#137
"CAZZO, NO!"
Derek urla di frustrazione davanti alle porte del treno che gli si sono praticamente chiuse in faccia. L'aveva detto a Laura che avrebbe perso il treno, ma lei l'aveva trattenuto al telefono per raccontargli della sua nuova cotta. Lascia andare lo zaino su una panchina e sfila il cellulare dalla tasca per controllare a che ora è il prossimo treno, non ha tempo di fare la fila in biglietteria.
Ha un colloquio per un'importante testata giornalistica, per diventare redattore di una rubrica di punta, a tema storico. Ucciderà sua sorella. La ucciderà soprattutto perchè gli ha bucato la ruota della Camaro. Okay, è stato un incidente quello di beccare un chiodo per strada, ma Derek al momento è furioso.
Il prossimo treno è tra due ore, mentre il colloquio è tra un'ora e in autobus impiegherebbe troppo, anche se è vicino, per tutte le formate che dovrebbe fare. Okay, è fottuto.
"Signore, ha bisogno di un taxi?"
Derek si gira e ora vuole uccidere Laura ancora di più. Sa che lei c'entra qualcosa in tutto quello. LO SA!
"Non prendertela con lei, l'ho praticamente costretta" dice, infatti, Stiles.
Derek riafferra lo zaino e fa per andarsene, ma Stiles gli afferra il polso libero.
"Ti prego, Derek, lascia che ti accompagni."
"Posso prendere un vero taxi."
"Ma io ho la moto ed eviterei il traffico" prega ancora Stiles.
"Okay, ma guido io."
Derek si avvia verso l'uscita, seguito da Stiles, che, arrivato alla moto, gli lancia le chiavi e si infila il casco. Derek sale in sella, aspetta che l'altro gli sia seduto dietro e mette in moto.
Quella moto gliel'ha regalata lui a Stiles per il suo compleanno due anni prima. Stiles aveva quasi pianto di felicità.
Derek, appena si muovono, sente le mani di Stiles afferrargli la giacca di pelle, senza osare troppo, quel tanto che basta per non cadere. Solo che Derek è in ritardo e ha bisogno di correre anche per sfogare la rabbia.
"REGGITI!" urla e, appena sente le braccia di Stiles intorno alla vita, dà gas alla moto, sfrecciando nel traffico.
Sente la stretta del ragazzo dietro di lui e il vento, il calore di Stiles e il freddo degli inizi di primavera. Stiles non parla, si limita a stringersi a lui, a volte anche più forte del dovuto, ma Derek lo lascia fare.
Arrivano a destinazione dopo trenta minuti e Derek parcheggia davanti all'enorme edificio in cui dovrà entrare. Stiles resta sulla moto, sfilandosi il casco e Derek gli passa il suo, cercando di mettere in ordine i capelli.
Stiles allunga una mano, mettendogli in ordine qualche ciocca e, fregando Derek, lasciandogli una leggera carezza su una guancia, prima di ritrarre la mano.
"Stai benissimo" gli dice. "Vai e stendili, Hale!"
Derek annuisce. "Grazie per il passaggio, Stiles, ci di vede."
Derek riesce a leggere la sua delusione.
"Non- non posso aspettarti? Così ti riporto a casa..."
Derek non risponde, ma si gira ed entra nell'edificio.
Il colloquio va benissimo, Derek si è sentito sempre a suo agio e crede di aver risposto benissimo a tutto. In fondo, sa di essere il meglio del settore. LAscia i suoi contatti e va via. Il tempo è grigio, piove a dirotto e si pente di non aver portato un ombrello. Prende il cellulare mentre esce dal palazzo, cercando informazioni sui prossimi treni di ritorno, ma, alzando lo sguardo, vede Stiles.
Il ragazzo è dove l'ha lasciato un'ora prima, sulla moto e sotto la pioggia. Ha i capelli bagnati, è praticamente tutto bagnato. Non ha nemmeno indossato il casco. Derek gli corre in contro, incurante della pioggia.
"MA SEI IDIOTA?" gli urla. "Sei bagnato, fa freddo, ti ammalerai!" continua ad urlare, togliendosi la giacca e mettendola sulla testa di Stiles. Stiles che lo fissa.
Derek nota che ha le guance bagnate, ma non solo di pioggia. Stiles sta piangendo a singhiozzi.
