#259
Stiles entra in chiesa con una strana sensazione sulla pelle, è come se si aspettasse qualcosa di brutto, come se il suo istinto gli dicesse di scappare. PEr fortuna, però, ci pensano tutti i bambini a fargliela passare in pochi attimi: gli corrono incontro, accogliendolo con urla di gioia e sorrisi, anche se è solo dal giorno prima che non si vedono.
Stiles li adora, così come adora i bambini in generale, è il motivo per cui alla fine del liceo e in attesa di partire per il college ha scelto di fare volontariato in chiesa per il campo estivo (e anche perché suo padre l'ha praticamente obbligato a trovarsi qualcosa da fare). Si lascia quindi coinvolgere da quell'entusiasmo, chiedendo subito a tutti se hanno voglia di continuare i lavoretti con le tempere del giorno prima, ma un coro di "Nooo" si alza.
"Non volete colorare con me?" chiede, mettendo su un finto broncio.
"Certo che vogliono" è la signora Green a rispondere. "Ma Padre George ha detto a tutti loro che ha una bellissima notizia da dargli e non vedono l'ora, stavamo aspettando tutti te in palestra!"
Stiles non può far altro che seguire i dieci bambini saltellanti in palestra e sedersi insieme a loro sui piccoli spalti. Non è una vera e propria palestra, è più uno spazio che loro hanno trasformato per permettere ai bambini di passare soprattutto i pomeriggi in inverno, dopo la scuola. Si siede, quindi, e chiacchiera con i bambini fino a quando Padre George entra nella stanza, affiancato da qualcuno.
Stiles non sa chi sia quel ragazzo, che forse sarà poco più grande di lui, ma sa che Lydia, appena arrivata e seduta al suo fianco, gli ha dato una gomitata nelle costole e ha quasi esclamato "penso di aver avuto un colpo di fulmine!". E può capirla, sul serio. Il ragazzo è davvero bello: occhi verdi, abbronzato, un filo di barba e muscoli, tanti muscoli. Tutti al posto giusto.
Zittisce la sua amica, poi rivolge la sua attenzione al sacerdote.
"Ciao a tutti! sono così felice di presentarvi Derek! Da oggi sarà qui in canonica con tutti noi, perché a breve prenderà i voti! Salutatelo tutti insieme!"
E, mentre i bambini alzano un coro di "Ciao", "Ciao Derek", Stiles sente ancora una volta Lydia, per fortuna questa volta bisbiglia.
"Prendere i voti? Quello lì? Gliela faccio avere io una bella vocazione!"
*
Due settimane dopo, Stiles è in spiaggia, con tutti i bambini, Lydia, la signora Green e Padre Derek. Fa caldo, molto caldo, e correre dietro a dieci bambini su una spiaggia non è il massimo del relax, ma sono bambini così sfortunati che Stiles fa volentieri quel sacrificio. Solo che prima di cominciare a sudare, deve mettere almeno la protezione solare, per non rischiare di tornare a casa di qualche strana tonalità di rosso.
"Lyds, mi aiuti?" chiede urlando, ma, guardandosi intorno, non trova la sua amica.
"Lydia è con Padre Derek, l'ha portato a vedere il faro!"
Rachel, una bimba di cinque anni, gli ha appena tirato un lembo del costume per farlo abbassare e dargli quella spiegazione. Stiles le sorride, ma dentro di sé non può fare a meno di essere un po' preoccupato. Conosce Lydia, è una bravissima ragazza, la sua migliore amica, ma sa essere molto insistente e anche...intraprendente. Stiles sa bene che ha puntato Padre Derek, che è convinta di poterlo far capitolare ai suoi piedi, ma non è d'accordo. Se il ragazzo ha scelto quella strada, perché interferire? Perché insistere, rischiando anche di essere inopportuna o di essere allontanata dalla canonica? Ha cercato di dissuaderla, ma, a quanto pare non è servito a nulla. Spera solo che Padre Derek non la tratti troppo male o che, peggio, Lydia non faccia casini.
