Capitolo 1 Parte 3
"Elfero acro..? Interessante!"
Chiunque sia la persona alle mie spalle, ha qualcosa di attraente nel tono di voce profondo e chiaro.
È come se mi avesse mandato delle piccole scosse elettriche. È possibile rivelarsi tanto carismatici nel giro di così poche parole?
Percepisco un ghigno malizioso.
"Prego?"
La mia voce risulta soffocata, snaturata, a causa del poco spazio presente tra le mie labbra e la maschera, che ricorda quasi una moretta.
Il terrore che ho vissuto poco fa nel casinò è stato talmente intenso che la presenza di un uomo misterioso dietro di me non mi atterrisce più di tanto.
"Audace da parte di una ragazzina innocente arrivare fin qui addentrandosi nelle più atre delle tenebre"
Le più atre delle tenebre? Di cosa sta parlando?
Sbuffo un sorriso con leggerezza.
"Stai per caso insinuando che io sia ingenua?"
Scuoto il capo burlescamente.
È l'ennesima persona che oggi si prende gioco di me. Ne ho avuto abbastanza!
"Oh! Non oserei mai, adorabile signorina! Non ho insinuato nulla. L'ho semplicemente letto nel tuo pusillanime modo di discorrere, nel tuo presunto temperato comportamento e nel tuo tono tremolante. D'altro canto, se fossi stata parte di questo mondo, non avresti provato tanta ripugnanza nel bere un semplice elfero.
Non dovresti buttarti in mare se non sai nuotare. E tra tutti i mari, hai scelto di gran lunga il peggiore..."
Mi alzo discretamente senza abbassare la guardia.
Come fa a sapere cosa ho appena bevuto? E qual'è il significato dietro le sue parole?
"Avevo quasi sentito la tua mancanza. Non credi sia giunto il momento di rispondere alla mia domanda 'Chi sei'?"
Lo sconosciuto ride.
"Oh nessuno particolarmente importante. Sono solo un osservatore"
La luce è fin troppo fioca per permettermi di osservare i suoi lineamenti.
Ciò che avvedo è una figura alta appoggiata ad un albero di giuda, con le braccia conserte sul petto.
"Un osservatore? Accidenti, questo quartiere è davvero divertente!"
Lo sconosciuto sorride spostandosi sotto la luce della luna.
"Concordo pienamente!"
Sospiro.
La sua silhouette snella e alta è avvolta da un'aura incomprensibile.
È un tipo affascinante, non lo nego, tuttavia sembra terribilmente sadico.
Ha qualcosa di celato, è incontestabile.
Così come Zero.
La sua banda.
Così come me...
Infondo, abbiamo tutti un segreto plumbeo giù nel pozzo. Uno di quei segreti che cerchiamo di tenere il più lontano possibile dalla nostra attuale vita e persona, nonostante i suoi fantasmi in giro a tormentarci.
Dovrei smetterla di utilizzare la superficialità.
Giudicare le persone come se fossero vacuità è sempre stato da Joseph, non da me.
"Allora? Signor..."
Nel mio petto si diffonde un'aberrante trepidazione.
Come se con il suo sarcasmo stesse cercando di comunicarmi qualcosa.
"Narciso al tuo servizio!"
Incapace di trattenere l'impulso di alzare gli occhi al cielo, ridacchio.
"Narciso? Sul serio?"
Risponde con uno sbuffo seguito da un profondo inchino.
"D'accordo! Sono Ezra, custode di segreti, amico delle anime sventurate e fonte di informazioni per ogni genere di canaglia! Lieto di fare la tua conoscenza, adorabile signorina."
Annuisco troppo logorata per poter ribattere.
Ezra Baldwin
Età: 24
Altezza: 186 cm
?
"Allora, Signor fonte di informazioni e custode di segreti, hai qualcosa da dirmi, sbaglio?"
Incrocia le dita.
"Spiacente. Sono un bravo ascoltatore, tuttavia riformulare ciò che mi viene detto non è il mio forte.
Ad ogni modo, vedo che l'Elfero ha iniziato a dare i suoi effetti. Non bere più quella robaccia o non diventerai altro che un bocconcino per i diavoli."
Diavoli? È incredibile il modo in cui ami sentire il tono della sua voce.
