Cap. 6: Emma
Caro diario,
Eravamo ormai al 28° giorno di viaggio e ci trovavamo in India.
Quel piccolo Paese fece scoppiare l'amore tra di noi.
Ci eravamo uniti fisicamente e tutto grazie a Passepartout.
Phileas Fogg si era dichiarato a me dicendomi che al ritorno a Londra sarei diventata sua moglie.
Dire che fu la notizia più bella mai ricevuta era davvero poco.
Ci risvegliammo e ci guardammo negli occhi profondamente innamorati. Eravamo stati in quella posizione per qualche minuto poi ci rivestimmo. Una bella sorpresa si parò davanti ai nostri occhi: sul materasso del letto c'era un enorme macchia rossa. Era la nostra verginità.
«Phileas...tu eri vergine? Pensavo che tu e Estella...» affermai sorpresa.
«Non abbiamo avuto modo. Comunque sono felice di averla donata a te. Se c'è una donna che la meritava quella eri tu» mi disse e io fui davvero felice di ciò.
Ci rivestimmo e andammo da Passepartout e Abigail che ci aspettavano con una guida per Allah bad e infine Calcutta. Facemmo finta niente ma era naturale che sospetassero qualcosa. Durante quel viaggio non ci staccammo gli occhi di dosso.
Arrivammo infine a Hong Kong, in Cina.
Non sapevo ancora che durante quel tempo Abigail aveva scritto l'articolo che avrebbe cambiato il nostro viaggio intorno al globo.
Eravamo al 41° giorno di viaggio. Ancora mi sembrava impossibile che i giorni fossero volati così in fretta.
Se avevo il sospetto che qualcuno stesse rallentando Phileas, qui a Hong Kong, ne ebbi la conferma.
«Dunque, prendo dei soldi e poi troverò una stanza per la notte e i biglietti per Yokohama» ci informò.
Ci trovavamo in una banca e, mentre l'avventuriero richiedeva del denaro, la giornalista mi prese per mano.
Andammo in bagno e lei mi prese da parte.
«Ho visto che tra te e Phileas c'è qualcosa di molto profondo. Quando è scoppiata la scintilla?»
Ero stufa delle sue domande e se era per il suo quotidiano poteva anche scordarselo che gli avrei raccontato tutto.
«Abigail, avrai già scritto qualcosa riguardo a Estella e quello che era successo in India. Non voglio che tu scriva anche della mia relazione con Phileas. Non mi fido, mi dispiace» uscii da quella stanza e ritornai da Phileas e Passepartout.
Appena tornai da loro compresi che era successo qualcosa.
«Che cosa mi sono persa?»
«Non mi vogliono dare i soldi finché non verranno contattati dalla mia banca. Sino ad allora dovremo affidarci alla mia astuzia per vitto e alloggio»
Sospirai e poi il mio sguardo cadde su Passepartout.
«Ehi,c'è qualcosa che ti turba?»
Lui si riprese dallo stato di trance e negò con la testa.
Mi sta nascondendo qualcosa?
Uscimmo all'esterno e Passepartout ci informò che conosceva un posto nel quale non avremmo speso neanche un soldo.
Mentre camminavamo vidi arrivare due meravigliose signore, vestite molto elegantemente, e mi sentii a disagio. Io ero vestita con degli abiti che ci avevano dato in India e non erano bellissimi come i loro. Quelle signore chiesero di Fogg.
«Lei è Phileas Fogg? Sono la sua più grande ammiratrice. E anche vostra, signorina Williams e Fix»
Se mi stavo ingelosendo per la sua bellezza a sentire il mio cognome mi venne il ribrezzo. Alzai gli occhi al cielo.
Alla fine di questa epopea non sarò più una Williams ma una Fogg, devo solo attendere altri giorni.
«Voglio dire, il signor Fogg era già sulla bocca di tutti qui nella colonia, ma poi...» sospirò innamorata e colpita.
