21 - Riuniti
Qualcosa dentro di me sussurra: Hey, stai avendo a che fare con persone potentissime! Ammesso che siano persone. Insomma, sono invisibili ai Due!
Pensavo fosse impossibile una cosa del genere.
«Ma...»
«Sono stati loro due a creare questo posto.» Conviene Consuelo mentre i suoi occhi verdi e bianchi si sfumano di rosso, come se un tornado color cremisi le fosse esploso nelle iridi. «Com'è possibile che non possano interferire...?»
«Secondo voi, Dio può andare all'inferno e/o vedere quello che vi avviene all'interno? E Lucifero. Secondo voi può interferire col Regno dei Cieli?» ci chiede Marjoire ponendo fine alla discussione.
Nessuno di noi osa più controbattere. Il suo paragone mi ha soddisfatta. Non potrebbe aggiungere altro.
Finalmente, una risposta definitiva.
«"Noi cerchiamo di salvare più Nephilim possibili qui, dentro la Poctilla'". Marjoire, hai detto questo prima. Ciò vuol dire che qui dentro ci sono altri Nephilim?» chiede improvvisamente Erwood. «Noi non siamo gli... unici?»
«Oh. Caro» Ansima la donna, socchiudendo leggermente le palpebre e mostrando un piccolo accenno di glitter argentato. «Nella Macchia del Sud vivono oltre nove milioni di Nephilim. Credi che la Poctilla non ne abbia accolto qualcuno? Magari qualcuno con... delle abilità speciali.»
«Tipo dei superpoteri?»
«Sciocchezze! I superpoteri sono roba da Marvel. Qui si tratta di cose fenomenali, che vi metteranno i brividi solo a sentirne parlare. O a provarle.» Vectis fa scorrere le dita scure sull'acciaio del tavolo e guarda me. Poi Marjoire.
«Dobbiamo scoprire cosa vogliono da te. I demoni. E non i demoni umani buoni. E nemmeno i demoni mostri cattivi. Sto parlando di Figli del Dolore Vostra Altezza, quelle donne di cui vi parlavamo. Il Presagio è molto raro, Colleen Hardy, e Marjoire fra qualche minuto scoprirà un po' di cose, grazie al Pasto Insangue. Speriamo possa rivelarci quali informazioni portava quel Presagio sulla vostra...» Ma si blocca. Il silenzio che segue mi suggerisce che forse non riprenderà più a parlare.
«Avanti. Ditelo. Dite la parola 'morte'» lo incoraggio io abbozzando un sorriso. Ed è proprio quando pronuncio l'ultima parola che Erwood si irrigidisce sul posto. Mi guarda.
«Colleen, non ti preoccupare.» Sussurra con un tono nella voce che non gli ho mai sentito. "Io sento che... dobbiamo fidarci di loro. Possono salvarci. Non so cosa c'entriamo in questa storia, ma giuro su tutti i miei grammi che ne usciremo fuori, anche se dovessi affrontare Lucifero in persona.»
«Che parole.» commenta Marjoire guardando fin troppo il mio migliore amico. Il suo sguardo sembra serio e divertito allo stesso momento. «È proprio vero. Quando si scherza, bisogna essere seri.»
«Io non sto scherzando.» continua Erwood. «Va bene. Qui noi ragazzi siamo Nephilim. Abbiamo i parenti angeli, riassumendo il tutto. E Lucifero e Dio vogliono eliminarci perché siamo un errore e qualcos'altro che non volete dirci. Voi siete una società segreta che salva alcuni Nephilim dalle sorti del sud. Va bene. Ma ditemi solo una cosa. Mi incuriosisce.» Alza le sopracciglia, poi fa spallucce, come se dovesse chiedere qualcosa di grosso ma lo dovesse far passare per una domandina. «Cosa sapete sul Nord? Avete detto che è popolata di soli angeli e demoni. Sono tutti mostri?»
«Oh no. I demoni del Nord sono tutti sotto la forma di bestioli, proprio come me. Gli angeli pure. Hanno costruito nuove dimore e nuove fortezze per se stessi. I cosiddetti mostri, invece...»
«Basta così, Marge.» la interrompe calmo Vectis. «Credo non sia necessario raccontare loro le Aperture delle Porte. Lasciamo che si integrino nelle attività universali. Sono solo dei diciassettenni.»
«Diciassettenni che hanno lottato contro demoni alati.» Conviene Mariangel.
