III

Capitolo Terzo

Oddio. Salvatemi. Vi prego, prego, preghissimo. Mamma, lo so che non sono stata una brava figlia, ma ti prego, ti scongiuro, salvami. Non lo chiederei se non ne avessi disperatamente bisogno, e lo sai.


Roxanne, però, era la Testa-Vuota più vuota che avessi mai conosciuto (appena un gradino in basso a Shandi-e-Mandi, per intenderci).

Tipo che sarebbe stata capace di rispondere con un risolino a qualsiasi domanda (2+2? Quando scade lo yogurt? Sei vergine? Accidenti ma cos’hai in quella testa, aria compressa??).

Per un precisino ultra intellettuale come mio fratello, mi sarei immaginato una ragazza completamente diversa. Tipo una di quelle studentesse modello che sembrano avere tutto dalla vita, una tipo Becky, dico. Non il Terzo-Clone-Mal-Riuscito-Di-Shandi-E-Mandi.


Seduta a quel tavolo, ero seriamente tentata dal tagliarmi le vene con le posate di plastica, o al massimo avvelenarmi con il succo d’arancia inaciditio.


In effetti la mamma mi aveva accennato che la cosa meno ultra-mega-stra-fantastica della scuola era la cucina ma, giuro, io non credevo che il cibo avrebbe fattocosì tanto schifo. Se riusciva a nauseare me doveva essere sul serio tossico.


-Orsacchiotto, mi passi il succo?-gli mormorò Roxanne all’orecchio, sbattendo le ciglia. Zayn  le sorrise e glielo passò, facendole l’occhiolino. Ma ti prego, vado a vomitare.


Se non fosse stato per Liam e Niall, credo, mi sarei uccisa davvero. ( o quanto meno avrei vomitato davvero anche l’anima sulle scarpe Prada di Roxanne, così palesemente non-coordinate con la divisa).


-Zayn ci ha parlato molto di te.-disse Liam, infilando in bocca una forchettata di quella che azzardavano definire “pasta”. Detestavo quando chiamavano mio fratello “Zayn” . Okay, era il suo nome. Ma lo odiavo.


Becky dice che è perché significa “bellissimo”, mentre Jamila significa soltanto “bella”. Dice che soffro di inferiorità cronica nei suoi confronti. Becky è solo un’impicciona.


-Davvero?-volevo suonare sarcastica, ma non sarebbe servito a molto, anche perché Jad era terribilmente occupato nell’esplorare la gola della sua Tanto-Amata-Fidanzata-Testa-Vuota. Niall annuì.


-Sì, dovevi sentirlo! Era tutto un “attenti qui, mi raccomando là…” manco dovessimo diventare le tue personali guardie del corpo…


Arrossii di botto:-Già. Jad crede che io non possa avere relazioni interpersonali con nessuno che non sia lui. E’ terribilmente geloso e spaventato dal fatto che la mia vita possa non essere uno schifo completo. Fosse per lui potrei passare il resto della mia inutile esistenza chiusa in una torre. Io, un mucchio di piantine rachitiche….magari un pesce rosso…


Niall rise. Aveva una risata…Wow. Era la cosa più indescrivibilmente sexy che avessi mai sentito. E la cosa più assurda era che lui non sembrava accorgersi dell’effetto che aveva!


-Dai!-disse-Lo dice per te! Lo fa perché..è…un fratello…pre…pre…premur…-non riusciva nemmeno a dirlo. Non riusciva più nemmeno a smettere di ridere. Già, premuroso. Lui era tutto, eccetto che premuroso. Poco, ma sicuro.


Jad si staccò un momento dalla Piovra Umana e diede uno schiaffo sulla nuca all’irlandese.
-Occhio, che ti controllo!


Liam nascose il volto tra le mani, senza smettere di ridere:-Adesso si mette a controllare pure te!!-Zayn gli rifilò un dito medio mentre palpeggiava il didietro di Roxanne con l’altra mano. Impegnativa, la vita di mio fratello.
Mandai avanti il mio piatto intonso, con un’espressione abbastanza schifata.


-Bene.-esordii, osservando il mio orario delle lezioni.-Ho storia con la Moxey, e non arrivare tardi alla mia prima lezione…


Sperai che Jad non badasse troppo a ciò che avevo detto, e continuasse a baciare Roxanne, in modo da lasciarmi sgattaiolare via verso la libertà con nonchalance, ma purtroppo aveva già impostato la modalità Opprimente-Fratello-Maggiore.


