#246
Derek non sa perché diavolo ha accettato.
Ha detto no più volte, ha trovato piani alternativi, ha anche ringhiato in faccia a Scott, ma non è servito a nulla. Nessuno gli ha dato ascolto, nonostante sia un Alpha. Ed è questo il motivo per cui ora è al loft, seduto sul divano, irrequieto e nervoso. Si è alzato e seduto già dieci volte, ha percorso il perimetro di tutto l'ambiente e ha sbuffato così tanto che si sta dando noia da solo.
Vorrebbe anche telefonare a Scott o a Isaac, ma sa che non può e continua a maledirsi per non averli legati al divano per non farli andare. In fondo sa che il loro piano ha senso, che non dovrebbero rischiare nulla, ma non riesce a stare tranquillo. Quei ragazzini, quegli incoscienti, il suo branco, è andato ad affrontare un pericolo senza di lui, perché lui è l'obiettivo principale. L'hanno circondato con tutte le protezioni possibili e sono andati via per capire cosa stia succedendo. Sono andati tutti insieme per proteggerlo e Derek non riesce proprio ad accettarlo.
Ma c'è un'altra cosa che, più di tutte, sta innervosendo Derek: il suo lupo. Se lui è nervoso, il lupo è scalpitante. Se lui è arrabbiato, il lupo è triste. E Derek, ancora una volta, si alza in piedi e comincia a camminare per la stanza. Si ferma davanti alla libreria, prende un libro e poi lo rimette al suo posto. Arriva alla vetrata e rimane lì per un po', sperando di veder arrivare gli altri, ma dopo qualche minuto si sente ancora peggio e riprende il suo cammino. Ad un certo punto della serata, pensa anche di mettersi a cucinare, ma rinuncia subito dopo essersi reso conto che il branco gli ha letteralmente svuotato tutto il frigo.
Se non può cucinare, allora può mettere in ordine quel caos. Avere dei mezzi adolescenti in giro per casa è estenuante, soprattutto perché non sanno cosa significa rimettere le cose nel loro posto. Raccatta addirittura uno spazzolino dal tavolino basso davanti al divano, che dall'odore è sicuramente di Isaac e un Calzino di Scott che chissà come è finito sulla libreria. Nemmeno vuole saperlo.
Sta per cercare di capire perché ci sono delle scarpe rosse col tacco nascoste dietro una pianta, quando si blocca. Lì, sulla poltrona, c'è qualcosa che ha catturato la sua attenzione, o, per meglio dire, prima quella del lupo e poi la sua. Si piega per afferrare l'oggetto e, improvvisamente, tutto diventa tranquillo e Derek, davvero, vorrebbe ridere e piangere nello stesso momento.
Sta stringendo tra le mani una orribile camicia a quadri rossi e blu, con le righine gialle. Ne sente la stoffa sotto i polpastrelli, il calore dato dalla flanella, sente che non è nuovissima, ma soprattutto, ne sente l'odore. Il profumo di Stiles irrompe nelle sue narici e raggiunge diretto il suo lupo che, nel suo petto, si fa sentire con un ringhio sordo. Derek Si siede su quella poltrona, la camicia ancora stretta tra le mani e prende due profondi respiri. Non che non sapesse di essere attratto da Stiles da un bel po' di tempo, è un uomo, conosce i propri istinti e Stiles è un bel ragazzo. Beh, sì, è anche simpatico, sarcastico, intelligente e decisamente interessante, ma quello...quello è diverso. Quello che Derek sta sentendo in quel momento non è una infatuazione, non è un'attrazione. Quella che Derek sente è una affermazione urlata a gran voce, ululata con tutto il fiato che il suo lupo ha in gola.
Derek è così sopraffatto, così confuso, che fa l'ultima cosa che avrebbe fatto da lucido: prende il telefono e fa partire una chiamata.
"Giuro che se siete di nuovo in pericolo e poi io finisco morto, Derek, rado a suolo Beacon Hills!" urla la voce dall'altro lato.
Derek sbuffa, ma nemmeno gli dà retta.
