XXIX

Capitolo Ventinovesimo

Aggrottai le sopracciglia, presa completamente alla sprovvista.

Le sue parole riecheggiarono più volte nella mia testa senza che riuscissi a dar loro un senso. Ero ammutolita, pietrificata. I pensieri che mi vorticavano in quel momento nella testa schizzavano rapidamente da “avrò capito male” a “sarà uno scherzo” a “porca miseria, sono nei guai”.

-Aspetta, aspetta, cosa?-riuscii a rantolare, a denti stretti, e indietreggiai, per quanto mi fu possibile, puntellandomi sui gomiti.

Louis mi sovrastava con un’espressione, se possibile, ancora più confusa. Continuava a fare avanti e indietro con lo sguardo, posandolo ora su di me, ora sulla collana, senza aver l’aria di capirci qualcosa.

Se la mia vita fosse stata un film, questo sarebbe stato il momento adatto per andare avanti veloce.

Molto avanti. Molto veloce.

-Ho detto, questa.-la prese tra le dita –Da dove viene? Che roba è?

“Da dove viene?”

“Che roba è?”

Cazzo, mi prendi per il culo? Mi sto perdendo qualcosa?

-Come sarebbe a dire “Che roba è?”, Louis? Non hai..., non è roba tua? 

-Ehm, no, mi sembra chiaro. Non sono così idiota. Non pensi che me lo ricorderei? – la sua voce era sensibilmente arrabbiata. Con il pollice fece scattare il meccanismo e il ciondolo si aprì in due.

Even death won’t part us now

Fu come gettare benzina sul fuoco. Esalò un grugnito indignato.

Oh, merda. Che colpo di scena col botto.

Prevedevo risvolti drammatici: qualche sparatoria, un mezzo disastro naturale, un centinaio di morti. E per fortuna io avevo ancora i pantaloni addosso.

-Christa, rispondi.-esigette Louis, la vena già prominente sul collo che minacciava di schizzargli fuori. Non l’avevo mai visto così incazzato. Era decisamente una prima assoluta.-Chi te l’ha data? Che roba è?

Cominciava sul serio a spaventarmi.

-Non lo so.-mormorai, a disagio, coprendomi il petto con le mani.

Ho un tempismo del cazzo, se proprio dobbiamo dirla tutta.

La testa mi girava come una trottola, e nulla sembrava avere più un senso. Razionalmente parlando, non avevo nessun indizio. Francamente parlando, non ci stavo capendo un cazzo.

Se non Louis, chi? Se non per West Side Story, perché?

Nemmeno la morte ci separerà, adesso” diceva il ritornello della nostra canzone. Nostra. Mia e di Louis.

Chi altro poteva saperlo? Per chi altro quelle parole avrebbero potuto avere un senso? Chi era questo misterioso terzo incomodo che cercava di strisciare in mezzo a noi, di separarci?

-Levala!-era davvero fuori di sé.-Su, toglitela! Christa quanto è vero Dio, se non ti togli immediatamente quella collana…

Il mio cuore aveva preso a battere alla velocità della luce.

Christa dì qualcosa, fa qualcosa, andiamo, non restare lì immobile a farti trattare così!

-Tu cosa Louis, tu cosa?-avrei voluto calmarlo, o per lo meno farlo rendere conto di quello che stava facendo, ma ebbi l’effetto opposto.

Louis prese il ciondolo tra le dita e lo strappò con forza dal mio collo, rompendo il gancetto di chiusura. Sentii il metallo della catenella che mi incideva la pelle dietro la nuca, fin quasi a farla sanguinare.

Strillai di dolore, schizzando immediatamente in piedi.

-SEI PAZZO O COSA? LOUIS PORCA PUTTANA COSA TI SALTA IN MENTE?

Ero letteralmente sconvolta.

Certo, considerato che c’ero di mezzo io, ero sicura che qualcosa sarebbe andato storto, sarebbe stato strano il contrario, ma non mi sarei mai, e dico mai, aspettata una reazione del genere da parte di Louis, per una cosa così insignificante.

Il regalo di un ammiratore segreto lo faceva incazzare così tanto?

