IL BANCHETTO
Palazzo Imperiale, sala da pranzo.
Alami ora ballava allegramente in un vortice di colori, con un sorriso a trentasei denti e con la libertà che si muoveva con le sue gambe, in quella sala illuminata dalla tenue luce delle candele dove per la prima volta i tre clan sedevano allo stesso tavolo sebbene fossero ancora "raggruppati" tra di loro almeno a livello di disposizione: al centro vi era il clan Yamato e proprio accanto a Yuma c'era Shin, a sinistra c'era il clan Jimbu e a destra il clan Yoshida mentre infondo vi era seduto anche Kenta che sorrideva continuamente ad Honoka, senza distogliere i suoi occhi da dosso a lei neppure una volta, uno dei vantaggi di essere ambasciatore reale era proprio quello di poter partecipare a questi eventi così importanti e accanto a Kenta vi era un Takeshi annoiato che non faceva che fissare in cagnesco Shin oppure fissere con lo sguardo vuoto Alami.
Visto dall'esterno quella scena era una scena di armonia e risate con i contorni quasi comici, che avrebbe portato pace e prosperità per il futuro: i capi clan che sorridevano entusiasti, le proprie mogli che chiacchieravano tranquillamente con le concubine, ma la realtà non è mai come sembra.
C'erano guardie armate in ogni angolo: i protettori del clan Yamato erano nell'angolo a destra, in corrispondenza del loro capo clan, il corteo del ventaglio appariva compatto in un piccolo angolo infondo ma in realtà le ragazze avrebbero dato tantissimo per non essere lì mentre i figli del clan Jimbu erano dietro le spalle di Takehiko a eccezione di Ryuzaki che era dietro le spalli di Juri e altre guardie imperiali sparsi qua e di là per la stanza. Questo non era l'unico elemento che rompeva l'armonia della scena: Hideki, ancora scosso per quello che aveva visto, osservava deluso Yuma chiedendosi come aveva fatto ad avere così tanta stima di lui fino a quel momento e di non essersi accorto che alla fin fine che anche lui era un essere umano e gli esseri umani possono commettere errori; Yuma, dal canto suo, osservava Alami cercando di capire come facesse ad essere così raggiante e in forma poco tempo dopo quello che aveva subito, si aspettava che fosse scossa e che non si sarebbe neppure presentata e invece era lì più raggiante che mai ed era sicuro che quella giovane avesse un viso familiare, e inoltre l'uomo lanciava occhiate preoccupate a Shin che osservava tutto nel più totale silenzio, con la mani giunte sul tavolo e un piccolo sorriso sul volto che si faceva spazio fra le varie rughe sul viso; Honoka osservava Juri chiedendosi ancora una volta dove l'avesse vista perché era sicura che già l'avesse vista e stranamente parlando la risposta alla sua domanda l'aveva l'ultima persona con cui avrebbe mai parlato: Chou.
Chou sapeva che Juri apparteneva al suo clan, non né era sicura all'inizio doveva ammettere che era cambiata molto da l'ultima volta che l'aveva vista: i capelli le erano cresciuti e non li portava più legati, era molto più ben vestita, era anche diventata più alta e più magra ma per il resto era la stessa. Pochi sapevano la storia di Juri e del suo matrimonio ma Chou era una di quelle persone e poi perché lei c'era quando tutto fu organizzato, era lì nel suo angolino ad ascoltare in silenzio e testa bassa, il matrimonio di Juri fu un matrimonio non solo programmato ma riparatore: la moglie di Shun proveniva dal clan Jimbu che lasciò perché stanca di quello stile di vita e perché innamorata di Shun, fu un vero scandalo, per evitare che scoppiasse una vera e propria guerra tra i due clan Juri fu data in sposa al clan Jimbu. Chou non aveva mai parlato con Juri né le interessava ma ricordava bene come tutti i ragazzi del clan le andassero dietro e come lei non si innamorò mai di nessuno, ricordava anche come accettò di andare in sposa al clan Jimbu senza battere ciglio e con grande coraggio. Forse il clan Jimbu era fatto apposta per lei: la sua freddezza, il suo portamento orgoglioso...
