Louis tornò presto quel giorno da lavoro.

Lui ed Harry, suo marito, lavoravano entrambi: il primo in un importante agenzia; il secondo, invece, lavorava in un bar vicino casa.

Sin dall'inizio della loro relazione il più basso aveva messo le cose in chiaro: non voleva sentirsi mantenuto, quindi avrebbero lavorato entrambi.

Solitamente il suo turno durava fino alle due del pomeriggio il venerdì, ma quel venerdì si era sentito male a lavoro ed il suo capo non aveva potuto far altro che mandarlo a casa.

Inutili erano state le sue parole.

Il suo capo, dopo averlo visto correre al bagno per i dipendenti, in preda ai conati di vomito, lo aveva raggiunto dicendogli poi che per quel giorno poteva tranquillamente tornarsene a casa a riposare.

Proprio qualche giorno prima Louis aveva scoperto di aspettare un figlio da Harry e quella era la migliore notizia del mondo.

Per anni avevano provato ad avere un figlio ma nulla aveva funzionato. Ci avevano provato per così tanto tempo che ora gli sembrava quasi irreale.

Il liscio posò le chiavi di casa sul mobiletto vicino all'entrata e sospirò. Si tolse la giacca e chiamò Harry a gran voce.

Sapeva fosse a casa: quel giorno aveva il giorno libero.

Si diresse verso il frigo per mangiare qualcosa perché, nonostante avesse vomitato meno di un'ora prima, gli era venuta una certa fame.

Prese l'ultima fetta di torta rimasta dal giorno prima e una forchetta, dirigendosi poi verso il salotto.

"Harry? Harry, sei qui?" Lo chiamò.

Non sentendo alcuna risposta dal più alto salì le scale; magari Harry stava solo dormendo.

Oh quanto si sbagliava.

Aveva prenotato un ristorante per quella sera, per dare la notizia al marito. Sapeva che Harry ne sarebbe stato davvero felice.

Al solo pensiero della serata che avrebbero passato, salì le scale con un sorriso sulle labbra che andava da un orecchio all'altro.

Quel bambino che portava in grembo sarebbe stata la luce che avrebbe riacceso il loro matrimonio ormai buio da qualche mese.

Con il piatto in una mano e la forchetta nell'altra, Louis aprì la porta della loro camera da letto.

E in quel momento il suo sorriso, così come la sua felicità, sparì.

Il piatto gli cadde dalle mani, seguito dalla forchetta e dal suo cuore.

Harry c'era ma con lui c'era un altro uomo. Nella loro camera da letto, su quel letto che era stato testimone del loro amore, Harry ci aveva portato un altro uomo ed ora stava spingendo dentro di lui.

Harry imprecò girandosi di scatto. Louis, suo marito, era lì che lo fissava con la bocca e gli occhi spalancati. Ai suoi piedi, poi, c'era un piatto rotto.

Di quella fetta di torta, ormai, era rimasto solo un ricordo, così come della felicità di Louis.

Il riccio si alzò con uno scatto, intimando al suo amante di rivestirsi con uno sguardo fugace.

"Louis, non è come pensi- " tentò di giustificarsi il più grande, portandosi una mano fra i ricci. "Lui è Xander, è solo- " continuò aggrottando le sopracciglia.

"Louis?" Domandò notando che quest'ultimo non si era mosso nemmeno di un millimetro.

Louis era rimasto fermo a fissare l'uomo - che aveva scoperto si chiamasse Xander - rivestirsi in fretta furia.

"Dì qualcosa." Mormorò avvicinandosi.

"Ti prego... " sussurrò allungando una mano verso la sua guancia.

"NON MI TOCCARE!" Urlò quello indietreggiando, lanciando un'occhiataccia all'uomo che ora stava correndo giù per le scale con in mano il cellulare.

"Lou, amore- "

"Non chiamarmi così, Harold, ne hai perso il diritto." Disse tentando di non piangere. Mettersi in ridicolo era l'ultima cosa che voleva.

Ormai il danno era fatto.

Abbassò lo sguardo sul corpo di Harry, sospirando.

Harry era ancora nudo e fino a pochi minuti prima lo era insieme ad un altro uomo.

Si sentì vuoto, perso, uno stupido.

