#262
"Stiles, quando vai a fare la spesa, mi prendi i cereali al miele?" Isaac.
"Stiles, mi si è scucito un reggiseno, puoi rammendarlo?" Erica.
"Stiles, ho bisogno che mi aiuti con il prossimo esame, mi prepari qualche scheda per ripetere insieme?" Lydia.
"Stiles, sono in crisi con Isaac e nemmeno so cosa gli ho fatto, posso passare da te?" Scott.
"Stiles, è arrivata la bolletta del gas, provvedi tu?" Liam.
"Stiles, Scott è un deficiente, o gli parli tu o lo lascio" Isaac.
"Stiles, tutto il branco è di nuovo in casa mia senza avermi avvisato. Ho preparato la cena, aiutami, non li sopporto" Derek.
Stiles non sa cosa diavolo stia succedendo, ma da quando è tornato da college e ha cominciato a lavorare a Beacon Hills, così come sono tornati tutti i suoi amici, quella situazione è ormai la sua routine. Tutti gli chiedono aiuto, tutti gli chiedono di fare qualcosa o danno per scontato che sia Stiles a farla per loro. Ha passato più sere nella nuova Villa Hale ristrutturata che nel suo nuovo appartamento e ha riempito carrelli di spesa fino all'orlo pur vivendo da solo, ha imparato a ricucire magliette strappate post allenamenti e arriva a fine giornata quasi sempre stremato e crolla sul divano di Derek che, puntualmente, poi lo porta nella camera degli ospiti. Camera che ormai sembra sua: i suoi vestiti sono nell'armadio, nel bagno ha i suoi effetti personali e i suoi libri preferiti sono appoggiati sul comodino.
Proprio quella sera è sdraiato in quel letto perché fuori piove a dirotto e non è voluto tornare a casa, sta rileggendo per l'ennesima volta Anna Karenina, quando sente un colpetto alla porta.
"Avanti!"
Dallo spiraglio della porta fa capolino la testa del padrone di casa.
"Ho preparato la cioccolata calda per Erica e Isaac, ne vuoi un po'?" chiede Derek.
Stiles alza gli occhi al cielo. "Isaac ha di nuovo discusso con Scott?"
Derek sbuffa un sorriso. "Ovviamente. Ed Erica ha il ciclo, quindi sta anche peggio. Sono entrambi serrati nelle loro stanze."
Stiles prende il segnalibro e si alza, seguendolo in cucina.
"Io direi di lasciare la cioccolata fuori dalle loro stanze, perché non ho proprio la forza di ascoltare Isaac sbraitare stasera, che ne dici?"
Derek ride, prendendo le due tazze. "Ci vado io e cerco di farlo ragionare, che altrimenti non dorme. Erica domani starà meglio. Mi aspetti in salotto?"
Stiles annuisce, poi prende le tazze per lui e Derek e si mette comodo sul divano. Non accende nemmeno la TV, ma si lascia confortare dal silenzio. Sente solo ogni tanto Isaac, ma senza capire le parole, poi, dopo dieci minuti, Derek lo raggiunge.
"Si è calmato" dice, sedendosi al suo fianco. "Scott si è scordato dell'anniversario del loro primo bacio."
Stiles alza gli occhi al cielo. "Dio, non sembrano avere ventisei anni, ma dodici."
"Isaac è solo molto insicuro e Scott molto stupido. Prima o poi troveranno un equilibrio."
"Dovremmo parlare con Scott e dirgli di essere tipo più presente, dolce o non so che?"
"Lo capirà da solo quando comincerà a non essere in imbarazzo. Ama Isaac, ma è timido, lo sappiamo."
Stiles annuisce, poi continua a bere la cioccolata in silenzio. Derek, al suo fianco, poggia la tazza sul tavolino, poi gli avvolge un braccio intorno alle spalle, lasciando che Stiles gli si appoggi contro.
"Puzzi di stanchezza" dice. "E anche di nervosismo."
