#132

"Io mi sento...sempre inferiore."

Stiles lo aveva appena sussurrato a Lydia mentre lei lo abbracciava. Erano appena usciti da un pub. Erano lì con Scott, Liam e Malia, per festeggiare il diploma di Liam. Avevano appena finito le patatine fritte prese come antipasto, quando era entrato Derek. Insieme a Braeden. 

Lei era bellissima, vestita completamente di nero, pantaloni e maglia attillati, un fisico che Stiles le invidiava nonostante fosse una donna. Lui le aveva aperto la porta, le aveva spostato la sedia per farla accomodare e si erano seduti poco distanti. 

Lydia aveva subito rivolto lo sguardo verso Stiles, che stava guardando a sua volta la ragazza. Si era alzato per uscire dal locale, dicendo a tutti di aver bisogno d'aria e lei l'aveva seguito poco dopo. 

"Tesoro mio, tu non vali meno di nessuno..." 

Stiles era innamorato di Derek da più di un anno, ormai. Lydia lo aveva capito da subito. 

"Vorrei anch'io una persona che mi tratti come lui tratta lei. Hai...hai visto com'era gentile? Perché...perché mi odia?" 

Lydia scioglie l'abbraccio e lo guada negli occhi, portando le mani alle sue guance per asciugargli le lacrime. 

"Stiles, Derek non ti odia, lo sai. Anche tu gli urli addosso, ma mica lo odi." 

Lydia sta per rispondere, quando la porta del locale si apre ed esce Breaden. 

"Stiles, stai bene?" chiede, sembrando sinceramente preoccupata. 

Lydia lo anticipa, rispondendo. "Gli ho appena dato una bella notizia e si è commosso, sta benone!" 

Stiles non la ringrazierà mai abbastanza quella ragazza. 

"Oh, menomale" sorride Breaden, "ma non sarai anche tu in dolce attesa?" chiede. 

Stiles e Lydia reagiscono all'unisono. "Chi è in dolce attesa?" 

"Io, sono solo due mesi, per questo non si vede" e si sfiora piano la pancia. 

Stiles vede tutto nero. 



"Ehi, mi hai fatto spaventare tantissimo."

Stiles riapre gli occhi e vede Lydia, gli occhi arrossati. Crede di essere ancora nel locale, forse sdraiato su un divano in uno stanzino? 

"Ehi, Lyds..."

Lydia gli si getta addosso, abbracciandolo. "Come stai?" 

"Bene, mi sento solo...frastornato. Mi dispiace. Mica ho fatto spaventare Braeden? Sta bene? Il bambino?" 

"Ehi, ehi, non ti agitare. Lei sta benissimo, pensa che mi ha aiutata a reggerti."

Stiles si sente terribilmente in imbarazzo e...triste. 

"Ce la fai ad alzarti?" chiede la ragazza. Stiles si fa forza sulle braccia e si alza lentamente. 

"Gli altri?" 

"Li ho scacciati. Scott era praticamente in iperventilazione, Malia ringhiava e...e Derek ti ha preso e portato qui. Credo siano tutti in sala. Vuoi andare in ospedale?" 

"No, no. Voglio andare solo a casa..." 



Stiles si lascia cadere sul divano appena i suoi amici chiudono la porta di casa. L'hanno accompagnato subito, senza discutere, tenendolo sotto braccio. Stiles non ha rivolto nemmeno uno sguardo a Derek, ma ha ringraziato Braeden e si è scusato per averla spaventata. 

Si sdraia, portandosi un braccio sugli occhi. 

Non sa perché il suo corpo abbia reagito così alla notizia. Sa solo che ha sentito il cervello smettere di funzionare e il respiro mancare. Così come gli è mancata la terra sotto ai piedi. Derek papà. Un figlio con lei. Non riesce a crederci. Non sapeva nemmeno che fosse tornata o che fossero tornati insieme, ma forse non si sono mai lasciati. 

Quasi urla dallo spavento quando sente il cellulare suonare. Una chiamata. Derek. 

"Pronto?" 

"Stiles, come stai?"

"Sto benissimo, grazie."

"Cosa è successo?"

"Calo di zuccheri, fa caldo."

"Siamo a gennaio."

"Ero accaldato. Grazie per l'interesse, Derek, buona sera-"

"Non è mio."

"Cosa?"

"Il bambino. Non è mio. Non sto per diventare padre."

"Oh, mi hai chiamato perchè hai parlato con la tua ragazza? Per consolare il povero ragazzo patetico? Grazie, molto gentile da parte tua."

"Posso venire lì?"

"Eh?"

"Posso venire a casa tua? So che tuo padre ha il turno di notte."

"E perché dovresti?"

"Stiles. Posso?"

"Lo sai che puoi..."

"Arrivo."

Stiles non fa nemmeno in tempo ad alzarsi e a cercare di darsi una sistemata che, inaspettatamente, sente il campanello suonare. 

"Oh" dice, aprendo la porta, "Hai imparato le buone maniere?" 

"Sì, visto? Non sono così stronzo come credi."

Perchè Derek sembra furioso? 

"Mi fai entrare?" 

Stiles lo lascia passare, seguendolo in salotto. Derek si siede, i gomiti sulle ginocchia e le mani tra i capelli. 

"Derek, stai bene?" 

"No che non sto bene!" 

Stiles davvero non capisce. 

"Derek..."

"Sei svenuto! Mi sono spaventato, okay? Ho cercato in ogni modo di allontanarti da me, di non farti del male, di ignorarti, di ignorare le tue emozioni e nel frattempo di proteggerti. E tu sei svenuto, A CAUSA MIA!"

Stiles perde le staffe. 

"DEREK, STAMMI BENE A SENTIRE! SI, SONO SVENUTO A CAUSA TUA, MA NON PERCHE' TI AMO, MA PERCHE' CREDEVO STESSI PER AVERE UN FIGLIO. SE TU NON FOSSI UN IDIOTA, SAREMMO ENTRAMBI FELICI, AL MOMENTO!"

Derek alza lo sguardo nel suo, ora sembra di nuovo calmo. 

"Io sono felice solo se ci sei..."

Stiles si lascia cadere sulle ginocchia, per guardare Derek negli occhi. 

"Derek, sei un deficiente, lo sai?"

Derek annuisce. 

"Perché hai cambiato idea?" 

"Braeden mi ha sparato in un braccio."

Stiles ride, le lacrime agli occhi, tenendosi la pancia. 



La parola era "INFERIORE". 

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