"Peter, se il mio lupo è inquieto da sempre, se si calma solo con un determinato odore, se quell'odore è di un essere umano e se dopo essermi reso conto di questa mancanza il mio lupo stesse fisicamente male, cosa significa?"
Derek sente silenzio dall'altro lato, quasi percepisce il respiro di Peter fermarsi.
"Cosa intendi con fisicamente male?" chiede l'uomo.
"Che sto sudando freddo, che tremo, che vorrei uscire e mettermi a correre e che mi fa male lo stomaco."
Ancora silenzio, poi rotto da una risata sommessa.
"Derek, porca puttana, chi cavolo hai incontrato? Hai conosciuto qualcuno? Senti sul serio queste cose?"
"Non è una persona che ho conosciuto ora. Ma i...sintomi li sento da qualche ora."
"E come è possibile tu li senta solo ora? La conoscevi già e non hai mai sentito niente? Dov'è ora?"
"Probabilmente starà facendo battute sarcastiche contro una strega potentissima che minaccia di uccidermi e starà rischiando di farsi uccidere lui" risponde di Getto, mentre le mani tremano ancora di più. Si porta la camicia al naso ed inspira forte, ma non è come avere Stiles lì.
"Porca puttana, Derek! Il tuo compagno è Stiles?"
Derek nemmeno gli risponde. "Cosa posso fare? Come si toglie?"
Peter ora ride sonoramente. "Togliere? Derek, sei un lupo mannaro, non è una cosa che si toglie. Un compagno per un lupo è per la vita, e lo sai. Strano tu l'abbia scoperto solo ora, considerato che Stiles è stato in pericolo centinaia di volte, ma magari i tuoi traumi sentimentali ti hanno bloccat-"
"PEter!" ringhia Derek. "Cosa posso fare?!"
"Devi aspettare e sperare che torni. Non puoi fare proprio nulla. E io spero proprio che non si faccia ammazzare, perché per quanto tu possa odiarmi e per quanto sia difficile per me ammetterlo, sei il mio alpha e anche mio nipote e non vorrei mai tu provassi il dolore della perdita del tuo compagno. Stai lì, stai tranquillo e pensa che Stiles se la sa cavare alla grande, anche se con lui c'è Scott. Okay?"
Derek vorrebbe rispondergli, ma nemmeno sa cosa dire. Mette giù la chiamata e chiude gli occhi, respirando con calma, concentrandosi sul profumo della camicia.
Cerca di stare più immobile possibile, cerca di non pensare a nulla e guarda solo la luna nel cielo. La vede muoversi apparentemente da sinistra a destra, e distoglie lo sguardo solo quando un rumore lo distrae. Devono essere le due di notte.
Il portone si è aperto ed entrano Scott ed Isaac entrambi sorridenti, che chiacchierano tra loro. Dietro, Kira e Malia, anche loro sembrano di buon umore. Derek si alza, va loro in contro e, proprio quando sta per ringhiare a Scott di tacere, perché gli sta rivolgendo la parola ma Derek nemmeno gli sta dando ascolto, lo vede.
Stiles ha il respiro corto, i capelli sparati in ogni direzione e le guance rosse. Un velo di sudore gli copre la fronte e il suo profumo è così forte che Derek per un attimo ha un capogiro.
"Siete dei fottuti lupi, perché mi avete fatto fare dieci piani a piedi, in agosto con quaranta gradi, e non mi avete portato in bracc-"
Stiles non ha concluso la frase che Derek nemmeno ha ascoltato perché lo stesso Derek gli ha afferrato un polso e se l'è tirato contro. Forse lo sta stringendo un po' troppo, forse avrebbe dovuto prima chiedere della strega, accertarsi che stessero tutti bene e che il pericolo fosse scampato, ma non ce l'ha fatta. Stiles è tra le sue braccia, teso e stupito, ma va bene così. Derek ha il naso contro il suo collo e si sta beando di quel profumo, ne sta facendo scorta anche se ora sa che non potrà mai averne abbastanza.
