#160
Le chiavi di casa ti cadono dalle mani appena lo vedi. Sulla porta, inciso sicuramente da artigli affilati, c'è il simbolo del branco Hale. La triskele che Derek si è tatuato a sedici anni.
Non vedi quel simbolo da quindici anni, da quando ne avevi diciotto. Ora ne hai trentatré e non sai cosa possa significare.
Ti abbassi, afferri le chiavi dallo zerbino, le mani che tremano, e cerchi di aprire la porta. Guardi di nuovo quel simbolo, prima di entrare in casa, chiederla e appoggiarti contro di essa. Prendi qualche respiro profondo, poi afferri il telefono dalla tasca e fai partire una chiamata.
"Ehi, fratello!" ti saluta felice Scott. Non lo senti da una settimana, forse, ma è normale, ormai siete entrambi molto impegnati e lui aspetta un figlio.
"Scott" dici solo e lui si zittisce. Potete anche sentirvi meno spesso, ma ti conosce come le sue tasche.
"Cosa succede?" chiede infatti.
"Da quand'è che non senti Derek?" chiedi, la voce che trema. Sai che Scott lo sentiva all'inizio, quando Derek ti aveva lasciato ed era andato chissà dove. Non hai mai voluto sue notizie e non sai se abbiano continuato a sentirsi.
"Derek? Beh...Non lo so di preciso. Solo qualche anno, credo."
Prendi un lungo respiro per calmarti. Per qualche motivo eri convinto che non si sentissero da quindici anni, che si fossero sentito solo i primi mesi.
"Perché?" incalza Scott.
"Aspetta, ti mando una foto" gli dici e riapri la porta, per scattarne una col cellullare ed inviargliela.
"Oh..." risponde Scott. "Non- io non so perché. Non sapevo nemmeno fosse a Beacon Hills, Deaton non mi ha detto niente."
Ora senti Scott molto agitato. "Scott, sai qualcosa che non so" e non è una domanda.
"Stiles, se è tornato, e si è fatto, beh, in un certo senso sentire, credo che si farà anche vedere..."
"Scott..." dici solo.
"Stiles, davvero, non potevo quindici anni fa e non posso ora. Ho...ho fatto una sorta di promessa magica e lupesca."
Fai qualche passo e ti lasci andare sul divano.
"Va bene, non voglio ti succeda qualcosa di brutto. Ma solo...devo preoccuparmi?" chiedi.
"Se è quello che credo, ti arrabbierai molto, questo posso dirtelo."
"Va bene, va bene. Ci sentiamo, fratello" e chiudi la chiamata.
Chiudi anche gli occhi, appoggindo la testa all'indietro, contro lo schienale. Non sai se ti sei addormentato, ma salti su spaventato quando senti il campanello. Vai ad aprire ancora assonnato, senza ripensare alla conversazione con Scott e ti ritrovi davanti un ragazzo, un adolescente.
"Ciao, posso aiutart?" chiedi, sbadigliando.
Il ragazzino sembra...impaurito? Non parla, ti guarda solo con occhi sbarrati.
"Ehi, stai bene?" gli chiedi, appoggiando una mano su un suo braccio. Lui sembra riscuotersi.
"Ciao, mi chiamo Robert Hale" e allunga una mano. Ricambi la stretta, spaesato. Hale? Robert? Conosci solo un Robert Hale ed era il papà di Derek.
"Ciao, Robert" saluti. "Cosa posso fare per te? PErché sei qui?"
Il ragazzo abbassa lo sguardo sulle proprie mani che sta girando tra loro, agitato. Ti fa tenerezza.
"Vuoi entrare? Vuoi qualcosa da bere?" lo esorti. Lui alza lo sguardo, punta i suoi occhi verdi nei tuoi. Lo stesso ed identico verde Hale, il verde di Derek.
"Sono il figlio di Derek Hale" ti dice, dando voce ai tuoi pensieri.
Fai un passo indietro, e lo inviti ad entrare. Nemmeno sai perché, ma ti ha troppo sconvolto e hai bisogno tu di sederti e di bere qualcosa ora. Lo porti in cucina, versi due bicchieri di succo e ti ci siedi di fronte.
"Perché sei venuto da me e mi hai fatto quel simbolo sulla porta, Robert?" chiedi.