«Con delle armi da fuoco.» aggiunge Dusnatt.
«Inseguiti da altri mostri e attaccati da un grattacielo.» dice poi Erwood.
«Che scoprono che la divisone della città è stata ideata dagli angeli.» concludo io.
«E con un sedere grande quanto quello di... Cavolo! Io voglio dire "sedere", non "sedere"! Oh, ma andiamo!» ricomincia Mister Cazzo infuriandosi con la propria lingua. «Come può essere? Ho capito che questo è il Purgatorio, però... almeno quella parola che inizia con la c e che finisce con la o... almeno quella.»
«Nella Poctilla non potrete mai dire brutte parole. Questo è un luogo sacro di Axiokersos, il peccatore più grande al mondo. Qui non potrete mai peccare. Non potrete mai uccidere, fare cose oscene. È naturale.»
«Quindi...» sorride Erwood. «...qualunque brutta parola dica, mi viene storpiata? Mh... E se dico...»
«Piantatela.» rivolgo loro uno sguardo assassino e poi mi volto verso Marjoire. Sono pronta a dire quello che devo dire. Devo esserne certa. «Come possiamo essere sicuri che voi siete con noi e non con gli angeli che vogliono eliminarci?»
Mi fa strano parlare di un "noi" quando significa perfettamente "noi mezzi angeli e mezzi umani". È una cosa piuttosto... sì, imbarazzante. E anche assurdamente strana. Ancora non ho realizzato il tutto, e se mai un giorno dovrà capitarvi una situazione del genere, ricordatevi di me e di come mi sentii in imbarazzo (e comunque spero che non vi capiti mai quello che sta succedendo a noi ora).
«Posso dimostrartelo. Sai, non mi importa nulla del fatto "io non dimostro niente alla gente". Se vuoi che io te lo dimostri, allora ti accontento. Vedi, col passare dei giorni conoscerai altre persone che ti racconteranno le loro esperienze e la fiducia che ripongono in me. Io sono invisibile agli occhi dei Due. Salvo Nephilim dalla sofferenza. Qui nella capitale britannica siamo gli unici a farlo. Certo, può anche essere che ci sono altre società segrete nelle altre città del mondo. Ma ovviamente non con quartier generale il Purgatorio. Ma ne subito: Dio e Lucifero se ne accorgerebbero, visto che non c'è la protezione visiva della Poctilla.»
Dopo un lungo silenzio che potrebbe essere durato un minuto, in cui tutti sembrano ragionare, Mariangel chiede di scatto:«Come possiamo avvertire i nostri genitori?»
«Insomma, dobbiamo rimanere qui per quanto? Non li abbiamo contattati. E loro non hanno nemmeno un telefono. Saranno preoccupatissimi.» continua preoccupata la bionda. È bellissima quando è preoccupata. Le guance le diventano tutte rosse e le labbra sembrano più carnose, chiazze di pura semplicità.
«Per mio padre non c'è problema.» borbotto più a me stessa che agli altri. «Lui sarà immerso dall'alcol e si sarà dimenticato anche che ha una figlia. E comunque è a Liverpool, tornerà tra mesi. Povero Chelsea...»
«Non vi preoccupate per i vostri genitori. Non c'è nessun problema, davvero. State tranquilli.» ci rassicura la donna. «Loro saranno avvisati da Gordon e saranno... fatti manipolare, in un certo senso. Nulla di pericoloso. Se ne occuperà lui. Ci sono degli incantesimi abbastanza semplici che possono dare ai vostri genitori l'illusione che ci sia una ragione perfettamente legittima per la vostra assenza. Una visita ai nonni, un pigiama party dagli amici. Si può fare. A ogni modo, loro non sanno che nelle loro vene scorre sangue celestiale, quindi non c'è nulla di cui preoccuparsi. Voi sei siete gli unici - oltre ai già qui presenti Nephilim - a sapere della vostra vera identità. È ovvio che nella Macchia del Sud nessuno sa niente. Sono del tutto ignari. Non sanno assolutamente nulla degli angeli e dei demoni che popolano il Nord, e ovviamente l'unica cosa che sanno è che la divisione della città c'è sempre stata, visto che i Figli hanno modificato loro la memoria. Poveri bestioli...»
«Perché non li proteggete tutti? Perché non li fate entrare qui...» Comincia Danielius, ma la donna lo zittisce con un cenno della mano.