Noi non capivamo.
Ma poi cosa? Cosa è successo?
«Mi perdoni. Sono Lady Clemency Rowbotham, mio marito è il governatore di Hong Kong» si presentò e io tirai un sospiro di sollievo.
Almeno è sposata. Nessuno mi deve rubare il mio Fogg.
Venimmo presentati anche al suo marito Henry e ci disse che doveva organizzare una festa in giardino per noi e Fogg.
Passepartout ci mostrò poi il luogo dove avremmo alloggiato ed era una stanza molto piccola e semplice priva di arredamenti particolari. Ma almeno c'era un letto matrimoniale per me e Fogg.
Phileas andò intanto alla banca per ritirare i suoi soldi e noi rimanemmo soli. Passepartout improvvisamente si alzò e ci disse che andava a trovare un vecchio amico. Io, non volendo rimanere in compagnia di una giornalista, lo seguì a ruota. Ci stavamo inoltrando in stradine oscure e con gente davvero povera e che svolgeva i lavori più umili.
Venimmo poi sorpresi da quella giornalista da strapazzo.
«Abigail, perché ci stai seguendo?»
«Lo stai facendo anche tu, non capisco perché non dovrei farlo e poi accadono cose interessanti quando lo seguo»
Aveva ragione dopotutto.
La sentimmo urlare e vidi che aveva notato il suo articolo.
Lessi il titolo e mi sentii precipitare:
"UN AMORE PERSO, LO SCOPPIO DI UNA SCINTILLA, UNA SORELLA RITROVATA E UNA SCOMMESSA. LA VERITÀ DIETRO LA STRAORDINARIA AVVENTURA DI FOGG"
Non è possibile! No! No! L'ha fatto veramente!
Abigail mi guardò e comprese che aveva fatto uno sbaglio.
«Tu l'hai veramente scritto?! Hai veramente scritto di me, Fogg e Estella?! Ecco perché non intendevo fidarmi di te! Se Fogg sapesse non ti potrebbe parlare più! Devi fare un modo che non lo venga a sapere. Era una cosa privata!»
Sospirai. Sapevo che tutti i giornalisti erano uguali.
Passepartout la pensò allo stesso modo.
Phileas era un uomo molto riservato e sapere che il suo amore passato con Estella, il mio e il fatto che non si ricordasse minimamente che io fossi la sua sorellastra, fossero sulla bocca di tutti lo avrebbe distrutto.
Intanto Passepartout andò a parlare con quel suo amico mentre noi rimanemmo a mangiare a quel ristorante. Prima di andare però mi diede un telegramma. Sapevo già che apparteneva a mia madre.
Lo aprì lontano da Abigail.
Carissima Emma,
Ho appena letto l'articolo scritto dalla signorina Fix e sono profondamente delusa da te. Pensavo che tra voi due non sarebbe scoppiato l'amore visto anche che, per metà, avete lo stesso sangue. Due fratellastri che si amano? È una follia pura e anche uno scandalo! Ti avevo avvertita di stare alla larga da lui! E poi ha un'altra donna! Lascialo andare figlia mia, te lo dico da madre. Non fare il mio stesso errore. Non voglio che tu soffra inutilmente. Ritorna a Londra e sposa un uomo che ti ama veramente.
Con amore tua madre Emily
Delle lacrime di rabbia sfociarono dai miei occhi e andai al più vicino centro postale per mandare un telegramma.
Mamma,
Ho letto solo oggi la tua lettera perché ho avuto modo di leggere l'articolo di quella giornalista. Sono ormai adulta e so quali persone amare. Phileas è un uomo splendido, dolce, bello e soprattutto adorabile. Non è come suo padre. Ho avuto modo di sperimentarlo come avrai potuto leggere te stessa. Lui si è anche dichiarato! Sì, hai capito bene...una volta che ritorneremo a Londra ci sposeremo. Sarò una Fogg a tutti gli effetti. Il mio cuore ha scelto lui. Non vedo l'ora che sia quel giorno!