Lui aveva ordinato una cenetta romantica ad un ristorante carino a pochi isolati dalla loro casa per dare la notizia al più grande e mentre lui vomitava a lavoro Harry cosa stava facendo? Stava scopando con un altro uomo in casa loro, sul loro letto matrimoniale.

Una consapevolezza si fece strada in lui, facendogli venire gli occhi lucidi.

Ora tutto sembrava avere un senso: le scuse per aver ritardato a pranzo, le uscite notturne, il tornare ubriaco il giorno dopo.

Che stupido era stato a non accorgersene prima. Harry l'aveva tradito e chissà quante altre volte l'aveva fatto.

"Louis, ti prego, lascia che ti spieghi, io- " Parlò quello cercando di farlo ragionare.

"Devi andartene" Rispose gelido.

Harry sgranò gli occhi.

"Amo- Louis" si corresse notando l'occhiataccia del marito.

"Louis, ti prego, non farmi questo" lo pregò.

"VATTENE, HARRY. VATTENE E NON FARTI MAI PIÙ VEDERE!" Strillò indicandogli con un dito la porta d'ingresso.

❄ ❄

Louis si alzò presto quella mattina.

Si mise a sedere sul divano letto, stiracchiandosi a causa della scomodità di quest'ultimo, e si alzò mettendosi un plaid sulle spalle.

Di dormire a letto proprio non ne voleva sapere. Harry aveva profanato la loro camera da letto portandoci quell'uomo (e Dio sa solo chi altro) e lui non voleva proprio saperne di dormire lì.

Rimpiangeva di aver impedito a Harry di fare arredare la stanza per gli ospiti: almeno avrebbe potuto dormire in un letto comodo.

Sospirando si diresse in cucina per prepararsi la colazione;×una volta consumato il pasto, se ne sarebbe andato da quella casa.

Aveva chiamato a lavoro, la sera prima, spiegando al suo capo che non avrebbe più potuto lavorare in quel bar, né in nessun altro posto di Holmes Chapel.

Sarebbe tornato da sua madre ma di certo non sarebbe rimasto un minuto in più in quella casa.

Si accarezzò distrattamente il ventre ancora piatto e poi chiuse la valigia.

Controllò tutte le stanze - per assicurarsi di non aver dimenticato nulla - e poi si fermò di fronte alla camera da letto.

Non aveva avuto il coraggio, in quelle due settimane, di aprire quella porta se non per prendere i suoi vestiti e qualche felpa del riccio.

Aprirla e fissare quel letto significava rivivere quella scena in continua ripetizione, significava rivedere suo marito fare sesso con un altro uomo e sentirsi un idiota.

Il problema era che lui non dava la colpa ad Harry, lui non aveva colpa. Era lui che non era riuscito a tenersi stretto il marito, era lui che non gli aveva dato un motivo per non tradirlo.

Evidentemente non si era fatto amare abbastanza; forse lui non era abbastanza.

Si sedette sul bordo del letto, sospirando. Si guardò intorno all'interno della stanza e poi scoppiò a piangere.

In quella stanza aveva vissuto i momenti migliori della sua vita: aveva riso di gioia, fra i gemiti, mentre Harry gli solleticava gioiosamente i fianchi; aveva dormito abbracciato a suo marito e ci aveva fatto l'amore così tante volte su quel letto, che vederlo profanato in quel modo aveva fatto sentire disgustoso anche lui.

❄❄

"Boo, dico sul serio, non puoi continuare così." Disse Johanna.

"Ti stai distruggendo la vita, devi fare qualcosa; non startene lì a piangere." Sospirò piegando i vestiti.

Era sempre la stessa storia da ormai tre mesi: Louis stava sempre seduto sul divano o sdraiato nella sua vecchia camera a deprimersi.

Harry lo chiamava ogni giorno ma lui non rispondeva mai. Non aveva avuto nemmeno il cuore di cambiare sim. Forse, in fondo, gli piaceva leggere ciò che Harry gli raccontava della sua giornata: era l'unico modo in cui poteva sentirlo vicino.

Non lo aveva perdonato, certo, ma Harry - nonostante tutto - restava comunque l'unico uomo che avesse mai realmente amato.