Lui sembra imbarazzato. "Perché non ci so fare con le parole e...e il mio lupo ha un po' preso il sopravvento quando sono arrivato qui e ho sentito il tuo odore intorno alla casa..."
"Okay" dici, senza pensare. "PErché eri venuto?"
"Perch-" il ragazzo si interrompe quando forti colpi si abbattono sulla tua porta. Ancora prima di sentire la sua voce, sai che è lui. "ROBERT HALE!" urla, infatti, mentre vai ad aprirgli.
Derek Hale, invecchiato di qualche anno, ma sempre con la stessa espressione, si staglia sull'ingresso di casa tua. Furioso.
"Pa-pà..." senti alle tue spalle e ti giri a guardare il ragazzo che cerca di nascondersi dietoro la porta della cucina.
"Derek, qual buon vento!" dici per stemperare la tensione e per farti guardare dal nuovo intruso che sembra accorgersi di te solo in quel momento. Spegne gli occhi rossi e ti guarda.
"Ciao, Stiles. Scusa per il disturbo, riprendo quell'idiota e me ne vado" ti dice e torna a guardare il ragazzo.
Robert avanza e ti si mette di fianco.
"Io non vado da nessuna parte!" dice risoluto, incrociando le braccia.
Apri di più la porta e con uno sguardo inviti Derek ad entrare. Il mannaro non parla, ma entra e si mette di fronte all'altro.
"Robert" dice solo, guardandolo. Il ragazzo abbassa di colpo lo sguardo, intimorito, ma poi sembra riacquistare la forza e guarda suo padre.
"Voglio stare qui, papà, ho bisogno di sapere!" dice.
Tu lo guardi, e, in fin dei conti, non riesci a non appoggiarlo. "Non so cosa voglia sapere tuo figlio, ma, se è qui, riguarda anche me e voglio saperlo anche io" dice e, nello stesso momento, tiri fuori dal cassetto del mobile un sacchetto e lasci cadere il suo contenuto giusto davanti alla porta. Vedi Derek e Robert fare un passo indietro di scatto.
"Sì, è strozzalupo e le finestre della casa sono tutte in frassino. Spiegatemi o non uscirete di qui."
Robert ti guarda con la bocca spalancata, ma Derek non sembra stupito. Scuote un po' la testa, come rassegnato, poi dà uno scappellotto al ragazzo.
"Questa è tutta colpa tua!" gli dice.
"Papà, in realtà è colpa tua!" gli risponde il ragazzo a tono.
Tu li interrompi con un "Seguitemi!" e ti dirigi verso la cucina. Inviti i due a sedersi e ti metti di fronte a loro.
"Sono tutto orecchi" dici, guardando Robert. Non lo fai di proposito, ma proprio non riesci a guardare Derek a lungo.
Il ragazzo sembra avere un attimo di titubanza e guarda suo padre. Derek si passa una mano sul volto, sembra stanco, quasi esausto.
"Robert" dice, "ti avevo detto di non farlo, di non essere istintivo come tuo solito e non perché fossi contro di te, ma perché avremmo potuto trovare una soluzione molto meno...shockante per Stiles".
Il cuore, senza che tu abbia pensato a niente, sembra agire da solo. Comincia a batterti furioso nel petto, senti le mani tremare e continui a guardare le due persone davanti a te. Entrambi si girano a guardarti, sicuramente sentono i tuoi battiti, sentono l'odore della tua agitazione. Robert, di scatto, si alza e ti viene vicino, prendendoti una mano tra le sue.
"Stai bene?" ti chiede, lo sguardo preoccupato. Quel verde liquido, incorniciato dai capelli castani che gli scendono sulla fronte, in disordine.
Lo guardi, lo guardi bene: è alto quasi quanto Derek, è magro, sembra abbronzato. Ha i capelli castani, gli occhi verdi e grandi. Hanno una bellissima forma, ha le ciglia lunghe e le labbra carnose. E ti sta ancora guardando preoccupato.
"Quanti anni hai, Robert?" gli chiedi. Lui ora ti sorride un po' imbarazzato, mentre senti il rumore della sedia di Derek che si sposta e il mannaro mettersi alla finestra, mentre vi dà le spalle.