Quindi, non gli rimane che spalmarsi la crema come può e poi badare ai bimbi.
La mattinata passa veloce, due ore sembrano volare e in poco tempo Stiles si ritrova praticamente impanato di sabbia e strattonato dai bambini per andare in acqua. PEr fortuna la signora Green riesce ancora a dargli una mano, perché Lydia non è ancora tornata e Stiles non sa nemmeno cosa rispondere alle domande dei bambini.
"Non so, forse gli sta spiegando la storia del faro" risponde a Molly, me proprio la bimba grida un "Eccoli!" indicando un punto alle sue spalle. Lydia e Padre Derek stanno scendendo dall'altura che conduce al faro, mentre il ragazzo le sta tenendo una mano, aiutandola a non cadere sugli scogli.
Appena arrivano in spiaggia, Lydia si avvicina a Stiles, mentre la signora Green sembra star facendo una ramanzina all'altro.
"Dove diavolo eri finita? Mi hai lasciato solo!" Le dice, arrabbiato.
"Stiles, dai, sono tutti bambini tranquilli. E lo sai che avevo una missione!"
Stiles strabuzza gli occhi. "Lyds, cosa intendi dire? Voi due...?"
Lydia non risponde, ma sorride e fa un occhiolino prima di correre verso i bambini.
Quella sera, Quando tutti i bambini stanno già dormendo, Stiles vorrebbe piangere. Gli bruciano terribilmente le spalle bruciate dal sole, lì dove non ha spalmato bene la crema solare ed è abbronzato praticamente a strisce. Lydia l'ha solo preso in giro prima di tornare a casa e ha ancora il giardino da mettere in ordine. Ci sono le cose del mare sparse ovunque e la sabbia su ogni superficie.
"Sei fucsia."
Una voce lo fa sobbalzare e voltarsi, trovando seduto sul muretto di ingresso Padre Derek.
"Mi hai fatto spaventare, Padre!"
Lui scende dal muretto, andandogli in contro. "Ti prego, chiamami Derek, che mi fai sentire vecchio. E hai messo un po' di doposole? O qualcosa per le scottature."
Stiles fa cenno di no. "Lydia era così su di giri che non mi ha aiutato e da solo non riesco. Se solo muovo le braccia mi faccio malissimo perché si tira la pelle."
"Dai, aspetta qui che mi faccio dare qualcosa dalla signora Green e ti aiuto."
Due minuti dopo. Derek è di ritorno, con un vasetto di crema tra le mani.
"Dovresti togliere almeno la maglia, non credi?"
Stiles sa di essere diventato ancora più rosso, ma obbedisce, sfilandosi la maglietta e dandogli le spalle. dopo pochi secondi, sente qualcosa di freddo sulla spalla destra, poi anche sulla sinistra e due mani grandi che gli massaggiano la pelle scottata.
"Ah, che sollievo!" esclama, rilassando tutti i muscoli. Nemmeno si era accorto di essere così teso da tutto il giorno.
"Avresti dovuto mettere meglio la crema protettiva" risponde l'altro, continuando, prendendo dell'altra crema che gli passa lungo le braccia.
"Avrebbe dovuto aiutarmi Lydia, ma era troppo impegnata con te."
Stiles nemmeno sa perché gli sia venuta fuori con un tono così antipatico quella frase.
"Beh, hai ragione, mi ha praticamente sequestrato. Vorrà dire che così mi sto facendo perdonare, allora."
Stiles vorrebbe sapere cosa è successo durante quelle ore, vorrebbe sapere se Lydia ce l'ha fatta a farlo cedere, se sono stati insieme, se è successo altro. Solo che non può chiedere, non è opportuno e, in ogni caso, non sono affari suoi.