Juri ricordava bene il suo passato e non l'ha mai temuto, ripudiato con vergogna anzi: tra i presenti lei era assolutamente la più tranquilla e la presenza del clan Yoshida non la turbava minimamente, o almeno così sembrava: in realtà era preoccupata per ciò che a breve avrebbe fatto sicuramente Takehiko che ormai avrebbe fatto ad ogni cosa. Ogni tanto la donna alzava lo sguardo verso Shun e Chou, e in particolare verso Shun, un paio di volta aveva avuto delle leggere chiacchierate e l'ha sempre ritenuto troppo buono per il clan Yoshida così avido e tossico.
Juri continuò a bere tranquilla la sua zuppa a base di rape, gustandola in pieno, ultimamente la fame era decisamente aumentata e avrebbe mangiato l'intero banchetto con tutti gli ospiti ma doveva cercare di mantenere un comportamento adeguato. Colei che però non faceva trapelare assolutamente nessuna emozione era Yumi, la rossa infatti era lì solamente perché doveva esserci e anche se non ci fosse stata la cosa per lei sarebbe stata del tutto indifferente, tra tutte però era anche la più guardata proprio per le sue origini occidentali e i suoi ricci rossi che di certo non passavano inosservati e che quella sera aveva deciso di lasciare sciolti e ribelli, andando contro Takehiko. L'uomo aveva da subito notato che la rossa era decisamente più trasandato di quanto doveva in realtà esserlo e certamente l'avrebbe punita per ciò, non poteva permetterle di mancargli così di rispetto soprattutto se era ancora una semplice concubina per di più occidentale.
Tra tutte chi la guardava di più erano in due: Ren, curioso dei suoi capelli rossi e delle sue origini, e Chou che era quasi invidiosa di come tutte la guardassero per motivi a lei sconosciuti.
Eppure Chou si era vestita nel modo più provocante possibile: un vestito rosso e leggero accesso le ricadeva sulle forme armoniose del corpo, lasciando intravedere della carne, sul vestito in oro erano cucite delle tigri, le braccia erano interamente scoperte e decorate da tantissimi bracciali in oro e pietre preziose, i capelli erano legati in un'elegante acconciatura accentuata dalle decorazioni in oro nei suoi capelli, sul suo viso aveva un leggero trucco maggiormente messo sulle labbra per accentuarle eppure non era lei quella più guardata! La cosa le faceva salire una grande rabbia! Perfino Kenta, che per Chou sarebbe stato quello che avrebbe sbavato dietro di lei, lanciava occhiatina a Yumi e Chou non potette non notare quanto stava bevendo l'ambasciatore le cui guance erano già leggermente rossastre.
Alami nel frattempo ancora danzava piena di passione e sembrava non sentire la stanchezza, sebbene ormai fossero in pochi che davvero la guardavano, per poi fermarsi ma non perché la danza era finita me perché Shin l'aveva interrotta.
Il consigliere reale infatti non solo si era alzato da tavola ma con un colpo di tosse e un gesto della mano aveva fatto capire alla giovane ballerina che doveva ormai fermarsi, la ragazza si era fermata di scatto senza pensarci due volte anche perché conosceva Shin e certamente aveva i suoi buoni motivi e rimase così immobile, con i capelli sfuggiti dall'acconciatura e un rigorino di sudore sulla fronte.
Quasi nessuno però notò che la ballerina non danzava più e che Shin si fosse alzato così l'uomo diede un colpo di tosse ancora più forte ma ancora nulla, la cosa lo innervosì molto: era davanti a dei uomini maturi ed importanti o davanti a dei fanciulli che giocavano nelle campagne?
<<SILENZIO, PREGO!>> disse ad alta voce, in quel momento tutti gli occhi erano puntati su di lui e in particolare quelli di Juri, Yuma e Takehiko ms ognuno guardava Shin in modo diverso: Yuma lo guardava ancora con perplessità e freddezza, come se lo stesse studiando; Takehiko lo guardava in cagnesco, con le occhiaie nere ancora più evidenti con quello sguardo e Juri che lo guardava con freddezza ma con grande attenzione, anche se in realtà nascondeva un velo di preoccupazione. Cosa aveva in mente quell'uomo? Erano ancora nel mezzo del banchetto.
