sangue contenuto in esso. L'acciaio? Oh... quello che ha usato Kitthash, oltre un pezzo di Lucifero, non è stato semplice acciaio. È stato acciaio fuso dell'armatura dell'Arcangelo Michele, presa da Hrogo durante la Battaglia dell'Empireo. Oh, non sto scherzando. La storia dice questo. Lucifero e uno degli angeli più potenti di sempre nella stessa spada, forgiata da uno dei demoni più potenti della storia dell'Universo. Buffo, a volte, come piccole cose possano valer così tanto, e come una spada del genere abbia ucciso un Drago delle Lacrime con un solo colpo. Poco dopo il duemila, accadde. Kitthash volle uccidere un Figlio del Fuoco per dimostrare che la battaglia contro suo padre lo aveva solo rinvigorito. Un atto un po' azzardato, ma con un solo squarcio nella gola della creatura, ci riuscì. Che successe dopo? Regalò la carcassa a Shoheryn, qui, nel nulla affondato."

Le parole di Corbin Harper si riversano nella mie mente come una cascata piena di lettere, e mi ritrovo a osservare di nuovo le due torri in cima alla montagna. Corbin... qui veniva chiamato il Falco, grazie alle sue sopracciglia. Si è montato la Regina in persona, promettendo che avrebbe rapito Colleen Hardy a Londra. Ma ora è morto. E ne sono felice. Bastardo Vostra Altezza con più peli di uno Jeti.

Durante i nove anni passati qui dentro le mie orecchie hanno potuto raccogliere voci a non finire. Non ne sono sicura, ma dicono che dalle due torri lì sù si possa viaggiare verso Nahr, il Nord dell'Inferno, grazie al Secondo Abisso Temporale, ma che se mai dovessi farlo perderesti un pezzo del tuo corpo. Ho visto demoni senza testicoli e donne con mezzo seno, cose che posso sopportare tranquillamente. Tuttavia, quello che non sopporto di questo posto è che è il posto del sesso, sebbene mi ci sia abituata alla grande.

In tutto l'Universo siamo famosi sia per i nostri servizi a demoni e a Nephilim in cambio di piccole faccende, sia per il fatto che né Dio e né Satana possono rintracciarci. Nessuno può rintracciarci. Siamo un granello di polvere in un buco nero.

Proprio così. Le Terre Affondate sono invisibili agli occhi di qualunque essere che non ne faccia parte, proprio come il Purgatorio. Ecco cosa abbiamo in comune, noi e quel maledetto posto. Ed è proprio lì che ora si trova Colleen Hardy. Quella maledetta Colleen Hardy. Cos'avrà di così tanto speciale? Perché la Regina Shoheryn la vuole così tanto, perfino mandandole alle calcagna un branco di demoni e un Vostro Altezza specializzato negli Specchi? Non riesco a trovare mai una domanda a questo, è mai ci riuscirò: se ti costringono a servire nel Regno Affondato devi sempre cibarti di punti interrogativi. È questo il compito dell'Universo: porre domande senza risposta.

Il cielo ora sembra essersi scurito ancora di più, proprio come la montagna con la bocca di drago in cima. Le due torrette sono risucchiate da tutte quelle ombre che danzano felici in quest'altra notte di gelo. La musica che producono è di semplici note: note di morte. Chissà, può essere che in uno dei tanti spazi scuri ai piedi della montagna si stia svolgendo un assassinio, perché se c'è una cosa certa nella mia vita è che io sono nata con due cose: sesso e imprevedibilità.

Noto che sono passati più di cinque minuti da quando ho lasciato la Sala degli Annunci. Afferro i due calici e corro via, svuotando una volta per tutte il contenuto del sacchetto che era nella mia gonna. Il rosso non muta: rimane più vivo che mai, sebbene la sostanza si sia sciolta del tutto.

Quando giungo decisa alla Sala, la Regina mi rifila uno sguardo intenso, inquisitorio. I suoi occhi verdi come i prati dei Giardini dell'Eden si soffermano a lungo sui calici, e il mio cuore comincia a scalare la montagna del panico dentro la mia gola. Il suo viso da fanciulla quindicenne irradia un qualcosa che sembrerebbe un misto tra bellezza e violenza.

