#253
"Zitto."
Stiles vorrebbe urlare, come già sta facendo da un po' in realtà, vorrebbe anche prenderlo a schiaffi o, magari, alzarsi e andare via, ma non può fare nessuna delle tre cose, perché Derek ha appena afferrato il cellulare e ha risposto alla chiamata insistente.
"Scott, hai pochi minuti, cosa vuoi?" risponde il mannaro, senza nemmeno dare modo al suo interlocutore di salutare.
Minuti? Stiles non sa quale parte di sé lo trattiene dal gridare con tutto il fiato che ha in corpo. Derek ha sul serio detto minuti? Riesce a sentire Scott dall'altra parte del telefono, ha un tono agitato.
"Io non so come dirtelo, amico" comincia.
"Un minuto è già passato" è la risposta di Derek e Stiles, dalla sua posizione, vorrebbe anche guardarlo male per essersi rivolto così al suo amico, ma proprio non riesce a farlo in quel momento. Come potrebbe guardare male Derek, se al momento l'uomo lo sta sovrastando, gloriosamente nudo, e lo sta scopando già da un po'?
Tutto è iniziato circa mezz'ora prima. Stiles, come suo solito, era entrato al loft senza annunciarsi, si era buttato a peso morto sul divano, pronto a godersi un meritato riposo dopo una giornata pesante. Ormai era quella la sua routine da due mesi: lavoro, loft, sesso magnifico, coccole al letto, sveglia, casa sua e di nuovo lavoro. Sì, praticamente una casa è quasi come se non l'avesse più, ma non ha nessuna intenzione di lamentarsi di quel flirt? quella passione? quella relazione? con Derek.
Quindi, quel giorno, era andato tutto come previsto, nonostante avesse saltato il lavoro: Derek si era avvicinato al divano, si era abbassato per sfiorare le labbra di Stiles che, come sempre, si era acceso di passione. Pochi minuti dopo, erano già entrambi eccitati, nudi e a letto. Solo che qualcosa era andato storto: proprio mentre le spinte di Derek avevano cominciato a farsi più forti, precise contro la sua prostata e Stiles aveva cominciato a pregarlo per avere sempre di più, il cellulare di Derek aveva cominciato a suonare e Derek l'aveva ignorato. Una volta, due volte, ma alla terza era rimasto fermo.
"Credo proprio che risponderò" aveva detto ghignando. "Sai, qualcuno stamattina ha lasciato il mio letto senza farmi il pompino che mi aveva promesso e credo debba essere punito."
"In che senso?" aveva chiesto Stiles.
"Nel senso che io ora risponderò al tuo amico, ma continuerò a scoparti forte e tu non solo starai zitto e buono, ma non verrai. Intesi?"
Stiles si era trovato in una situazione di stallo: terribilmente eccitato per la situazione, ma anche peroccupato di non farcela, quindi aveva provato a contrattare, mentre la quarta chiamata di Scott cominciava.
"Sì, okay, Der, ma-"
"Zitto" era stata la risposta di Derek gli occhi accesi di rosso. E aveva risposto a Scott.
Quindi ora Stiles è lì, di Schiena contro il letto, Derek inginocchiato tra le sue gambe con il cellulare all'orecchio, gli occhi rossi fissi in quelli di Stiles e il cazzo piantato del suo culo che continua a stimolare la sua prostata.
"Ti prego" cerca di sussurrare Stiles, ma la mano libera di Derek gli preme sulla bocca, zittendolo. Stiles, in risposta, si eccita ancora di più, sta letteralmente gocciolando di piacere e sa che non durerà ancora per molto, certo che lo sa.
"Okay, te lo dico. Okay, ascolta, credo che Stiles si droghi."
Stiles per un attimo si dimentica della situazione e vorrebbe solo ridere. Cosa?