"Ho quindici anni" ti risponde, confermandoti quello che non sei nemmeno riuscito a pensare.
Allunghi una mano verso il suo viso, lo sfiori piano, quasi a voler sentire che è reale. Lui chiude gli occhi e si lascia toccare, ancora il sorriso sulle labbra, poi, di slancio, ti abbraccia. Tu non puoi fare altro che alzarti e ricambiare la stretta. Non potresti fare altrimenti.
"Mi-mi dispiace se sono arrivato qui di colpo" dice, tra i singhiozzi. Tu gli accarezzi piano la schiena, per calmarlo.
"Non è colpa tua" gli dici ad un orecchio. Lui si stacca e ti guarda dall'alto, dato che è qualche centimetro più alto di te. "Mi lasci un attimo solo con tuo padre? Poi giuro che recupereremo il tempo perso" gli prometti e il suo sguardo si illumina. Ti abbraccia ancora per qualche secondo, poi si sposta in salotto.
Derek ti dà ancora le spalle quando comincia a parlare.
"Quando sono andato via, non sapevo ci fosse già lui, l'ho scoperto solo due mesi dopo" comincia a parlare. "Scott mi aveva detto che eri distrutto, ch enon mangiavi, che...che eri stato male fisicamente e anche più volte in ospedale."
"Quando ho scoperto di Robert gliel'ho subito detto, ma gli ho anche fatto promettere che non te ne avrebbe mai parlato."
"Sì, mi ha detto qualcosa prima. Ha nominato Deaton."
"Sì" ti conferma Derek. "Abbiamo fatto un patto coinvolgendo il Nemeton. Abbiamo continuato a sentirci, ad aggiornarci, ma non ci siamo mai più visti."
Annuisci. "Parlami di lui, del perchè l'ho conosciuto solo ora."
Derek si gira e ti guarda. "Volevo proteggerti, Stiles. Non so da cosa, forse solo da me stesso, ma mi ero ripromesso di parlargli di te quando sarebbe stato abbastanza grande da capire. Gliel'ho detto due settimane fa, al suo compleanno e lui si è fatto prestare i soldi da Peter per venire da te."
"Tu non volevi venisse?" gli chiedi, la voce che ti trema. Sai che stai per piangere.
"Certo che lo volevo. Avrei fatto tutto quello che voleva, pur di renderlo sereno e felice. E so che-che nonostante tu ora possa odiarmi, non odierai lui."
Ti lasci cadere sulla sedia, la testa tra le mani e le lacrime che scorrono veloci.
"Mi-mi hai privato della-della gioia di veder crescere mio-mio..."
Non riesci nemmeno a dirlo. Ti senti tradito. Tradito da Scott, da Deaton che ti ha insegnato come essere un druido, ti senti tradito sopratutto da Derek.
Derek ti si avvicina, si siede al tuo fianco, senza toccarti.
"Lo so e non ti chiedo di essere perdonato. So che non ti posso ridare il tempo perduto, so che posso raccontarti tutto, ma non sarebbe mai la stessa cosa." Lo senti prendere un respiro lungo. "Però so che non ti priverò del suo futuro. Del vostro futuro insieme, se vorrai."
"Io voglio!"
Robert, che a quanto pare ha il tuo stesso difetto di origliare, è tornato in cucina. "Io voglio conoscerti, voglio passare del tempo con te, voglio sapere...che cosa fai nella vita, il tuo piatto preferito, se ti piace l'aria aperta come me e se sei curioso come me. Se ho preso da te questa parlantina assurda, voglio sapere tutto!"
Alzi lo sguardo su quel ragazzino che parla a raffica e ha le guance arrossate.
"Sì, l'hai proprio presa da me la parlantina" gli dici sorridendo. Poi ti rivolgi ad entrambi.
"Datemi solo qualche giorno per riprendermi, per mettere in ordine alcune cose e soprattutto per parlare con Scott e Deaton senza ucciderli. Poi" ora ti rivolgi a Robert, "poi passeremo tutto il tempo che vuoi insieme, potrai chiedermi ciò che vuoi e potremmo conoscerc-"
Lui nemmeno ti dà modo di finire, ma ti stringe in un altro abbraccio, molto più forte del precedente. Ti lasci un po' andare, affondando il viso nel suo collo e annusando il suo odore. Sa di buono, vorresti sentire quell'odore per tutta la vita. Quando si separa da te, ti rivolgi a Derek che nel frattempo si è alzato.