Shin però non sembrava affatto turbato, pensieroso o ansioso su ciò che aveva appena fatto anzi, non era mai stato così tranquillo in vita sua: il mento leggermente alzato, le mani ancora giunte e un sorriso sul volto. Si mosse leggermente in avanti, con la veste giallo spento che ondulava di qua e di là, in modo che tutti potessero guardarlo.
Takeshi aveva le nocche bianche, non gli piaceva affatto quello che Shin aveva appena fatto così come non piaceva a Takehiko, il capo clan Jimbu infatti stava per prendere lui la parola e non gradiva che qualcun'altro l'avesse preceduto e tra l'altro probabilmente stava per dare quella notizia che avrebbe reso la sua insignificante.
Anche Takehiko si alzò di scatto con molta più violenza di Shin, facendo tremare il tavolo, rovesciando anche qualche bicchiere e causando qualche spavento qua e là, per poi guardare l'uomo in cagnesco.
Shin però non si scosse minimamente e si girò leggermente verso Takehiko: <<Non si preoccupi, onorevole Jimbu- disse in tutta tranquillità, indicandolo con un gesto della mano- qualsiasi cosa ha da dire potrà dirla tranquillamente ma dopo di me>>
Il tono di Shin oltre che calmo appariva fortemente sfrontato e provocatorio, come non solo se stese sfidando Takehiko e quindi l'intero clan Jimbu ma anche come se sapesse perfettamente cosa voleva dire Takehiko. La cosa non prometteva nulla di buono. Juri capì ciò prima di tutti e osservò meglio la sala e solo allora notò quanto fossero numerose le guardie imperiali, certo in teoria dovevano servire L'imperatore e il proprio capitano, Takeshi, ma in fin dei conti erano sempre esseri umani che potevano essere corrotti.
Takehiko però non si calmò né si sedette, rimase lì in piedi, solo si sistemò meglio cercando di ricomporsi mentre Shin continuava a guardarlo, Takehiko aveva una gran voglia di strappargli lui stesso quel suo sorrisetto di dosso, era stanco di essere preso in giro.
<<Facciamo così- disse il consigliere vedendo che non si era ancora calmato, anche se il suo tono risultava ancora troppo da burla- io inizierò a parlare e quando lo riterrà più opportuno mi interromperà liberamente e dirà cosa ha da dire.>>
Takehiko non era completamente d'accordo, per lui quella era una grande umiliazione ma non poteva fare altrimenti.
Chou si godeva la spettacolo sossergiando del sake, quegli uomini così stupidi e sciocchi, sembravano ancora dei bambini ma Alami non era tranquilla come Chou anzi era preoccupata per quello che Shin stava per dire.
<<Miei cari- inizio poi a parlare dopo essersi schiarito ulteriormente la voce- siamo qui felicemente riuniti, è un evento molto importante e quasi secolare: Il clan Jimbu, la forza di questo Impero, il clan Yoshida, la spina d'orsale dell'economia e il clan Yamato, il protettore dell'arte. Sono così emozionato di avervi tutti qua, per me questo davvero è un grande onore ma purtroppo come ben sappiamo le circostanze non sono per nulla delle migliori: tra poco ci sarà un nuovo imperatore, poiché il buon imperatore è ormai morto e non ha lasciato figli come ben sappiamo e a tal proposito fu così furbo da scrivere colui che sarebbe diventato imparatore in questa pergamena che ora stringo nelle mie mani e che sono più che onorato di leggere per la prima volta qui: "Purtroppo, il mio tempo è al tramonto e i miei figli mi hanno preceduto, per tanto non ho eredi diretti per il mio sano impero, la scelta di colui che mi seguirà è stata una scelta ardua e faticosa ma che spero porti tantissima speranza per tanto io, Ataro Mizuki, detto il Buon Imperatore, nomino come mio unico ed assoluto successore: Yuma Yamato, capo del clan Yamato"... >>
Probabilmente tutti in quella stanza sapevano chi sarebbe stato il nome detto ma nonostante ciò lo stupore fu lo stesso molto: si alzavano sussurri e occhiatine e lo stesso Yuma si senti improvvisamente in un sogno. Se lo aspettava, è vero ma comunque l'emozione era tanta, così tanta che non sapeva dire cosa stesse provando: felicità, paura, emozione, tensione... Sembrava che provasse tutto e nulla.