"Sette minuti. Cosa hai fatto, hai succhiato il sangue dei Nephilim dal loro cazzo?" Ride Shoheryn, facendomi un gesto con la mano che sta a significare "su, porta qua".

La mezzosangue accanto a lei sibila, proprio come un drago, fissando le mie mani per un lungo istante, gli occhi da bestia che schizzano scintille dappertutto.

Attentamente, porgo il calice nella mia mano sinistra alla Regina, e l'altro a Saphira. Le dita del demone sono unte e impregnate di sangue e le sue labbra secche e nere come la pece non smettono di muoversi, come due serpenti chiusi in una sacca.

"Trystienne, per favore. Il vino è per te." Mi sussurra la Regina, trafiggendomi con gli occhi. La sua voce sembra un soffio di vento accompagnato da decine di coltelli affilati come zanne. "Io oggi ho bevuto abbastanza. Prego, Trys, il calice è tutto tuo. Ottimo lavoro, per oggi."

Una volta era stata proprio lei a dirmi che non c'erano parole più pericolose di "ottimo lavoro". Sposta il calice verso di me, sfregandolo contro il tavolo di legno. Saphira continua a fissarmi le mani, gli occhi ormai ridotti a due fessure.

E poi lo sento: il panico. Quella strana sensazione di adrenalina e di paura che si fa strada nelle tue vene, che corrode ogni cellula del tuo io, che ti consuma la lucidità. Le mie caviglie danno un leggero tremito, ma nessuna delle donne davanti a me sembra essersene accorta.

"Avanti, Trystienne, ti do il mio consenso. Bevi questo vino, in ricompensa delle tue dolci opere svoltesi all'interno di queste mura. Il tuo servizio è stato più che soddisfacente. Meriti un premio. Avanti, mica ti ubriachi con un bicchiere, eh!"

Le mani della paura suonano un tamburo nel mio cuore, buttando in pista tutte le mie emozioni.

Prendi il calice. Mettiti seduta. Puoi gettarlo di nascosto.

"Come dice lei, mia Regina." E afferro il vino sotto gli sguardi compiaciuti della donna e della mezzosangue. "Sono lusingata dal gesto, mia signora. La ringrazio. Le devo la mia lingua nelle sue gambe almeno per trenta notti di seguito."

"Bene. Bene così." Shoheryn disegna con le dita una piccola spirale sul mio braccio, gettandomi brividi lungo ogni centimetro della mia pelle chiara. "Ti invito a sederti insieme a noi e ascoltare le novità che arrivano dalle varie dimensioni."

"Certo, Sua Meastà. Quaranta notti, per questo gesto. La ringrazio ancora." Delicatamente, mi metto seduta su una sedia accanto a lei, ritrovandomi di fronte Saphira, che con le sue labbra vive di ombre cerca di rifilarmi un sorriso.

Quando gli occhi delle due si distolgono dal mio corpo un vento gelido spazza tutto all'interno del mio torace. È come se un Demone di San Pietro mi stesse scavando nel cuore con i suoi artigli da corvo, sottraendomi il respiro secondo dopo secondo.

Non può essere successo veramente. Non puoi bere quel vino. Inventati qualunque cosa. Scappa.

"...sembra tutto a posto. Ma rimane comunque il fatto che ora rimane difficile penetrare nelle Terre di Axiokersos. Quel posto è invisibile a tutti. E, anche se siamo a conoscenza di una delle entrate, ovvero la metropolitana di Elephant and Castle, la magia del posto ci respingerà sempre fuori. Non c'è verso, mia Regina. Dobbiamo aspettare che la ragazza esca."

"Marjorie e Kitthash non la lasceranno mai andare. Dopo che le abbiamo buttato addosso un grattacielo non penso proprio che la ragazza metterà più piede nelle strade di Londra. E se mai lo dovesse fare, lo farebbe con un esercito di Tracciati a coprirle il culo, insieme a decine di Vostra Altezza. No, Saphira. Devi tornare indietro. Devi tirare fuori Colleen Hardy da quel posto. Devi portarla qui viva. Devi farlo, Saphira. Ti dono tre legioni di Mai-Nati e due di Constrittori. E se devi usare la mente, allora ti dono dei Cranici. Entra nel corpo di qualunque essere vicino a lei, e poi raggiungi la tua scorta per ritornare qua."

