capitolo 1 parte 4
"Mia cara...stai tremando come una foglia! La mia storia ti ha spaventata a tal punto?"
Schiocco la lingua.
Colgo un filo di irrisione nella sua voce. Un mondo regnato da demoni. Non si tratta di una delle teorie del complotto? È innegabile l'ambiguità della sua fantasia. Una qualunque persona nel proprio senno direbbe si tratta di un mentecatto, tuttavia sono certa del fatto che la sua storia non sia totalmente stocastica e che abbia in realtà un senso celato dietro le parole enigmatiche dal suono grottesco.
Qual'è però?
Ezra si sfila la giacca rosso carminio che poco fa aveva adosso, prima che possa rispondergli.
"Metti questa. Ti terrà calda. Mi farebbe piacere vederti malata così da potermi prendere cura di te, ma purtroppo non sono un dottore."
D'acchito, inizio ad avere vertigini che mi offuscano la visuale.
Cerco di sforzarmi a concentrarmi sul suo viso pallido.
Sta sfruttando l'effetto della droga per provare a ridicolizzarmi. Patetico.
"Non hai freddo?"
Scuoto il capo nonostante stia tremando. Che si tratti di freddo o nervosismo, una giaccia calda offertami non farebbe altro che farmi bene.
"No. Tu invece non soffri il freddo?"
Lo dileggio.
"Da dove vengo io il freddo pungente è duraturo. Dopo un paio di notti insonni ti ci abitui."
Porto lo sguardo da Ezra alla giacca.
È gentile da parte sua.
Tuttavia il non conoscere il prezzo della sua gentilezzia mi sgomenta.
"Sai, adorabile signorina, veloce come un tuono fulgido-"
"...Ezra è pronto a spifferare tutto ai quattro venti."
Ezra ed io ci voltiamo e vediamo un uomo alto appoggiato alla portiera di una berlina nero quercia.
"Piantala di riempire la testa alla gente disutile con le tue fandonie altrettanto disutili, Novellatore!"
Novellatore? Interessante.
È incredibile il modo in cui l'aria improvvisamente è diventata asfissiante. L'aura che possiede questa persona è spaventosamente forte.
Ezra straluna gli occhi, fingendosi offeso.
"Chi, io? Non lo farei mai!"
Gente disutile?
Dentro di me monta un'irragionevole rabbia.
"E tu chi diavolo saresti?"
Ezra sussulta.
Lo sconosciuto nonostante il volto impassibile, pare sorpreso.
"Non fate altro che continuare a sbucare dal nulla ingarbugliando sempre di più i miei pensieri! Cos'è che ha il mondo contro di me?!"
Ezra interviene, allucinato.
"Non va affatto bene questo atteggiamento, adorabile Signorina."
Il suo tono di voce passa dalla malizia alla concitazione, come se qualcosa lo turbasse.
Le parole mi escono in un impeto isterico. Sono state rinchiuse dentro per molto, troppo tempo.
"Smettila di dirmi come dovrei comportarmi."
Serro la mascella.
"Come diavolo vi aspettiate che reagisca se vengo continuamente circondata da dannati branchi di uomini misogini, balordi e spregevoli che continuano a dirmi cosa fare e come comportarmi tutto il tempo? Ne ho già avuto abbastanza! Ma sapete una cosa? Non continuerò a fingere l'innocenza stando qui in mezzo a un dannatissimo nulla e comportarmi come una stupida ragazzina incapace di mostrare a due putridi strambi il proprio valore. Diamine, no! Urlerò al mondo il profondo odio che provo nei confronti degli uomini finché non avrò più fiato. Ho innumerevoli ragioni che giustificano le mie azioni, ma se non dovesse farvi piacere allora che andiate a farvi fottere! Tutti!"
Sull'area deserta dal suolo terroso circondata da fitti alberi che in qualche modo celano il casinò di Zero, cala un silenzio agghiacciante nell'istante in cui smetto di parlare. Sono senza fiato. Mi sento estremamente esausta e stremata.
Lo sguardo sconcertato di Ezra mi intimorisce. È in piedi, al fianco destro dell'uomo misterioso, privo di parole in modo senz'altro negativo.
Lo sconosciuto, a sangue freddo, mi squadra dall'alto in basso. È imperscrutabile in una maniera impressionante.
Ha uno sguardo così intenso nonostante l'occhio sinistro sia coperto da una benda.
A quanto pare non sono l'unica che ha da nascondere.
"...P-putridi strambi...?"
Sussura l'uomo.
Credo che nessuno mi abbia mai guardata così prima d'ora. Una forte emozione balena nei suoi occhi. O meglio, nel suo occhio. Troppo velocemente finché riesca ad identificarla.
