UCCELLINO.

Palazzo Imperiale, zona est.

Mentre i clan venivano accorti dai funzionare e smistati in varie zone del palazzo scambiando qualche battutina e risatina tra loro, Alami era ancora scossa da quello che aveva sentito, non riusciva a crederci, non poteva essere possibile. Ora era seriamente spaventata e piena di domande ma soprattutto spaventata, non aveva mai avuta così tanta paura da quando era a palazzo anzi non aveva mia avuto così tanta paura nella sua vita, neppure quando si era trovata improvvisamente da sola, senza nessuno ma anche ora era sola a pensarci bene... Prima a difenderla c'era il Buon Imperatore che era sempre dalla sua parte anche con un far quasi paterno anche se i rimproveri non erano mancati, ma ora era sola, completamente da sola, non aveva una famiglia da cui andare o da cui essere amata e le "amiche" che aveva sapeva benissimo che l'avrebbero buttata nelle fiamme pure di salvarsi... Cosa avrebbe potuto fare allora se non avere paura? Ma la paura è così inutile, ti uccide solamente dall'interno, non cambierà la situazione, anzi poteva perfino peggiorarla. Doveva rimanere lucida e trovare una soluzione, se esisteva.

Ora che era in quella situazione voleva andare a fondo, sapeva che era in pericolo di vita ma se proprio doveva essere uccisa voleva prima scoprire la verità e morire per un buon motivo, aspettò che Shin scese velocemente la scalinata a chiocciola e pregò con tutta sé stessa che non si girasse mai, fortunatamente l'uomo continuò a camminare dritto e veloce, non aveva proprio intenzione di voltarsi indietro e inoltre Alami era anche ben coperta alla vista, quindi non l'avrebbe vista in ogni caso.

La giovane ballerina rimase ancora un pò aggrappata  mentre le unghie affondavano nelle mura per cercare di alleviare la tensione anche se iniziava a sentire un certo dolore alle dita, ora era lì  aggrappata alla parete anche dopo che non sentì più il leggero passo di Shin o il suo solito borbottio rimase con le braccia aperte e in parte nuede dato che le larghe maniche erano scivolate verso il basso, indossava ancora i vestiti utilizzati per la danza e il forte trucco stava iniziando a colare così come i fiori nei suoi capelli iniziavano a cadere, dopo li avrebbe dovuti raccogliere per non lasciare prove, l'ultima cosa di chi avesse bisogno era quella di essere scoperta.

Si fiondò nell'ufficio di Shin e socchiuse la porta per non farsi vedere, facendo un piccolo segno per terra utilizzando il proprio trucco,su come Shin l'aveva rimasta aperta, Alami sapeva la spaventosa furbizia di Shin e si sarebbe accorto del più piccolo cambiamento in quella stanza quindi meglio fare molta molta attenzione. Fu attenta anche a come camminare e a non calpestare nessuno dei tanti papiri, aveva perfino paura che Shin avesse messo dei trabocchetti qua e là, cosa che non l'avrebbe affatto sorpresa.

Quell'ufficio però la spaventava per un semplice motivo: il caos. Lunghi papiri anche un pò ingialliti facevano da ornamento a quella piccola, fredda e spoglia camera: per terra, sulla scrivania, sugli scaffali e qualcuno perfino appeso al muro, una piccola scrivania ormai quasi piena di papiri e un enorme vaso tra il verde e blu, con i colori ormai spenti e sbiaditi. Alami odiava il caos ma  sapeva bene che anche se potessero sembrare così in disordine in realtà per il consigliere reale aveva un ordine più che preciso, quell'uomo non lasciava mai nulla al caso anzi, per Shin il caso stesso non esisteva, anche la più piccola e stupida azione che uno compiva la compiva per un perché.
Decise di muoversi, prima avrebbe iniziato e prima avrebbe finito così ora la  ballerina in una mano aveva i fiori che cadevano e con l'altra cercava qualche papiro interessante, se quello che aveva sentito e visto era la realtà allora c'era da preoccuparsi e non solo per lei... Cercò tra quelli per terra, quelli appesi al muro e quelli sulla scrivania ma nulla.

<<dov'è?!>> disse la donna con quello  sembrava il tono di voce di un'altra persona, non era più squillante come il suo solito, era più freddo, più sensuale, più maturo. Anche il suo sguardo non era lo stesso, era duro e concentrato ed emanava una certa autorità, non sembrava proprio la ragazzina energica e infantile di prima.