"Non voglio." Rispose da sotto le coperte.

La donna alzò gli occhi al cielo, si avvicinò al cumulo di coperte - sotto cui vi era suo figlio - e alzò le coperte.

"Boo, so che sei ferito e tutto ma ora devi pensare anche al bambino." Disse la donna, accarezzandogli i capelli.

"Che vuoi dire?" Domandò con la voce ovattata dal cuscino.

"Dico che forse dovresti rispondere al cellulare e dire ad Harry del- "

"Non se ne parla!" Scattò alzandosi in piedi. "Harry non deve sapere dell'esistenza di questo bambino, me lo porterà via. Lui me lo porterà via proprio come ha fatto con la mia felicità." Si accigliò.

"Non voglio." Spiegò con gli occhi lucidi. "Lui si prende sempre tutto."

La donna sospirò e si sedette sul divano, facendo cenno al figlio di sedersi accanto a lei.

"Louis" esordì. "Lui ti ha tradito, è vero, ma questo bambino è di entrambi. Lui deve sapere." Disse in tono calmo.

Louis scosse la testa fra le lacrime.

"Ma poi sta a te decidere, Boo." Concluse alzandosi.

Louis annuì.

Sapeva già cosa fare.

❄❄

"Hey! Questa è la segreteria telefonica di Harry, lasciate un messa- Lou! Torna qui! Ridammi il cellulare, Lou! "

Louis ascoltò - per quella che gli era parsa la centesima volta in quella giornata - la segreteria telefonica del riccio, sospirando incerto con un piccolo sorriso nostalgico.

Cosa avrebbe fatto Harry una volta scoperto del bambino? Cosa avrebbe detto?

Lui non voleva trovarsi in quel tipo di relazione dove l'amore non esiste, quel tipo di relazione dove si sta insieme solo per amore dei figli. Proprio no.

Se solo Harry non lo avesse tradito.

❄❄

Harry si era pentito.

Da quando Louis lo aveva sbattuto fuori di casa, si era sentito perso.

Louis era sempre stata la sua ancora e lui lo aveva capito solo quando stava per divorziare. Dopo quello che aveva fatto ormai ne era certo: Louis non gliela avrebbe  fatta passare liscia.

Ma sapeva di meritarselo. Per tanti mesi lo aveva tradito con Xander, mentre suo marito era in casa a cucinargli il pranzo e la cena.

Aveva fatto così tanti sbagli e se ne era reso conto troppo tardi.

Lui amava suo marito e anche tanto. Aveva sentito la necessità di provare altro e non sapeva nemmeno lui il perché. Non sapeva spiegarsi perché aveva deciso di fare ciò che aveva sempre fatto con Louis con un altro uomo.

Perché lo aveva portato in casa poi?

Avrebbe dovuto immaginare che Louis sarebbe tornato prima, quel giorno.

Era stato così stupido. Aveva perso suo marito e la sua possibilità di costruire una famiglia, solo perché non riusciva a tenerselo nei pantaloni.

Non c'era più niente da fare, ormai era tutti finito. A momenti Louis avrebbe chiesto il divorzio.

Inoltre Louis era più piccolo di lui di qualche anno ed avrebbe potuto tranquillamente risposarsi e farsi una famiglia; magari con un uomo che non lo tradisce come se da ciò ne dipendesse la sua stessa vita.

Harry Styles, ventisei anni buttati al vento, capelli ricci e occhi verdi, avrebbe sicuramente passato i restanti giorni della sua misera vita bevendo birra sul divano, se non fosse stato per il suo cellulare che iniziò a squillare.

"Louis!" Esclamò. Dall'altro capo si sentì un sospiro.

"Ciao."

"Louis, ti prego, io- "

"Senti, Harry, dobbiamo parlare di una cosa urgente. Vediamoci domani da Starbucks alle cinque. Non sono ad Holmes Chapel, ma a Doncaster." Disse quello, staccando la chiamata.

Harry sgranò gli occhi.

Louis voleva il divorzio.

Magari si era già trovato qualcuno e magari gli serviva il divorzio per potersi risposare.

Harry scosse la testa cercando di riprendersi.

Forse aveva esagerato con l'alcool.

