#184

Stiles sa che è sbagliato. 

Non proprio sbagliato, in realtà. Diciamo più "non convenzionale", ecco. 

Sa che non è convenzionale quello che sta facendo, ma, Dio, è terribilmente eccitante! Starsene lì, nascosto, in attesa, gli sta facendo confluire tutto il sangue in un posto ben lontano dal cervello. Quindi,  ora, non riesce proprio a pensare lucidamente riguardo quella situazione. 

Si trova nella tenda da campo del suo superiore ed è in Messico, per il suo primo stage post laurea. Si è laureato in archeologia con il massimo dei voti e, due mesi dopo, una cooperativa ha pubblicato un bando di concorso per uno stage di sei mesi in Messico, appunto. 

Ha conosciuto Derek Hale, l'archeologo responsabile degli scavi, due settimane prima, quando si sono incontrati insieme a tutta la squadra all'aeroporto. Hanno volato seduti vicini, mentre Derek gli spiegava meglio il lavoro e Stiles gli faceva tutte le domande del caso. 

Si sono praticamente saltati addosso dopo solo due giorni, mentre Stiles litigava con un secchio pieno d'acqua che gli era finito addosso e Derek si era offerto di aiutarlo. Non che Stiles non avesse conto i suoi sguardi famelici e non che non avesse ricambiato leccandosi le labbra con fare allusivo, ma gli sembrava comunque assurdo. Derek aveva preso il secchio, lo aveva appoggiato a terra e aveva trascinato Stiles in uno dei bagni e se l'era praticamente mangiato. Stiles non riusciva a definire quel primo bacio in modo diverso: Derek sembrava affamato. Aveva afferrato le spalle dell'uomo, aveva sentito quei muscoli sodi sotto i polpastrelli e aveva deciso di voler sentire la sua pelle il prima possibile a contatto con tutti il suo corpo. 

Nelle due settimane successive, quel bacio si era ripetuto, accompagnato da toccate fuggenti, o anche un po' meno fuggenti, orgasmi fantasmagorici e rossori da barba sul collo di Stiles che proprio non gli dispiaceva avere. 

Quello che dispiaceva a Stiles era non essere ancora riuscito a sentire Derek dentro di sé, per questo ora è nella sua tenda, aspettando che torni dalla doccia serale. Ed è eccitato non solo perché Derek non lo sa e perché è il suo responsabile, ma anche perché Stiles ha ventiquattro anni e Derek ben quaranta. Quaranta portati magnificamente, aggiunge nella sua testa. Se lo sapesse suo padre, lo ammazzerebbe. 

Il cuore gli balza nel petto quando l'entrata della tenda si apre e Derek entra. Praticamente è nudo, fatta eccezione per un asciugamano bianco legato in vita. A Stiles si secca la gola e deglutisce a fatica. Vuole mordere, leccare, toccare e i suoi pantaloni stanno diventando sempre più stretti sul davanti. Prende un respiro profondo ed esce dal suo nascondiglio, un sorriso malizioso e gli occhi puntati in quelli dell'altro. 

Vede Derek spalancarli, in un'espressione stupita che poi si trasforma subito dopo il quella affamata che ha sempre quando vede Stiles. 

"Ragazzino" dice, avanzando e poggiando le mani sui suoi fianchi. Stiles, di istinto e anche perché non vedeva l'ora, appoggia le mani sul suo petto, su quel muscoloso petto ricoperto da riccioli neri. 

"Sorpresa" dice, ancora malizioso. 

Derek sposta una delle mani fino alla sua nuca, afferrandogli i capelli e Stiles vorrebbe dire di non aver urlato un gemito, ma mentirebbe. Derek gli tira i capelli, facendogli piegare la testa all'indietro e si sporge per leccargli il collo, dalla base fino al meno, che morde piano. 

"Hai deciso di uccidermi?" chiede l'uomo. 