La donna iniziò freneticamente a cercare tra tutti quei papiri per poi rimmeterli a posto come meglio poteva, niente, non c'era niente di utile... Certo! Aveva portato tutto con sé, Shin l'aveva vista e aveva fatto finta di nulla ma non sulla scalinata, quando era ancora nell'ufficio eppure non aveva fatto nulla pur sapendo che sarebbe certamente entrata... Ma perché? Shin lasciava praticamente sempre la porta aperta e molte volte tantissimi andavano dentro all'ufficio anche solo per cercare un pò di silenzio ma quando lavorava a qualcosa di davvero importante non lasciava entrare neppure un filo d'aria eppure quella cosa era certamente importante... Certo, era fatto tutto apposta, programmato, lei era lì perché lo voleva Shin non perché lui non se ne fosse accorto. Era una trappola... La giovane fece scivolare velocemente una pergamena che aveva con sé e la mise sotto a tutte le altre provando poi a rimettere freneticamente tutto al suo posto aveva poco tempo ma troppe cose da fare, quando una grossa e tozza mano gli si posò su una sua esile spalla e il suo cuore accellerò al massimo.

La stretta era ferrea e dolorosa e le unghie erano riuscite anche a passare tra la stoffa per afferrare la carne, era sicura che gli sarebbero rimasti dei lividi se non di peggio, non era certamente Shin. Sia perché non avrebbe mai osato toccarla,ma anche perché non sarebbe mai riuscito ad avere una tale forza ne delle mani così.

<<Ma guarda guarda che bell'uccellino- disse una voce che non era certamente quella di Shin doveva essere una delle sue tante sentinelle, quelle che Takeshi avrebbe definito viscidi. Il tono di voce era rozzo e troppo confidenziale e assolutamente schifoso, inoltre quando l'uomo aprì la bocca fu investita da un forte odore di alcol- che ci fa qui una tale bellezza tutta sola? Ti sarai mica persa?>>

Alami non osò girarsi, era letteralmente pietrificata, avrebbe dovuto fare qualcosa ma non ci riusciva sentiva di essere in un sogno e di essere in aria ma non in sento positivo... Si sentiva debole e improvvisamente le sue energie erano tutte svanite, avrebbe dovuto seguire il piano oppure gridare o reagire ma niente... Non riusciva a fare niente.

Il cuore però le batteva forte e iniziò a sudare così tanto che il colletto della propria veste si macchiò di trucco bianco, iniziò a mordersi le labbra fino a che non iniziò a sentire l'acro gusto del proprio sangue.

Non era una stupida, sapeva che non l'avrebbe solamente e certamente cacciata e magari portata da Shin, forse non avrebbe proprio detto nulla a Shin ma le avrebbe rovinato la vita strappandole la sua innocenza. E lei non poteva farci nulla.

ATTENZIONE! PARTE MOLTO FORTE! LA SEGUENTE SCENA URTERÀ CERTAMENTE I LETTORI PIÙ SENSIBILI PER CUI NON CONSIGLIO AFFATTO DI LEGGERLA, NON FATE I MORALISTI AVEVO AVVERTITO NELLE REGOLE, SCRIVERÒ ALCUNE COSE MA NON ATTACCATEMI SUBITO E FINITE DI LEGGERE. PACE AND LOVE!!! AVVISERÒ QUANDO LA PARTE FINIRÀ ACCOMPAGNATA DA UN PICCOLO RIASSUNTO DI CIÒ CHE È SUCCESSO.

La ragazza deglutì e  improvvisamente divenne marmo, le braccia, le gambe la testa non rispondevano più ai suoi comandi, non riusciva a muoversi solo a respirare e a muovere piano la bocca ma non ne usciva nessun tipo di suono, forse se si concentrava poteva riuscire a muoversi ma ancora niente, era inutile. L'uomo no però, si muoveva eccome, sciolse i capelli di Alami strappando con violenza le bacchette dai capelli della ragazza che sentì qualche ciocca dei capelli castani volare via provocandole un leggero pizzichio, sentì il suono delle bacchette che cadevano per terra per poi spezzarsi sotto lo stivale dell'uomo anche  I fiori caddero per terra e furono calpastai e i capelli ondeggiarono con violenza sulle spalle che furono poi riposti ordinatamente sull'altra spalla dall'uomo che aveva iniziato ad accarezzare un fianco e a baciarle il collo lasciando tracce di umidi baci e dolorosi morsi.

Alami voleva semplicemente che smettesse che andasse via, che morrisse, non voleva che quella fosse la realtà, voleva tornare a ballare giù assieme alle altre e magari a mangiare qualche frutto fresco oppure voleva tornare a riposare o a chiacchierare con Takeshi che poi l'avrebbe cacciata via perché infastidito. Sentì poi gli occhi che si riempivano di lacrime e che iniziavano a pizzicare e le labbra che si contorcevano in un espressione non precisa, provò a gridare ma sembrava aver perso la voce.

L'uomo la strattonò verso di sé senza neppure provare ad essere delicato, stringendole i fianchi con così tanta forza che Alami senti un piccolo schiocco da dietro la schiena. Non aveva il coraggio di alzare la testa per guardarlo in viso, non aveva il coraggio per fare nulla e in realtà non voleva neppure guardarlo... Perché? Cosa aveva fatto di male? Forse non doveva proprio salire lì, forse non doveva proprio ballare, forse non doveva proprio esistere.