❄❄

"Ne sei davvero sicuro, Boo?" Domandò Lottie ad un Louis visibilmente agitato.

Louis annuì guardandosi allo specchio e sistemandosi il ciuffo con un po' di lacca.

"Vuoi davvero chiedere il divorzio? Ha sbagliato, Louis, ma c'è di mezzo un bambino e- " intervenne Calum (un suo amico che non vedeva da tempo ma con cui si era sempre tenuto in contatto).

"E COSA?" Sbottò interrompendolo.

"SOLO PERCHÉ ASPETTO SUO FIGLIO DOVREI TENERMI LE CORNA? OH, GIÀ CHE CI SONO POTREI FARE UN MANAGE A TROIS CON UNO DEI SUOI AMANTI, NO?" Gridò guardando male Lottie e Calum.

Calum sospirò passandosi nervosamente una mano fra i capelli. "Non è questo quello che intendevo, Lou." Disse l'amico "Dico solo che forse dovresti dargli un'altra opportunità o del tempo, ecco" cercò di spiegare senza fare sbottare l'amico.

"È pur sempre il padre, almeno provaci. Non ti stiamo chiedendo di andarci a letto e fare finta di niente" intervenne Lottie.

Louis li guardò pensieroso. Da quando aveva trovato Harry con quell'uomo l'idea di divorziare gli era subito venuta in mente.

Come poteva stare con un uomo che lo aveva tradito? Non voleva che suo figlio avesse per padre un traditore.

"Ci penserò strada facendo." Rispose uscendo dalla stanza, lasciando una Lottie triste seduta sul bordo della vasca e un Calum in totale disaccordo seduto sulla tazza del gabinetto.

❄❄

Messaggio da HarryIlTraditore: Dove sei?

Louis: Cinque minuti e arrivo.

Rispose riponendo il cellulare in tasca.

Sua madre non lo aveva lasciato guidare, e lui aveva rifiutato il passaggio di Calum, quindi aveva deciso di camminare.

Sarebbe arrivato in ritardo ma non gli importava. Harry meritava peggio di dieci minuti di ritardo.

"Ciao" Lo salutò Harry, non appena prese posto di fronte a lui.

"Ciao" Rispose, la sua voce non lasciava trapelare nessuna emozione.

"Non hai portato le carte per il divorzio?" Chiese stranito il riccio.

Louis scosse la testa mordendosi il labbro, facendo sospirare il riccio di sollievo.

Forse c'era ancora speranza.

"Non farti strane idee, Harold" Disse in tono acido. "Io volevo, ma Lottie, mia madre e persino Calum- "

"Hood?" Domandò, accigliandosi. "Te la fai con lui ora? O ti fai scopare da tutti e quattro? Non è stato poi così difficile rimpiazzarmi, eh?" Sbottò il riccio alzandosi in piedi, guadagnandosi le occhiatacce di alcune persone.

"Non dirmi cosa devo o non devo fare" sputò velenoso il liscio, alzandosi a sua volta.

"Ti fai Calum e poi mi dici che non devo dirti cosa fare? Sei proprio una puttana, Louis, non so come- "

Louis non gli diede neanche il tempo di finire che lo schiaffeggiò, attirando su entrambi gli sguardi curiosi della gente.

"Hai due scelte Harold: o mi fai finire di spiegare, oppure io e te andiamo subito da un avvocato a firmare le carte per il divorzio" rispose a tono facendo sbiancare il riccio che si sedette immediatamente sulla sedia, chinando il capo.

"Bene" Iniziò. "Aspetto un figlio".

Harry, scioccato, alzò un dito per protestare. "E, prima che tu possa darmi della puttana ancora una volta, sappi che è tuo. L'ho scoperto prima di quel giorno" spiegò chiudendo gli occhi per calmarsi.

"È tuo figlio. Non volevo che tu lo sapessi dopo quello che è successo, ma, come stavo dicendo prima, mia mamma, Lottie e perfino Calum mi hanno convinto a parlarti, a darti un'altra possibilità."

Harry al sentire quelle parole fissò il marito negli occhi con un piccolo sorriso.

"Posso toccarti la pancia?" Domandò sotto lo sguardo accigliato del liscio.

Harry si morse il labbro. "Ti prego?" Chiese in tono supplicante mettendo il broncio.