Le mani di Derek scendono lungo la schiena, fino al bordo dei pantaloncini, poi risalgono fino alle spalle.
"Ti senti più fresco?"
Beh, Sì, il bruciore sembra essersi attenuato, ma Stiles non si sente propriamente fresco. Ha diciotto anni, è praticamente ancora un adolescente preda degli ormoni. Un adolescente gay che ha appena ricevuto una specie di massaggio da due mani calde e grosse, attaccate a due braccia muscolose appartenenti a un bellissimo ragazzo poco più grande.
"Freschissimo!" risponde, voltandosi e arretrando di qualche passo.
"Vuoi che ti aiuti anche sul davanti?" chiede però Derek, indicando il suo petto. Stiles sa di essersi bruciato anche lì e vorrebbe sul serio avere Derek a pochi centimetri, con ancora le sue mani addosso, ma non può.
"Qui ci riesco da solo, grazie!" risponde, prendendo il vasetto con la crema e voltandosi di nuovo.
"Ti vergogni?" è la domanda che arriva alle sue spalle.
"No" è la risposta poco sincera. Stiles sente il leggero sbuffo di una risata, poi Derek gli si mette di fronte.
"Allora vado dentro, ma, in ogni caso, non ne hai bisogno" e dopo un occhiolino gli volta le spalle e se ne va.
*
Ormai agosto è iniziato, il caldo è sempre più insopportabile e quella mattina, scendendo in cucina, Stiles trova suo padre seduto con espressione seria al tavolo della cucina. Davanti a lui tre buste bianche ancora chiuse.
"Sono per te" dice e Stiles capisce tutto: sono le risposte dei college. Lì dentro è scritto il suo futuro.
"Ti dispiace se le apro con Lydia e Scott? Ci eravamo promessi di farlo insieme già a tredici anni."
Lo sceriffo sorride, alzando le spalle. "Però chiamami appena sai cosa c'è scritto. Ora vai dai bambini?"
Stiles annuisce, poi afferra un pancake e dopo aver baciato la guancia di suo padre afferra le tre lettere e corre via.
Alle nove di sera, orario in cui tutti i bambini sono a cena, Stiles è seduto in giardino in attesa di Lydia e Scott, che dovrebbero arrivare a momenti. Quel giorno anch eloro hanno ricevuto le loro lettere e non vedono l'ora di sapere se saranno insieme.
"Cosa ci fai qui tutto solo?"
Stiles si volta verso Derek, che gli si siede di fianco. "Aspetto Lydia e Scott" risponde, mostrandogli le tre buste bianche. "Dobbiamo aprire le lettere per i college. Ne abbiamo mandate tutti e tre due uguali e una diversa."
"Quindi sperate che almeno uno di quelli in comune prenda tutti e tre?"
Stiles annuisce.
"Non dovreste sperare vi prenda quello dei vostri sogni e basta?" chiede ancora Derek.
"Ci piacciono tutti e vogliamo stare insieme. E' sbagliato?"
Derek alza le mani in segno di resa e si alza. "Non volevo insinuare nulla. Ti lascio solo, allora" e se ne va.
Un'ora dopo, Stiles è ancora lì, con le tre buste strette tra le mani e le lacrime agli angoli degli occhi. Lydia gli ha dato buca solo pochi minuti prima, perché ha incontrato chissà chi e ha chiesto di rimandare; Scott è stato trattenuto da sua madre, che gli ha fatto aprire le buste con lei. E Stiles è lì, da solo, che non ha la minima voglia di tornare a casa. Non vuole aprirle con suo padre e rischiare di dargli una delusione. Preferisce prima conoscere i tre responsi e, nel caso, prepararsi a dirglielo.
"Sei ancora qui?"
La voce di Derek lo fa voltare verso l'ingresso. Ha tra le mani una lattina di CocaCola e indica le tre buste chiuse. "Non le avete aperte?"