L'uomo le fece alzare il viso afferrando violentemente il mento con una delle sue tozze mani nella parte dove ormai il trucco era svanito, iniziando a farle male e osservandola negli occhi e poi sempre più in basso con una risatina stonata.

Alami poté così vedere il viso del suo aguzzino, l'uomo aveva una carnagione scura e un accento davvero strano, gli occhi erano cerchiati di un nero pesante e il viso era scavato da pensanti rughe dovute non all'età ma alla stanchezza e a cattive abitudini, il viso aveva una forma sferica e decisamente molto pieno, il naso che tendeva verso il basso e una accenno di barba in qualche punto già biancastra.

<<Sai uccellino, ti ho notato prima mentre danzavi e mi hai colpito, del resto era questo il tuo intento, no?- disse con una grassa risata per poi osservarle il petto e leccarsi le labbra- e ci sei riuscita benissimo. Sono stato fortunato ad essere io di guardia adesso, ho aspettato che quel frocio perfettino del cazzo se ne andasse per poi venire ad accontentarti...>>

Forse aveva anche detto qualcos'altro ma Alami era come se non sentisse più, come se non potesse più muoversi, come se fosse una di quelle bambole con cui tanto amava giocare da bambina assieme a sua madre... "Madre", era quello che pensava mentre voleva semplicemente che tutto finisse, che magari ora sarebbe tornata giù di corsa. Quanto le mancava sua madre? La sua bella madre dai capelli corvini e le braccia bianche? La sua gentile madre che riusciva sempre a farla sorridere? La sua dolce madre che un giorno si era addormentata per poi non svegliarsi più...

Voleva che ora fosse là per difenderla, per chiamare qualcuno, magari se fosse viva non sarebbe mai stata in quella situazione.

Iniziò presto a muovere lo sguardo su e giù mentre quel rozzo le strappò con le mani la parte superiore della veste, lasciando così scoperto il suo petto. Iniziò a singhiozzare, non voleva piangere, non davanti a un essere così viscido eppure era l'unica cosa che riusciva a fare in una situazione così.

Il rozzo se la rideva di gusto.
<<che c'è, uccellino? Non ti piace il regalo che ti sto per fare? Dovevi pensarci prima di entrare in luoghi dove non ti è permesso stare...>> disse per poi buttarla a terra come un sacco di patate.

Alami sbattè la testa per terra mentre aumentavano le lacrime e iniziò ad avere la nausea, sentiva lo stomaco che si chiudeva e riapriva di furia mentre iniziò a vedere a pallini e a sudare freddo.

Il rozzo le si mise sopra  e iniziò a svestirsi mentre le sue mani calda passavano sul freddo e piccolo corpo della ballerina che riusciva solamente a singhiozzare.

L'uomo però si stancò e l'afferrò per i capelli, iniziando a strattonarli di qua e di là, osservando ridendo la ragazza che non poteva far nient'altro se non muovere anche lei la testa.

<<Che stupida sgualdrina da quattro soldi- disse poi lasciandoli di scatto, nelle sue mani però rimasero qualche chioccia di capelli morti che lanciò subito per terra mentre continuò a palparla- smettila di piangere, non credo tu ti lamentassi così quando prendevi il cazzo di quel vecchio. Oh capisco, l'oro non fa vedere l'età. No?>>

L'uomo iniziò a ridere mentre Alami piangeva ancora di più perché non riusciva a muoversi? Era così inutile? Perché le accadeva ciò?

L'uomo alzò gli occhi al cielo e iniziò a baciarla per tappare i piccoli gridi che emetteva la donna mentre continuò a spogliarla, ormai era nuda dalla parte superiore del corpo.

Appena senti che le loro labbra erano un contatto la donna senti il mondo che le si spezzava sulle spalle e il vomito aumentare, era sicura di essere bianca anche sotto al trucco, ormai aveva anche esaurito le lacrime e sperava solo di non essere vista da nessuno, era tutta colpa sua se le stava succedendo questo, se lo stava semplicemente meritando, era per questo che magari non poteva muoversi perché sapeva che se lo meritava*.

Il suo respiro non era per niente regolare, sembrava che il cuore le stesse per schizzare via dal petto, il tempo non scorreva più regolare era lentamente forte. Non capiva più quando fosse passato e quando fosse presente, cacciò un piccolo urlo quando l'uomo le strappò del tutto la veste.

<<PUTTANA, NON GRIDARE!>> le diede uno schiaffo sulla guancia e sentì le stelle, era sicura che le sarebbero rimasti i segni delle dita e che con quello schiaffo se ne fosse andato via tutto il trucco se non anche un bel pò di pelle. Sulla parte del trucco aveva ragione, se ne accorse anche l'uomo che guardò schifato la propria mano emettendo un verso di disgusto.

