#139

Stiles non voleva decapitare Foffy. Non voleva. Semplicemente l'aveva messo in lavatrice come ogni volta e...e si era incastrato nel cestello. Non se ne era accorto, l'aveva afferrato, tirato e...decapitato, appunto. 

Ora è in panico, con i due pezzi del pupazzo tra le mani e il volto pallido. Sua figlia non si calmerà mai, non dormirà più, piangerà a dirotto e lui si sentirà in colpa. 

"Ehi, cosa diavolo hai? Hai invaso la lavanderia di paura."

Derek entra nella stanza, abbracciandolo da dietro e posandogli un bacio sul collo, prima di sporgersi a vedere cosa sta reggendo Stiles. 

"Cazzo!" esclama. 

"Eh, esatto. Cazzo! Ora come facciamo?" chiede Stiles, girandosi nell'abbraccio. 

Derek gli prende il pupazzo dalle mani, esaminandolo. 

"Posso provare a ricucirlo."

"Come? Hai poteri lupeschi che ti fanno riparare peluche di pinguini?" chiede Stiles sarcastico. 

Derek si sporge a mordergli piano il collo. 

"Idiota, con ago e filo, come ogni persona normale."

"Ago e filo? Tu sei capace di cucire?" chiede, seguendolo in salotto, parlando piano per non svegliare Claudia che dorme ancora ignara del dramma. 

"Sì, Stiles, ne sono capace. E chiudi la bocca, so che hai quella faccia sconvolta da pesce lesso" risponde, abbassandosi davanti ai cassetti della cucina, per prendere forse l'occorrente. 

"Abbiamo ago e filo lì dentro?" chiede l'umano. 

Derek nemmeno gli risponde. Prende l'occorrente e si siede al tavolo, cercando di infilare il filo nell'ago. 

"Derek?" lo chiama Stiles serio e Derek alza lo sguardo su di lui.

"Oddio Stiles, davvero? Ti sei eccitato?" chiede esasperato. 

"Ehi! Dovresti essere contento se mi ecciti anche in versione massaia!" 

Derek, di tutta risposta, gli lancia il rotolone di carta che era appoggiato sul tavolo. 



La parola era "DECAPITARE". 

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