"Non voglio più vederti" dici, risoluto. Derek annuisce, dà una pacca sulla spalla di suo figlio che sembra essersi rattristato e va verso la porta. Lo segui con Robert, soffi sullo strozzalupo e li lasci andare via, non prima di essere stretto di nuovo in un abbraccio.
I tre giorni successivi sono frenetici, li passi con Scott, con Deaton e da solo a pensare. Non riesci ancora a credere che sia reale, ma il berretto che Robert ha dimenticato sul tuo divano, ti ricorda ch elo è. Che lui è tuo figlio, figlio tuo e di Derek e che è stato lì con voi.
Passano due mesi e torni a respirare normalmente. Scopri che Robert è bravissimo in matematica, che ama le poesie e il suo colore preferito è il giallo. Ha una fidanzata a New York, Mandy, ma che non è sicuro di amarla. Gli piace andare a Central Park, vive con Derek in un grattacielo e va molto d'accordo con PEter. Scopri anche che Cora è in Francia con Isaac, che ha litigato con Derek e che si sentono solo per gli auguri di Natale. Conosci poche cose su Derek, perché Robert lo include poco nei suoi racconti. Sai che è un papà molto presente, che Robert lo adora. Sai che non sta con nessuno e che non è mai stato con nessuno. Robert ti dice che passa molto tempo nella sua galleria d'arte, che spesso fanno viaggi insieme e che è stato bellissimo trascorrere il suo decimo compleanno agli Studios di Harry Potter.
In quei due mesi vedi Derek solo un paio di volte, in auto, quando accompagna Robert da te. Vi siete scambiato solo cenni di saluto, mai una parola.
Ora stai aspettando Robert come ogni domenica; lo vedi saltare giù dall'auto, ma non sta sorridendo come al solito. Derek questa volta resta in auto, ma non riparte.
"Cosa succede?" chi chiedi, dopo avergli dato un bacio su una guancia.
"Le vacanze di primavera sono finite e...e devo tornare a scuola."
Sapevi che sarebbe arrivato il momento, ma non ci volevi pensare. Ti stava piacendo quella quotidianità, vedere Robert a casa tua, averlo presentato a tuo padre. Volevi essere parte della sua vita, ma la sua vita era a molti chilometri da lì.
"Quando?" chiedi solo.
"Domani."
Hai imparato un po' a conoscerlo e ti somiglia terribilmente, quindisai che ha altro da dirti. Inarchi un sopracciglio e lui continua. "Vorrei cenare con te e papà stasera, almeno per una volta."
Lo guardi, guardi i suoi occhi speranzosi. Sai che Derek ha già detto si e non ti stupisci e Robert ti ha proprio fregato, te l'ha chiesto l'ultimo giorno, quando non puoi proprio dirgli no, è proprio tuo figlio. "Prendo la giacca, aspettami in auto."
Fai per girarti e rientrare, ma Robert ti afferra e ti abbraccia di slancio come suo solito. Come tuo solito.
"Grazie, papà" ti dice e il tuo cuore perde un battito. Oltre la sua spalla, vedi Derek osservarvi e sorridere.
Ormai è passato un mese da quella cena. Non te lo saresti aspettato, ma l'atmosfera era stata leggera, serena. Robert era stato bravo, non ti aveva fatto parlare con Derek, ma aveva coinvolto entrambi nelle sue conversazioni, nei suoi racconti. Aveva raccontato a te aneddoti di cose successe con Derek e a Derek di cose fatte con te in quei mesi. Avevate riso, tutti e tre, quando, gesticolando, si era versato la cocacola addosso e anche quendo aveva alzato il bicchiere per brindare "ai miei papà!". L'avevi salutato, gli avevi promesso che vi sareste sentito sempre e che saresti stato lì per qualsiasi cosa.
Ora è passato un mese e sei su un aereo. Gli hai promesso di esserci sempre, ma siete a migliaia di chilometri e tu ti conosci, sei troppo curioso di conoscere la sua vita. di vederlo nel suo ambiente. Scendi dall'aereo e sali su un taxi, diretto verso casa loro. Non li hai avvisati, ma ti sembra giusto, visto come si sono presentati loro da te la prima volta.