"Il lavoro è pesante e il branco anche. Non capisco perché ultimamente corrono tutti da me se hanno un problema o anche solo per delle cazzate. Non mi dispiace, sono miei amici e mi fa sentire bene aiutarli, ma ogni tanto vorrei una serata libera, rilassante."
Derek non risponde subito, sembra pensarci, poi Stiles sente un suo bacio contro i capelli.
"Per ora posso aiutarti a rilassarti in un altro modo, poi magari domani rimani a casa tua e chiedo a tutti di non mandarti nemmeno un messaggio."
"Che alpha premuroso che sei."
Stiles glielo dice posando a sua volta la tazza e girandosi nell'abbraccio, per poi mettersi a cavalcioni sulle sue gambe.
Ecco un'altra cosa assurda di quell'ultimo periodo: il sesso. Non il sesso in sé, ma quello con Derek Hale. Va avanti da solo un mese circa e Stiles non saprebbe dire bene come è cominciata. Tra loro c'è da anni quella tensione, quell'elettricità tra i loro corpi, ma solo ora sembra essere esplosa. Non che si saltino addosso ogni momento, ma quando sono insieme non riescono quasi a smettere. Aspettano che gli altri siano a letto, poi di solito è Derek ad andare nella camera degli ospiti o nel suo appartamento e ad infilarsi nel suo letto. E il sesso con Derek è straordinario. Stiles ha avuto le sue esperienze al college, ma nulla è paragonabile a quello. Derek sa dove mettere le mani e come, ha un corpo perfetto che sembra combaciare alla perfezione con quello di Stiles, è premuroso ma impetuoso, dolce ma passionale. In breve, è perfetto e Stiles non vuole farsi domande, si vive quei momenti e ne gode a pieno. In ogni senso.
Così come ha intenzione di goderne in quel momento, mentre Derek lo solleva e lo porta in camera, aiutandolo a stendersi sul letto, sovrastandolo subito dopo. Ogni volta che lo fanno, Derek non si trattiene mai: ha sempre gli occhi rossi e molte volte Stiles ha sentito un accenno di zanne sulla pelle.
"Sei troppo stanco anche per questo?" chiede Derek, per poi baciargli il collo. "Sei troppo stanco per me?"
Stiles spinge il bacino contro il suo, facendo scontrare le loro erezioni. "No, per te no, Alpha" risponde, per poi gemere quando Derek gli morde un capezzolo.
E Stiles non può far altro che concedergli tutto di sé, di accoglierlo nel suo corpo e venerarlo a sua volta.
Vengono tre volte, prima di sentirsi finalmente appagati. Derek ha appena finito di ripulirlo con un asciugamano umido e si è steso al suo fianco, abbracciandolo.
"Sono quasi le quattro e tra qualche ora Scott sarà qui come al solito dopo un litigio, per portare la colazione ad Isaac. Erica si sveglierà con i crampi e Liam verrà a fare i compiti."
"Riposa" risponde Derek. "Vieterò a chiunque di entrare qui dentro, mi occupo io di loro."
Stiles gli schiocca un bacio contro il petto nudo. "Mh" mormora. "Buonanotte allora."
"Notte a te."
***
Il giorno dopo, Stiles si alza dal letto che è oramai quasi ora di pranzo. Va direttamente in cucina perché sta morendo di fame e trova Isaac seduto su uno sgabello, Scott in piedi dietro di lui che gli cinge le spalle e Liam di fronte a loro, che chiacchierano tranquilli.
"Stai male?"
Così lo saluta Scott, andandogli in contro. "Derek ci ha detto di non disturbarti e di lasciarti dormire."
"Sono solo stanco" dice, prendendo del caffè ormai freddo. "Penso che andrò a casa e continuerò a dormire."
"Non se ne parla" Erica entra in cucina, baciandogli una guancia. "Prima pranzi, che non hai nemmeno fatto colazione."