"Cosa?" gli fa eco Derek. "Hai sentito strani odori?" dice, mentre sposta piano la mano dalle labbra di Stiles, accertandosi sicuramente che se ne stia zitto. Stiles pensa gli stia dando un attimo di tregua, colpito anche lui dall'affermazione di Scott, ma proprio mentre il ragazzo comincia a spiegare, Derek poggia il cellulare sul letto di fianco a loro che tanto con l'udito mannaro lo sente ugualmente, si porta entrambe le gambe di Stiles sulle spalle e comincia ad affondare in lui con spinte profonde e ben calcolate. Stiles non sa come riesce a non urlare, ma gli occchi gli si rivoltano per il piacere. Non sa cosa abbia detto Scott, non sa nemmeno se riuscirebbe a sentirlo. Sente solo Derek, il piacere che gli sta provocando ed è concentrato solo su di lui e sul cercare di non urlare.
Non sa perché diavolo Derek sembri così composto. Di solito si lasciano andare entrambi e Stiles capisce che anche a lui piace, ma in quel momento sembra non provare nulla, è solo impegnato a spingere e a fissare il suo sguardo. E anche Questo eccita Stiles oltre misura.
"Scott, Stiles non frequenta brutte compagnie ogni sera e non si droga" dice, ad un certo punto e, mentre probabilmente Scott sta parlando, Stiles sa che sta per crollare. Vede Derek afferrare il lubrificante, spalmarselo sulle dita della mano destra e portarla lì dove i loro corpi si uniscono. Stiles si inarca e non riesce a trattenere un gemito, quando l'uomo gli infila di colpo dentro anche due dita, muovendole subito.
L'altra mano è subito di nuovo premuta sulle sue labbra a zittirlo, ma Stiles ormai ha perso il controllo. Geme contro la pelle dell'altro, chiude gli occhi e cerca di andare in contro alle spinte, rincorrendo un piacere ormai troppo vicino e inesorabile.
"Sì, ne sono sicuro, Scott, stai tranquillo, lo tengo sotto controllo io."
Derek dice l'ultima frase con gli occhi ancora rossi, puntati in quelli di Stiles che è riuscito a riaprire i suoi, ma quelle parole e quel contatto gli sono fatali: viene inarcando la schiena e urlando senza controllo. Vede vagamente Derek allungare la mano verso il cellulare, poi le spinte si fanno più irregolari e forti. Derek viene dopo pochissimo, dentro di lui, con un ringhio sordo che gli vibra nel petto.
Quando riprende fiato, Stiles non riesce a trattenere una risata. Cerca anche di celarla contro il petto di Derek su cui è appoggiato, ma non ci riesce.
"Cosa ti diverte così tanto?"
Stiles gli risponde ormai con le lacrime agli occhi.
"Non so" dice ridendo. "Scegli tu tra Scott che mi crede tipo uno spacciatore o Scott che mi ha sentito gridare il tuo nome mentre gli dicevi che mi avresti tenuto d'occhio!"
Derek alza la testa dal cuscino, giusto per guardarlo male, ma il velo di un sorriso gli piega gli angoli delle labbra.
"Starà sicuramente venendo qui a controllare che io non ti abbia ucciso, vero?" chiede, facendo ridere Stiles ancora di più.
"Già!" sorride. "Posso andare via prima che arrivi" suggerisce. Non sa cosa sono, di conseguenza non sa cosa Derek voglia dire a Scott.
"Per me non è un problema se ti trova qui" risponde, mettendosi seduto e aiutando Stiles a fare lo stesso.
"E cosa gli dirai? Che mi stavi prendendo a pugni?"
Derek sembra rifletterci. "Beh, se ti imbarazza dirgli che stavamo facendo l'amore, potrei anche farlo."
Stiles non risponde, non ci riesce. Sa che lo sta fissando e che è una cosa poco educata da fare con le persone, ma non riesce a farne a meno. Loro stavano facendo cosa?
"Noi cosa?" chiede, infatti.
"Cosa, cosa?" chiede Derek e sembra confuso. PErché è confuso?
"Cosa stavamo facendo?"
Ora anche le sopracciglia di Derek sembrano confuse.
"Devo farti il discorsetto che avrebbe dovuto farti tuo padre a quindici anni? Sai, fino a pochi minuti fa ero dentro di te, ci sono stati due orgasmi e tutto il resto. Non sono bravo con queste cose."