Be’, avevo avuto un gran culo a tenergli nascosto il bacio di Harry, allora.

Quel nome fece scattare qualcosa in me. Era come un interruttore, ogni volta che mi posavo su di esso col pensiero, tutto si faceva più chiaro.

Possibile? Poteva davvero essere opera di Harry?

L’idea mi fece attorcigliare tutte le budella e venir voglia di vomitare. Sperai davvero non fosse così, perché altrimenti ero più che fottuta. Anzi, rettifico, eravamo più che fottuti entrambi. Avevo la netta sensazione che Louis non avrebbe esitato un istante a strappargli il cuore dal petto a mani nude.

E da quando in qua la cosa mi recava dispiacere? Chiusi gli occhi, esasperata.

Perché io? Perché a me?

Con la mano sinistra cercai il solco che lo strattone mi aveva praticato dietro la nuca. Lo trovai asciutto, ma sorprendentemente doloroso.

Louis mi fronteggiava ancora alterato, il petto che gli si alzava e abbassava rapidamente, come se cercasse di trattenersi. Da fare cosa, di preciso, poi?

-Vedi di darti una calmata. Così non andiamo da nessuna parte.-sputai, scuotendo la testa, con aria disgustata. Sarebbe stata proprio la cosa giusta da dire ad una persona violenta e possessiva, se il mio piano fosse stato quello di farmi picchiare a sangue.

Per un attimo pensai che mi avrebbe presa per il collo e sbattuta contro il muro, intimandomi di chiudere quella stupida boccaccia che mi ritrovavo, ma invece rimase immobile davanti a me, la catenella spezzata ancora stretta in pugno.

Mi accucciai, raccattando da terra la felpa blu che mi aveva regalato Liam, e la infilai velocemente.

-Gradirei che tu mi ridessi la collana, Louis.-esigetti poi, tendendogli la mano sinistra. Dentro tremavo da capo a piedi, ma fuori sembravo calma e tranquilla, come al solito.

Come fanno le persone a non accorgersi delle tempeste che hai dentro?

Come fanno quelli che ti amano a non capire quando stai impazzendo? Quando sei terrorizzato? Quando tutto quello che vorresti fare sarebbe scappare via e nasconderti da qualche parte?

Come fai, Louis, a dirmi che mi ami, e a non capire tutto questo?

-La rivuoi davvero?-era la prima volta che parlava dopo forse dieci minuti.-Vuoi davvero questa cosa?

Sembrava quasi divertito, adesso. Pensava lo stessi prendendo in giro?

Gli sorrisi, gelida, mentre il mio cuore si trasformava pian piano in un pezzo di ghiaccio. Probabilmente dopo mi sarei pentita del mio atteggiamento, ma in quel momento mi sembrò che i miei sentimenti verso Louis non fossero poi così veri, così forti, così assoluti.

Mi venne voglia di ferirlo, come lui aveva ferito me.

-Quella cosa sarebbe un regalo. E scusa se ho pensato fosse da parte tua. Scusa se ho pensato che saresti stato capace di un pensiero così carino.-mossi un passo verso di lui, e tirai la collana fuori dalla sua presa, attenta a non perdere il ciondolo.

Non oppose alcuna resistenza. La catenella gli scivolò dalle dita come fosse fatta di acqua, ed atterrò nelle mie mani solida, pesante come non mai.

Il suo sguardo era vuoto, il corpo immobile. Le mie parole sembravano averlo colpito profondamente. Ero stata cattiva. Anzi, ero stata me. E se lo meritava. 

Lo guardai ancora un istante, di sfuggita, prima di girarmi e sbattermi la porta alle spalle.

 ...

Imboccai una serie di corridoi e rampe di scale a caso, senza guardarmi indietro e senza chiedermi davvero dove stessi andando. Sapevo che nel momento in cui mi sarei fermata, l’accaduto mi avrebbe stordita con la forza di uno schiaffo, e volevo posticipare il più possibile l’inevitabile.

Le mie supposizioni? Spiacevolmente errate.

Le mie aspettative? Clamorosamente deluse.

