Cap. 7: Phileas
Caro diario,
Ero stato drogato da Passepartout quando eravamo in India ma quello mi permise di scoprire il grande amore che provavo verso Emma.
Quella giovane donna dai lunghi capelli biondi e lo sguardo da cerbiatto mi aveva conquistato.
In India avevo dimostrato grande bastardaggine, lo devo ammettere ma, detto tra noi, lo avevo fatto perché volevo finire il giro del mondo per chiarire con Estella e sposarmi una volta per tutte con Emma.
Dopo aver salvato un matrimonio feci l'amore per la prima volta con quella che potevo considerare la mia ragazza.
Il suo corpo era di una bellezza pari a quello di una dea. Privo di qualunque tipo di imperfezioni.
Fu spettacolare. Magnifico.
Dopo questa notte di passione partimmo per e Calcutta giungemmo a Hong Kong.
Eravamo in viaggio da quarantuno giorni.
Come avrà scritto Emma ci trovammo invischiati in una brutta situazione: la Banca cinese non mi voleva dare i soldi per quanti sforzi facessi.
Le mie avventure raccontate dalle due giornaliste, Abigail ed Emma, avevano fatto il giro del mondo e una gentile signora ci invitò a festa che diede in nostro onore.
Ci vestimmo elegantemente nella nostra stanza e quando vidi Emma, con il suo vestito bianco come la neve senza spalline e uno spacco sulla gamba destra, rimasi a bocca aperta.
«Sei splendida Emma»
«Ci saranno molte donne e voglio far capire che noi ci apparteniamo. Tu sei solo mio Phileas» mi disse determinata.
«Stai tranquilla, io guarderò solo e soltanto te. Ho una promessa e la voglio mantenere» la tranquillizzai dandole un bacio casto sulle due labbra. Volevo approfondire la questione ma lei fu la prima a staccarsi perché sapeva che avremmo fatto ritardo dal Governatore.
In quell'enorme giardino della villa c'erano veramente tantissime signore e tutte guardavano me. Sapevo che ero famoso ma non comprendevo tutta quell'ammirazione.
La padrona di casa, Lady Clemency, ci venne a salutare e volle che le raccontassi qualche mia storia.
Parlai prima con suo marito poi la padrona di casa mi chiamò.
Mi prese sottobraccio e iniziò una conversazione che non compresi. A volte il suo sguardo cadeva su Emma.
Perché questo interesse nei miei confronti? Perché si sta parlando di fiducia e amore? Mi sono perso qualcosa?
Guardai spesso Emma ma lei negò ripetutamente con la testa.
Poi Lady Clemency fece questa dichiarazione che mi spiazzò.
«Ogni donna qui presente vorrebbe essere me in questo momento. Al braccio di un uomo che conosce il potere dell'amore. Ma ogni donna qui sa che non ha alcuna possibilità. E che il suo cuore è da un'altra parte e lo sarà per sempre.»
Cosa intende con ciò? Che fosse a conoscenza della mia precedente relazione con Estella e quella attuale con Emma? Ma come è possibile ciò?
«Davvero? E dove sarebbe?»
La donna parve confusa.
«Con la giovane qui accanto ovviamente. La signorina Williams, che è anche la tua sorellastra, ed Estella»
Momento...la mia sorellastra? Emma non è... Non può essere vero! No! No! Poi come fa a sapere della nostra relazione? Ma soprattutto come conosce Estella?
Ero sorpreso e sconvolto.
«Come sa di noi e di quella donna? Emma glielo hai detto? E poi sorellastra....Emma non è la mia sorellastra»
La padrona di casa non ebbe modo di rispondere che, un Abigail dispiaciuta fino alle lacrime, ci venne incontro.
Lo sapevo che era stata lei! Mi hanno drogato per estorcermi la verità! Passepartout mi mente dicendomi che non mi conosceva quando invece lavorava al mio Club. Ora lei! Tutto questo si chiama infedeltà.
«Ho letto l'articolo di Abigail Fix come tutte noi qui» mi rispose Lady Clemency.