<<BLAH! CHE SCHIFO! MI SONO ANCHE DOVUTO SPORCARE LA MANO A CAUSA TUA! LURIDA PUTTANA. ORA RIMEDI TU!>> iniziò a passare la mano sul suo petto in modo da togliere il trucco, la donna aveva gli occhi chiusi, non voleva guardare.

<< Adesso ci divertiamo, uccellino.>>

In quel momento però ci fu un rumore sordo e Alami sentì la propria guancia che si macchiava di qualcosa di denso e dall'odore pungente.

Aprì gli occhi e aveva davanti a sé il corpo dell'uomo ormai privo di testa la quale era rotolata più in là nello studio, sporcano però Alami del proprio sangue.

Avanti a lei e c'era Takeshi che calciò violentemente il cadavere mentre rispose la Katana, con la lama ancora grondante di sangue.

Sebbene il suo sguardo fosse sempre freddo e vuoto, sembrava avrete un minimo di compassione per la ragazza se non addirittura preoccupazione, del resto anche Takeshi era un essere umano e poi il suo compito era quello di tenere al sicuro le persone.





FINE PARTE CRUDA. RIASSUNTINO INO INO: MENTRE ALAMI CERCAVA TRA I PAPIRI ARRIVA UN UOMO, PROBABILMENTE UN SOLDATO, E LA MOLESTA, VIENE SALVATA DA TAKESHI CHE LO DECAPITA.

L'uomo si abbassò all'altezza della giovane ragazza e la osservò per vedere se fosse ferita, aveva solamente qualche livido qua e là, Takeshi forzò un sorriso per calmarla, si accorse solo allora di quanto in realtà un pochino tenesse a lei, dopo tutto quel tempo in cui lei lo aveva seguito ovunque e parlato anche quando Takeshi voleva tagliarle la lingua, forse anche lui ora la considerava una sua amica o almeno una buona conoscente.

Strappò un lembo del suo mantello rosso e iniziò a togliere le presenze di sangue dal viso della ragazza e poi dal collo, quel mantello lo odiava era scomodo e pungeva dietro al collo, lo aveva indossato solo per un questione di galateo e inoltre trovava che quel colore rosso spento non gli stesse affatto bene. Almeno così era utile.

Alami però non la smetteva di piangere e affondò il viso sulle ginocchia, allontanando così Takeshi anche con un leggero calcio, non fece male all'uomo, anzi si fece quasi più male lei ma comunque Takeshi sospirò.

<<vattene via>> Mormorò a mezza voce, tra un singhiozzo e l'altro. Non voleva assolutamente che la vedessero così, in particolar modo Takeshi, da anni cercava di impressionarlo, di fargli vedere che non era debole ed ora tutto all'aria, poi voleva davvero restare da sola, voleva solamente dimenticare tutto.

E gli altri che avrebbero pensato di lei?

<<non è colpa tua dai- le prese una mano e la massaggia per poi offrirle il mantello per coprirsi lanciando una veloce occhiata alla veste strappata.  Conosceva bene Alami e sapeva come si sentiva quella ragazza e che certamente non voleva rimanere davvero sola- sei stata molto coraggiosa tu.>>

Alami alzò un pò un pò la testa in modo da guardarlo, non stava più singhiozzando eppure i suoi occhi erano ancora pieni di lacrime e cerchiati di rosso. Lo guardava come se fosse perplessa e dalla sua bocca uscivano ancora piccoli singhiozzi, si asciugò le lacrime con il dorso della mano e afferrò il mantello per poi usarlo per coprirsi alla meglio, fortunatamente Alami era sempre stata molto minuta ed esile, se avesse avuto un pò di carne in più non l'avrebbe coperta quel mantello.

<<Si ma ora dovresti alzarti, dai è tutto finito.>> si sforzò ancora di essere gentile per poi aiutarla ad alzarsi delicatamente, cercando di non farle vedere il cadavere o di farle calpestare la pozza di sangue che si stava espandendo per tutta la stanza, Takeshi però era perplesso, c'era qualcosa che non tornava in quella questione... Ma cosa?

L'uomo si avvicinò al cadavere quando venne fermato dalle parole di Alami.

<<è morto?>> chiese ancora intimorita la ballerina, trema ancora visivamente e strinse il mantello che le aveva dato l'uomo per poi alzare lo sguardo verso Takeshi.

Takeshi trattenne a stento una risatina <<vedi tu>> rispose acido lanciando una leggera occhiata alla testa che era rotolata fino alla scrivania lasciando dietro di sé una scia scarlatta, mentre il corpo disteso davanti a lui, non era un suo soldato, assolutamente no, non era neppure un cuoco o un artigiano, Takeshi conosceva tutti a palazzo, anche solo di vista, e allora come aveva fatto ad entrare a palazzo?