Louis annuì girando la testa dal lato opposto per non far vedere le lacrime.

Se Harry non lo avesse tradito, tutto questo non sarebbe accaduto.
"Scalcia già? Ti sono già venute le voglie?" Domandò Harry con una nota d'interesse, inginocchiandosi di fronte a lui e posando poi una delle sue mani sul maglione del più grande.

Il bar, dopo quella piccola discussione che avevano avuto, si era un po' svuotato e fortunatamente loro non erano messi in un tavolo a vista, quindi non dovevano preoccuparsi troppo degli sguardi indiscreti della gente.

"No e si." Rispose cercando di non far tremare la voce.

"Hai- " Domandò ma poi si interruppe togliendo lentamente la mano. Si morse il labbro inferiore fissando il marito dal basso.

"Cosa?" Domandò con un cipiglio.

"Hai già fatto l'ecografia?" Chiese sperando in un no come risposta.

Il più piccolo scosse prontamente la testa mordendosi a sua volta il labbro.

"Possiamo andarci adesso?" Chiese alzandosi e allungando una mano verso il liscio per aiutarlo.

"Harry, non cambierò idea solo per quello che è appena successo." Sentenziò. "Non devi cambiare idea, voglio solo vedere mio figlio." Disse il più grande, sospirando rumorosamente.

"Dobbiamo ancora discutere della nostra situazione, non mi sembra il caso. Dobbiamo ancora- "

"Ti prego, solo per ora, facciamo finta che non sia successo niente. Ne parliamo dopo in auto, mh?" Propose.

Il liscio annuì, incerto.

❄❄

"Styles, giusto?" Chiese la ginecologa.

"Esatto" rispose Harry, mentre "Ancora per poco" borbottò Louis.

"Siete qui per scoprire il sesso del bambino?" Domandò.

"No" prese parola Louis. "Siamo qui per- cioè, questa è la prima ecografia." Spiegò confondendo su cosa dire a causa dell'emozione.

"Bene" sorrise la donna, prendendo una bottiglietta di gel. "Alza il maglione, caro" Disse in tono dolce.

Louis si affrettò ad alzarsi il maglione e subito la donna spruzzò il gel sul suo addome.

"Merda, è freddo!" Imprecò, sgranando gli occhi subito dopo. "Mi scusi" si scusò con le guance rosse.

"Tranquillo, succede" ripose la donna, passando l'ecografo sul suo addome; lo mosse per un po' e poi "Eccolo qui. Sembra che sia un maschietto" Disse sorridendo, indicando ai due lo schermo.

Harry si attaccò - letteralmente - allo schermo, passando il dito sui contorni e impedendo al liscio di vedere che "Spostati Har, non vedo!" Esclamò con naturalezza, facendo sorridere il diretto interessato.

"Sei già al quinto mese a quanto vedo." Intervenne la donna, spostando l'ecografo. "Possiamo ascoltare il battito se volete." Propose.

Subito i due si guardarono negli occhi.

"Io penso che sia- " iniziò Louis. "Forse dovremmo- " continuò Harry aggrottando le sopracciglia mentre fissava il marito.

I due non riuscirono a mettersi d'accordo ma non servì; prima ancora che potessero decidere, la donna premette un pulsante e presto nella stanza si sentirono i battiti.

"Cristo!" Esclamò Harry. "Quello lì e il mio bambino." Disse incredulo, guardando Louis che si stava mordendo il labbro, pentito.

E pensare che non voleva nemmeno che il riccio sapesse dell'esistenza di quel bambino.

"È così piccolo." Sussurrò con gli occhi lucidi, allungando una mano verso il liscio, che prontamente strinse. Gli era mancato. Gli era mancato così tanto e si sentiva così stupido.

Aveva davvero pensato di impedire a suo marito di vedere suo figlio?

Che ragazza di mostro era diventato?

"Può darci due copie?" Chiese il riccio non smettendo di fissare suo marito.

"Certo" sorrise la donna, iniziando a digitare qualcosa sulla tastiera, spostando di poco l'ecografo.

"Grazie" sorrise Harry, chinandosi per posare un bacio sul dorso della mano del più piccolo.