-Andiamo, ti accompagno.-scansò delicatamente l’ochetta giuliva e piantò in asso i due ragazzi fighissimi, che si rimpinzavano ancora come se fosse la prima volta che mangiavano dopo secoli di digiuno. Niall mi salutò con un cenno del capo, Liam mi sorrise a bocca piena. Roxanne trillò:-Ciao Christa!


Raccolsi tutta la mia forza di volontà per non tirarle un pugno sul naso. Tu, brutta bambina odiosa, come osi pronunciare il mio nome…?


Zayn mi spintonò attraverso una fila di corridoi tutti uguali. Mi sembrava di giocare a mosca cieca. Brancolavo nel buio, e lui si prendeva gioco di me come un bulletto. Tipico. Tipicissimo di lui.


-Posso cavarmela da sola!-dissi, puntando i piedi-Non ho bisogno di una fottutissima scorta!


Lui tirò su le sopracciglia facendo un sorrisetto canzonatorio:-Ah, davvero? Ammettilo, Christa, non hai idea di dove siamo, né di dove stiamo andando.


Mi misi le mani sui fianchi e sbuffai:-Ovvio che non lo so, Jad, accidenti! E’ la prima volta che metto piede in questo labirinto del cazzo. Ma questo non significa che io abbia bisogno di una scorta per trovare la mia maledettissima aula!


Lui mi strattonò, ed alzò le mani in segno di resa:-Sai che ti dico?-sbuffò.-Bene!Va bene. Come vuoi tu, Trista, come vuoi tu! Diamine quanto sei insopportabile!-si allontanò di qualche passo, infuriato.-Non succederà più! Merda, te lo giuro, Christa, non ti aiuterò più!


Mi girai verso di lui e con quanto fiato avevo in corpo urlai:-Ti prego, Promettimelo.


-BENE!-urlò.


-BENE!-ripetei, e poi sbuffai.

Ehm. Piccolo problema: ero nella merda. Come sarei arrivata alla mia classe? Brancolavo ancora nel buio. Certo, adesso il bulletto era sparito, ma almeno lui avrebbe potuto aiutarmi a non mettermi nei guai con la Moxey il primo giorno. Paradossale, dato che lui era la causa del 90% di tutti i miei problemi, ma purtroppo dannatamente vero. Ma perché sei sempre così stronza, Christa? Perché ti rovini con le tue mani?


-Corridoio H, secondo piano, Aula 3.-degluitii. Accidenti. Non poteva essere così difficile, giusto?


Sbagliato.


Camminai a vuoto per un bel po’. Io ed il senso dell’orientamento non andiamo proprio a braccetto, se devo ammetterlo. Aguzzai la vista e vidi una ragazzetta bassa, con una massa informe di capelli che teneva il naso dritto in quella che aveva tutta l’aria d’essere una… piantina! Gli occhi mi si illuminarono. Quella piantina doveva essere mia. Anche a costo di rubare, pregare, piangere o supplicare.


Per un momento, pensai a cosa dire, a come convincerla a prestarmela, a…al diavolo! Senza tanti complimenti gliela strappai dalle mani, lasciandola sbigottita. I suoi occhi miopi mi fissarono senza capire. Portava l’apparecchio, ed una spilla con su scritto “Jillian”. Ci mancava solo il freccione luminoso per i bulli con su scritto: “Eccomi, sono una sfigata cronica. Picchiatemi”.

Suvvia Christa, non fare così. Finirai per somigliare a tuo fratello.


Be’, di sicuro non mi stavo facendo proprio tantissime amiche, ma almeno così avrei evitato di far imbestialire una professoressa dal nome agghiacciante che nemmeno conoscevo. Un buon compromesso, suppongo.


Girai l’angolo, cercando di destreggiarmi in quell’intreccio di scale e corridoi. Secondo me pure Harry Potter si sarebbe perso. Figurati io.


L’orologio correva veloce. Mancavano meno di cinque minuti. Cazzo. Cazzo. Oh, cazzo.
Stavo per entrare nel panico, quando notai di aver raggiunto il corridoio giusto del piano giusto. Un miracolo, forse, la mia buona stella. Aula, 6,7,8…mi voltai di scatto, andando a sbattere contro… oh, cielo, che apparizione.