E Stiles non ha proprio la forza di discutere con lei, quindi si limita a pranzare con loro, dopo che Derek ha preparato per tutti, poi li saluta e va a chiudersi in casa. Spolvera solo un po' e lascia passare un po' d'aria, perché ormai lì dentro si sente odore di chiuso, poi si rimette a letto e crolla sfinito.
Quando si sveglia, fuori il cielo è buio e si sente stordito. Si mette a sedere al centro del letto e quasi gli viene un infarto quando vede la luce della cucina accesa che arriva dal corridoio e un rumore proveniente da quella direzione. Scende dal letto cercando di fare meno rumore possibile ed è metà del corridoio con la pistola di ordinanza tra le mani, quando una voce conosciuta lo raggiunge.
"Non sono qui per ammazzarti, posa quella pistola."
"Derek, come diavolo sei entrato qui e...quelle sono patatine fritte?"
Derek si gira, dando le spalle ai fornelli accesi. "Ho la chiave che tu hai lasciato a casa mia e sì, sono patatine. Come ti senti?"
Stiles si sporge per guardare meglio nella padella. "Patatine?"
"La stanchezza ti rende meno sveglio, sai? Hai fame?"
Stiles annuisce, incantato dalla scena di Derek che spegne i fornelli, gli mette le patatine in una ciotola e gliele porge. "Siediti e mangia."
Obbedisce, ma senza smettere di guardarlo. "Chi sei tu? Devo preoccuparmi?"
Derek inarca un sopracciglio.
"Perché sei qui a cucinare?"
"Il branco era preoccupato che tu non stessi bene e ho detto che sarei venuto a controllare. E le patatine fritte sono il tuo piatto preferito."
Stiles continua a pensare che quello non sia Derek, ma qualche strano essere che si è impossessato di lui, però continua a mangiare. Quando finisce, Derek prende il piatto prima ancora che Stiles possa alzarsi e lava tutto, mettendo tutto in ordine, poi si siede di nuovo al tavolo.
"Mi stai fissando" dice.
"Derek, abbi pazienza, sei in casa mia a friggere patatine e a lavare i piatti, lasciami essere un attimo sconcertato."
Derek abbassa lo sguardo, sembra quasi in imbarazzo.
"Mi prendo cura del mio branco e tu ne fai parte. Non ti ho mai visto così stanco."
Stiles si passa una mano tra i capelli. "Il nuovo lavoro in centrale non è pesante, ma ho preticamente raccolto l'eredità di papà e non voglio deludere lui o i suoi ex colleghi. E tornare a casa è meraviglioso, ma comunque mi mette a dura prova, ero abituato ad altri ritmi, a stare sempre da solo a casa. Qui il branco sembra essere diventato un ammasso di adolescenti, sembrano tutti strani e mi chiedono aiuto per qualsiasi cosa. So che sono mancato tanto e voi siete mancati a me, ma mi pare eccessivo."
"Per il lavoro credo sia solo questione di tempo e dimostrerai di valere anche più di tuo padre, ti vogliono già tutti bene. Per il branco...ho detto a tutti di lasciarti tranquillo, ma non so quanto durerà, anche perché sono tutti preoccupati, credono tu stia male."
"Ma sto benone! Sono solo stanco e non ho mai parlato di mestruazioni o consolato Isaac tutto insieme. Non ero pronto a questa accoglienza."
"E...?" Derek lo esorta a parlare e Stiles sa di poter essere sincero.
"E poi ci sei tu" ammette. "Mi piace quello che succede tra noi, ma è un mese che dormiamo pochissimo."
Derek si alza, andandogli di fronte e baciandogli la fronte.
"Ecco perché ora vado via e ti lascio riposare."
Stiles continua a guardarlo come fosse un alieno.
"Non te la sei presa?"
Derek accenna un sorriso. "Sento i tuoi odori, ragazzino, so che sei sincero e che allo stesso tempo vorresti che io rimanessi. Però anch'io tengo alla tua salute. Riposa."