Shin cercava di mostrare sempre più il simbolo del clan Mizuki, il clan da qui proveniva il Buon Imperatore, ormai estinto: una luna colorata di rosso e bianco.
Mentre parlava Shin, come suo solito, modifivava il tono della voce in base a ciò che doveva dire e gesticolava spesso, fu poi interrotto da Takehiko.
<<Se permette - disse Takehiko con lo stesso tono cordiale di Shin, in certi casi era meglio giocare il gioco del nemico che provare a sconfiggerlo- ora ritengo il momento più opportuno per interromperla.>>
Shin annuì piano con la testa, senza lasciar trasparire nessuna emozione mentre con i suoi piccoli occhi osservava Takehiko.
<<Come ben sappiamo, la legge parla chiaro: l'erede maschio avrà il trono- disse con tono di superiorità, doveva ammettere che non era poi così male quella sensazione di tutti che pendevano dalle sue labbra- ma purtroppo il Buon Imperatore non ha lasciato eredi, per questo siamo qui a contenderci il trono...>>
Yuma iniziò ad innervosì sul serio, aveva capito dove Takehiko voleva arrivare a parare. No, i suoi figli non andavano toccati. <<E io di eredi maschi ne ho ben due, sani e forti.>> commentò quasi in tono di vanto.
Per la prima volta Hideki e Ren furono attenti ed interessati, Ren si sentiva leggermente in imbarazzo mentre Hideki si sentiva semplicemente chiamato in causa.
<<Oh, questo lo so e faccio i miei più sinceri complimenti- disse Takehiko cercando di contenersi, si quella situazione gli piaceva e molto.- ma credo che anche lei sappia che non sono naturali quindi in questo caso il trono andrebbe a chi dei clan ha un figlio maschio naturale.>>
<<Opzione impossibile in questo caso- disse Yuma con tono ovvio, osservando sia Shun che Takehiko- dato che nessuno l'ha avuto e che la scelta è ricaduta quindi sull'anima dell'imperatore che ora riposa in pace...>>
<<Ecco, è qui che ti sbagli- rispose Takehiko con un leggero sorrisetto. Mentre Juri aveva ormai capito cosa stava per succedere e si preparava psicologicamente- sono più che felice di annunciare che mia moglie, Juri Jimbu, è incinta!>>
Lo stupore generare fu tanto, questo cambiava del tutto le cose. Gli occhi di tutti furono improvvisamente puntati su Juri che per la prima volta nella sua vita davvero non sapeva che fare. Qualcuno obbiettiva da un lato, chi da un'altro e stava nascendo un acceso battibecco tra Takehiko e Yuma.
Hotaru non poteva credere a quella situazione, mentre continuava a stringere la propria lancia. Come osava il capo clan Jimbu mancare così di ristretto al clan Yamato? La donna si chiese soprattutto se quella gravidanza fosse vera o solamente una tattica, non poteva ben saperlo: se osservava meglio Juri notava che aveva un leggero rigonfiamento sul ventre che poteva benissimo contenere un feto, così come fosse solamente carne. In questo caso solamente il tempo poteva risolvere l'arcano.
<<SILENZIO!!!- gridò ancora più forte di prima Shin, con i nervi a fior di pelle- UN PÒ DI CONTEGNO!>>
Di nuovo ci fu del silenzio ma gridò così forte che tossì per un paio di volte.
<<Scusatemi, l'età avanza- disse per poi riprendere fiato- il capo clan Jimbu ha ragione: la legge è la legge e questo testamento vale solamente nel momento in cui non ci fosse stato un erede...>>
Takehiko sentiva di aver ormai vinto, già si vedeva sul trono a comandare e con le sue legione in ogni angolo dell'impero.
