CAPITOLO 1: 7 ANNI DOPO

7 ANNI DOPO

MARINETTE RACCONTA:

Erano passati sette anni da quell'orrida serata, sette lunghi anni...
Dopo quella sera io e Chat Noir litigammo e lui non si fece più vedere, lasciandomi sola con un profondo senso di colpa per aver perso il mio partner e per non essere riuscita a salvare la vita di quello che si è rivelato essere il padre del mio primo amore, Adrien Agreste.
Dopo quei fatti anche lui saprì senza lasciare traccia come Chat Noir, ho saputo che probabilmente era andato in Italia, a sbollire il dolore e la rabbia, e da li non ha mai neanche mai mandato un messaggio per far sapere come stava a noi vecchi amici e compagni di classe, sapevamo solo quello che trapelava dai gossip e dalle interviste delle copertine, che ancora erano piene delle immagini del bel modello di punta del marchio Agreste.
Rimanevo costantemente a piangere in camera mia consolata dalla sola Alya e da Tikki, fino a quando non decisi di andare a vivere da sola all'età di 23 anni, ovvero 2 anni fa.
Oggi giorno lavoro come fashion designer in una mia piccola Boutique al centro di Parigi, che un mio ammiratore segreto mi ha comprato e regalato ai miei 23 anni, e continuo ad avere la mia doppia vita come Ladybug.
Un giorno stavo lavorando con la radio accesa per sentirmi la Musica quando attaccarono con il "radiogiornale" in cui davano due notizie interessanti:
"Buona sera Parigini ecco le notizie del giorno:
- Per la cronaca nera, continua l'ondata di crimini contro i malviventi ridotti in fin di vita, sul corpo anche dell'ultima vittima, un uomo di mezza età, sono stati ritrovati segni di artigli e lesioni multiple
- Passando a notizie più leggere, sono passati sette anni dalla notte della morte di Gabriel Agreste e dalla partenza del figlio, e erede, Adrien Agreste, ebbene sembra che il suo periodo di esilio volontario sia terminato e che esso sia tornato a Parigi anche se non si sa ancora se in pianta stabile o se solo per un breve soggiorno.
[...]
Per oggi è tutto alla prossima."
Rimasi un po' di tempo a rimuginare sull'ultima notizia che era stata data dal radiogiornale non sapendo come prenderla...

Marinette: A-adrien è t-tornato e nemmeno è passato a salutarci!?

Mi misi a piangere e a singhiozzare per la tristezza portata dalla consapevolezza che ad Adrien non era più lo stesso ragazzo solare e gentile di cui mi ero innamorata.
Tikki arrivò dalle mie spalle per poi abbracciarmi la guancia e consolarmi con il suo solito applomb...

Tikki: Su via Marinette, non ti demoralizzare, magari... magari non ha avuto tempo di passare a trovarvi perchè doveva sistemare prima i suoi affari, magari vi viene a salutare oggi... no!?

Marinette: Senti Tikki apprezzo davvero tanto che cerchi di consolarmi, ma rimanendo con i piedi per terra, dopo 7 lunghi anni in cui non ha mai nemmeno mandato un messaggio, pensi che davvero si faccia rivedere?!
Piuttosto andiamo in pattuglia, voglio mettere le mani su questo "vendicatore" che attacca i malviventi di Parigi!

Tikki mi annuì e io mi trasformai in Ladybug, per correre alla ricerca di questo aguzzino, ma soprattutto per togliermi dalla mente Adrien...
Stavo correnndo, sui tetti, da una buona mezz'ora quando trovai qualcosa che mai avrei pensato di rivedere, una sagoma nera con una cintura che fungeva da coda, delle orecchie da gatto tra la folta chioma bionda, una tuta in lattice nero, che risaltava le forme dei suoi pettorali e muscoli, e una maschera nera sul viso che incorniciava degli splendidi occhi da gatto verdi smeraldo.
Ebbi un tonfo al cuore di pura gioia, ma esso fu subito spiazzato dell'orrore, quando vidi quello che stava facendo...
Teneva un'omo fermo sotto di se, con il proprio peso, mentre gli graffiava il petto a ripetizione con gli artigli della sua tuta e il brutto è che sul volto aveva un ghigno malefico compiaciuto.
Io distinto gli urlai contro mentre lo allontanavo dall'uomo, ormai incosciente e privo di sensi e fortunatamente solo di quelli, con un calcio che lo fece rotolare indietro di qualche metro.