***
Passa un solo giorno prima che Stiles cominci a pensare che ci sia qualcosa di strano. Ha dormito il giorno precedente, quando Derek è andato via e ora sono le indici di sera del giorno dopo e si sente ancora più spossato. Ha solo messo un po' in ordine la casa, poi ha fatto una meravigliosa maratona della sua serie preferita, ha mangiato una pizza a pranzo e del gelato quella sera, ma non si sente riposato, anzi. Gli fanno male le gambe, come se fossero a pezzi, e ha sonno da quando si è svegliato. Non ha sentito nessuno dei suoi amici, così come gli aveva assicurato Derek, ma non gli piace quella cosa, è preoccupato e ha bisogno di sapere che stanno tutti bene.
Impiega meno del dovuto per raggiungere la riserva e poi casa di Derek. Le luci del pian terreno sono accese, quindi saranno tutti in salotto. E, infatti, quando apre la porta, sente le loro voci venire proprio da lì. Sembrano tutti allegri, o almeno il loro tono lo è. Quando entra in stanza, è Scott ad andargli in contro e ad abbracciarlo.
"Fratello! Come stai? Meglio? Vieni, siediti con noi."
Scott lo spinge a sedersi sul divano tra lui e Liam, mentre Isaac è seduto sul pavimento ai loro piedi e Lydia occupa una delle due poltrone. Sull'altra c'è Derek che, senza dire nulla, fa un occhiolino a Stiles.
Stiles che cerca di seguire la conversazione, di stare con i suoi amici, ora che la preoccupazione epr loro è passata, ma continua a sentire una sensazione sgradevole, come una mancanza. E si rende conto di cosa si tratta solo quando incrocia di nuovo lo sguardo con quello di Derek e qualcosa scoppia nel suo petto.
Ha bisogno di lui, di parlare con lui, di stargli vicino, di toccarlo. Lo sente troppo distante e, semplicemente, gli manca. Derek, forse sentendolo inquieto, si alza, facendogli un leggero cenno col capo, e Stiles lo segue in cucina.
"Stai ben-" chiede, una volta che Stiles lo raggiunge, ma non gli dà modo di concluder ela frase. Stiles gli stringe le braccia intorno ai fianchi, affondando il viso contro il suo petto. Sente Derek irrigidirsi, ma poi le braccia gli cingono le spalle e comincia con lente carezze lungo la schiena.
"Stai bene?" chiede dopo qualche attimo. Stiles non sa se sta bene. Sta bene ora, stretto tra le sue braccia, ma due minuti prima no, per niente.
"Mi sento patetico" dice.
"Prova a spiegarmi, okay? Non riderò di te e non credo tu sia patetico."
Stiles si stacca da lui, per guardarlo negli occhi. Quello è Derek, può essere sincero.
"Mi mancavano i ragazzi, mi mancavano tanto, anche se non li vedevo da un giorno e mezzo. E non mi è mai successo mentre ero via da qui per mesi. Quindi sono corso qui e tutto è sembrato aggiustarsi, solo che..."
"solo che?" Derek gli mette un dito sotto il mento, per farsi guardare. Stiles lo vede sorridere e prende coraggio.
"Ero lì sul divano e volevo solo stare vicino a te. Non perché, beh, per quello...Ti volevo e basta, vicino a me, toccarti. Mi mancavi anche se eri lì e quando ti ho abbracciato è passato tutto. Cosa succede? Sto male?"
Derek sembra star per rispondere, ma poi il suo sguardo si sposta alle spalle di Stiles che si volta e si ritrova tutti gli altri davanti. Quasi va in panico, ma è Lydia a parlare.
"Sapevamo stesse succedendo qualcosa tra voi, ma non è questo il punto, di quello ne siamo felici. Solo che anche noi ci sentiamo strani."
Stiles le fa cenno di continuare.
"Ci sentiamo come se dipendessimo da voi, in qualche modo. Ci succedeva già prima con Derek, è il nostro alpha e i nostri istinti ci spingono a prenderlo come figura di riferimento se abbiamo un problema."
"E cosa è cambiato ora?" chiede Stiles.