<<MA- disse Shin riportando con i piedi per terra Takehiko e riaccendendo la speranza in Yuma- la legge varrebbe solamente se l'erede fosse maschio e non ne possiamo avere la certezza... Per tanto io stesso in quanto consigliere proporrei di aspettare ancora un pò per l'incoronazione... Se il nascituro sarà maschio l'imperatore sarà il capo clan Jimbu mentre se sarà fammina sarà imperatore il capo clan Yamato, proporrei di mettere ai voti la mia proposta.>>
La cosa era assurda, lasciare il destino del popolo nelle mani di una gravidanza eppure moltissime mani si alzarono, quella, sebbene fosse una proposta folle, era l'unica idea che avevano.
Shin contò velocemente le mani alzate e sorrise con piacere.
<<molto bene, la maggioranza ha approvato la mia scelta>>
Shun sta volta prese la parola, proprio lui che fino ad ora era rimasto lì zitto a guardare, lui era uno dei pochi che non aveva alzato la mano
<<E cosa dovremmo fare fino ad allora? Lasciare tutto nelle mani del caso?! C'è un impero da guidare e come ben sappiamo le gravidanze durano tempo. >>
<<È vero... Le do pienamente ragione... Per tanto momentaneamente il potere rimarrà nelle mie mani come il Buon imperatore aveva già deciso tempo primo e sarà cogestito con voi tre- disse con un leggero sorrisetto- c'è qualcuno contrario?>>
Di contrari c'erano ed erano anche personalità importanti eppure sapevano di non poter obbiettare.
Shun però era ancora scosso, non riusciva a capire perché tutti si comportassero in modo così calmo e rilassato in una situazione critica com'era quella che stavano vivendo eppure sembrava che solo Shun si rendesse conto della grività della situazione, come se per gli altri quello fosse solo un gioco nel dimostrare chi fosse il più forte tra di loro.
<<A meno che lei non voglia iniziare una guerra per il trono>> disse semplicemente Shin, notando la disapprovazione e lo sdegno di Shun, e aveva ragione purtroppo, l'unica alternativa plausibile per un problema del genere era la guerra.
Shun era un pacifista, odiava la guerra ma era anche uno stratega: contro gli Yamato avrebbe potuto vincere, contro i Jimbu invece sarebbe stata un'impresa più ardue e in quel momento non poteva permettersi di fare passi falsi...
Shun, pieno di tristezza e con un senso di sconfitta addosso, si risidette e Chou mise una mano su quella del fratello per rincuorarlo e per la prima volta lo guardò con dolcezza, anche Chou trovava tutto ciò una vera follia ed era più che d'accordo con Shun ma non potevano farci nulla entrambi.
Quando ci fu silenzio totale Shin riprese a parlare.
<<Perfetto allo così sarà- lanciò un occhiata divertita a Juri, che nel frattempo aveva posato la sua zuppa e stava per andarsene.- allora tutto è nelle sue mani o per meglio dire... Nel suo ventre>>
Shin disse ciò per sdrammatizzare la situazione, anche se non sembrava anche lui aveva un suo senso dell'umorismo.
Juri lo guardò fredda per poi dire <<non sono sua sorella, esigo che mi porti rispetto>>
Quella risposta spiazzò un pò Shin che disse un semplice <<mi scusi.>>
<<Non ho finito però- disse notando chestava per perdere l'attenzione dei presenti e che alcuni di questi si stavano per fino alzando- purtroppo dopo molto tempo e impegno ho scoperto una verità che mi ha lasciato sopraffatto... L'imperatore non è morto per cause naturali o febbre, è stato assassinato e purtroppo l'assassino è ancora a piede libero>>
Asami scoraggiata lanciò un occhiata a Takehiko e poi a Shin.
Se prima la stanza era silenziosa adesso sembrava che ci fosse un mercato si alzarono voci, grida e proteste. Shin ormai era stanco di richiamare sempre il silenzio così con un gesto alla guardia ordinò di scoccare una freccia in aria e il gesto attirò subito l'attenzione.
<<Come ci osa mancare così di rispetto!>> disse infuriato Takehiko, ora aveva davvero perso la pazienza.