"Ehi, ehi, stai bene?" chiede preoccupato.
Stiles tira su col naso, guardandolo.
"E-ero solo ed è passato un sacco di tempo e...pensavo fossi uscito dal retro o che non ti avessi visto e ho cominciato a spaventarmi e avevi il cellulare spento e...mi manchi, Der!"
Stiles gli si lancia contro, stringendogli le braccia intorno alla vita. Derek, di istinto, se lo stringe contro, ancora cercando di coprirlo.
"Lascia la moto qui e vieni con me" gli dice, passandogli un braccio intorno alle spalle.
Dopo poche centinaia di metri, Derek si ferma.
"Entra lì dentro e fai il mio nome, questa è la mia carta di credito, non serva il codice, ma credo non ti faranno già pagare. Io torno subito. Fai una doccia e stai al caldo!" ordina.
Stiles guarda l'insegna luminosa, poi Derek.
"Un hotel?" chiede.
"Sì. Devi asciugarti, fa freddo e non possiamo tornare indietro così. Vai."
Stiles lo guarda ancora una volta, poi obbedisce.
Derek ha comprato dei jeans, una maglia e un giubbino che spera essere della taglia giusta, e torna da Stiles. Saluta la ragazza alla reception, Erica, una sua cara amica, poi sale in camera.
Stiles è seduto sul letto a gambe incrociate, avvolto in un enorme accappatoio bianco, i capelli asciutti e sparati in ogni direzione. Ha il naso e gli occhi rossi e Derek pensa che è sempre bellissimo.
"Ti ho preso dei vestiti, mutande e calzini. Spero che le scarpe siano asciutte" gli dice, passandogli i sacchetti.
Stiles annuisce, sfilando i vestiti dalle buste. Si alza e va verso il bagno, passando di fianco a Derek.
"Grazie" sussurra, a testa bassa, prima di chiudersi in bagno.
Derek si lascia cadere sul letto, prendendo il cellulare. Un messaggio di Laura.
Trattalo bene, DerDer. Ti ama da morire, era solo spaventato.
Derek lo sa, lo sa bene, ma è ferito lo stesso. Ha chiesto a Stiles di sposarlo solo tre mesi prima, ma Stiles era scappato. l'aveva guardato, era uscito dalla porta e non era più tornato. Stavano insieme da tre anni e le cose andavano benissimo. Lui lavorava, era affermato, Stiles stava per laurearsi e credeva fosse il momento perfetto. Vivevano insieme già da sei mesi.
Derek è perso nei suoi pensieri, quando il ragazzo esce dal bagno. I vestiti sembrano stargli bene, solo la maglia è un po' larga ed è scalzo. Stiles si siede dalla parte opposta del letto, afferrando le scarpe per mettersele. Derek si alza, fa il giro del letto e si abbassa davanti a lui, per guardarlo negli occhi.
gli mette un dito sotto il mento per farsi guardare.
"Ehi, e la determinazione del ragazzino che mi ha fatto perdere un treno?" chiede.
Il volto di Stiles sembra illuminarsi, grazie ad un enorme sorriso, poi si fa serio.
"Mi sono spaventato, lasciato prendere dall'ansia. Ho visto papà distrutto dopo la morte di mamma e, non so, qualche parte stupida di me ha pensato che perderti dopo il matrimonio sarebbe stato insopportabile. Solo che me ne sono pentito due minuti doipo, perché perderti in ogni modo è insopportabile. Non so vivere senza te, Der. Non che non lo sapessi, ma questi tre mesi sono stati un inferno. Me ne sono pentito subito dopo essere uscito dalla porta di casa, ma mi vergognavo, ti avevo fatto del male. Avevo fattto del male all'uomo della mia vita! Non- oddio, non me lo perdonerò mai!"
Derek asciuga una lacrima di Stiles, prima che scorra sulla guancia.
"Hai ragione, il tuo rifiuto, il tuo essere scappato, mi hanno distrutto. Essere nella nostra casa da solo è stato orribile, ma...sei la mia anima gemella, no? Come faccio a mandarti via?"
Stiles gli si butta addosso, stringendo le braccia intorno al suo collo, piangendo ancora.
"Voglio sposarti, Der. Voglio essere tuo marito."
La parola era "TRENO".
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