❄❄

Harry chiuse lo sportello dell'auto, fissando il marito. "Quindi... ora che si fa?" Domandò.

"Hai tre settimane." Rispose freddo Louis guardandolo dritto negli occhi.

"Tre settimane per cosa?" Chiese il più grande confuso mentre con una mano passava a Louis una copia dell'ecografia.

Louis afferrò l'ecografia cercando di evitare anche solo il minino contatto con la mano del riccio "Hai ventisei anni, Harry, e non sai ancora tenerti l'uccello nei pantaloni" Parlò il liscio, cambiando subito discorso.

"Tu ne hai ventitré ma questo non c'entra niente" si accigliò l'altro.

"Hai tre settimane per farti perdonare o qualunque cosa tu voglia fare. So già che non ci riuscirai, quindi domani vedrò di procurarmi le carte per il divorzio." Continuò.

"Grazie per la fiducia." Borbottò Harry.

"Non c'è di che Harry MiScopavoOgniEssereViventeAlleSpalleDiMioMarito Styles." Concluse il liscio, guardandolo male.

Harry si morse il labbro e rimase in silenzio stringendo fra le mani il clacson.

"Hai tempo fino al mio compleanno, la mattina di Natale avrai la tua risposta." Concluse il liscio.

"Ti accompagno da tua madre." Sospirò Harry.

"Almeno una cosa buona la fai." Borbottò voltando il capo verso il finestrino.

❄❄

"Cofa fefo fae fe fammi fefonae?"Chiese il più grande, lavandosi i denti, mentre con una mano teneva il cellulare.

"Potresti iniziare parlando una lingua comprensibile." Rispose Gemma.

"Si ma, pff." Continuò sputando il dentifricio nel lavandino. "L'ho tradito, Gems. Tu vorresti stare con uno che ti ha tradito per sei mesi?" Continuò.

"A dire il vero no" rispose la ragazza.

"Ma Louis è Louis e forse lui vorrà."

Harry annuì, consapevole del fatto che la sorella non potesse vederlo. Ci fu un attimo di silenzio dove Harry mise il viva voce e si spostò nell'altra camera dell'hotel per vestirsi. 

Gemma sospirò. "Non lo meriti." Esordì. "Lo so." Rispose Harry, infilandosi i boxer.

"Lo hai tradito per sei mesi, hai fatto proprio ciò che più odia." Continuò la ragazza con tono gelido.

"Sapevi che il motivo del divorzio dei genitori di Louis era stato il tradimento e tu hai fatto la stessa identica cosa!" Esclamò la ragazza.

"Hai almeno una vaga idea di come si stia sentendo adesso? Gli hai spezzato il cuore, vi ha visti, Harry. Lo hai portato nello stesso posto in cui lui ha perso la verginità, l'hai portato in casa vostra, Harold, nel vostro letto!" Strillò.

"Lo so." Rispose Harry.

"Sei un verme, Harry, non ti merita."Disse disgustata.

"Lo so."

"Hai tradito l'unico ragazzo che-"

"LO SO, CAZZO" Sbottò innervosito, dando un calcio al comodino, facendo cadere la lampada che prima era su di esso.

"È tutto quello che sai dire? Se non fossi mio fratello ti avrei negato a vita ma purtroppo siamo imparentati e devo aiutarti." Sospirò, affranta, Gemma.

"Vediamoci domani mattina alle nove in casa tua e di Louis."

"Non viviamo più- " Non finì nemmeno la frase che la sorella gli staccò il cellulare in faccia.

"Che stronza." Borbottò.

❄❄

"Vuoi del tè?" Domandò Johanna al figlio, senza però ricevere risposta.

Louis stava leggendo le carte del divorzio che era riuscito a farsi dare con estremo anticipo dal suo avvocato. Solitamente ci volevano mesi per avere quelle carte, ma Harry, mesi prima, aveva deciso per lui.

Ma c'era una cosa che non capiva: se Harry voleva divorziare, allora perché stava facendo tutta quella messa in scena?

Perché lo aveva portato a fare l'ecografia?

Perché voleva farsi perdonare? Per rifare la stessa cosa?

"Hey, che stai leggendo?" Domandò la sorella entrando in cucina. "Le carte per il divorzio." Rispose non alzando lo sguardo dai fogli.