Dopo qualche attimo, sente Stiles muoversi e le sue braccia cingergli le spalle, titubante, ma deciso allo stesso tempo.
"Stai bene?" si sente chiedere e Derek non riesce ancora a parlare, sta ancora annusando quella pelle, sta ancora stringendo quel corpo contro il suo.
Mentre è lì, con il suo compagno tra le braccia, a Derek viene in mente un discorso di Cora di un anno prima, mentre erano entrambi in Messico.
"Der, ormai sappiamo tutti della cotta che Stiles ha per te, si percepisce a naso, ma sai una cosa? Io vi vedo perfetti insieme. Stiles ti renderebbe così felice perché è l'unico con cui tu riesci ad essere te stesso, nel bene e nel male. E porti ancora il bracciale che lui ti ha regalato a Natale."
Derek si era guardato il polso, su cui era annodato un semplice bracciale in stoffa verde, ma solo ora Derek ne capisce il significato. Ha letto qualcosa in un vecchio libro di sua mamma.
"Tu l'hai sempre saputo" dice, senza smettere di abbracciare Stiles. "Il bracciale ha la tua essenza e io non la sento, ma il mio lupo sì. L'hai incantato tu stesso, perché sei diventato molto bravo con gli incantesimi da druido."
Sente Stiles sbuffare una risata e stringergli un po' di più le spalle.
"Scusa?" dice, sorridendo. "Dovevi rendertene conto da solo e mi dispiace sia successo mentre mi credevi in pericolo, non volevo fosse spiacevole, sarebbe dovuta essere una cosa bella, ma tu sei così cocciuto, Sourwolf, che ti sei dovuto spaventare per rendertene conto!"
Derek gli sfiora piano il collo con la punta del naso, non riesce ancora a lasciarlo andare, anche se lentamente si sta sentendo meglio.
"Come l'hai capito?"
Ora Stiles gli ha portato una mano tra i capelli, che accarezza mentre parla.
"Quando ti sei trasformato in lupo, credo che lui abbia in qualche modo rafforzato il legame e da quel momento ho cominciato a...sentirti. Il tuo odore, le tue emozioni."
Derek ci mette poco a fare due più due e scioglie l'abbraccio, guardando Stiles diritto negli occhi. Sta sorridendo, ma ha gli occhi lucidi.
"Sì" continua il ragazzo rispondendo alla muta domanda di Derek. "Ho sentito la tua assenza quando sei andato via. Non è stato per nulla piacevole. Credo sia quello che hai sentito tu queste ore."
"Ma io sono stato via due anni. Stiles, potevi chiamarmi, potevi-"
Stiles gli appoggia l'indice sulle labbra.
"No. Avevi i tuoi problemi, dovevi mettere tutto a posto. Sapevo saresti tornato e che saresti stato più...più aperto a nuove esperienze?" e sorride e Derek non resiste.
Gli prende il viso tra le mani, lo guarda ancora negli occhi e poi, lentamente e finalmente, lo bacia.
-----
"Dove sono gli altri?"
Derek glielo chiede mentre sono a letto, avvolti solo dalle lenzuola, Stiles appoggiato sul suo petto che scoppia a ridere.
"Per essere un alpha fai un po' schifo se ti accorgi solo due ore dopo che siamo soli e che ti sei dimenticato dei tuoi beta, senza notare che se ne sono andati appena mi hai abbracciato, eh!"
Derke non può che dargli ragione, ma si sente così tranquillo, così in pace, che tutto quello che fa è ridere insieme a Stiles, stringendoselo contro ancora un po', mentre il loft profuma di lui. Di loro due, insieme.
Ehilà!
Beh, avevo voglia di scrivere, perché è un po' che non lo facevo e ne ho approfittato per ricambiare le tantissime "buonanotte" che mi sono state regalate. Sono una viziata, lo so, ma ogni tanto sono buona anch'io. Quindi questa è per Pampu.
E anche per tutt* voi, che mi aspettate e che siete sempre qui. Grazie.
Blu.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top