Tua Emma Williams
Mandai la lettera e feci ritorno dal valletto e Abigail. Insieme tornammo nella nostra camera per prepararci.
Io mi misi un abito abbastanza elegante che mi aveva regalato la sposa in India: era bianco come la neve senza spalline, con uno spacco alla gamba e mi feci un'acconciatura elaborata. Quando mi mostrai a Phileas lui spalancò la bocca.
«Sei splendida Emma»
«Ci saranno molte donne e voglio far capire che noi ci apparteniamo. Tu sei solo mio Phileas»
«Stai tranquilla, io guarderò solo e soltanto te. Ho una promessa e la voglio mantenere» mi disse avvicinandosi e lasciandomi un casto bacio sulle labbra. Sapevo che se avessimo approfondito la questione poi avremmo fatto tardi dal Governatore.
In quel giardino c'erano veramente moltissime donne e tutte guardavamo me, ma soprattutto, Fogg. I loro sguardi non promettevano niente di buono. Sapevo che erano a conoscenza dell'articolo.
La padrona di casa poi ci venne a salutare e disse a Fogg che avrebbe voluto sentire qualche sua storia.
Sapevo che prima o poi avrebbe saputo dell'articolo.
Intanto noi, io e Abigail, parlavamo con le varie signore e la padrona di casa che non facevano altro che citare il pezzo scritto dalla giornalista. Noi tentavamo, inutilmente, di strapparlo dalle sue mani.
La situazione iniziò a precipitare quando la padrona di casa decise di parlare con Fogg.
Intanto Passepartout aveva preso da parte il Governatore per fargli firmare l'assegno e andarcene in fretta da quel nido di avvoltoi.
Ma Lady Clemency fece cadere, apposta, il giornale sul tavolo dove erano riuniti suo marito, Passepartout e Phileas.
Tirai un sospiro di sollievo, almeno in parte, quando Clemency lo chiamò. Io ascoltai tutta la conversazione attenta a non perdermi nemmeno un dettaglio. Naturalmente la padrona di casa fece qualche lieve allusione all'articolo, guardandomi di sbieco, e mi sentii ogni volta come punta da uno spillo.
Avevo paura che lo scoprisse. Che scoprisse la verità e che avrebbe rinunciato, per non dare troppo scandalo, alla proposta di matrimonio. Non doveva succedere.
Lui mi guardò ogni volta confuso dalle affermazioni di Lady Clemency ma io non potevo, e non volevo, rivelargli nulla.
Alla fine però fu inevitabile.
La verità venne fuori.
«Ogni donna qui presente vorrebbe essere me in questo momento. Al braccio di un uomo che conosce il potere dell'amore. Ma ogni donna qui sa che non ha alcuna possibilità. E che il suo cuore è da un'altra parte e lo sarà per sempre.»
«Davvero? E dove sarebbe?»
La donna parve confusa.
«Con la giovane qui accanto, ovviamente. La signorina Williams, che anche la tua sorellastra, ed Estella»
Alla citazione del mio nome e quello di Estella si sorprese.
«Come sa di noi e di quella donna? Emma glielo hai detto? E poi sorellastra...Emma non è la mia sorellastra»
Non ebbi modo di negare che una dispiaciuta, fino alle lacrime, Abigail venne verso di noi.
«Ho letto l'articolo di Abigail Fix come tutti noi qui» ci disse la padrona di casa.
Il Governatore immediatamente portò quel pezzo di carta che aveva distrutto, in poco tempo, quel grande legame che avevamo creato.
Fogg lo lesse e vidi il suo sguardo farsi triste e deluso.
Ce ne andammo e Phileas non fece parola con nessuno di noi.
Mentre stavamo tornando alla nostra stanza Phileas, mentre Abigail tentava di scusarsi, gli disse.