Il Governatore mi porse quel maledetto foglio di carta e leggendolo compresi che avevo posto la mia fiducia nelle persone sbagliate. Tutta la storia mia, di Estella e di Emma era stata sbandierata ai quattro venti.
Ero deluso, triste e amareggiato.
Richiamai Passepartout, che non si fece vedere, mentre Emma e Abigail mi seguirono. La giornalista tentò in tutti i modi di scusarsi ma io non mi feci impietosire. Non questa volta.
Tornai nella mia stanza insieme ad Emma.
Fu lei la prima a parlare.
«Phileas, capisco che non la vuoi scusare e ti posso comprendere ma la storia della sorellastra è tutto vero. L'ho saputo mentre eravamo sul treno diretti a Brindisi. Leggi questa lettera che mi ha mandato mia madre. Se non vorrai più sposarmi per non creare scandalo ti comprendo»
Iniziai a leggere quel pezzo di carta e compresi tutto quanto. Ora quel senso di solitudine provato durante la mia infanzia aveva una motivazione valida: avevo una sorellastra ma non ero mai stato a conoscenza.
Fui davvero felice ciò. Avevo una sorellastra. Una sorellastra che aveva vissuto una vita terribile e solitaria quanto la mia.
«Ho sempre avvertito fin da bambino che mi mancava qualcuno ma non sapevo che fossi veramente tu Emma. Sei la mia sorellina, la sorella che non ho mai avuto»
«Phileas, non rendere le cose più difficili. Non possiamo stare insieme. Abbiamo lo stesso DNA da parte di padre e sarebbe uno scandalo per la società...»
Scandalo? Pensa veramente che per me sia più importante l'opinione della gente? Che vadano a farsi fottere tutti quanti! Io la amo più di qualsiasi altra persona!
La baciai con passione e foga interropendo quel suo flusso di parole per me prive di senso.
Quando ci staccammo le dissi.
«Credi che mi importi quello che pensa la gente? Emma, sarai pure la mia sorellastra, ma io ti amo più di qualsiasi altra cosa e persona. I tuoi sorrisi, le tue risate, il tuo corpo meraviglioso creato da un Dio scultore mi hanno catturato e non posso, e non voglio, allontanarmi da te. Al diavolo quello che pensano tutti! Tu sarai mia moglie. Tu sarai Emma Fogg.» affermai tutto ciò con una tale determinazione che la feci piangere.
Senza pensare ad altro ci mettemmo a fare l'amore.
Ci risvegliammo il giorno seguente e ci guardammo negli occhi ma quello che successe immediatamente dopo ci sorprese e scioccò.
Ci rivestimmo e Donaldson, il capo della polizia, entrò con un mandato di arresto per me.
I poliziotti tastarono ogni parte del mio corpo, mentre io sempre più confuso e scioccato, in cerca del ciondolo prezioso di Lady Clemency.
Trovarono infine dei soldi e credettero che lo avessi venduto.
Fui arrestato e condotto in prigione.
Ero triste e solo.
Ero innocente ma la gente non voleva credermi.
Aspettai che mi venissero a prendere per fustigarmi.
Speravo tanto che Emma, la mia unica speranza, riuscisse a far capire al governatore che ero innocente.
Venni portato all'esterno e mi misero le manette per farmi scappare attorno a un palo. Mi svestirono solo la schiena. Mi sentii vulnerabile.
Poi proprio quando sentii rintoccare l'orologio lì vicino avvertii delle urla. Erano Passepartout, Abigail ed Emma. Avevano un mandato dal Governatore.
Donaldson però non sentì e diede l'ordine. Una frustata arrivò dritta alla schiena facendomi gridare straziato dal dolore. Bruciava come un fuoco ardente. Poco prima che arrivasse la seconda Donaldson fermò l'esecutore e mi liberò. Emma mi corse incontro cullandomi mentre Passepartout mi mise addosso la mia giacca.
Dopo questa breve disavventura salimmo sul Carpantic pronti per raggiungere il Giappone.
Ma un uomo, che a quel tempo non sapevo che collaborava con Bellamy, ci ordinò di scendere e ci ritrovammo nelle acque agitate del Pacifico.
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