"Mi hanno dato buca. Dopo le apro da solo e scoprirò da solo il mio triste destino."
"Dai, aprile ora" lo incita l'uomo.
"Qui? Con te?"
"Non ti giudico se ti hanno scartato tutti, dai." Stiles sa che è una presa in giro, ma il suo viso un po' si adombra. "Sono sicuro che sei abbastanza sveglio da essere stato preso in almeno uno di questi. Da quale cominciamo?"
Stiles accenna un sorriso, poi alza la prima busta, il college più vicino casa. La apre piano, con le dita che un po' tramano, poi spiega il foglio. La prima parola, un "Congratulazioni!" scritto in grassetto, gli fa aprire il sorriso sul viso.
"Visto? Te l'avevo detto!" Derek gli dà una leggera spallata, facendogli un occhiolino. "Il secondo?"
Stiles gli mostra la busta con il timbro di Harvard. Quello è il college preferita da Lydia, nemmeno sa se può permetterselo. Deve anche scoprire se gli danno la borsa di studio.
Anche qui una scritta in grassetto rosso scuro gli annuncia che ce l'ha fatta.
"Posso ripetere che te l'avevo detto?"
Stiles sbuffa una risata, continuando a leggere. "Borsa di studio completa, mi coprirebbe tutte le spese!"
"Molto sveglio, allora! Il terzo?"
Stiles gli mostra la busta e la tiene un po' tra le mani. "Columbia. New York, quello piùlontano da casa."
"E quello a cui tieni di più."
Quella di Derek non è una domanda, probabilmente è evidente dall'agitazione di Stiles. "Hanno un corso di criminologia che nessun altro ha. E New York mi ha semrpe affascinato. Senza borsa di studio non potrei mai andarci."
"Dai, coraggio, apri!" lo incita Derek, prendendo una mano di Stiles tra le sue. "Se non dovesse andare bene, ti hanno preso due dei migliori college del paese."
Stiels annuiosce, poi apre piano la busta, spiega il voglio e chiude gli occhi strizzandoli.
"Non ci riesco! Leggi tu!" dice, porgendolo a Derek.
"Sicuro?!"
"Sicurissimo."
Derek gli sfila il foglio dalle mani e Stiles si concentra sulla sua espressione che non lascia trasparire nulla. Comincia a leggere.
"Gentile Signor M. Stilinski- M? Come ti chiami?"
"Derek, non è importante ora, dai!"
Derek ride, ma continua. "Abbiamo analizzato attentamente la sua domanda e i suoi percorsi di studi pregressi. Il nostro college sarà lieto di accogliere tra le sue fila una mente come la sua e sarà ancora più lieto di concederle vitto, alloggio e una borsa di studio che possa ricoprire il 100% delle sue spese totali. La aspettiamo il giorno tredici settembre per la cerimonia di apertura."
Stiles fissa Derek, non riesce né a muoversi né a pensare. L'hanno preso. Il suo sogno poò diventare reale! Vede Derek alzarsi, poi tutto succede velocemente. Il ragazzo lo strattona per un braccio per farlo alzare e Stiles si ritrova stretto in un abbraccio, poi sollevato da terra.
"Sono felicissimo per te!" gli dice l'altro, facendolo praticamente roteare, prima di riportarlo con i piedi per terra, senza però allontanarsi. Stiles sa che sta piangendo, che sta addirittura singhiozzando. E soprattutto sa di essere impazzito. In uno slancio di pazzia, si alza sulle punte e, senza pensare, poggia le sue labbra su quelle di Derek. Un contatto irruento, ma che dura pochissimo, perché impiega poco a realizzare cosa ha fatto e a staccarsi di colpo. Guarda Derek con occhi sbarrati e, in pochi attimi, afferra le tre lettere e corre via, verso casa.
**
Liberamente ispirata al film "L'estate più calda" che trovate su Prime e che NON vi consiglio di vedere.
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