"Tutto e niente" risponde Isaac. "Con Derek è ancora tutto uguale, ma proviamo lo stesso anche con te ora, forse anche di più. Oltre a considerarti come un punto di riferimento e a correre da te per qualsiasi cosa, sentiamo sempre il bisogno di sapere se stai bene e di fare di tutto per far siì che sia così. Ci preoccupiamo se dici di essere stanco, se salti un pasto, se sei di cattivo umore e, beh, non vorrei ammetterlo, ma abbiamo anche il bisogno fisico di abbracciarti, coccolarti. Due giorni fa hai detto che avevi le gambe doloranti e ti avrei volentieri fatto un massaggio. Tre mesi fa piuttosto mi sarei tagliato le mani."
Stiles ride, ma la risata diventa quasi isterica quando si volta verso Derek. "Sei l'alpha, tu sai cosa sta succedendo, vero? Perché è tutto molto assurdo e credo abbia a che fare più con voi che con me."
Derek gli passa un braccio intorno alle spalle. "Vado da Deaton e tu stai con loro?" chiede.
Stiles annuisce. "Torna presto, però" dice ed è quasi un'ulteriore confessione.
Appena Derek chiude la porta di casa, è Scott ad affiancare Stiles, abbracciandolo. "Va tutto bene, stiamo bene e non ci sono pericoli" lo rassicura, portandolo di nuovo in salotto. Si mettono tutti seduti, in silenzio e in attesa. E' Isaac il primo a muoversi: è seduto alla sinistra di Stiles che, all'improvviso, si ritrova stretto tra le sue braccia. Non ha mai nemmeno stretto la mano di Isaac e quell'abbraccio è...strano. Ma allo stesso tempo lo rilassa di colpo. Si rilassa in quel contatto, quel calore, lasciandosi stringere, immerso nell'odore del biondo. Rimangono così, in silenzio. L'unico suono è quello dei loro respiri.
Non sa che ora sia quando lo scatto della serratura li fa scattare in piedi e poco dopo Derek entra nel salone. Stiles subito gli va in contro, in ansia, anche se non lo vede preoccupato. Forse non è così grave.
Derek, però, non gli dice nulla. Gli accarezza una guancia, poi si rivolge agli altri.
"Potete andare a dormire a casa di Stiles? Domattina vi spiego tutto."
Non è un ordine, ma tutti si alzano e, uno ad uno, si fermano ad abbracciare Stiles. Quando se ne vanno, anche Derek lo stringe, poi lo accompagna fino al divano. Lascia che Stiles si sieda, poi si siede sul tavolino di fronte a lui, prendendogli le mani.
"Quello che sta succedendo agli altri e soprattutto a te è colpa mia."
"Colpa in che senso? Hai qualche problema? Sei malato? C'è un pericolo in giro?"
"Ehi, ehi, ehi, frena" Derek si sporge a poggiare le labbra sulla sua fronte. "Nessuno è in pericolo."
"Allora spiegami, perché mi sto agitando e se mi agito sto peggio."
"No, infatti nessuno vuole farti agitare. Allora, ho descritto tutta la situazione a Deaton e lui mi ha chiesto solo una cosa, se tu e io fossimo stati a letto insieme."
Stiles non capisce, cosa c'entra la sua vita privata col branco?
"I tuoi beta sanno che scopiamo e si agitano?"
Derek alza gli occhi al cielo. "Non propriamente. Ma diciamo che è una conseguenza. E io non so come dirtelo senza farti perdere il senno."
Ora Stiles sul serio comincia ad agitarsi. Lui e Derek non hanno mai avuto problemi a dirsi le verità, seppur scomode.
"Sono io a essere malato e loro lo sentono e sono preoccupati per me? Oddio, e chi lo dice a papà? Derek quanto mi rest-"
Questa volta Derek lo ferma premendo le labbra sulle sue, ma non basta a calmare Stiles che si stacca di colpo, quasi le lacrime agli occhi.
"Ti prego..." sussurra.
Derek prende un profondo respiro, chiude gli occhi e gli risponde appena li riapre.