Bene, forse se continuano a parlare non presteranno mai attenzione su di me. Posso lasciare il vino sul tavolo. Posso non toccarlo.

"Mia Signora, non ci riuscirei mai. I contatti mentali non oltrepasseranno mai le mura del Purgatorio. E poi, non c'è bisogno."

"Non c'è bisogno? Cosa vuoi dire?" La pelle perlacea di questa ragazza ospita le più belle linee che abbia mai visto qui giù. La Regina è veramente una bella fanciulla, nonostante i suoi "quindici" anni.

"Voglio dire che..." Saphira sorseggia del vino, chiudendo gli occhi per un istante e mostrando delle palpebre più squamose che mai. "C'è già qualcun altro che si sta prendendo gioco del Purgatorio, da come mi ha detto Ornias."

"Ornias? Mio figlio?" Chiede stupefatta la Regina, accennando un sorriso. "E chi mai si starebbe prendendo gioco del Purgatorio?"

"Asmodeus, mia Signora. La moglie di Lucifero. Sono suoi i giochi nell'Inferno e nel Purgatorio. A quanto pare sta usando il Terzo Abisso Temporale sia per essere una persona legata a Colleen - di cui non so il nome, potrebbe essere perfettamente Marjorie per quando mi riguarda - sia per svolgere le sue faccende da puttanella a Nahr e a Londra. È lei l'unica che può portarci da Colleen."

Shoheryn sembra elaborare le parole  della ragazza-drago con una certa ammirazione. "E tu pensi che Asmodeus stia solo giocando? Ci deve essere una ragione per quello che sta facendo, e di sicuro non ci venderà Hardy per nessuna ragione al mondo. Anche lei deve avere qualche fine. E bisogna scoprire qual è. Per favore, fatti montare da Ornias per giorni, e fatti dire di più. Fa in modo che continui a passarci informazioni sui demoni in contatto con Lucifero. Fagli fare più ore."

"Mia Regina, Ornias mi ha già rivelato due grandi cose: che anche Asmodeus punta su Colleen, e che in questo preciso momento sta escogitando di colpire Londra con un epidemia per trascinare giù negli inferi tutti gli angeli della città."

A questo, la Regina scoppia a ridere, rovesciando la testa all'indietro e massaggiandosi il seno. "Oh, e a quale dannatissimo fine?"

"Al fine di creare un esercito di sole creature infernali per il giorno che tutti stanno temendo. I demoni di tutto il mondo stanno complottando contro Dio. Vogliono rubarGli tutti gli Angeli presenti sulla terra."

"E perché vengo informata di questo solo adesso?"

"Sua Maestà, loro..."

"Sto scherzando, Saphira. Sto scherzando. Quelli che non stanno scherzando, per quanto ho capito, sono i demoni. È una cosa seria, allora, questa cosa di portarsi giù nel dolore tutti gli angeli. È una genialità, secondo me, di Lucifero. Oh, e la faccenda dei Nephilim? La divisione delle città? Cosa?"

Questo sembra scuotere Saphira un po'. In mano il suo calice è immobile, eppure posso notare che i suoi occhi schizzano decine di scintille, come se stesse in preda ad un pianto di fiamme. "A Lucifero non è mai fregato nulla di questa faccenda. A lui non interessa che i Nephilim di tutto il mondo muoiano lentamente, buttati nel nulla e nello sporco. Per lui ora ci sono solo le Aperture. Dio non avrebbe mai dovuto fidarsi di lui."

"Be', Dio è Dio, no? Lui fa quello che ritiene giusto. Ho sempre sospettato che un giorno Lucifero avrebbe rotto gli Accordi e Lo avrebbe tradito. Quindi, Saphira, ricapitolando: Asmodeus sta per lanciare questa epidemia per Londra, Corbin Harper è morto, Colleen è al sicuro alla Poctilla e Satana ha rotto gli Accordi. Bene. Molto bene. Trystienne, cosa ne pensi?"