Ladybug: Ma che diamine fai brutto idiota!?

Lui non mi degno di nessuna risposta e saltò su un tetto senza voltarsi indietro e senza nemmeno salutare.
Io furiosa, lo inseguii e dopo aver chiamato i soccorsi per l'uomo aggredito da Chat Noir, riuscii a catturare quest'ultimo con lo yo-yo .
Appena fui sopra di lui tenendolo fermo con un ginocchio sulla schiena, non mi trattenetti più e gli urlai a dosso tutte le parole di sofferenza e odio che avevo per i suoi atteggiamenti degli ultimi sette anni.

Ladybug: Brutto Bastardo, sparisci per sette anni senza mai farti ne vedere ne sentire e quello che riesci a fare appena ci reincontriamo è non considerarmi e per di più aggredire e pestare a sangue un cittadino!

Iniziai a piangere per la rabbia e lo stress e lo lasciai libero di muoversi. Lui non parlò si limito ad alzarsi e iniziò a camminare per andarsene chissà dove e a fare cosa.
Io gli urlai dietro nel tentativo di farmi guardare

Ladybug: Brutto stronzo, dove sei stato negli ultimi sette anni!?

Chat si volto a guardarmi, ma nel suo volto non c'era più il vecchio Chat, Il mio amorevole partner compagno di mille avventure e, anche se non lo ammettero mai, il secondo ragazzo più importante della mia vita e di cui, a mio malgrado, ho capito che era anche il secondo ragazzo di cui mi ero  innamorata...
Adesso nel suo volto e nei suoi occhi c'erano solo l'odio e rabbia, intervallati da fredda indifferenza...

Chat: Non sono affari tuoi!

Ladybug: Oh scusami, sono solo sette anni che non ci vediamo!
Ma dio santo, non ti ha nemmeno minimamente sfiorato il pensiero che magari fossi in angoscia per te?!
Rispondimi almeno a questo brutto stronzo!
Rispondimi!

Sempre più arrabbiata, gli urlai in faccia con sempre più vigore, sputando fuori tutto il mio dolore e risentimento nei tuoi confronti.
Fui sorpresa, e felice, che quei suoi occhi, colmi e stracolmi di rabbia, per un secondo, si aldolcironi, anche se solo per un'attimo, prima di riprendere la loro solita aura di furore.

Ladybug: Non è pestando a sangue i malviventi che si risolve il problema del crimine!

Chat: Eppure con Papillon ha funzionato!

Rimasi leggermente spiazzata da quella risposta e impaurita dalla possibilità che Chat potesse prendere in considerazione l'idea di uccidere i criminali.
Ripensai a quella maledetta notte di sette anni fa e mi venne da urlargli contro, ancora una volta, tutta la mia indignazione e rabbia.

Ladybug: Sai benissimo che è stato un fottuto sbaglio e che mai avrei voluto che finisse in quel dannato modo!

Chat: Va bene, ma io continuerò per la mia via, i mostri non meritano pietà!

Si voltò pronto per spiccare il salto, quando continai a parlargli, interrompendo i suoi movimenti per coordinare il suo movimento.

Ladybug: Si, ma se tu gli riservi lo stesso trattamento che loro hanno riservato ad altri, cosa ci differenzia da loro!?
La maschera non serve per diventare un mostro senza farsi riconoscere.
Serve per diventare un simbolo per la gente giusta che guarda a noi con ammirazione e come se fossimo guide o esempi da seguire!

Anche se era voltato, sapevo che le mie parole lo avevano fatto vacillare.
Si voltò e con il suo solito visino da schiaffi, caratteristico degli anni prima, mi fece il suo solito sorrisetto da seduttore.

Chat: Puoi sempre provare a fermarmi... Mylady!

Ladybug: Non sono più la tua "Mylady" !

Chat mi tornò a guardare con uno sguardo malinconico...

Chat: Lo so, non lo sei mai stata!

Mi fece un cenno di saluto, portandosi l'indice e il medio alla fronte e sparì saltando diretto chissà dove, lasciandomi sola, con un senso di disagio e colpa per le ultime parole che mi aveva riferito.





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