SUSSURRI.
Palazzo imperiale, stanza di Yuma Yamato.
Yuma guardò freddamente gli altri presenti, ancora li a parlare di quella questione, sentiva i suoi nervi crollare cosa non da lui, si sentiva stranamente piccolo ma con una forza troppo grande per lui che avrebbe rischiato solo di farlo scoppiare.
<<credo sia pesante insinuare una cosa del genere>> commentò poi Takehiko con tono arrogante, per la prima volta Yuma era pienamente d'accordo con quell'uomo cosa strana, forse doveva preoccuparsi.
Come si permetteva Shin di insinuare una cosa del genere? Anche solo di poter pensare una cosa del genere e se facendo così credeva di aver appena migliorato le cose aveva solamente gettato legna sul fuoco.
<<per una volta-disse chiudendo gli occhi cercando di calmarsi e abbassando lentamente il capo- sono d'accordo col capo clan Jimbu, è un accusa molto pesante>>
<<non è un accusa, ma un dato si fatto-disse Shin squotendo lentamente la testa e guardando i presenti- e vedete ci sono vari elementi che li testimoniano e tra l'altro poteste anche essere i diretti responsabili dell'assassinio dell'imperatore. >>
La calma con cui parlava anche di un elemento simile era quasi preoccupante e Takehiko stava decisamente perdendo la pazienza.
Tutti però erano troppo concentrati su loro stessi per capire l'ultima affermazione di Shin, che per alcuni era quasi scontata, che avrebbero certamente notato in un secondo momento.
<<perché allora non indagate invece di parlare con quella vostra lingua biforcuta?!>> disse Takehiko con i nervi a fior di pelle e con la mano sulla sua katana.
<<infatti già stiamo indagando siete tutti indagati>> disse velocemente Shin girandosi e andandosene via.
Yuma riaprì gli occhi di scatto e leggermente sudato, aveva sognato quel che era successo appena qualche ora prima, non riusciva proprio a togliersi quel pensiero dalla testa. Sentiva una forte ansia che gli premeva le tempie e che lo stava rendendo paranoico, cercava di non pensare troppo.
Aveva bisogno di rilassarsi in un modo o nell'altro ma le sue mani non trovarono il corpo caldo della moglie ma solamente un freddo cuscino, la donna aveva scelto di dormire separata dal marito quella sera per motivi che a lui ancora non erano ben chiari. Forse doveva chiamare Aina, la sua concubina, ma non gli andava moltissimo di uscire da quella stanza, si ritrovò a pensare ad Aina: era certamente una bella donna ma non l'amava di certo, la considerava solamente il suo passatempo.
Col massimo silenzio Yuma si alzò mentre fuori sentiva una cimice cantare, accese una piccola candela cercando di mettere a fuoco la sua vista, voleva assolutamente bere del vino. L'uomo non aveva vizi ma a volte aveva modi discutibili di rilassarsi ma riusciva sempre a non farsi trascinare in fondo da quei suoi modi, sebbene però spesso avesse qualche conseguenza da quei gesti.
In quel momento bussarono alla porta e Yuma corrugò la fronte pensierosa, chi poteva essere a quell'ora? Che fosse già mattino? No, non era possibile c'era ancora la luna alta nel cielo. Finalmente le nuvole erano scomparse.
L'uomo aprì la porta con gli occhi ancora semichiusi e davanti a sé trovò la candida figura di Alami che aveva nelle sue mani un calice di vino e qualche bicchiere e sopra la veste semi trasparente ora indossava una veste rossa più pesante, iniziava ad avere freddino e inoltre non voleva dare troppo una cattiva impressione per Yuma che stava iniziando a stimare seriamente.
<<Le ho portato il vino che aveva richiesto, spero non le spiaccia se sia stato io a portarglielo.>> disse cordialmente con un sorriso, aspettando che lui la invitasss ad entrare spostando il braccio.
Yuma sembrò più confuso: quando aveva ordinato del vino? Poi un lampo gli balenò in testa: lo aveva già richiesto poco prima ma appena si era disteso si era addormentato, quindi alla fine era passato decisamente meno tempo di quel che credeva. La stanchezza faceva brutti scherzi.
<<forse disturbo?>> chiese Alami inclinando leggermente il capo, vedendo che l'uomo non dava troppi segni di vita.
Yuma si riprese dai suoi pensieri e osservò la Bella Alami la cui leggera figura era illuminata appena dalla candela, facendola sembrare stranamente calda.
<<no, affatto, accomodati pure se vuoi e non farti problema se vuole farmi compagnia.>> disse con gentilezza facendole spazio invitandola ad entrare, mentre la ragazzina entrava e poggiava il vino sul tavolino Yuma chiuse la porta massaggiandosi le tempie.
Alami era abituata a incontri notturni di vario tipo: era la prima ballerina di corte, il suo compito era quello di intrattenere in un modo o in un altro. La cosa poteva sembrare triste o malinconica ma per lei non lo era anche perché ripeteva sempre "io non vendo il mio corpo ma la mia arte", sperava solo che anche per gli altri fosse così ma aveva capito che difficilmente lo era.
