#118


Stiles lancia il cellulare contro la parete di fronte al letto, urlando frustrato. 

"LO ODIO!" grida, contro il cuscino. 

Ha scritto un messaggio a Derek dieci minuti prima, di istinto. Gli ha scritto semplicemente "Mi sento solo", mentre una lacrima gli stava già rigando il volto. 

Ultimamente quella sensazione gli corrode la mente. Stiles sa di non essere realmente solo: ha Scott che è a pochi chilometri da lì, ha Lydia anche se è a New York, ha anche Liam con cui esce ogni tanto e Jackson che videochiama almeno due volte al mese. Sa di avere anche Derek, che non si sa dove sia, ma lo sente spesso. Passa il tempo a raccontargli le sue giornate, anche se Derek non racconta mail nulla delle sue; gli fa un sacco di domande a cui Derek risponde raramente e sembra sempre di dovergli tirare le risposte con le pinze dalla bocca. Ma sa che Derek c'è, solo che...che lo vorrebbe un po' di più. 

Forse è per quello che ha scritto quel messaggio proprio a lui. Negli ultimi giorni l'ha sentito poco e forse non si sente solo, ma semplicemente sente la sua mancanza. E sa che per Derek è lo stesso, glielo ha anche detto, ma le parole a volte contano davvero a poco. 

Solo che Stiles ora vorrebbe solo prenderlo a pugni. 

Al messaggio, Derek ha risposto solo con un "Capisco", senza domande, senza conforto, senza nessun interesse per come stesse Stiles in quel momento. E Stiles non si è minimamente pentito di aver lanciato il cellulare contro la parete. Solo che ora lo sente squillare di nuovo e lo va a riprendere. 

(Ore 22:34) Buonanotte. DH

E lo rilancia di nuovo. 


Stiles non sa quando si è addormentato, perché la frustrazione ad un certo punto si è trasformata in pianto e il pianto è diventato stanchezza. PErò ora il sole sta attraversando la finestra e dev'essere anche abbastanza tardi, perché c'è tanta luce. 

Si stiracchia, si passa una mano sulla guancia perché, come sempre, ha sbavato durante la notte e apre gli occhi. 

"PORCA DI QUELLA PUTTANA!" 

Si mette a sedere di scatto, beccandosi anche un capogiro. 

Derek è lì, seduto alla sua scrivania, che lo guarda. 

"NON SOLO NON TI INTERESSA DI COME STO, ORA VUOI PURE AMMAZZARMI?" continua ad urlare, alzandosi dal letto e puntandogli un indice contro. 

Derek si alza, senza nessun segno di agitazione sul volto, gli blocca le braccia con entrambe le mani. 

"Stammi bene a sentire perché te lo dico una volta sola: tu non sei solo. Hai Scott hai gli altri e, Stiles, hai me, okay? E io non vado da nessuna parte. Non ci siamo visti molto negli ultimi mesi, ma questo non vuol dire che io non ti pensi, che non mi preoccupi di come stai o di cosa fai. Semplicemente ieri mi sono sentito in colpa perché se ti senti solo, vuol dire che quello che faccio non è abbastanza!" 

Stiles si libera. 

"No-non è vero! Cioè ovvio che mi farebbe piacere vederti, sentirti sempre, stare sempre con te, ma...non pensare mai di non essere abbastanza! Sono io che ho problemi, che ho sempre bisogno di attenzioni, che mi sento solo e non lo sono, che-"

Stiles si blocca quando sente le braccia di derek cingerlo. Smette di parlare, ma le lacrime lasciano i suoi occhi, in un pianto liberatorio. 

"Io-io...sono pazzo? Ti ho fatto del male? No-non volevo, Der!" 

Derek lo stringe un po' di più. 

"Shhh, ragazzino, va tutto bene. E non sei pazzo, sei solo stressato e...e anche tu mi manchi. Capisco la sensazione del sentirsi soli in mezzo alla gente. Senza te, anche io sono solo." 

Stiles tira su col naso. 

"Però ci sono davvero rimasto male quando non mi hai chiesto nulla ieri e...e sapevi che stavo male. Perché?"

Derek gli porta le mani alle guance. 

"Perché è stata una brutta serata anche per me, mi dispiace. Voglio sempre sapere come stai e mi preoccupo se non stai bene. Non pensare che non mi interessi. Per questo sono qui, sapevo di aver fatto una cazzata."

"Non volevo parlarti più."

"E so che l'avresti fatto."

"Non voglio non parlarti, voglio...voglio averti nella mia vita, ad ogni costo e condizione."

Derek, semplicemente, appoggia le labbra sulle sue. Uno sfiorarsi lieve. 

"Così va bene?" 



La parola era "SOLO". 

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