#256
Passa un'altra settimana da quel pomeriggio e Stiles sa di essere uno straccio. Ha preso due settimane di ferie, non si è mai allontanato da Eli per più di mezz'ora e la notte la passa sempre e solo a piangere. Ha ricevuto chiamate da Scott, da Cora e perfino da Peter e Isaac, ma non ha mai risposto a nessuno di loro. Eli, invece, ha parlato una volta al telefono con Cora. Stiles l'aveva sentito piangere dall'altra stanza, ma non aveva fatto domende e il ragazzo quella sera l'aveva passata abbracciato a lui sul divano a guardare un film.
E si abbracciano davvero spesso. Eli sembra avere il bisogno fisico di un contatto con lui e Stiles non può dire che per lui non sia lo stesso. Toccare Eli, anche solo con una carezza tra i capelli, gli dà la certezza che sia lì, che sia reale e, soprattutto, che anche lui stesso è ancora vivo. Solo che dentro si sente morto. Da quando ha saputo di Derek non riesce a sentire nulla che non sia dolore, sia emotivo che fisico. I crampi allo stomaco lo svegliando quando crolla sfinito, le lacrime molto spesso nemmeno si rende conto di versarle e sente le mani tremare e le scintille del suo potere spingere per venire fuori. E sa che quella è rabbia, è voglia di vendetta, ma non saprebbe con chi prendersela. La rabbia nei confronti del branco è anche inferiore rispetto a quella che prova per Derek che, nonostante un figlio, si è comunque sacrificato sotto i suoi occhi, lasciandolo solo. E Stiles sa, sente che Derek l'ha fatto soprattutto per proteggere Eli, ma non riesce ad accettarlo fino in fondo. Avrebbe dovuto aspettare, magari anche chiamarlo. Avrebbero trovato una soluzione o ci avrebbero provato insieme fino all'ultima opportunità.
"Stiles, stai cucinando? Posso darti una mano?"
Eli entra in cucina, affacciandosi sulla spalla di Stiles che è impegnato ad affettare un pomodoro. Stiles si volta, gli schiocca un bacio sulla guancia, poi annuisce. "Prendi le patate, falle a fettine, senza farti a fettine le dita, ti prego."
Eli sbuffa. "Mi sono tagliato solo una volta, so cucinare!"
"Eli, due giorni fa la mia cucina era piena di sangue. Sarei morto se tu non fossi un mannaro. E saresti morto anche tu. E stavi solo mangiando una fetta di anguria."
Eli si sporge di nuovo sulla sua spalla, questa volta è lui a baciare la guancia di Stiles. "Non avevo mai usato un coltello così grande, ma sono un mannaro e non ho nemmeno un graffietto!"
Stiles alza gli occhi al cielo, ma continua a preparare la cena, godendo quel silenzio rilassato. Cenano nella stessa atmosfera, ma Stiles ha qualcosa da chiedere ad Eli e ne approfitta, vedendolo così rilassato.
"Eli, siediti un attimo" gli dice, indicando il divano e il ragazzo obbedisce. "Ora che i tuoi zii sanno che sei qui, io sicuramente non corro il rischio di essere arrestato, ma vorrei sapere legalmente tu a chi sei stato affidato."
Eli abbassa lo sguardo.
"A Scott" risponde con un filo di voce. "Papà aveva scritto un testamento pochi giorni prima di... Beh e io gli ho detto che non avevo nessuna intenzione di stare con un inetto, quindi sono scappato."
Stiles proprio non se l'aspettava. Sul serio Derek aveva scelto Scott? Perché?
"Io non voglio stare con lui e so che tu avevi la tua vita e sicuramente speri di riaverla presto indietr-"
Stiles lo interrompe. "Gli chiederò di cedermi la tua custodia" risponde di getto. "Se per te va ben-"
E anche Eli lo interrompe, stringendogli le braccia intorno al collo in un abbraccio spacca ossa.
Tre giorni dopo, Stiles torna a casa dalla spesa e trova Eli in piedi al centro del salotto con un foglio bianco tra le mani. Il ragazzo è di spalle, ma Stiles ormai lo capisce all'istante.
"Cosa c'è scritto?" chiede avvicinandosi. Eli si volta di scatto, ha gli occhi lucidi. Gli passa il foglio e Stiles legge in fretta.
Gentile Sig. Eli Hale,
In seguito alla formale richiesta del Sig. Mieczysław Stilinski, le comunichiamo che dalla data odierna lei risulta essere sotto la sua custodia esclusiva, fino al compimento della sua maggiore età. Troverà in allegato tutti i certificati controfirmati dal Sig. Scott McCall. Cordialmente, Avv. Hill.
Stiles continua a fissare il foglio, le mani che tremano e la vista appannata dalle lacrime. Si riscuote solo quando Eli lo abbraccia, piangendo con lui.
"Papà avrebbe sicuramente preferito così. Io lo sento che se fosse stato possibile, avrebbe scelto te."
Stiles non risponde, ma potrebbe acconsentire. Quando tre giorni prima ha inviato la formale richiesta, ha ricevuto un messaggio di Scott a cui non ha risposto.
(Ore 12:38) Derek l'ha affidato a me, perché ero l'unico in contatto con te. Sperava che io te ne parlassi, se gli fosse successo qualcosa, e che tu ti affezionassi a Eli come poi è realmente successo. Si fidava solo di te. Ne sono felice. Ti voglio bene. SM
Il tempo passa veloce e lento allo stesso tempo. Eli comincia la scuola a settembre, con l'ansia per la nuova città e con la paura di non piacere a nessuno. Invece casa di Stiles comincia lentamente ad essere invasa da adolescenti sorridenti e da gruppi di studio che non studiano per niente. L'autunno è alle porte, quando due ragazzini escono da casa sua mentre sta rientrando da lavoro e Eli è seduto al tavolo della cucina con ancora i libri davanti.