Respira Christa, su. Altrimenti muori.


Il ragazzo che avevo di fronte era decisamente troppo bello per essere vero. Occhi grandi e chiari, sorriso accattivante, fossette, ricci morbidi e impeccabili.

Tecnicamente, perfetto.

E, perciò, detestabile.

Ah, caro ragazzo, solo non fossi stato così dannatamente bello, e consapevole d’esserlo, avrei potuto addirittura darti una mezza possibilità!


Così, invece di dire qualcosa di orrendamente squallido tipo: “oddio scusa, sono così maldestra” gli sputai in faccia un:-Ehi, idiota, sta’ attento!-mi sistemai la divisa e mi misi i capelli dietro l’orecchio, nervosa.

Lui fece gli occhi dolci e spalancò la bocca in un immenso sorriso, capace di far sembrare una stella meno luminosa. Oh. Hai scelto la ragazza sbagliata con cui fare il cascamorto, bello. Sono cresciuta con uno così, e conosco tutti i vostri trucchetti…
L’avrei lasciato a bocca asciutta. Così in fretta che, come Jillian, non avrebbe avuto nemmeno il tempo di obiettare.


-Oh, accidenti, mi dispiace…-prima che ponesse fine alle sue falsissime scuse, mi voltai nuovamente e presi a camminare in direzione della mia classe.

Famigerata Aula 3, eccoti finalmente.


-Aspetta…-mi afferrò per il polso.

Ma guarda questo, guarda! Senti, ragazzino, non so come funziona da te, ma da me se uno se ne va senza salutare significa che non gliene frega un cazzo dell’interlocutore. Bene. Sarai anche un figo, ma già ti detesto.


-Lascia almeno che io mi presenti…-mi misi le mani sui fianchi, socciata.

Ti sei messo a confronto con una troppo scorbutica, tizio che io non conosco.
-Sentiamo.-wow. Acida.


Mi porse la mano:-Harry, Harry Styles.


Mi accigliai:-Oh, interessante. Ti chiamerò quando me ne importerà qualcosa.-feci un piccolo sorriso sarcastico.

-Bene, “Harry”, adesso io avrei lezione. Non so se tu hai meglio da fare, tipo importunare vecchine o deflorare vergini, ma io mi sa che passo.


Harry rimase davvero interdetto, così tanto che mi lasciò andare senza una parola.
-…almeno il tuo nome…


Dirglielo? A che pro? Mah. Dai, su, premio di consolazione.
-Christa.


Harry sorrise e disse:-Ciao, Christa.-detto questo tornò in mezzo ad un gruppo di spocchiosi ragazzi più in là, che lo accolsero a braccia aperte. Erano del secondo anno. La barbie-capo, quella che doveva essere Mandi (ma non ci giurerei) gli prese un braccio e rise come un’ochetta starnazzante.


Ovvio. Con chi poteva stare? Patetico. Si completavano a vicenda.


Varcai la porta dell’aula con gli occhi serrati, seguita a ruota dalla professoressa. Per un pelo. Quando riaprii gli occhi, vidi che i posti nell’aula erano tutti occupati. Tutti, eccetto uno, in fondo all’aula, proprio sotto la finestra. Mi ci avvicinai a testa bassa.


Accanto a me, una ragazza dai capelli lunghi e scuri pasticciava sul suo quaderno.
-Uhm. Ciao.-dissi. Di solito non attacco bottone con nessuno. Socializzare non è il mio forte.Ma dopo essermi comportata da-Christa con ben due persone, magari avrei potuto farmi almeno un’amica.


-Uhm.-non si girò nemmeno a guardarmi. M’incuriosì.


-Sono Christa.-precisai, e lei finalmente mi guardò negli occhi.


-Scarlett.-fece in tempo a dire, prima che la Moxey gridasse:

-Buongiorno, ragazzi. Sono Dianne Moxey, vi insegnerò storia, e sarò il vostro incubo peggiore…-Oh, bene. Molto rassicurante

//NdA

Ed ecco che Christa fa la sua Rovinosa-Conoscenza

con Harry Styles.

Curiosità? Suggerimenti? 

Let me know.

Tod.

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