"Sei incinto."
"Di un bambino?"
Stiles sa che la domanda non ha senso, ma nemmeno quello che gli ha detto Derek ce l'ha. Incinto? Lui? Maschio? Sì, ha letto un sacco di libri sulla gravidanza mannara, ma era tutto così assurdo che non ci aveva mai creduto. Non può essere possibile, anche in quei libri lo descrivevano come un evento più unico che raro.
"So che hai letto tanto a riguardo, l'ho fatto anche io e forse nessuno dei due lo credeva possibile. Pur essendo nato lupo, non ci ho mai creduto, ma è l'unica spiegazione e, ora che Deaton me l'ha fatto notare, lo sento. Sento un altro membro del branco."
"E lo senti dentro di me? Qui dentro?" Stiles si indica la pancia, ma è Derek ad appoggiarci una mano, il palmo aperto contro il suo ventre piatto.
"Direi di sì."
Stiles non riesce a distogliere lo sguardo da quella mano che sente calda su di sé. La mano di Derek è grande, è protettiva, ferma in quel gesto.
"Il branco ha cominciato a comportarsi con te come fa con me da sempre. Forse anni fa, quando erano tutti adolescenti succedeva meno, erano tutti molto restii, ma ora mi vedono come un punto fermo, come ha detto Lydia. E per loro è naturale fare lo stesso con il compagno dell'Alpha."
Stiles, lentamente, poggia la sua mano su quella di Derek, sulla propria pancia. Non riesce a sentire nulla, ma lo sa che è tutto vero. Lo sa e basta.
"Stiles" lo chiama Derek e Stiles alza finalmente lo sguardo nel suo. "Io so cosa provo e il fatto che tutto questo sia reale ne è una prova. E sento quello che provi tu, ma-"
E Stiles capisce cosa vuole dire Derek, quali siano le sue preoccupazioni. Derek è un lupo, ama un compagno per tutta la vita, non è una leggenda, è tutto vero. E quella gravidanza è reale, anche se straordinaria.
"Ti amo" dice interrompendolo. "E non ti amo come ti amerebbe un essere umano, anche se lo sono. Io ti appartengo e tu appartieni a me, Derek. Sono sicuro che non dipende solo dal tuo essere un lupo, ma anche dal modo in cui ti amo io. Perché io non vedo altra vita se non con te. E per quanto possa essere inaspettato, sovrannaturale e spaventoso, voglio questo cucciolo, lo voglio con te, solo con te. E voglio essere il papà di questo branco, comprare i cereali, ascoltare Isaac nervoso e scacciarli di casa se voglio stare solo con te."
Le lacrime Stiles nemmeno ci prova a frenarle, perché è felice e non vuole nasconderlo. E sa che Derek lo è allo stesso modo, così come anche lui è spaventato. Si alza, abbracciando di slancio Derek, che cenrca di mettersi in piedi a sua volta, per stringerlo meglio.
"Per la cronaca, ti amo anch'io" gli dice contro le labbra, prima di baciarlo leggero.
Stiles ride nelle lacrime. "Dio, Derek, un bambino. Io e te, un bambino?"
"E altri cinque cuccioli cresciuti un po' troppo" ride allo stesso modo Derek, stringendolo ancora.
"Impazziranno quando lo scopriranno e non me li scollerò più di dosso, lo sai, Alpha?"
"Beh, proprio perché sono un Alpha, ne sono molto contento. Dovete essere al sicuro e il branco è qui per questo."
E Stiles non se ne lamenta, perché ama stare con loro ed è un modo per essere sicuro stiano bene. Così come amerà quella famiglia allargata, i pranzi insieme, le serate tranquille. Non vede l'ora di vivere tutto quello insieme a loro.
Ehilà!
Questa storia doveva essere piccina e breve, ma la richiesta di Pampu era troppo generica ("voglio uno dei due incinto") e quindi mi sono lasciata prendere.
Voi come state? Io aspetto le vacanze. Manca poco.
A presto, Blu.
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