«Dieci milioni di Nephilim qui al Golden Globe? Mhh... che idea azzardata. I Due si accorgerebbero subito dei tanti spostamenti e perdite di popolazione. E comunque, noi ospitiamo solamente i giovani.»
«Ma se state cercando di aiutarci, perché aiutate solo i giovani...?»
«Perché siete i più vulnerabili. I più saggi. I più coraggiosi. I più ardui. È tutto questo alla fine servirà. Servirà come il pane, perché ci sarà una fine. E più presto di quanto possiate pensare.»
«Sì, va bene. Ma ora...» Danielius alza lo sguardo dal tavolo e cerca lo sguardo di tutti noi, con una lieve sfumatura di panico che gli circonda gli occhi. Dalla sua espressione, capisco che deve chiedere qualcosa di grosso. E infatti domanda «Perché noi sei siamo gli unici che ricordano il Giorno Vuoto? Voi lo sapevate, vero?»
Ecco uno dei punti più fondamentali della mia intera vita. Una domanda che mi sono posta migliaia di volte. Qualcosa di inspiegabile che a volte mi faceva sentire... speciale, unica. Un paradosso che mi ingannava ogni notte, un vuoto dentro un vuoto. Com'è possibile che, tra milioni di abitanti della Macchia del Sud, solo io e i miei pochi amici abbiamo vissuto il cambiamento? Perché solo noi lo ricordiamo? Va bene. Può anche essere che sparsi per la nostra macchia ci siano altre persone che sanno, ma in anni di viaggi per questa terra e conoscenze che ho fatto, non ho mai sentito "anche io ricordo". Tutti fingevano, persino i nostri genitori (be', o almeno facevano finta di fingere). Tutti credevano che la crisi e la divisione ci fossero sempre state, che non si poteva fare niente.
«Forse perché il vostro destino appartiene a questo mondo. Forse avete veramente qualcosa di speciale, oltre all'essere Nephilim. Ma per ora non possiamo darvi un'esatta spiegazione sul perché voi siete, forse, gli unici che ricordano. Abbiamo le idee confuse anche noi su questo. »
➰➰➰
Dopo un'altra fetta di torta e discussioni a non finire sul compito della società segreta cui fanno parte quelli della Poctilla, finalmente ci alziamo. A Dusnatt gli ci è voluto parecchio per accettare la situazione. Dovete sapere che non è incline a credere a tutto senza molte prove materiali. Ma per me è un'altra cosa. So che queste cose esistono. Me lo sento. E la mia memoria sta giocando brutti scherzi: gli angoli della mia coscienza sono tesi come corde di violino, tirate da qualcosa di passato che non riesco a decifrare. Mi accorgo per la prima volta di aver tenuto i palmi delle mani troppo stretti sul tavolo, ed ora mi ritrovo con profondi solchi gialli circondato da pelle rossastra. Sono nervosa, ma comunque eccitata. Erwood, invece, oltre ad essere ovviamente anche lui eccitato, sembra preoccupato per me, e per quello che potrebbe accadermi. Questa notte ha avuto un solo scopo: la cattura della sottoscritta, Colleen Hardy. Cos'avrò di tanto speciale da attirare Corbin Harper, noto Vostro Altezza, e un esercito di puttanelle infernali? E soprattutto il Presagio, che Marjoire ha ucciso strappandogli e mangiandogli il cuore per capire qualcosa di più su di lui? Fra dieci minuti circa dovrebbe cominciare la sua fase di trance, e poi vedremo i risultati, che per ora ho capito che saranno delle vitali "informazioni". Che strana cosa. Come può un pasto del genere trasmettere informazioni? Forse sono metodi universali, no?
I due ci hanno anche detto che le forze militari e politiche bestiole hanno cessato di esistere, perché anche loro erano a tutti gli effetti Nephilim (o angeli e demoni). Dovete sapere che tutta la popolazione del mondo ha a che fare con le attività universali: c'è chi è demone, c'è chi è angelo e c'è chi è nephilim. Nessuno è normale. Nessuno. Le divisioni di ogni città del mondo non sono state fermate da uomini potenti come Obama (che dopo la carriera da presidente è rimasto comunque uno degli uomini più potenti al mondo) o Putin perché anche a loro è stata tolta la memoria. Alcuni personaggi importanti e super ricchi si sono rivelati demoni, ad esempio Donald Trump, e quindi hanno contribuito a spostare i Nephilim nelle aree del Sud delle città.