"Ti sentirai terribilmente impavida e poderosa, tuttavia ti si rivolterà contro tra meno di un'ora"
Sussulto.
Le parole di Ezra mi turbano.
In effetti è alquanto bizzarro. Sembra che io abbia nel corpo una pazzesca carica di adrenalina senza limiti.
"Mi hanno drogata?"
Annuisce.
Questo spiega l'improvvisa mutabilità del mio umore. Non è da me essere tanto scriteriata.
Ezra nota il mio stato di confusione, e come per provare ad approfittarsi dell'occasione, incomincia a porre le sue domande.
"Come posso rivolgermi a te, adorabile signorina? Anche io desidero fare la tua conoscenza. "
Porto una mano sulla mia maschera come per accertarmi che sia al suo posto.
"Seppur questo nomignolo abbia a che fare con tutto tranne che con me al momento, va bene così."
Avanza in mia direzione.
"Non vuoi dirmi il tuo nome?"
Sorrido debolmente.
"Perché? Non ti sei fiondato qui appena mi hai vista uscire? Sei stato dietro l'albero di giuda sin dal mio arrivo. Così come hai fatto ieri sull'albero a cinque metri da quello di giuda e il giorno prima sotto la mia vettura. Credo proprio che tu sappia chi sono."
Non ero certa che mi avrebbe approcciata ancora, tuttavia in qualche modo ero sicura che la sua presenza non mi avrebbe frastornata. A quanto pare mi sbagliavo.
Ezra si finge sorpreso.
"Davvero? A dire il vero avrei degli affari da concludere, ma non ero certo riguardo chi fossi, per cui ho pensato sarebbe stato nettamente più saggio attendere e valutare la situazione."
"E cosa hai constatato?"
Chiedo.
"Non molto. Non ciò che volevo. Una signorina che nasconde il volto non è poi così adorabile, no? Temo di venire deluso da ciò che tieni celato."
I miei sensi vanno in allerta. Qualcosa non mi piace di questo tizio.
"No fraintendimenti per favore. Sono solo cauto. È un crimine temere per la propria vita?"
Scuoto il capo.
"Affatto."
Sospiro.
"Non posso fare a meno di chiedermi del perché tu ti trova qui, adorabile signorina."
"E non posso fare a meno di chiedermi lo stesso di te, osservatore. Non c'è nulla che ci rende diversi l'uno dall'altra, sbaglio? Dopotutto, queste tenebre sono fin troppo atre anche per te."
Sposta un ciuffo biondo dal volto pallido.
"Infatti"
Annuisce indignato. Nei suoi occhi lampeggia un emozione. È come se avesse percepito che cogliere informazioni per chissà quale fottuto scopo sia vano al momento.
E il che non lo entusiasma.
Non so quanto positiva sia la cosa.
Ezra attende vari istanti prima di procedere.
"Credo che nonostante non sia una piacevole favola, dovresti ascoltare ciò che sto per raccontarti.
Presta attenzione"
Ezra fa cenno di avvicinarmi a lui. Come se facendo differentemente qualche orrida sorte mi toccherà.
Sospiro e lo affianco.
"Ciò che vedi non è reale."
Ezra si volta e indica tutto ciò che ci circonda.
"Gran parte del tuo mondo è avvolto da fitte e soffocanti tenebre. Quella parte di esso è terribilmente sinistra, arcana. Così lontana ma talmente vicina. Come una sottile superficie di ghiaccio appena formato su un lago che separa l'acqua gelida dall'aria asciutta."
Incarico un sopracciglio.
Il mio mondo?
"Una realtà parallela, dici?"
Ezra annuisce e mi risponde gesticolando.
"Ciò che anima questa realtà sono le ripugnanti creature che lo popolano. Creature senza cuore, prive di senno e di qualunque emozione possibile da provare. Demoni. Questi mostri si sono ritirati nelle ombre, così come la loro venefica realtà, per un lungo tempo. Tuttavia, si sono resi conto che il mondo è molto più vasto di quel che sembra, e che limitarsi al seminare terrore nell'ombra non è poi così tanto ameno."
La voce di Ezra si trasforma in un sussurro roco.
"Nascondersi e regnare osservando da una discreta distanza la vita umana ormai non li aggrada."
Mio malgrado, non posso fare a meno di strabiliarmi della sua audacia.
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