Il mio “ragazzo perfetto”? Geloso, violento e possessivo.

Il più bel regalo che mi fosse stato fatto dopo tanto tempo? Rotto.

Quante cose ti possono andare male in cinque minuti? Quanto talento ci vuole a mandare tutto all’aria in così poco?

-Ma vaffanculo!- gridai, ad un certo punto.-Fanculo. Fanculo. Fanculo.

Bene, stavo cominciando anche a parlare da sola. Mi passai una mano tra i capelli, mentre con l’altra stringevo ancora il ciondolo aperto a metà.

Tutta colpa di quello stupido regalo inutile! Tutta colpa di chiunque avesse avuto quella brillante idea. Tutta colpa mia che ero stata così sciocca da credere davvero che potesse essere opera di Louis.

-Vaffanculo!-ripetei, e lo scagliai contro la porta davanti a me, con tutta la forza che avevo in corpo.

Il rumore che fece, sbattendo contro la superficie di legno, fu spaventosamente forte.

Bestemmiai a bassa voce e mossi un paio di passi per andarlo a recuperare.

La porta si aprì di scatto, rivelandomi una figura esile spiacevolmente nota.

Mandai gli occhi al cielo, scuotendo piano la testa, maledicendo mille volte l’amico lì su, e il destino, e il surriscaldamento globale e la guerra del Caucaso.

Cominciavo a capire perché mio fratello mi chiamasse Trista. Ma, onestamente, come facevo a non essere triste, depressa e incazzata col mondo se non facevano altro che capitarmi ‘ste cose?

Se la mia vita fosse stata un film probabilmente Louis mi sarebbe corso dietro con aria sognante chiedendo perdono con un mazzo di rose in mano.

Ma giacché non lo era, il massimo che potevo avere era Kimberly Edwards in pigiama, con la coda di cavallo mezza scesa e un’espressione confusa sulla faccia.

-Posso esserti utile?-fece, con la sua vocina mielosa.

-No.-mi accucciai, afferrando la collana per un’estremità e alzandomi da terra. Il ciondolo scivolò lungo la catenella per un breve tratto, fino a sganciarsi e a cadere per terra.

-Cazzo.-mormorai tra i denti. Feci per abbassarmi di nuovo, ma Kim fu più veloce di me.

-Ecco, tieni.-me la porse, con un sorriso.

Fui tentata di ricordarle che razza di troia fosse, ma ero talmente sfinita dal litigio con Louis e dal breve momento di follia che era seguito, che non ne ebbi la forza.

Per un po’ nessuna delle due disse niente. Poi, probabilmente notando che smanettavo con la chiusura della collana, tentando di riparare autonomamente l’anello saltato, lei mi fece cenno di passarle la collana:-Posso?

Ma dai, vorrai scherzare, spero.

Le lanciai un’occhiataccia e poi, titubante, gliela allungai.

Le bastarono pochi istanti per esaminarla.

-Penso di poterla sistemare. Ho una pinza adatta in camera.-mi informò, stringendo la mano a pugno attorno al ciondolo dorato.-Ti va di entrare? 

//N.d.A.

Ciao a tutte, bellezze! Eccomi qui, come promesso, in tempo record!

Scusate per gli eventuali errori, ma sono in super ritardo e non posso rileggerlo un'ultima volta! 

Cosa ne pensate del capitolo? Vi aspettavate una reazione del genere da Louis? 

(La sfiga di Christa mi ricorda tanto la mia, tanto per dirvene una.)

Il prossimo capitolo sarà molto importante, e vi arriverà prima della fine del mese, non credo di poter promettere altro (?) 

ANYWAY, ECCOMI GIUNTA AL PUNTO IN CUI, IN LACRIME, VI RINGRAZIO PER LE 8.100 LETTURE E I 400 VOTI (che sono pochissimi ma sti cazzi, io sono al settimo cielo!) 

VI A D O R O. 

CONTINUATE A COMMENTARE E VOTARE, COSI' I MIEI SCLERI NON FINIRANNO MAI FSHGDHFDEUND 

un bacio a Sara.

Tod.

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