<<come hai fatto a trovarmi?>> chiese poi con un filo di voce, appoggiando la testa sulla spalla del ragazzo sentendo gli occhi pesanti. Non aveva capito come l'avesse trovata, dovrebbero essere tutti a preparare le ultimissime cose per il banchetto che si avrebbe avuto tra qualche ora, in particolare lui, non dovrebbe essere lì in quella parte così isolata del palazzo anche lei non dovrebbe essere lì, dovrebbe essere nelle proprie stanze o pronta a fare la conoscenza con i clan.

L'uomo fece un piccolo verso che Alami non capì bene mentre questo si spazzolava i capelli con una mano, era arrivato la perché doveva assolutamente risolvere una questione a quattrocchi con Shin ma invece aveva sentito quella che sembrava una bambina piangere e un grido, Alami infatti era riuscita a gridare e anche forte, anche se a lei non era sembrato.

<<Mh... Stavo->> ma si fermò di colpo, iniziando a sentire dei passi sempre più forti, Takeshi era già pronto a sfoderare la propria katana o fino a che non avanzò nello studio lo stesso Shin shioccato seguito da Yuma, i due infatti erano nel bel mezzo di una conversazione molto formale quando avevano sentito gridare. Shin aveva capito da dove venisse il grido e aveva capito da chi ed aveva provato ad andare da solo ma Yuma si era precipitato verso il grido, ignorando completamente Shin.

Shin osservò inorridito il sangue che aveva che macchiato alcuni papiri e il corpo senza vita, sentiva i conati di vomito salire ma poi il suo sguardo si fermò su un  Alami mezza nuda coperta a sento da un mantello elegante rosso, i capelli molto trasandati e macchioline rosse sul collo ed un Takeshi dal solito sguardo cagnesco che col corpo proteggeva Alami.

<<Cos'è successo?!>> disse subito Yuma preoccupato, la sua era certamente una domanda banale eppure era l'unica cosa che riusciva a dire adesso e forse anche l'unica cosa logica. Guardando prima il cadavere senza testa poi Alami che si era piano piano nascosta dietro a Takeshi.

<<A quanto pare, se posso permettermi- disse Takeshi tornando ad utilizzare il suo solito tono freddo, guardando con sfida Shin e poi Yuma- mentre la prima ballerina di corta si riposava, uno stupido servo l'ha tirata fino all'ufficio per poi provare a farle violenza, così l'ho ucciso rispettando la legge e salvando l'innocenza di Alami.>>

Alami fu grata a Takeshi, non voleva parlare con Yuma, le metteva un pò d'ansia anche se sembrava gentile dopo tutto o meglio... Non voleva più parlare di tutta quella storia voleva solamente dimenticare quell'orribile situazione al più presto, magari grazie ad una bella dormita.

Shin era immobile e non disse una parola, Takeshi sapeva che c'era lui dietro tutto questo e non aspettava che il momento giusto per dirlo.

<<Cielo- disse Yuma scosso, non era neppure arrivato che già le cose iniziavano a precipitare, ma d'altra parte era anche dispiaciuto per la ragazza, in parte si sentiva in colpa. Se non riusciva a proteggere le persone nel castello come avrebbe potuto proteggere un'intera nazione?- mi spiace davvero moltissimo, spero ora stiate bene>>

Yuma guardò velocemente Alami che annui velocemente, afferrando in fretta una mano di Takeshi che la lasciò fare, stranamente.

<<Cosa ci facevate in questa parte di palazzo?>> chiese più Shin, allontanandosi dal contesto più umano. Voleva sapere cosa fosse successo e anche subito, Alami poche volte andava lì.

<<Ecco io...- disse con un filo di voce ancora paonazza per la paura e la vergogna. Una parte di sé era piena di rabbia, erano domande da fare in una situazione del genere? Ma cosa poteva fare se non rispondere? Inoltre anche lo sguardo che le stava lanciando Yuma non aiutava.- s stavo ammirando il ciliegio>>

Yuma parve un pò confuso da quella frase.

<<mh...>> disse semplicemente massaggiandosi il mento.

<<da qui si può vedere il ciliegio- disse la ragazza- e mi rilassa>>

<<Va bene, può bastare. È molto scossa, lasciatela riposare, portatela giù, se c'è ne bisogno mia moglia o la mia concubina saranno più che liete di avere la vostra compagnia-disse Yuma lanciando una veloce occhiata alla testa mozzata lì per terra- chi era l'aggressore?>>

Takeshi si girò a guardare il cadavere.

<<Di certo non un mio soldato- disse subito con un nonsochè di presunzione, sia perché effettivamente quello non era un suo soldato ma anche perché se avessero iniziato a pensare ciò il nome di Takeshi sarebbe stato infangato ma una parte di lui non voleva neppure dire che in realtà fosse un membro esterno- non l'ho ancora identificato, ma appena lo farò sarà il primo a saperlo>>

Ora Shin guardava in cagnesco Takeshi, sapeva che aveva qualcosa in mente contro di lui.