<<Sono davvero dispiaciuto ma ho bisogno dell'attenzione di tutti voi, come dicevo l'assassino è ancora libero ma non per molto... Ho avviato un attenta squadra per la ricerca del miserabile e se volete unirvi o indagare in modo autonomo siete più che liberi di farlo>>
Ci fu un profondo silenzio, Hotaru guardò Shin, non aveva il permesso di parlare, se solo l'avesse avuto gliene avrebbe dette quattro...
<<Mi spiace molto interromperla- disse Takeshi alzandosi, fino ad ora era rimasto in silenzio ma anche la sua pazienza aveva un limite- ma non credo che sia autorizzato ad indagare su questa questione. Spetta a me, in quanto capo delle guardie.>>
Shon annuì <<avete ragione, mio caro Amico- Takeshi gli avrebbe voluto spaccare tranquillamente la faccia ma in quel momento non poteva, c'erano troppi testimoni- e non intendevo mancare per nulla di rispetto al tuo ruolo, solamente non volevo darti pesi eccessivi.>>
<<È il mio lavoro, non ci sono pesi eccessivi!>> disse a denti stretti, Takehiko doveva ammettere che iniziava a provare una certa simpatia per Takeshi.
Ryosuke sembrò improvvisamente agitato ma non per la paura, aveva appena ricordato qualcosa, quando Juri gli ordinò di pedinare Takehiko... Doveva solo dirlo a Juri il prima possibile, ma adesso proprio non poteva.
<<BASTA COSÌ!>> gridarono assieme Shun e Yuma, vedendo che l'aria tra i due diventava sempre più accesa. Takehiko invece si stava godendo lo scontro verbale lanciando uno sguardo di disapprovazione ai due uomini che avevano interrotto.
Yuma e Shun si lanciarono un occhiata d'intesa, non si aspettavano di parlare assieme. Shun si risedette, lasciando così la parola a Yuma, era meglio non lanciarsi troppo tra i leoni.
<<Per piacere- disse però prima di risiedersi- siamo uomini adulti, non siamo mica dei ragazzini.>>
<<Il capo delle guardie ha ragione, è compito suo e se n'è occuperà lui- disse Yuma indicando Takeshi con una mano- e su questo non si discute, deve però trovare più informazioni possibili, voglio che l'assassino sia trovato ed ucciso pubblicamente, chiunque esso sia. Consigliere, le sue squadre dovranno fornire qualsiasi informazione sanno alle squadre del capo delle guardie, qualunque esse siano e poi dovranno ritirarsi.>>
Shin annuì amaramente, le sue squadre non avrebbero più lavorato alla luce del giorno ma esisteva anche la notte. Nulla lo avrebbe fermato, e poi aveva un indizio importante, non era sicuro su chi fosse ma una cosa la sapeva bene: l'assassino era seduto lì a quella tavola.
<<Sarà presto fatto, se permettete io inizierei da ora ma per protocollo nessuno deve lasciare la capitale. >> disse Takeshi, uscendo pieno di nervosismo in corpo. Sebbene questa fosse una cosa risaputa ci fu un pò di amarezza, Takeshi avrebbe certamente limitato le entrate e le uscite dalla capitale e probabilmente l'economia né avrebbe risentito.
Shin sorrise mentre fece un piccolo cenno alle sue guardie e lanciò una veloce occhiata ad Asami, lui già aveva un sospettato su chi fosse l'assassino, era sicuro su chi fosse, gli servivano solo prove. Prove che avrebbe avuto tra poco.
ANGOLO AUTRICE.
BUONA SERA
COME VANNO LE FESTE? -3--3-
SIAMO NEL NUOVO DECENNIO RAGA. Dato che io amo gli auto elogi nella mia infinita umiltà e modestia ora farò una piccola analisi del capitolo :3 *musica di super Quark* in questo capitolo possiamo notare come sia ben chiaro che ormai l'impero si stia sgretolando e come sia più che chiarissimo che tra poco vedremo sangue e teste mozzate ovunque, buon proseguimento di serata.
Trama--->
Chi è per voi l'assassino? Perché?--->
Yamato o Jimbu?--->
Shun--->
Takehiko--->
Yuma--->
Juri--->
Chou--->
Alami--->
Che idea vi siete fatti di Shin--->
Cosa ne pensate di tutto?--->
Teorie--->
Critiche--->
Chi morirà per primo--->
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