XVII

Capitolo Diciassettesimo.

Quando rientrai nella mia camera, camminando ad un metro da terra, fortunatamente la trovai vuota.

Shandi doveva essere impegnata a troieggiare da qualche parte con Liam, e ringraziai il cielo per non essere costretta a vederla. Il mio umore era scandalosamente allegro, e non volevo che lei facesse a pezzi la mia strana e acquosa felicità.

Ad essere sincera non avrei saputo spiegare bene cosa provavo. “Felicità” non era il termine esatto. L’unica parola che mi veniva in mente era “impazienza”. Per cosa, poi, di preciso, non sarei riuscita a dirlo.

Cosa sarebbe successo tra me e Louis? Come sarebbe andata avanti la cosa? Tutto ciò che era successo lasciava presagire il meglio, ma non ero molto esperta in faccende di quel genere. Sono cose da Becky, l’ho sempre detto. L’amore non fa per me.

Onestamente nemmeno sapevo cosa fosse, l’amore. Come si fa a capire se si è innamorati? Ti diventano gli occhi a cuoricino, vedi tutto rosa e fiori, il tuo stomaco comincia ad ospitare Rave per farfalle, diventi una specie di organismo mononeuronale che non riesce a formulare una frase di senso compiuto senza infilarci in mezzo la parola “amore” o il nome dell’oggetto dei suoi sogni vietati ai minori di 18?

Tutte quelle cazzate non facevano per me.

"Ma nemmeno per Louis", ricordavo a me stessa. Merda. Stavo già cominciando.

Mi sentivo addosso una strana elettricità che mi solleticava la pelle, mi dava i brividi, mi scorreva nelle vene rendendomi impossibile rilassarmi.

Ero tesa, sovraeccitata e in uno stato decisamente confusionale.

Lì al buio, sotto le coperte, tutto l’accaduto sembrava sempre meno reale.

Zayn e Scarlett, Louis e Grease, i nostri baci, le nostre mani intrecciate

Non poteva essere possibile! Tutte quelle cose non potevano essere successe! Non a me! Non a Miss Cimitero Infestato, non a Trista, non a Christa-Pugno-Nei-Denti! (Una volta avevo preso a pugni un ragazzino di sesta che mi aveva fatto lo sgambetto nei corridoi. Da allora quello era stato il mio soprannome a scuola, per più di un anno.) Era impossibile!

Insomma, dovevo essermelo immaginato, non c’era altra spiegazione.

Eppure, lo sentivo, da qualche parte sotto il mio sterno, qualcosa era cambiato. In quella cosina palpitante in mezzo alle mie costole sembrava essere scattato un meccanismo nascosto. Come si sentono le mandate delle chiavi nella toppa, io sentivo qualcos’altro: un rumore lieve, come il battito d’ali di una libellula. Poteva essere il mio cuore?

Batteva leggero, ma velocissimo, alimentando la mia sensazione di ansia e di euforia, e facendomi dubitare della mia sanità mentale.

Cazzo, Lou, cosa mi stai facendo?

Mi rigirai nel letto una miriade di volte, cercando di conciliare il sonno e di scacciare dalla mia testa le vividissime immagini di quel pomeriggio.

Non potevo permettere che la cosa prendesse il sopravvento su di me così in fretta. Ci eravamo solo baciati. E avevamo passato un po’ di tempo insieme. Cantato, ballato. Tutto qui.

Non stavamo insieme, o roba del genere, giusto?

Mi sudavano i palmi delle mani al solo pensiero.

Alla fine, dopo aver rinunciato a dormire, mi ritrovai a fissare il soffitto asettico della mia stanza, chiedendomi che svolta stava prendendo la mia vita, e se per caso mi piaceva.

Louis era molto bello. Lo vedevo da come lo guardavano le altre ragazze, con i loro avidi occhi truccati, da come si toccavano le labbra con l’indice quando lui era nei paraggi. Come se potesse accorgersene. Come se potesse notarle.