«Ha preso i miei sentimenti più intimi, sentimenti che mi ha rubato e li ha offerti al mondo intero senza avere neanche la decenza di chiedermelo prima» sapevo che aveva ragione.
Tornati alla nostra stanza decisi di rivelargli tutta la verità.
«Phlieas, capisco che non la vuoi scusare e ti posso capire ma la storia della sorellastra è tutto vero. L'ho saputo mentre eravamo sul treno diretto a Brindisi. Leggi questa lettera che mi ha mandato mia madre. Se non vorrai più sposarmi per non creare scandalo ti posso comprendere.»
Gli feci leggere la lettera e vidi i suoi grandi occhi marroni spalancarsi dalla sorpresa.
«Ho sempre avvertito fin da bambino che mi mancava qualcuno ma non sapevo che fossi veramente tu Emma. Sei la mia sorellina, la sorella che non ho mai avuto.» vidi apparire quel suo splendido sorriso e quelle rughette intorno agli occhi che tanto amavo.
«Phileas, non rendere le cose più difficili. Non possiamo stare insieme. Abbiamo lo stesso DNA da parte di padre e sarebbe uno scandalo per la società...» non riuscii a terminare la frase che Phileas mi baciò con passione e foga.
Quando ci staccammo disse.
«Credi che mi importi quello che pensa la gente? Emma, sarai pure la mia sorellastra, ma io ti amo più di qualunque altra cosa e persona. I tuoi sorrisi, le tue risate, il tuo meraviglioso corpo creato da un Dio scultore mi hanno catturato e non posso, e non voglio, allontarmi da te. Al diavolo quello che pensano tutti! Tu sarai mia moglie. Tu sarai Emma Fogg.» disse tutto ciò con una tale determinazione che mi fece lacrimare gli occhi dalla felicità.
Senza pensare ad altro ci rimettemmo a fare l'amore.
Ci risvegliammo il giorno seguente e ci guardammo negli occhi ma quello che successe immediatamente dopo ci sorprese e scioccò. Intanto Phileas non voleva fare pace con Abigail e non riusciva a fidarsi del suo valletto che aveva scoperto lavorare al suo Club. Infatti anche a me pareva di averlo già visto.
Ci rivestimmo e Donaldson, il capo della polizia, entrò con un mandato di arresto per Phileas.
I poliziotti tastarono ogni parte del suo corpo e cercavano da ogni parte un qualcosa.
«Un mandato di arresto per cosa? Lui non ha rubato niente!» dissi sconvolta.
«È stato rubato il Drago Bianco, un cimelio appartenente a Lady Clemency»
«Noi siamo stati sempre insieme e impossibile che lo abbia rubato. Usate il cervello!»
Poi trovarono dei soldi e io ero sempre più sconvolta.
Lo arrestarono e io ero pietrificata. Lui cercava di far capire alle guardie che non era un ladro mentre veniva portato via.
Com'è potuto succedere una cosa simile? Non è stato lui! Deve centrarci ancora una volta Passepartout.
Lo presi da parte per avere una spiegazione da parte sua.
«Hai rubato il Drago Bianco? L'hai rubato e hai lasciato che incolpassero Phileas!» constatai dopo aver ascoltato tutto il suo racconto.
«Non è come sembra.»
«Hai sentito cosa hanno detto! Andrà in prigione! Perché l'hai fatto?»
«Perché ci servivano i soldi per andare in Giappone e perché sono un grandissimo ladro»
Io gli credetti mentre la giornalista invece no.
«Quel mio vecchio amico mi avrebbe dato i soldi se avessi rubato il pendente per lui. Saremmo stati sulla nave e ormai distanti da qui prima che qualcuno ne notasse la scomparsa.»
Ero sconvolta poi una ragazza, che passò di lì, ci informò che non lo avrebbero mandato in prigione. Ne fui sollevata come anche Abigail ma quello che disse dopo Passepartout mi fece crollare a terra con il cuore in frantumi.