È come se mi avesse dato un pugno. La guardo, persa nei suoi occhi verdi, e poi nelle sue labbra carnose segnate da morsi. Sorride. Lei mi sorride sempre, ovvero: le labbra sono a posto, è con gli occhi che mi sorride. Come può, una fanciulla come lei, riporre così tante emozioni in me?

"Sua Maestà. I-io... penso che sia grandioso. È un punto a favore per noi. Le Aperture sono una distrazione per tutti, e noi possiamo puntare su Colleen Hardy più facilmente."

"Esatto, Trystienne. Ma come mai questa ragazza è riuscita a scappare da tutto quello che le ho mandato? Eserciti di demoni e Corbin Harper, il nostro migliore Vostro Altezza. Cosa pensi che abbia protetto Colleen?"

"I membri della Poctilla. Marjoire."

"Oh, bene. Ora sai perché voglio morta quella puttana dalle ali nere. Oh, quanto darei per vederla con il collo piegato in due. Penso che sarebbe la vista più dolce di sempre. Non pensi, Trys?" Ha gli occhi spietati di tenebre.

"Sì, Signora. Sarebbe la vista più dolce di sempre." Mi zittisco, cercando di evitare con lo sguardo il vino. Quando noto che c'è silenzio, continuo, mentendo. "Mai dolce quanto una Colleen Hardy in queste terre."

"Oh! Ben detto, Trystienne." Mi da una pacca sulla spalla, regalandomi uno dei suoi sorrisi più smaglianti. "Ben detto. Questa meriterebbe almeno un premio. Ma vedo che non hai consumato il tuo primo, di premio." E le ombre si fanno strada sul suo viso. La sua pelle sembra scurirsi col passare dei secondi. Il lampadario sopra di noi sembra essere sparito. "Avanti, piccola, bevi. Consuma quello che ti è stato donato dalla tua Regina."

Sento il cuore battere rapidissimo nel petto, come il frullo delle ali di un colibrì. Mi sento come se uno scorpione mi avesse fatto il nido in bocca. Ho la lingua secca e impastata e mi fanno male tutti i denti.

Non so cosa fare.

"Trystienne? Ci sei? Puoi bere il vino. Hai il mio permesso."

Scappa. Tirale il calice addosso. Buttati dalla finestra. Non puoi finire nel nulla grazie a te stessa.

"Sua Maestà, io... la ringrazio. Sessanta giorni di lingua tra le sue gambe, ma temo di non avere sete e che mi faccia male lo stomaco." Ammetto, la voce algida e cupa che fa sibilare Saphira.

A questo, gli occhi di Shoheryn si immergono in una vasca di pura rabbia e sconcerto. "Ti stai rifiutando di bere qualcosa che ti ho donato? Stai rifiutato un bicchiere di vino della Regina delle Terre Affondate?"

"Io..."

"Oh, piccola Trystienne. Sai che se questo dovesse mai accadere ti strapperei i capezzoli a morsi. Mai rifiutare un dono della Regina. Mai."

Il cuore è sbarcato sulla luna. Fisicamente, sono sul fondo del mare, mentre l'anima viaggia qua e là, sbattendo contro ogni cosa che trova sul suo cammino.

Afferro il bicchiere d'argento e fisso la lucidità sanguinea del liquido. Il suo colore mi ricorda tante cose. Tantissime cose.

Quando le mie labbra toccano il vetro, l'ultimo senso di coraggio viene spazzato via, e la mia testa si riempie delle risate di Shoheryn.

Basta solo un sorso, un piccolo sorso, che il cervello comincia a nuotare freneticamente, sbattendo contro la scatola cranica, riempiendomi le orecchie di boom boom boom. Le prime lacrime cominciano a solcarmi le guance, ma cerco di trattenerle il più possibile.

Noto che le due ragazze sono tornate a parlare.