<<Sarà meglio- disse poi Yuma rompendo il silenzio che si stava creando- portare la giovane ballerina nelle proprie stanze per lasciarla riposare e poi pulire l'ufficio.>>

<<Sono pienamente d'accordo- disse Shin con un piccolo colpo di tosse osservando Yuma- secondo il mio modesto parere però Alami avrebbe anche bisogno di una compagnia con sé, in modo da tranquillizzarla>>

Alami non capiva bene cosa stava succedendo, e perché parlassero di lei come se lei non ci fosse o come se non potesse sentire, si sentì un pò offesa ma doveva ammettere che avere qualcuno con sé l'avrebbe tranquillizzata.

Shin guardò velocemente Takeshi, voleva che quell'uomo se ne andasse il prima possibile da lui, e certamente fargli badare ad Alami sarebbe stato un ottimo metodo per allontanarlo.

<<Come ho già detto- ribattè Yuma, aveva capito l'antifona, non era uno sciocco, tra quei due non scorreva affatto buon sangue, anzi. La peggior cosa da fare ora sarebbe stato appoggiare uno invece dell'altro e ad essere sinceri Yuma non era convinto su nessuno dei due- mia moglie o la mia concubina o entrambe saranno più che liete di tenere compagnia la nostra ballerina.>>

Disse indicando con una mano Alami, anche se non si direbbe mentre parlava gesticolava davvero molto, spesso lo faceva anche senza accorgersene come adesso.

Alami fece un piccolo inchino mentre sorrise a Yuma, forse non doveva avere tanta paura di quell'uomo, era gentile.

<<La ringrazio>> disse con un filo di voce, guardando verso il basso.

<<vada nelle sue stanze adesso- disse semplicemente Yuma- credo debba riposarsi.>>

Alami annuì poi se ne andò via, girandosi a vedere per un attimo Takeshi che era rimasto lì immobile.

<<Dunque- disse Yuma una volta sicuro che Alami se ne fosse andata, socchiudendo la porta in modo che nessuno sentisse- qua devono cambiare un pò di cose...>>

Sia Shin che Takeshi rimasero sorpresi da quell'affermazione, non si sarebbero aspettati che un uomo calmo come Yuma potesse essere così autoritario e deciso, sembrava molto più malleabile.

Yuma ora aveva chiuso gli occhi e stringeva con due dita il mento mentre lo accarezzava leggermente, sembrava immerso nei suoi pensieri, non si sarebbe mai aspettato che già dalla primissima ora li a palazzo avrebbe avuto questi vari problemi o un problema di quel tipo, le cose non andavano bene e presto tutto sarebbe degenerato doveva essere pronto al peggio.

Sul volto di Takeshi presto scomparve lo stupore e incorciò le braccia, mentre Shin osservava anche Yuma, allora quello che si diceva sul capo clan Yamato era vero, interessante... Poteva essergli molto utile allora.

<<Cosa vuol dire?>> disse semplicemente Takeshi diffidente. Quell'uomo era appena arrivato e già stava iniziando a fare di testa sua? Non era nullo di buono. Non lo avrebbe mai visto con grande rispetto, mai, neppure se fosse diventato imperatore.

<<Vedete- disse riaprendo gli occhi e osservando bene entrambi e indicando il cadavere- se all'interno del palazzo imperiale, protetto fa farti guardie e nobili consiglieri, non è al sicuro neppure una giovane ballerina, come si può proteggere un impero?>>

Shin doveva ammettere che le parole di Yuma era fin troppo vere, appoggiava la sua logica e la comprendeva in pieno. Doveva ammettere che dalla morte dell'imperatore tutto stava scivolando sempre di più nel caos e non poteva permetterselo, doveva assolutamente accellerale i tempi del suo piano anche se avrebbe significato correre qualche rischio in più, anche Takeshi la pensava come Shin per una volta ma non lo avrebbe mai ammesso.

Shin annui sconsolato cercando di rifare la propria voce da lecché <<capisco cosa intende, purtroppo però questa della sicurezza non è compito mio>> disse lanciando un occhiata colpevole a Takeshi che ebbe una gran voglia di affettarlo, è vero, essendo Takeshi capo delle guardie e dell'esercito avrebbe dovuto tenere lui a sicuro il palazzo per non dire l'impero in tempo di guerra. Si sentì ferito nell'orgoglio, come se avesse fallito.

<<Giusto ma la cosa si è consumata nel suo ufficio, no?>> disse Yuma abbassandosi verso il cadavere e a cercare qualcosa di utile ma non trovando nulla si rialzò, tenendo saldo il lembo della veste per non sporcarla di sangue.

<<Cosa vuole insinuare?>> chiese Shin mettendosi sulla difensiva, mentre svaniva il sorriso dal suo volto.

<<Assolutamente nulla>> Yuma ora era sulla soglia della porta, doveva parlare con Alami a quattrocchi per chiarire meglio le cose, quei due uomini avrebbero fatto di tutto pur di incolpare l'altro quindi non erano affidabili le loro parole.