Stiles conosce Derek da dieci anni, ormai e sa benissimo che sta solo cercando di smorzare la tensione, sta cercando di sminuire quello che ha detto non perché se ne sia pentito, ma perché ha paura di esporsi. E lo sa così bene che si intenerisce. Sbuffa un sorriso, alzando gli occhi al cielo, poi gli accarezza una guancia.
"Io spiego a Scottino che facevamo l'amore, che non mi stavi uccidendo se non di piacere, ma tu gli spieghi qualcos'altro, allora, a questo punto."
E Derek è di nuovo confuso.
"Non sapevo cosa noi due fossimo per te. Io so che è qualcosa di importante e lo sento, ma non ce lo siamo mai detti, non abbiamo dato un nome a questa cosa che va avanti da pochissimo, ma è importante, vero?"
Derek ricambia la carezza, annuendo. "Questa cosa è sempre stata importante" dice, "anche prima di due mesi fa."
"Bene" sorride Stiles, alzandosi dal letto. Scende di nuovo in salotto, prendendo il suo zaino e tornando a letto, poggiandolo tra lui e Derek.
"Sono stato da Deaton stamattina e ho saltato il lavoro, avevo bisogno di pensare e non è servito a niente, ma sono servite le tue parole a dissipare ogni dubbio" spiega, aprendo la cerniera.
"Lui è qui da circa un mese" dice, passando a Derek un pezzetto quadrato di carta. "Beh, o lei, in realtà."
Stiles si perde nell'espressione di Derek. Ci vede terrore, ci vede incredulità ma, più di tutte, ci vede felicità. Derek ha gli occhi chiusi, mentre fissa la piccola immagine dell'ecografia che Stiles è stato costretto a fare, anche se non avrebbe voluto scoprirlo senza Derek, ma stava male e Deaton l'aveva quasi legato al lettino. Si era sentito meglio subito dopo: mal di testa e nausea spariti, caldo dimenticato. In lui un solo pensiero: il suo bambino, il bambino suo e di Derek.
E dentro di sè, nonostante l'ansia, sapeva sarebbe andata bene, perché sa cosa c'è tra loro due, sa che andrà bene, sa che quello è amore, anche se non se lo sono mai detti.
"Sei felice" è l'affermazione di Derek, non una domanda, sente i suoi odori. Stiles annuisce e il mannaro se lo tira addosso, seduto cavalcioni, per abbracciarlo. Stiles gli stringe le braccia intorno al collo, lasciando andare le lacrime che ha trattenuto da quella mattina, permettendosi di essere felice, di gioire, di immaginare la loro futura famiglia.
"Lo lasciamo fuori? Ti prego!" dice contro la spalla nuda di Derek, quando il campanello suona per la quarta volta insistentemente.
"Sono un mannaro!" grida la voce di Scott. "So che siete entrambi là dentro! Cosa diavolo state facendo?!"
"Se gli rispondi, ti sente" lo incita Derek e Stiles ghigna.
"SCOTT!" grida, anche se sa che non è necessario. "STAVAMO SCOPANDO E STIAMO PER FARLO DI NUOVO, TI CONVIENE ANDARE VIA SUBITO MA POI TI SPIEGO TUTTO, GIURO! TI VOGLIO BENE!"
Aspetta qualche secondo, ma non sente nulla.
"Non è morto, vero?" chiede preoccupato a Derek.
"Nah" risponde. "Non so se si sia rotto qualcosa cadendo dalle scale di corsa, ma è un mannaro e guarisce."
Stiles ride e si lascia cadere di schiena sul letto. "Beh, in tal caso... credo di dover essere punito per essere venuto senza il tuo permesso, vero?"
La risposta di Derek sono occhi acceso di rosso. Il rosso del suo Alpha, dell'alpha della loro famiglia.
Ehilà! Da quanto non ci si sente! Come state? Io tutto bene.
Questa è per Pampu, perché mi dedica e regala sempre le sue perle e ogni tanto è bene ricambiare, no? E poi se lo merita.
Grazie a tutt*, come sempre, per aver letto. Alla prossima.
Blu.
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