I suoi occhi azzurri erano screziati, e sembrava che l’intero universo, con gli astri e i pianeti, e tutto il resto, si raccogliesse nel suo sguardo. I suoi denti erano una schiera perfetta di tasselli bianchi, e il suo sorriso era radioso e accecante quanto lo stesso sole.

Ma non era solo questo. Non si esauriva tutto al suo aspetto.

Louis Tomlinson brillava. Non come Edward Cullen alla luce del sole come una pietra Swarovski.

Louis brillava anche nel buio più completo, proprio come una stella

Non brillava di lucentezza, ma di ardore.

Il suo fuoco era la sua passione, il suo carisma, la sua spigliatezza.

E lui, magari, avrebbe potuto essere il mio.

 ...

Dopo una notte passata in bianco, il mio desiderio di assistere alle lezioni era di gran lunga sotto lo zero. La mia prima classe era quella di Geografia. Probabilmente mi aspettava una stimolantissima ora di spiegazione sulla composizione della crosta terrestre. Ancora.

Con una smorfia afferrai la mia borsa, trattenendo uno sbadiglio, e spalancai la porta.

Se fossi stata in ritardo, come tutto il resto delle mattine, probabilmente ci sarei andata a sbattere contro, ma quel giorno, non essendo riuscita a dormire, avevo cominciato a prepararmi verso le sei, ed ero praticamente in anticipo.

-Ma guarda un po’ chi si vede.-disse Louis, con il suo tono scherzoso. Il mio umore era drasticamente peggiorato a causa delle ore di sonno perse, e avevo il volto contratto in una smorfia seccata.

-Buongiorno anche a te, raggio di sole.-aggiunse e, vedendo che non avevo la minima intenzione di muovere un passo, si sporse verso di me, prendendomi il viso tra le mani e premendo le sue labbra contro le mie.

Il contatto con la sua lingua mi rasserenò in maniera quasi istantanea. Poteva sembrare un bacio come un altro ma, lo sentivo, era pieno di significato.

Louis, senza conoscermi, aveva capito perfettamente com’ero fatta: non sembrava infastidito dai miei perenni malumori, anzi, cercava sempre di rassicurarmi e di farmeli passare.

Per una volta, una persona non sembrava intimorita da me e dal mio atteggiamento, ma addirittura riusciva a tenermi testa.

Se avessi creduto che una cosa del genere fosse possibile, avrei detto che eravamo stati fatti l’uno per l’altra.

-Giorno.-mi scappò un sorriso.

-Ecco, già va meglio, non trovi?-mi imitò.

Mandai gli occhi al cielo, senza smettere di sorridere. I suoi occhi si soffermarono a lungo sulle mie labbra, poi tornarono ad incontrare i miei, accesi come sempre.

-Andiamo.-disse in fretta, afferrandomi entrambe le mani.-Muoviti, Christa, andiamo!

Interdetta, rimasi impalata sul mio posto, piantando i piedi.

-Come?

-Mi hai sentito! Andiamo!- rise lui, tirandomi piano.

-E dove, scusa?

-Vedrai.-disse, porgendomi l’altra mano con fare teatrale.-Allora?

Ero una medaglia d’oro olimpica del Marinare la Scuola per Motivi assolutamente Inutili e/o Inesistenti. O meglio, lo ero stata, a Bradford.

In quei due mesi in collegio non ero mancata a nessuna lezione, Spagnolo incluso. Non potevo farmi sbattere fuori da lì. Desideravo troppo l’auto che i miei genitori mi avevano promesso.  

Le vecchie abitudini mi facevano gola, e Louis me le stava servendo su un piatto d’argento: Christa che segue le regole sembrava un po’ una forzatura, in fin dei conti. L’uniforme mi stava stretta come una camicia di forza.

Ero combattuta tra ciò che era giusto fare, e ciò che avevo voglia di fare.

E’ inutile anche solo pensare a quale potesse essere la mia scelta.

I miei occhi scintillarono mentre le mie dita si andavano ad intrecciare a quelle di Louis.

-Ottima scelta.-mi sussurrò all’orecchio prima che cominciassimo a correre all’impazzata per i corridoi ormai affollati dei dormitori.

 ...