<<Ah- disse poi fermandosi sulla soglia e osservando la chiazza rossa per terra- pulite ed eliminate il cadavere, meglio se per ora questo rimanga tra noi quattro.>>

Shin lanciò un occhiata a Takeshi piena di rancore e disgusto <<tsk... Io ho del lavoro davvero molto importante da fare, non ho tempo per queste cose tra l'altro colpa tua, dovevi essere tu a proteggere il palazzo e sei stato tu ad ucciderlo.>>

Detto ciò l'uomo uscì senza preoccuparsi del pensiero di Takeshi, in realtà l'uomo aveva sperato in ciò, voleva vedere una cosa anche se doveva ammettere che le parole di Shin lo avevano toccato suscitando uno strano sentimento, sensi di colpa? Frustrazione?
Ma ora non aveva tempo per pensare a cosa stava provando. Si fiondò sul cadavere e inizio a cercare tra le tasche qualcosa... Cosa? Non lo sapeva ma di certo qualcosa che avrebbe incastrato Shin, un messaggio, un sigillo, un simbolo, un tatuaggio, qualunque cosa, Takeshi era sicuro che quell'uomo fosse uno dei sue viscidi scagnozzi eppure non trovò nulla nelle tasche... Nelle maniche invece trovò un minuscolo pezzo di carta leggermente strappato ai  lati e aveva l'aspetto di essere stata piegato più e più volte.

<<Finalmente, ti ho preso- disse aprendolo con grande entusiasmo  stando ben attento a non stracciarlo, rimanendo poi di stucco- cosa?! Non è possibile...>>


Shin si massaggiò le tempie mentre era appoggiato ad una parete di una parte quasi dispersa del palazzo, era sempre la zona est ma era molto più isolata ed utilizzata davvero molto raramente, non era altro che un piccolo corridoio utilizzato per lo più dalla servitù più bassa o dai fornitori di cibo, per lo più però era praticamente vuoto e popolato da ragni. Shin l'aveva scoperta parecchi anni prima e da allora si recava lì per pensare, pianificare, progettare... Ma ora non era lì per quello, l'oggetto della sua chiacchierata con una misteriosa figura era un'altro.


Shin e la figura stavano appoggiati al muro, gli uni accanto agli altri, nella parte più buia, non si guardavano negli occhi però, guardavano davanti a sé, la figura però sembrava giocherellare con quello che sembrava essere un piccolo pugnale, rigirandolo più volte nelle proprie mani.

<<avevi detto che non ci sarebbero state vittime innocenti, in alcun modo- disse subito la figura appoggiata alla parete accanto a Shin, il cappuccio copriva tutto il viso e per questo non si poteva ben capire l'espressione della figura o chi fosse, anche la voce era chiaramente camuffata e non per questo non si capiva se fosse una voce maschile o femminile- eppure...>>

L'ultima parola della figura era detta chiaramente con un verso di scherno, di presa in giro verso Shin, a quanto pare anche lui poteva essere preso in giro.

Shin allora perse la pazienza, in genere era un uomo molto calmo e mite ma oggi era davvero troppo, eppure lui non dimostrava la propria rabbia con grida o atti violenti ma con acidità e freddezza o con silenziose ma pungenti vendette.

<<NON sono stato io>> disse semplicemente alla figura togliendo la mano dalle tempie e alzando il volto, stringendo i pugni.

<<che cosa?>> disse in tono chiaramente confuso. Se non era stato lui vuol dire che era stato davvero un incidente?

<<non sono stato io ho detto, non era nel mio piano, non sapevo chi fosse. Non l'ho reclutato io>> ammise con una voce piena di frustrazione, sembro dirlo non alla figura ma a se stesso in una quasi giustifica.

Come era potuto succedere? Cosa stava succedendo? Per uno stupido incidente tutto rischiava di andare a rotoli... Però se quell'incidente fosse tutto tranne che un incidente? Certo! Perché non ci aveva pensato prima? Quante probabilità ci fossero che accadesse tutto quell'esatto giorno? E quante altre probabilità c'erano che Takeshi si ritrovasse proprio lì per salvare Alami? E quante c'è n'erano che Alami fosse salvata all'ultimo minuto?

<<Forse ci sono>> disse alzando poi lo sguardo verso il soffitto, pieno d'entusiasmo per aver finalmente capito cosa mancava in quell'enorme arazzo.

La figura alzò leggermente lo sguardo verso Shin, ormai anche la figura era abituata a quei suoi momenti in cui si lasciava completamente trasportare dalle sue idee, anche perché erano comportamenti in genere positivi, voleva dire che aveva finalmente un piano o capito qualcosa di importante.

<<Ho una nuova missione da darti, anche se l'ultima volta non è andata esattamente come sarebbe dovuta andare...>> disse fissando attentamente la figura.

<<Ti ho già detto più volte che il cappuccio non è scivolato e che non mi ha rimasto ferite...>> rispose in sua difesa  la figura, a mezza voce e guardando dall'altro lato.