La ragazza si sedette in maniera composta iniziando a versare il vino mentre scivolava piano una manica mostrando le braccia nude, Yuma si soffermò ad osservare il corpo della ragazza abbastanza visibile: era affascinate dopo tutto e tra tutti era quella più gentile con lui a Palazzo e confidarsi con lei, sebbene nei limiti, era un vero piacere.
<<a quanto pare questa è una notte movimentata per lei>> disse l'uomo quasi ironicamente mentre si sedette anche lui mentre continuava ad osservarla.
La ragazza alzò delicatamente lì sguardo non cogliendo a volo le parole dell'uomo.
<<oh-disse dopo un pò con un sorriso calmo-da quando vivo a palazzo è quasi sempre così, non è più un disturbo per me.>> ammise porgendo un calice che Yuma subito portò alla bocca assaporando Il gusto del liquido rossastro.
<<mh, vivete da molto qua?>> disse guardandola intensamente.
<<abbastabza sinceramente però conosco questo posto alla perfezione ormai>>
Yuma bevete ancora, non contento, sembrava strano ma era abbastanza sensibile all'alcool quindi non c'è da stupirsi se le sue guance apparivano già rossastre.
<<mh... Allora credo che dovresti farmi dei favori...>> disse un pò impulsivo mentre posò con forza il calice e la guardò meglio.
<<come->> disse, forse aveva sentito lei male.
<<Credo che lei sia davvero una ragazza intelligente e non sto fingendo- disse annuendo, Yuma aveva capito che Alami era molto colta e sensibile e che chiaramente in lei c'era molto altro di quanto mostrasse veramente- e, sebbene ci conosciamo da poco, credo di poter considerare una persona abbastanza fidata e leale.>>
Alami si sentì alquanto lusingata di essere definita così da un uomo che ammirava sul serio, era bello che qualcuno la considerasse come una mente e non come un corpo, ormai poteva contare sulle dita le persone che la volevano per la sua intelligenza. La ragazza non poté non sorridere guardando Yuma e l'uomo capì che l'aveva resa felice con quella frase, si chiese quanti di loro avevano sempre trascurato la sua intelligenza per il suo corpo, a giudicare dal sorriso della donna troppi fino ad ora.
<<la ringrazio davvero tanto per questi complimenti- disse posando la coppa è iniziando a bere a poco a poco, non era una grande amante del vino- lei è troppo buono con me.>>
<<affatto- disse subito Yuma e guardandola- credo invece che lei sia troppo dura con se stessa, quindi ora potremmo anche definirsi amici, no?>>
Alami sorrise, di amici ne aveva davvero pochi al momento e anche quelli che aveva erano abbastanza selettivi e poco fidati per lei, e poi un amico come Yuma avrebbe fatto certamente comodo.
<<certamente>> disse sorridendo a trentasei denti.
<<e lei lo farebbe un favore per un amico?>> disse poi guardandola con sguardo duro e freddo, come se non fosse una richiesta ma un imposizione, la ragazza doveva fare un favore a quell'amico.
<<certamente- fu l'unica cosa che le venne da dire, capendo di non poter rifiutare- cosa vuole che faccia?>>
Iniziò a preoccuparsi quasi seriamente vedendo lo sguardo dell'uomo.
I capelli di Juri erano spettinati come un'alga e sembravano avere quasi vita propria a differenza della donna che sembrava più morta che viva: le guance scavate, le labbra dal contorno violaceo, la pelle bianca e gli occhi cerchiati di nero. Inoltre si sentiva ancora più stanca e debole a causa della gravidanza, non era riuscita a riprendere sonno e all'improvviso tutta la sua fame le era scomparsa e le era rimasta solo un grande senso di angoscia e quasi paranoia, odiava tutta quella situazione. Non poteva neppure fumare la sua pipa perché era in gravidanza e non voleva affatto nuocere alla sua creatura, eppure si ricordava di una frase che le veniva spesso detto da bambina.
<<"le donne in gravidanza dovrebbero solo pensare alla pancia e al nome del bambino" -disse chiudendo gli occhi con un amaro sorriso- come no...>>
Si alzò lentamente e si avviò verso il giardino a passo lento e pesante, seguita da Ryosuke che sembrava sempre più stanco anche lui, non aveva chiuso occhio e aveva seguito passo passo Juri.
<<cos'avete detto, mia signora?>> chiese scuotendo la testa, non avendo ben capito quella frase detta e non detta.
<<cosa? Oh, non ti preoccupare non parlavo con te. Parlavo tra me e me.>> la donna continuò a dare un'occhiata veloce ai corridoi in cui passava, doveva ammettere che la differenza tra il palazzo imperiale e lì era davvero notevole: i corridoi erano più stretti e meno decorati, il soffitto più basso ma Juri doveva ammettere che il palazzo imperiale non le sarebbe di certo mancato.