Arrivi, Robert piange abbracciandoti e Derek sorride, sorride davvero, scuotendo la testa, come per dire "Sapevo che l'avresti fatto". E' lui ad accompagnarti all'appartamento che hai affittato, ti aiuta con le valige senza parlare e ti saluta, senza pretendere altro.
Hai trovato lavoro lì e lo dici ad entrambi quando, il giorno dopo, passano a prenderti per fare colazione insieme. Le vostre vite da quel momento cominciano ad intrecciarsi, inevitabilmente.
Robert divide il suo tempo tra te, Derek e la sua ragazza, ora si chiama Julia. Assisti alle sue partite di basket, fai il tifo e lo accompagni a fare shopping per il ballo di fine anno. Vai a casa loro, quella sera, per vederlo uscire di casa in smoking. Lo saluti dall'uscio della porta, quasi commosso.
"Ti va di cenare con me?" ti chiede Derek quando la limousine svolta l'angolo e tu fai per uscire dal palazzo per andartene. Ti giri, lo guardi, forse lo guardi per la prima volta dopo quindici anni e un po'. Ti rendi conto che in quei tre mesi avete parlato e sorriso, ti rendi conto che lui ti ha sempre lasciato i tuoi spazi, che non è mai stato invadente, che è sempre stato zitto e che ha osservato te e Robert come da lontano. Ti rendi conto che nelle ultime due settimane hai passato con loro due molti pomeriggi, senza nemmeno accorgerti che Derek non fosse andato via. Ti rendi conto che proprio due giorni prima, avete chiacchierato sul divano, mentre Robert si era addormentato sulla poltrona e il film andava avanti. Derek ti aveva raccontato di Cora, di quei quindici anni e dei compleanni di Robert. Tu gli avevi detto di tuo padre e Melissa, del college, del lavoro e di Carl con cui eri stato un anno e mezzo, quando ne avevi ventidue.
Derek sta ancora aspettando una risposta, paziente e senza metterti fretta, come ha fatto per quei mesi. In disparte, senza fretta, ma inesorabilmente. Tu gli sorridi, annuisci e lo segui in ascensore.
Cenate insieme, sorridete anche insieme come non avete mai fatto e, quando a mezzanotte Robert entra, sorride come non mai, vedendovi sul divano, con due calici di vino davanti, mentre chiacchierate. Vi descrive la sua serata, vi dice che Julia forse è quella giusta, che gli batte forte il cuore e tu ti rendi conto che anche il tuo batte un po' più forte del solito quando, dopo aver salutato tuo figlio mezzo addormentato, Derek ti accompagna alla porta e ti sfiora la guancia con i polpastrelli.
Torni a casa e un po' maledici ancora Derek, perchè gli avevi detto di non farsi più vedere e lui, invece, era rientrato nella tua vita in silenzio, senza far rumore.
A Natale, quando loro due lasciano il tuo appartamento dopo la cena e lo scambio di regali e tu sei distrutto e vuoi solo morire a letto, un bigliettino cattura la tua attenzione. Lo vedi lì, incastrato nella cornice dello specchio dell'ingresso.
Senza fretta, ma senza sosta. Derek
Un po' sorridi e un po' piangi, ripensando anche al tocco della sua mano intrecciata alla tua, sotto la tovaglia, mentre Robert scattava il tuo regalo: un biglietto per tre per Disneyland. Volevi un momento di infanzia, nonostante ormai avesse quasi sedici anni e Derek forse lo aveva capito.
Lasci perdere la stanchezza, lasci perdere le stovoglie da lavare. Infili il cappotto ed esci in strada. Arrivi al grande grattacielo dopo dieci minuti e Derek è già giù ad aspettarti come gli hai chiesto con un messaggio.
"Non le so fare le cose senza fretta e non so portare pazienza e reagisco di istinto" gli dici e lo baci di slancio.
Derek ti abbraccia, ti stringe forte, quasi ti fa male per quanto stringe.
"Scusa, Stiles" ti dice solo.
La parola era "CHIAVI".
Sì, lo so, questa volta mi sono un po' dilungata. Diciamo che è per festeggiare i 160 giorni! 😁
Come state?
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