<<Poteva  succedere e ci sarebbe mancato poco, avrei dovuto farti fuori per quello>> disse pensando ad alta voce guardando oltre a sé.

La figura iniziò a sudare freddo, non poteva farlo, non li, non ora... Dopo tutto quello fatto per lui.. Ma poteva succedere era anche l'occasione perfetta: soli, in una parte buia e desolata, con tantissime guardie che li circondavano. Non ci sarebbe voluto nulla per dare l'allarme e accusarla di essere un intruso.

<<ma non lo farò-disse tranquillizzando la figura, gli serviva ancora dopo tutto- devi invece indigare su una semplice persona...>>

La figura annui attendendo il nome non era la prima volta che lo faceva quindi sapeva già come agire, Shin si sporse verso la figura e sussurrò un nome e la figura sgranò gli occhi e fece un passo indietro troppo velocemente, stava quasi inciampando sul suo stesso mantello e le cadde il cappuccio.

<<N-non posso...>> disse quasi tremante ora stava chiedendo troppo, in parte era come se avesse già eseguito l'ordine di Shin ma ora in quel modo... Non poteva farlo.

<<Certo che puoi e farai- puntualizzò l'uomo avviandosi verso una piccola porta che lo avrebbe riportato nella sala principale dov'erano ancora i clan- non mi deludere, Asami. Potrei non essere così gentile la prossima volta...>>

Detto ciò l'uomo andò via lasciando la ragazza lì sola, ancora confusa, ma doveva eseguire l'ordine e lo avrebbe fatto a qualsiasi costo. Anche lei uscì dalla parte opposta e tornò dove c'era più vita e dal clan Jimbu, clan che stava disonorando, clan che stava trandendo.

Un'altra figura incappucciata aveva osservanto, appoggiata a un asse del soffitto, avvolta nell'oscurità.

<<Tutto secondo i piani>> disse sparendo del tutto nel buio.

Alami adesso era nella sua camera, grande e luminosa, molti delle decorazioni alle pareti erano state dipinte da lei stessa: una volpe bianca, un giglio rosa e infine un rametto rosso. Quello era un suo passa tempo dopo che finiva di danzare e soprattutto ultimamente, quando aveva tantissimo bisogno di pensare, disegnare stava diventando il modo per calmare i suoi pensieri.

La ragazza aveva smesso di tremare e si stava pettinando I capelli, Yuma le aveva promesso che qualcuno sarebbe arrivato a farle compagnia eppure non era arrivato ancora nessuno, doveva però prepararsi per la cena di quella sera. Non c'erano giustificazioni per quello e non voleva fermarsi nel passato, il passato non doveva fare da padrone al presente.

Dietro di lei c'era la figura di Takeshi, arrivato silenzioso come suo solito, osservava pensieroso la ragazza che continuava a pettinarsi i capelli.

<<ottimo- disse poi l'uomo mentrea ragazza smise di pettinarsi i capelli, ora guardava il vuoto in modo passivo sospirando- sta procedendo tutto liscio, Alami.>>








Angolo autrice.
Ciaooooooooooooooooooooo, come va? Visto, ho pubblicato in tempo? Voglio una medaglia.
*allora, non partire con "MasChilIsTa" "No StuPri", io avviso avvisato nelle regole più e più volte ^~^ Alami si sente colpevole perché è un fattore psicologico che succede molto spesso nelle vittime e non perché lo è davvero.
Come avete visto da questo capitolo si iniziano a capire un pò di cose :3, spero vi sia chiaro altrimenti capirete nei capitoli successivi.
Ora so che non c'entra nulla ma solamente a me succede che quando vado a prendere il pane struccata, con la tuta regalata dalla prozia Rosaria e con una coda da cavallo tanto per perché "la macelleria sta dietro casa" c'è di turno il commesso figo? ^~^ ditemi di no, vi prego.

Cosa avete capito della trama?--->

La trama?--->

Aspettative superate o no?--->

Che idea avete adesso?--->

Alami come vi sta sembrando?--->

Takeshi?--->

Shin?--->

Yuma?--->

Asami? Perché lo starà facendo? (per chi non lo ricordasse Asami è una figlia del Clan Jimbu e per tanto questo sarebbe tradimento) --->

Cosa succederà?--->

Teorie--->

Critiche--->

Secondo voi chi ci sarà nel prossimo capitolo?--->

Secondo voi morirà qualcuno nei prossimi capitoli?--->

AHHHHHHHHHHHHH! Ora una bella perla regalata da -Shewolf__:
"Mi fanno schiattare Yuma e Kyiomi:
"Il copricapo che sua moglie l'aveva costretto a metterlo*

Mi immagino una tipo:
"Mettiti il copricapo reale che cosí sembri venuto direttamente dal clan Jimbu"

E lui tipo:
"SUBITO, SONO UN YAMATO DI CUORE E ANIMA"

Kiyomi:"funziona sempre^^"

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