<<oh, capisco>> disse semplicemente il ragazzino prima che Juri gli afferasse Il polso trascinandolo fuori con velocità e forza, sebbene gli fosse difficile farlo.
Ryosuke fu colto di sorpreso e si lasciò trascinare quasi aiutandola vedendo che si stava sforzando.
<<cosa succede, mia signora?>> chiese con calma appena furono fuori nel giardino, l'aria era umida e il cielo grigiastro e l'erba era ancora piena di brina. Non c'era nessuno oltre a loro.
Juri riprese un attimo fiato poggiando la mano sul ventre e guardandosi attorno, appena si riprese guardo dritto negli occhio Ryosuke.
<<cos'avete scoperto?>> chiese riferendosi a suo marito, erano passati due mesi se non di più da quando aveva ordinato al ragazzo di indagare su di lui eppure non aveva riportato nessuna nuova notizia.
Il ragazzino aveva capito a cosa si riferisse la donna e si ritrovò con le labbra che sentiva incollate: aveva provato ad eseguire questo compito delicato alla meglio ma purtroppo non aveva scoperto nulla di così interessante, aveva pedinato il capoclan per giorni ma una cosa interessante l'aveva scoperta eppure non sapeva se era il caso o meno di dirglielo né se tanto meno era degna di nota.
<<parla>> disse poi la donna, un pò irritata da tutta quella situazione.
<<mia signora- iniziò il ragazzino- purtroppo non ho notato niente degno di nota, tutto assolutamente regolare a eccezione di uno.. Forse due... Eventi che mi hanno particolarmente colpito.>> ammise con voce seria cercando di mantenere il contatto visivo con quella donna.
<<di cosa si tratta?>>
<<ecco vede... Una sera l'ho visto uscire, di tarda notte, era completamente coperto da capo a piedi e per camuffarsi aveva portato con sé un bastone, non voleva essere visto...>>
Iniziò chiudendo gli occhi e provando a ricordare la scena mentre Juri pendeva dalle sue labbra, purtroppo però la scena era sfocata nella sua memoria.
<<... È entrato in un piccolo locale, non molto malfamato ma neppure di ottima fama, credo non volesse essere riconosciuto. È rimasto in piedi per tutto il tempo, fino a che non è arrivata una figura a cui ha allungato qualcosa... Non ricordo cosa o chi fosse dato che è stata sempre girata di spalle e la folla copriva la visuale..
Dopo ciò il signore ha aspettato cinque forse dieci minuti ed è andato via...>>
<<quando è avvenuto ciò?>>
<<il giorno prima della nostra partenza per il palazzo, mia signora>> il giorno era l'unica cosa che ricordava bene e non sapeva neppure perché.
Juri sembrò estremamente pensierosa, conosceva Takehiko e questa non era affatto una cosa da lui anzi... Non avrebbe mai fatto una cosa del genere a meno che non si trattasse di qualcosa di estrema importante e l'uomo aveva sempre reso molto partecipe la moglie negli affari di famiglia.
<<l'altra scena?>> chiese poi la donna.
<<ecco... Questa è davvero qualcosa di particolare... Nel palazzo Imperiale... Ecco ho visto che scriveva una pergamena...>>
Juri guardò Ryosuke quasi con uno sguardo di rimprovero.
<<non c'è niente di strano nel scrivere delle lettere.>> disse subito sospirando, forse aveva sbagliato.
<<perché non l'ha mai spedita la lettera l'ha semplicemente conservata li... Come se in realtà volesse solo sfogarsi.>> ammise a mezza voce.
A quelle parole Juri alzò la testa, era ufficiale, Takehiko le stava nascondendo qualcosa. Ma cosa? E come scoprirlo?
Alami era ancora seduta davanti a Yuma, sembrava tutto tranne che felice com'era quando era entrata in quella stanza.
<<Alami, capisco che può essere difficile per te ma sono più che sicuro che tu hai la risposta a questo dilemma...>> disse con gentilezza l'uomo, Alami viveva li nel palazzo da molto e certamente sapeva cos'era realmente successo: lo aveva capito dal suo atteggiamento spaventato e schivo, qualcuno voleva farle tenere la bocca chiusa.
Alami si guardò attorno e poi scosse la testa alzandosi velocemente.
<<n-non so niente!>> disse innervosita avviandosi verso l'uscita, lasciò cadere la pergamena che aveva con sé senza voltarsi.
Yuma subito si piegò a prenderla e lesse ciò che lui mai avrebbe voluto leggere.
ANGOLO AUTRICE.
Salve Salvino! :3 ho aggiornato in tempo e voglio una medaglia.
Critiche--->
Trama--->
Alami--->
Yuma--->
Takehiko--->
Juri--->
Ryosuke--->
Cosa c'è scritto su quella pergamena?--->
Teorie--->
So che l Ost non c'entra nulla ma è bellissima u-u
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