𝑷𝑹𝑶𝑳𝑶𝑮𝑶

L'estate, il periodo più caldo ed atteso dal popolo Giapponese, stava svolgendo al termine.
Il tempo delle lunghe giornate di sole, dell'aria calda, delle serate trascorse sotto la luna stava tramontando.
L'aria iniziava ad essere di un fresco a tratti pungente, la sentivi sotto la veste che ti entrava dandoti un leggero brivido su tutto il corpo.
Senti il vento che ti scompiglio in modo rude I capelli e inizi a sentire gli occhi che si riempiono di polvere e lacrime.

Così già si iniziava ad indossare vesti più pesanti, ad andare in giro sempre più presto, nelle tavole tornano le zuppe e i cibi caldi.
Nelle famiglie più povere inizia il periodo dell'anno più duro, il freddo che rischia di portarsi via i più deboli e i campi che devono essere curati il più possibile.

Nel Palazzo Imperiale l'inverno sembrava già essere arrivato: coperte calde in ogni letto, lanterne e candele accese ogni ora della sera fino alla mattina presto, quando all'orizzonte si intraprendono i primi raggi del sole e vestiti pesanti per tutti: nobili e servitori.

In realtà non era solo una cosa estetica ma di sicurezza, L'imperatore, il Buon Imperatore, era ammalato: un influenza.
I medici migliori di tutto il Giappone erano corsi da lui in fretta e furia senza esitare neppure un secondo. Tutti però concordavano che non fosse grave, si sarebbe rimesso presto. Per ore sono rimasti a visitare l'imperatore, con le guardie reali sempre vigili ad osservarli.

D'altronde era un uomo forte e buono, la guarigione di una febbre sembrava cosa da niente in confronto a tutte le sue azioni che venivano narrate nelle case: battaglie vinte, economia in crescito, povertà in calo, scuole per tutti anche per i più poveri, aiuti per le persone più sfortunate...

Il Grande Sovrano aveva dato inizio all'Era D'Oro, il periodo più bello mai visto dal Giappone: disoccupazione sempre di meno, innovazioni, i sudditi lo amavano e lo rispettava quando visitava le città lo acclamavano con gran felicità e prostandosi ai suoi piedi; per loro era un esempio di forza e lealtà , una guida che doveva ispirare i più giovani. Nessuno gli avrebbe mai voluto far male, anche con gli altri sovrani d'oltre mare aveva raggiunto accordi abbastanza pacifici.

Quella notte le stelle erano davvero poche e la luna coperta da piccole nubi grigiastre, la luce argentata era davvero poca e il freddo aumentava sempre di più.

Proprio fuori alla camera del Grande Sovrano si eregeva un ciliegio che la tradizione vuole sia lì dai tempi del Primo Imperatore.

Il ciliegio era infatti maestoso, aggettivo perfetto per descriverlo: con il tronco enorme, i rami alti e fieri, i fiori che vi sbocciavano erano sempre profumati e di un colore chiaro e brillante, secondo la leggenda fino a che quel ciliegio fosse rimasto sano nulla sarebbe potuto accadere di brutto ma se il ciliegio fosse appassito o fosse stato tagliato in quel caso ci sarebbero state guerre e carestie. Ovviamente è solo una leggenda ma si sa com'è: in ogni leggenda c'è un fondo di verità.

Per questo i giardinieri e lo stesso Sovrano stavano ore ed ore ad occuparsi del ciliegio.

L'aria iniziò ad essere più fresca, il vento iniziò ad accelerare quasi come stesse partecipando ad una corsa.
Gli alberi si inclinarono leggermente con le loro foglie da cui il verde smeraldo stava svanendo per lasciare posto a un infinità di colori: rossastro, marroncino, giallognolo...

Un fiore cadde dal suo ramo portato via dal vento furioso.

Le luci all'interno della stanza del Sovrano erano ancora accese, c'era silenzio assoluto, la camera privata affacciava verso il ciliegio e il resto del giardino permettendo così un bel panorama all'interno era ancora meglio: la stanza era ampia, il pavimento era sempre lucido e le pareti decorate di pitture floreali dai colori lucenti e vividi, l'arredamento era del legno più pregiato o laccato in oro, il letto del Sovrano, che da anni non accoglieva una donna, era sempre caldo con il lenzuolo di seta e le coperte di un rosso acceso.
All'interno di esso ora c'era il Sovrano non più forte e giovane come una volta, con gli occhi fissanti il vuoto circhiati di rosso e il respiro un pò pesante, dall'alito caldo, le mani ossute e piene di calli giallastri stringevano le coperte e la faccia dai lineamenti una volta fieri ora più dolci, era madita di sudore una lacrima gli bagnò la guancia scavata.
Il Sovrano mosse le labbra come a voler parlare ma la gola era odiosamente secca, ogni volta che provava a parlare ne usciva un suono flebile e secco.