«Lo fustigheranno a mezzogiorno esatto. Dodici frustate, una per ogni rintocco»
No! Maledetto Passepartout sempre a fidarsi delle persone sbagliate! Stupido!
«Passepartout, questo è tutto per colpa tua! Sei uno stupido! Phileas doveva scegliere meglio la sua compagnia! L'amore della mia vita, il mio futuro marito, verrà ferito gravemente e tutto per colpa tua!» dissi furiosa e non importandomi del fatto che si sentisse tremendamente in colpa.
Abigail, una volta nella nostra stanza, decise di andare in Banca per prendere i soldi ma Passepartout sapeva che sarebbe stato tutto inutile.
«Allora cosa suggerisci di fare? Ci hai messo tu in questo casino!» esclamai ancora più arrabbiata.
«Dirò a Sir Henry che ho rubato io il Dragone Bianco, e che il signor Fogg non c'entra niente.» affermò ormai arreso.
«E poi cosa? Ti arresteranno e faranno di te un esempio e non saranno solo poche frustate.» constatò Abigail.
Ormai senza una via di fuga decidemmo di andare da Sir Henry.
Abigail provò a convincerlo senza successo allora io mi feci avanti.
«Sir, Phileas è l'amore della mia vita, è una parte di me. Quello che ha scritto la signorina Fix è vero. Lui sarà anche un eroe ma per me è tutto. Con lui ho scoperto che l'amore, quello vero, esiste. Senza di lui sarei come lo Ying senza lo Yang. Morirei. Lui ben presto diventerà mio marito. Quindi, per favore,lo liberi. Non voglio che soffra per colpa di Passepartout.» lo implorai con le lacrime agli occhi in ginocchio.
Grazie a Clamency, che raccontò tutta la verità riguardo quel ciondolo, poiché non si era mai sentita a suo agio nell'indossarlo, e la bellissima storia d'amore tra me e Fogg, Henry ci diede il lasciapassare per liberarlo.
Io piansi dalla felicità.
Corremmo alla velocità della luce verso il luogo in cui Phileas sarebbe stato fustigato senza badare alle altre persone.
Stiamo arrivando Phileas. Stiamo arrivando.
Mi ritrovai a pensare con il cuore che correva come un matto insieme al mio respiro.
Arrivammo e urlammo che si fermassero poiché avevamo la Grazia dal Governatore. Ma una delle guardie, non correndo abbastanza velocemente, non fece in tempo ad arrivare dall'esecutore che Phileas Fogg venne colpito con una frustata sulla schiena. Lui urlò straziato dal dolore. Io feci altrettanto.
«Siete degli stronzi! Picchiare un uomo innocente! Fermatevi, per favore!» urlai con il dolore che riempiva il mio petto e la mia anima.
Poco prima che la seconda frustata arrivasse dritta alla sua schiena, Donaldson vedendo il mandato, lo liberò. Le guardie ci aprirono il cancello e io corsi da lui.
Phileas tremava dal dolore e piangeva. Una volta liberato Passepartout gli mise il la sua giacca sulla schiena mentre lo consolavo.
Dopo questa breve disavventura eravamo sulla Carnatic pronti per il nostro viaggio in Giappone.
Phileas non volle parlare con Abigail e Passepartout e lo compresi benissimo.
Andammo nella nostra cabina e una volta lì incontrammo uno strano personaggio.
«Conosce l'espressione " se vuoi che qualcosa venga fatta, devi fartela da solo"?»
«Certo che la conosciamo, perché lo chiede?» domandai sospettosa.
«Credo che dovremmo fare una passeggiata, signor Fogg e signorina Williams»
Noi rifiutammo e lui ci puntò una pistola contro.
In breve ci ritrovammo in preda alle onde nell'oceano Pacifico.
Ora ero proprio certa che qualcuno voleva vincere la scommessa.
Quel qualcuno aveva un nome.
Bellamy.
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