"Avevi promesso che non lo avresti fatto, Louis, c'è un figlio di mezzo!" Intervenne Johanna

"No mamma, tu non hai capito. Harry non riuscirà a farsi perdonare, io non posso farlo." Spiegò.

"Mi tengo solo preparato, tutto qui." Concluse con un'alzata di spalle, alzandosi poi dal tavolo per salire nella sua vecchia camera che da ormai tre mesi lo ospitava.

C'era una domanda che premeva per avere delle risposte e Louis decise di chiamare Harry.

Lui doveva sapere.

Doveva e voleva sapere perché il riccio aveva già chiesto all'avvocato le carte.

Uno squillo ed Harry rispose subito.

"Lou- "

"Perché?" Chiese.

"Cosa?"

"Perché hai chiesto le carte per il divorzio?" Domandò schietto.

"Non pensavo mi avresti dato un'altra chance." Rispose con un sospiro.

"Mi hai reso tutto più facile però, lo sai questo?" Rise il liscio, per niente divertito.

"Ti prego..." sussurrò Harry.

"Un solo passo falso, Harold, ed io firmo."

"Louis, io- "

Il liscio non gli diede nemmeno il tempo di parlare che staccò la chiamata, nascondendo il viso fra le mani in preda a una crisi di pianto.

Lui voleva davvero perdonarlo ma sapeva benissimo che, facendo ciò, Harry l'avrebbe rifatto ancora e ancora.

Se Harry ci teneva a lui, allora doveva solo dimostrarglielo.

"Lou, posso entrare.." Chiese Felicitè, una delle sue sorelle.

Louis alzò il viso e annuì con ancora le lacrime a scorrere sulle sue guance. La sorella lo abbracciò forte, accarezzandogli la schiena.

"Sai che noi ti appoggeremo, non importa quale sarà la tua scelta." Mormorò la sorella.

"Si" sussurrò.

"So che tieni a lui" continuò staccandosi dall'abbraccio per guardare il fratello negli occhi.

"Ma se non ne valesse la pena?" Domandò Louis, asciugandosi gli occhi.

"Se Harry lo rifacesse? Cosa farò io con un figlio? Rimarrò da solo." Disse. "Non rimarrai solo, ci siamo noi con te" sorrise.

"Puoi sempre contare su di noi, Lou bear, lo sai." Disse sorridendo, poggiando i palmi delle mani sulle guance del fratello, accarezzandole con i pollici.

Louis sorrise.

Sapeva di poter contare sulla sua famiglia.

❄❄

"Quindi cosa dovrei fare?" Domandò Harry da sotto le coperte della sua stanza d'hotel.

"Per cominciare: alzati." Disse Gemma togliendogli le coperte di dosso. "Cristo che freddo!" Sbottò Harry.

"Cristo piangerebbe al solo vedere la tu faccia di cazzo in questo momento." Rispose, con tono freddo, Gemma guardando suo fratello.

"Perché, cos'ho?" Domandò alzandosi controvoglia dal letto.

Gemma lo tirò per un braccio, trascinandolo fino al bagno, ignorando la sua domanda. Lo fece sedere sulla tazza del gabinetto e poi gli diede uno schiaffo.

"AHI!" Disse con gli occhi lucidi.

"E questo per cos'era?" Domandò massaggiandosi la guancia.

"Per aver tradito il marito migliore del mondo." Rispose.

Harry annuì mordendosi il labbro.

"Ora ti do una sistemata e vediamo di organizzare qualcosa per farti perdonare, stupido idiota." Esordì la sorella prendendo il suo beauty case.

"Quanto tempo ti ha dato?" Chiese.

"Fino al suo compleanno." Sospirò, passandosi una mano fra i ricci scompigliati.

Gemma annuì, passandogli lo spazzolino.

"Grazie Gems."

"Dove hai detto che vi siete incontrati la prima volta?" Domandò la sorella con un piccolo sorriso.

❄❄

Hey!

Questa mini long avrei dovuto pubblicarla a Natale ma mi è completamente passato di mente.

Questa è solo la prima parte, spero vi piaccia!

Ne approfitto per augurarvi un buon anno! 💙

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top