E alla fine le spiegazioni, seppur parziali, sono arrivate. Parziali, sì. Marjoire e Vectis hanno lasciato molte sfumature indecise nei loro racconti. Hanno avvolto il tutto nel mistero, e, per carità di Dio, io sono un'amante del mistero! Amo vedere CSI, oppure qualche thriller. Ma qui stiamo parlando di realtà. Realtà e film sono due cose completamente diverse. Bisogna starci attenti, su questi due elementi: a volte le persone le fondono insieme, e ne viene fuori sempre un bell'impasse.
Vectis ci ha detto di tornare nelle nostre stanze e dormire fino a quando non ci fossimo svegliati: ce lo meritiamo, ha detto. Abbiamo passato una notte orribile, una notte lenta e modellata dalla paura e dall'ansia. Più che altro, dalla curiosità e dallo sconcerto. Il fiume Letè... Axiokersos... sono cose che comunque non raggiungerebbero nemmeno la realtà di una persona. Sono troppo stordita per farci su qualche ragionamento, onestamente.
Stiamo per raggiungere la rampa di scale oltre la porta-libreria, quando mi crolla in mente l'immagine di Chelsea, il mio cagnone. Vectis ha accennato di rimanere qui per un bel po', fino a che le acque non si saranno calmate - cosa di cui dubito fortemente -, e il pensiero di dover lasciare Chelsea a casa da solo non mi calza proprio a pennello. Quasi quasi ci faccio un pensierino.
«Aspettate.» Mi blocco di colpo, sorprendendo Vectis e Marjoire alle mie spalle. Quando mi giro, vedo che mi stanno fissando con un'aria preoccupata.
«Sì?» Mi incoraggia lei, le labbra così divine da poter far morire d'invidia Afrodite.
«Io...» Non so come formulare la domanda. Voglio solo averlo qui. Niente di che. Ma, guardando gli sguardi ansiosi dei due, mi viene la pelle d'oca. «Ho lasciato il mio maremmano a casa. Mi chiedevo se Gordon potesse fare un salto a casa mia e portarlo qui, visto che è da solo.»
La donna mi guarda come per dire ma dopo tutto quello che hai passato ora pensi al tuo cane?
«Mi dispiace, Colleen, ma i cani qui non sono ammessi. Nessun animale...»
Scorgo con la punta dell'occhio Dusnatt vibrare accanto a me. Poi Marjoire prosegue lenta e calma. «Gli animali non sono ammessi al Purgatorio.»
«Farete un'eccezione per il mitico Chelsea.» Conviene il mio migliore amico cingendomi il braccio sinistro. La sua stretta è così rassicurante da riscaldarmi tutto l'arto in un paio di secondi.
«Niente bestie qui dentro. Axiokersos ha bandito tutte le anime degli animali da questo posto tanti anni fa. Le regole sono regole, non possiamo farci niente.» Ora il suo sorriso sembra un luccichio di una spada.
«Ma mi prendete per il... sedere?» Dusnatt fa un passo avanti, il volto tornato del suo solito pallore cadaverico. «Come potete non far entrare un cane? Chelsea è Chelsea! Non può rimanere senza Colleen, lei...»
«Ragazzi, le regole sono regole. Niente animali. C'è una legge dietro...»
«Una legge che vieta l'ingresso di animali in un luogo magico? Ma che cavolo di legge è?» chiede Dusnatt, e in questo preciso istante vorrei saltargli addosso e baciarlo su una guancia: è ovvio che vuole anche lui Chelsea. Qui Erwood, Danielius e Mariangel sono sempre stati vicini al mio cagnone. Non hanno mai esitato a prendersi cura di lui o a fargli fare delle passeggiate.
«Una legge che ora non è il momento di spiegare. Ragazzi, il vostro cane può...»
«Allora» Vedo Dusnatt tirare fuori il revolver dalla tasca del jeans e puntarla deciso e veloce verso la donna. Negli occhi di Mister Cazzo c'è qualcosa che vorrei avere io: coraggio, determinazione. Mi sento ribollire il pasto dolce che ho fatto poco fa nello stomaco. Vectis sembra sforzarsi di non far trapelare espressioni divertite. Poi, dopo alcuni secondi, Ciuffo Viola aggiusta la mira e posiziona il braccio teso, rigido come un palo di ferro. Marjoire alza un sopracciglio davanti a quel gesto. «O portate qui quel cane, o temo di dover insistere non solo con le parole.»
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