Ezra balbettante, interviene.
"Capisco che assumere per la prima volta una sostanza stupefacente tanto forte deve aver mandato all'aria i tuoi sani principi, tuttavia, cerchiamo di non superare i nostri limiti, per favore"
Come se un fulmine mi avesse attraversata, la mia intera risolutezza crolla, lasciandomi in un mare di nebulosità e confusione.
Perfino la mia vista è sempre più offuscata.
"Va' via da qui. Subito!"
Il suo tono autoritario mi mette in soggezione.
Passa dall'essere uno sciocco delinquente, al diventare in un battibaleno un uomo di polso. È imponderabile.
Qualunque cosa sia quella sostanza, ha avuto su di me un notevole effetto.
"Avrai bisogno di una nottata di sonno dopo la dose, va' a riposare"
Sussurra come per tentare di non farsi udire.
Ha ragione, sono esausta.
Aggredire verbalmente qualcuno non è da me. Mio padre sarebbe sconvolto da un comportamento del genere.
Tremolante, mi innalzo e tento di fare mente locale.
Nonostante il mio ambiguo aspetto, per qualche strano motivo, per la prima volta in vita mia, non mi sento minimamente giudicata. Non provo lo sguardo stranito che solitamente le persone che non sanno chi sono mi danno, ne tanto meno quello bramoso delle persone che invece mi riconoscono.
È come se potessero vedere attraverso l'orripilante maschera che porto e ignorare completamente la sua presenza.
"Aspetta."
Mi pietrifico.
Ezra impreca, sottovoce.
Il misterioso sconosciuto si volta in mia direzione, studia ogni singola mia mossa.
È lui! L'uomo dalla quale dovrei stare alla larga che Ezra mi ha descritto! In che diavolo di guaio mi sono cacciata?
Non posso fare a meno di sentirmi atterrita.
Come un sogno lucido, lentamente riprendo coscienza, rammentando quello che è successo. Senza accorgermene porto una mano al collo accertandomi ancora una volta della presenza della mia maschera. La paura si insinua nelle mie viscere.
"Hai fegato da vendere. Una qualità tanto ammirevole quanto miserabile.
Un giorno porrà fine alla tua scriteriata esistenza."
Se la notte possedesse uno spirito, sono sicura che avrebbe le fattezze di questa persona.
Arcana, occulta e selvaggia.
I miei pensieri sempre più confusi si infrangono in un ondata di sensualità mente osservo la linea caparbia della sua mascella, la curva della sua bocca appetitosa e le singolari ciocche bianche disperse tra la chioma di capelli neri.
È l'esatto opposto di Ezra.
Quest'ultimo è incredibilmente raggiante e sadico.
Il misterioso tizio dall'aria illiberale, invece, sembra essere molto più tenebroso e fatalista. Probabilmente lo è, ciò significa che mi sono senz'altro cacciata in una situazione non poco deleteria.
Attorno al collo porta un collare spesso argentato, che riflette intensamente i fulgidi raggi di luna.
"Ezra"
Lo sconosciuto terribilmente carismatico, si rivolge a Ezra con tono chiaro e deciso.
"Abbiamo una questione in sospeso, rammenti?"
Ezra annuisce.
"Bene. Fammi strada"
Ezra sospira di sollievo, come se la sua vita dipendesse da quella fatidica frase.
"A quanto pare il lupo ha preferito che sia la luna a celare questo segreto. Ci vediamo presto, adorabile signorina."
Veloci come sono apparsi, i due uomini spariscono nell'ombra.
Le parole di Ezra spengono le ultime braci della mia rabbia, incutendo in me però, un senso di apprensione.
Di quale segreto stava parlando? Non mi piace questa storia.
In che razza di malanno mi sono cacciata?
La riflessività razionale è sempre stata ciò che mi ha differenziata dagli altri.
Secondo mio padre, il mondo è sostanzialmente un branco di lupi assetato di sangue e potere, che attende il momento giusto per sbranarmi e squartarmi senza pietà, e per sopravvivere ho bisogno di essere tenace e perfida.
Non ha tutti i torti.
Ora che ho iniziato ad inoltrarmi nelle tenebre posso confermare che il mondo è un luogo molto più periglioso di quel che immaginavo.
Il cielo si tinge di rosa mentre attraverso il cuore della città.
Accidenti, è già l'alba? Ora capisco perché mi sento così stanca.
I mercanti stanno preparando le loro merci, e il profumo del pane caldo riempie l'aria.
Credo che sia il caso di mangiare qualcosa.
Dovrei iniziare bene la giornata.
Dopotutto, oggi è il giorno del mio fidanzamento.
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