Stiles geme ancora, quando sulla scia della leccata, Derek gli lascia piccoli morsi. "Hale, credo sia tu ad essere in vantaggio e che sia io quello che potrebbe essere ucciso a breve" risponde, con il suo solito tono di sfida e di malizia. 

Derek gli riabbassa la testa, guardandolo negli occhi. "Come mai sei qui, Stiles?" 

"Ah, bello che tu me lo chieda" esordisce. "Sono laureato in archeologia e devo fare uno stage di sei mes-" 

Un gemito interrompe quel fiume di sarcasmo, quando Derek gli afferra con forza le natiche e se lo tira contro, facendo sbattere la sua erezione con quella di Stiles. 

"Allora?" incalza l'uomo. 

"Sono qui perché voglio essere scopato da te. Con forza. Ora." 

Derek ghigna e Stiles potrebbe anche venire nei pantaloni se continua con quegli sguardi, ma lìuomo forse ha deciso di risparmiargli questa brutta figura, perché si allontana di qualche passo, guardandolo. 

"E perché sei ancora così vestito? Spogliati per me" ordina. E no, forse Stiles potrebbe venire anche solo ascoltando quella sua voce roca. 

Obbedisce, però. e cerca di farlo nel modo meno scoordinato possibile, cercando di essere anche sexy. 

"Via anche quelli" ordina ancora Derek, indicando i boxer neri che ha ancora addosso. 

"E tu via quella" ribatte Stiles, indicando l'asciugamano che lo copre ancora. Derek gli fa un occhiolino, poi la lascia cadere ai suoi piedi. 

"Wow..." si lascia sfuggire Stiles e l'altro sorride. 

"Ti piace quello che vedi?"

"Sì, sì, mi piace. Mi piace davvero molto" risponde quasi in trans, avvicinandosi. Vuole assolutamente continuare a toccare quella pelle. Solo che, quando è vicino, Derek gli afferra entrambi i polsi, tenendoglieli fermi sopra la testa con una sola mano. Stiles non cerca nemmeno di ribellarsi. 

Con la mano libera, Derek gli stringe un fianco, avvicinando a sé il corpo di Stiles e parlandogli a un millimetro dalle labbra. 

"Ti scoperò, come mi hai chiesto, ad una sola condizione, ragazzino."

Stiles annuisce. Accetterebbe qualsiasi cosa in quel momento. 

"Tutto quello che vuoi."

Derek sorride, questa volte è meno ghigno e più vero sorriso, pensa Stiles. 

"Domani sera, considerando che dopo domani gli scavi sono chiusi, ci vieni a cena con me?" 

Stiles emette un sospiro sorpreso. Derek è ancora lì, le labbra contro le sue, sorride, gli tiene i polsi bloccati. Sente il suo respiro sulle labbra, la sua erezione contro una coscia e gli ha davvero chiesto un appuntamento? A lui? Lo stagista sfigato? 

"Allora?" incalza l'uomo. 

"Tu vuoi uscire con me? In pubblico? Anche se abbiamo sedici anni di differenza?" gli riversa addosso quel fiume di parole. 

Derek sposta la mano dal suo fianco alla sua guancia, senza però spostarsi. 

"Direi di si. Per te è un problema?" chiede. E a Stiles sembra un po' timoroso. 

"Oh, no, direi che non c'è proprio nessun problema."

Derek si sporge, lo bacia, in quel modo famelico di sempre, che fa tremare le ginocchia a Stiles. Stiles che se non avesse un braccio dell'altro intorno ai fianchi, sarebbe già caduto in ginocchio. Non che non voglia starci in ginocchio davanti a Derek, eh, ma non svenendo dopo un bacio. 

Derek lo spinge ad arretrare, fino a quando Stiles sbatte con le gambe contro il letto e ci cade sopra, seguito dall'altro, subito a cavalcioni su di lui. Derek non gli ha ancora lasciato liberi i polsi. 

"Ora posso esaudire il tuo desiderio, ragazzino" ghigna, per poi riprendere il bacio. 



La parola era "ARCHEOLOGO". 

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