-Libertà!-gridò Louis, non appena varcammo il cancello sul retro della scuola.-Gesù, Christa, non ti era mancata l’aria sporca e soffocante della stazione?

Risi di cuore, dandogli una spallata. Mi maledissi per non aver preso la giacca. Faceva decisamente freddo.

Stavamo camminando lungo un binario libero, molto al di là della linea di demarcazione che in teoria non avremmo dovuto superare. Louis sembrava avere in mente una destinazione ben precisa, perciò mi lasciai guidare, seguendolo praticamente alla cieca.

All’improvviso mi venne in mente una cosa, e mi arrestai di botto, orripilata:-Merda Lou, non hai intenzione di prendere un cazzo di treno, giusto?

Lui si fermò per un istante, serissimo, con gli occhi spalancati per la serie Oh-Merda-Mi-Hai-Beccato.

Ammutolii.

Non potevo prendere un treno. Non potevo andare in un’altra città. Non potevo assentarmi per così tanto tempo. Si sarebbero accorti che mancavo, avrebbero chiamato i miei genitori, o peggio, mio fratello! Sarei stata espulsa! Addio per sempre auto! Addio per sempre libertà! Ben venuta segregazione in casa a vita!

Dovevo essere sbiancata come un lenzuolo, perché Louis cominciò a ridere così forte che dovette tenersi ad un pilastro per non rotolare per terra.

-Dovevi vederti! Christa, lo giuro, mai visto nulla di così spassoso!-rise ancora.

Misi su la mia migliore espressione seccata.

Lui si interruppe.-Ehm. Scusa.- si morse il labbro inferiore.-Si fa per scherzare, eh. Come siamo permalose!

In breve le nostre posizioni si invertirono, e la mia schiena si ritrovò a cozzare contro il pilastro di mattoni. Louis mi sovrastava, con le mani poggiate contro il muro, ad entrambi i lati della mia testa.

-Un giorno lo prendiamo, un treno.-sussurrò piano, sulle mie labbra, sfiorandole appena. Le sue parole accesero il frullio dentro il mio petto, e mandarono brividi a tutto il corpo. Sentivo le gambe rigide, e la gola secchissima.

-Promesso?-la mia voce non tremava, sebbene le mie labbra fossero ad un niente dalle sue.

-Promesso.-concesse lui, annullando la distanza che ci separava.

Le sue labbra furono di nuovo sulle mie, e la sua lingua si fece rapidamente strada all’interno della mia bocca. Presi il suo labbro inferiore tra i denti, e lasciai che il bacio si approfondisse.

Non avrei mai pensato che mi sarebbe venuto così naturale. Fino a due giorni prima non avevo mai baciato nessuno (fatta eccezione per Mr. Cuddle Me, sia chiaro) ed ora ero praticamente diventata una baciatrice provetta. Stupivo me stessa, alle volte.

Ancora una volta, i suoi occhi si aprirono sui miei, come una finestra sul cielo.

-Allora dove mi porti oggi?

Sorrise, mostrandomi i denti luminosissimi, con aria di sfida.

-Aspetta e vedrai. 

*

NdA

Weeey hey!

Scusate tanto per il ritardo, e per il capitolo così breve! Purtroppo ho avuto (come vi avevo già detto) una settimana terrificantemente piena, e non ho avuto modo di aggiornare prima!
Questo capitolo l'ho scritto stasera, e non era previsto nella versione 'originale' della storia, perciò è completamente inedito (?)

Stessa cosa varrà per il prossimo, perciò datemi più tempo, è davveeeeero davvero difficile inserire parti nuove in una storia già così complessa!

Come mai questa aggiunta, direte voi? Volevo mostrarvi un po' di più del rapporto tra Christa e Louis che, come vedrete presto, si farà subito molto..."familiare"...

Alla fine capirete come mai non mi soffermi tanto su di loro! Promesso!

State solo molto attenti nella lettura e continuate a seguirmi!

GRAZIE MILLE A TUTTI, CONTINUATE A VOTARE, VI ADORO! 

Tod <3

(sulla destra trovate un'altra immagine di Christa!)

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