"Eli, abbiamo ospiti stasera" lo saluta Stiles. "Tua zia."
E Cora mette piede per la seconda volta in casa sua, casa loro, dopo due ore, un dolce tra le mani e un sorriso timido. Stiles sa che ha continuato a sentire Eli ogni tanto, perché è l'unica che lui non incolpa per la morte di Derek, ma lui l'ha sentita solo la sera prima, quando gli ha chiesto un incontro.
Cora abbraccia Eli, lasciandosi sfuggire qualche lacrima, poi accenna un sorriso verso Stiles che le prende la giacca e la fa accomodare. Mangiano chiacchierando della scuola di Eli, di come si trova a New York, ma solo quando sono seduti sul divano per il dolce, Cora rivela il vero motivo per cui è lì.
"Non ve l'abbiamo detto prima perché non avevamo nessuna certezza, ma ora siamo sicuri e abbiamo bisogno del tuoi aiuto" dice rivolta a Stiles.
"Cosa intendi? Aiuto per cosa?"
Cora prende un respiro. "Non dovrei dirtelo io, ma è inevitabile ora."
"Zia, cosa gli devi dire?" Eli, sempre più protettivo, che Stiles si intenerisce.
"Stiles, tu sei il compagno del lupo di Derek. Motivo per cui Eli è corso da te e subito ti ha sentito come parte del branco, trovandoti senza nemmeno sapere dove fossi."
Stiles sente un capogiro e si appoggia allo schienale del divano. Ha letto così tanti libri a riguardo, che sa cosa significa, conosce tutte le implicazioni.
"Ecco perché sono un druido. Sono il suo druido, non quello di Scott."
"Esatto."
"Hai detto che avete bisogno del mio aiuto, per cosa?"
"Da quando Derek è scomparso, Scott e Peter non si sono dati pace" Eli fa per interromperla, ma lei gli sorride, continuando. "E c'è un motivo: il suo corpo è sparito nell'incendio. Mi hanno spiegato che Derek è stato avvolto dalle fiamme, ma che nessun corpo è rimasto lì sul Nemeton, quindi hanno cominciato a fare delle ricerche."
"Cora, arriva al punto, ti prego" Stiles sta già sudando.
"Sappiamo con assoluta certezza che possiamo riportarlo indietro, è solo bloccato. Tu puoi riportarlo indietro grazie al tuo potere e al vostro legame. Il rituale è pronto, abbiamo studiato ogni dettagli. Manchi solo tu."
Stiles la fissa, cerca di capire se è sincera, ma c'è una cosa che gliene dà certezza: l'amore che Cora prova per suo nipote è tangibile, non gli darebbe mai quel tipo di false speranze.
"Quando parte l'aereo? Immagino di dover tornare a casa per farlo."
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"Stiles?"
Stiles riapre lentamente gli occhi, specchiandosi in quelli che ormai conosce benissimo. Prova a sorridergli, ricevendo in cambio un abbraccio che gli fa pulsare la testa ancora di più, ma che fa bene al cuore.
"Stai bene?" chiede ad Eli, carezzandogli la schiena.
"Sei tu quello sdraiato a letto da due giorni, sai?"
"due giorni?" Stiles lo dice alzandosi di scatto, la testa che sembra esplodere e la vista che si offusca.
"Stai sdraiato!" ordina il ragazzo, spingendolo a rimettersi giù. "Devi stare a riposo to-ta-le!"
Stiles lo guarda allibito, poi si concentra di più sul suo volto. Eli sta sorridendo. Eli sta sorridendo anche con gli occhi.
"Esattamente."
Stiles si gira di scatto ed eccolo lì, ecco colui che ha parlato. Alla sua destra, poggiato contro lo stipite della porta, le braccia incrociate e un sorriso sulle labbra. Ha qualche anno in più, qualche peletto bianco nella barba, ma è lì. Derek è lì, vivo.
"Derek Hale, penso di non averti mai odiato così tanto" dice, ma sta già singhiozzando. Vede Eli alzarsi, raggiungere suo padre, abbracciarlo velocemente e poi uscire dalla stanza. Derek compie i pochi passi che lo separano dal letto e Stiles allunga le braccia verso di lui. Ha bisogno di sentirlo, non gli importa se Derek non è tipo da abbracci.
Solo che Derek lo sorprende, si siede sul letto e si abbassa per stringerlo e farsi stringere. Stiles non smette di piangere e singhiozzare, ma non si è mai sentito così sollevato.
"Eri morto" dice tra i singhiozzi. "Eri fottutamente morto senza parlarmi da sedici anni!"
"Ma tu mi hai riportato in vita" gli dice Derek contro il collo. "Grazie per esserti preso cura di lui."
"Eli è il mio branco" gli dice Stiles sciogliendo l'abbraccio. Se ne frega ormai del moccolo. "Voi due siete il mio branco."
E sa quali sono tutte le implicazioni di quella frase, ma non vuole più nascondersi. Derek è morto, potrebbe succedere qualsiasi cosa, non può più fingere di non amarlo.
"E tu il nostro" risponde l'alpha, appoggiando la fronte contro la sua. Stiles gli sorride, mentre calde lacrime ancora gli bagnano le guance. "Ora riposa, noi non ci muoviamo da qui, okay?"
Stiles annuisce, poi si sporge, perché anche baciare Derek non può essere più rimandato. "Ti amo. Ti ho sempre amato, lo sai, vero?" gli sussurra a fior di labbra.
"Ci apparteniamo" è la risposta di Derek. "Da sempre."
Fine.
Blu.
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