Voleva muoversi, reagire, gridare aiuto. Il dolore che dal petto si espanse su tutto il corpo era letteralmente lancinante, si sentiva come se un fuoco dagli inferi gli bruciasse sopra.

La vista era tutta annebbiata ed era sicuro di avere le allucinazioni, vedeva figure strane: serpenti che danzavano, armi che si sollevavano da sole, caldi mani che provavano a toccarlo ma che poi ritraevano la mano.

Sarebbe morto solo, nel suo oro luccicante, nella sua veste costosa, con mille soldati pronti a difenderlo, con mille donne pronte a concedersi a lui. Ma senza la sua amata moglie, i suoi cari figli, il suo benevole fratello. Tutti morti, almeno così avrebbe potuto rivederli. Parlarci, abbracciarli.

Sul volto del Sovrano si alzò un sorriso secco e rugoso, gli occhi si strinsero e caddero altre lacrime, di felicità e tristezza.

Un altro fiore cadde dal ramo, sembrò fare una leggera piroetta prima di cadere al suolo e posarsi vicino a una radice, per poi ripartire col vento.

Il ventò aumentò improvvisamente, di certo non si udivano rumori di nessun tipo col quel vento, gli alberi iniziarono a far cadere qualche foglia e gli spifferi entrarono nel palazzo.

<<tre>> disse una figura incappucciata di nero scuro, era appoggiata sul muro che circondava il giardino imperiale, in piedi e con i piedi fermi: aveva approfittato dell fatto che le guardie fossero tutte dentro a badare al Sovrano, prese prima il suo pugnale verde e lo te è stretto tra le lunga dite affusolate, con un piccolo sorriso quasi invisibile a occhio umano sparì nel buio della notte, felice per aver portato al termine la sua missione. Si lasciò cadere all'indietro, aprendo le braccia e stringendo ancora il pugnale.

Il cuore dell'imperatore accellerò sempre più e gli occhi azzurrini ripresero vita per un attimo, dalla sua bocca uscì un minuscolo grido di disperazione e tormento.

In quel momento si iniziò a sentire un rumore di passi sempre più veloce unito a sussurri e grida fino a che quei passi non divennero una vera e propria corsa, tutte verso la camera dell'imperatore, le voci una sull'altra, sempre più forti, sempre più veloci, sempre più agitate si univano al vento della notte.

Il vento corse e corse. Così come le persone nel palazzo. Lasciarono da parte le pentole , i papiri e si accarcarono tutti in quella stanza.

Il capo delle guardie fu il primo ad arrivare davanti alla scena. Allontanò tutti dalla stanza tranne due delle sue guardie. Il vento non permise di sentire molto.

Ma una parola si udì bene anche se flebile, come se fosse stata quasi pronunciata dal vento stesso.

<<morto>>

ANGOLO AUTRICE
Ciao carissimissimissimissimi ragazzuoli. Avrei solo una richiesta, vorrei che voi espriste la vostra sincera opinione su ogni capitolo se potete, in base a come è scritto (se trovate errori ditemelo subito),il ritmo, la trama, i personaggi ecc...
Proverò ad aggiornare una volta a settimana, se riesco.
Potete anche dire "mi fa cagare al cazzo" ma voi mi dovete dire perché.
Volevo fare anche un giochino con voi.
Ovvero ogni volta io lascerò scritta una una parola o frase e voi dovete dirmi a che parola è collegata, se indovinate vincete un messaggio cute in bacheca.

Iniziamo da una cosa facile facile:
Cellule eucariote.

Credo di essere abbastanza soddisfatta del capitolo, forse.. Bho :'3.

È stato alla vostra altezza? L'ansia è passata un pò?

Ho anche intenzione di cambiare la trama con i nomi dei personaggi, per renderla più chiara. Che ne dite?

Proverò ad aggiornare ogni settimana, sperando di riuscirci a causa della scuola che mi tiene davvero impegnata. Che scuola fate voi?

All'inizio sinceramente non ero tanto sicura di questo capitolo e non so quante volte l'ho riscritto qwq, spero che almeno a voi piaccia.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top