"Inoltre, Sua Maestà, mi arrivano notizie anche dal Regno dei Cieli. Dio è all'ignoto di tutto, di quello che sta succedendo sulla terra e nel Purgatorio. Non sa di Asmodeus, e non sa del tradimento di Lucifero. Se ne accorgerà solo quando vedrà che i suoi figli non torneranno a casuccia questa notte. I Sette Regni sono deboli, e tra poche ore lo saranno ancora di più. Ci sono pochi esseri a popolarli. Ci sono i sette arcangeli che si stanno preparando per le Aperture. Voci indiscrete dicono che Michele, Gabriele e Raffaele, e mi creda sulla parola, Sua Maestà, vogliano creare dei Draghi del Cielo."

"Draghi? Draghi del Cielo? Gli arcangeli hanno detto questo?"

"Così dicono. Non so come possano fare, ma sì, per la prima volta nella storia dell'Universo gli angeli cavalcheranno i draghi in guerra." La voce di Saphira ora è una musica, come delle note fastidiose, ripetitive, ondeggianti.

Quando Shoheryn mi forza a bere un altro sorso, sento la gola bruciare e la testa nuotare ancora di più.

"Degli angeli e dei draghi? No, questa la devo vedere di persona. Mi stupisce il fatto che vogliano creare creature del genere. Sono sempre così duri in confronto dei draghi, ogni volta."

"Be', Sua Maestà, credo gli angeli preferiscano cavalcare dei draghi che cedere di fronte le Aperture."

"Non lo nego. È vero. Ma sai, angeli e draghi sono sempre stati due termini che non suonano bene insieme, se non in un contesto negativo. Alle mie orecchie è una blasfemia, sebbene io sia stupefatta."

E tre. Shoheryn mi regge la mano mentre porto il terzo sorso sulla mia lingua. Le mie mani cominciano ad essere invase da piccoli mostri e vermi e fiamme, così come tutte le gambe. Vorrei alzarmi, andare a vomitare, o farlo anche qua, ma non posso. Shoheryn ha spostato il suo tocco sulla mia mano coperta di cicatrici e lividi, che ora sembrano grossi buchi bruciati nella pelle.

"Bene. Saphira, sono soddisfatta dei tuoi compiti. Ti concedo per quindici lune di farti qualunque Nephilim a tua scelta. Puoi scegliertene uno qualsiasi su alla Torre del Seme. Ma te ne regalerò quaranta, di notti, se tornerai qui con Hardy appesa al tuo dorso. La voglio, Saphira. Vai. Vai a Londra. Cerca un modo per entrare nel Purgatorio. O usa la Porta dell'Inferno per raggiungere gli abissi del fiume Letè..."

"Non è possibile. La magia respingerà tutti noi. Ma ci proveremo. Sì, Regina Shoheryn, ci proveremo."

Un formicolio all'interno dello stomaco mi stende del tutto. Ora il mio corpo è su una lastra di ghiaccio sottilissima, e sotto di me c'è l'oscurità, dimensioni dove le tenebre regnano, ombre, colori vividi come i Giardini dell'Eden. Basta una sola spinta, e cadrò, cadrò così giù che Lucifero mi invidierà.

"Tra poco Colleen inizierà a ricordare, e se ricorderà, accadrà quello che quasi tutto l'Universo teme."

E casco. La mia testa ondeggia per un'ultima volta, sorretta debolmente dalle parole taglienti di Shoheryn. Non può essere successo per davvero. Non posso mangiare da un piatto che avrebbe dovuto uccidere un'altra persona. Lei merita la mia fine, perché ha intenzione di fare cose orrende, cose che farebbero tremare le ali anche al demonio.

"Axiokersos avrebbe dovuto toglierle la memoria permanentemente." Finisce di dire la Regina, spostando lo sguardo su di me, mentre Saphira spiega le ali, turbinandomi gli occhi in sfumature rosse e nere.

E quando il sangue comincia ad eruttarmi dalla gola, il volto di mio fratello Erwood appare sul legno del tavolo, come se fosse intagliato. Chissà cosa direbbe Adrianna, nostra madre, vedendomi in queste condizioni. E cosa direbbe nostro padre? Be', a Lucifero non è mai fregato niente di noi due.

E poi tenebre ovunque, così assolute nella loro condanna da far sembrare la luce e le cose belle di questa dimensione come qualcosa di esausto e spezzato e morto.

La mano della morte mi invita a danzare mentre mi vesto del miglior abito di ricordi.

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