#238



Stiles ha diciotto anni ed è gay. Lo sa da un po', è un ragazzo sereno, sano, e va benissimo così. 

Stiles ha un solo, unico, enorme problema: il suo patrigno. 

Derek Hale, compagno giovanissimo di sua madre che, con la crisi di mezza età ha deciso di affiancarsi il classico toy boy e di far invidia a tutte le sue amiche. E di far impazzire Stiles che se lo ritrova a casa ogni attimo. 

Derek ha vent'otto anni, ha un fisico scultoreo, dei meravigliosi occhi di un verde quasi trasparente, la barba perfettamente curata, un sorriso che fa sciogliere Stiles che si sente attratto da lui come fosse una calamita. 

Lo conosce da quasi un anno, da quando sua mamma l'ha portato a casa un pomeriggio di luglio, presentandolo come un suo caro amico, ma baciandolo due secondi dopo. Derek studia medicina, ma è un po' in ritardo perché aveva serie difficoltà economiche prima di conoscere Claudia, che gli sta pagando tutti gli studi. E tutte le serate in discoteca e i ristoranti di lusso e i viaggi oltreoceano. 

Stiles non è infastidito da quella relazione o dal modo che ha Claudia di viziare il suo ragazzo (anche perché Stiles viene viziato dieci volte tanto). Il problema di Stiles è decisamente più serio: non riesce ad avere una relazione. Non riesce ad andare a letto con nessuno. Non ha un'erezione che non sia guardando Derek, pensando a Derek o di fronte a una foto di Derek da quasi un anno. Ed è frustrato, è agitato, nervoso. Ha decisamente bisogno di andare a letto con qualcuno, perché la sua mano non gli basta più. 

Ed è per questo ora che è in discoteca, che si sta strusciando in pista su un ragazzo bellissimo, alto, biondo e che sembra un angelo sceso in terra. Sente anche un piacevole formicolio tra le gambe, quando il ragazzo gli bacia il collo e gli chiede se gli va di seguirlo nel prive. La discoteca è di lusso, il privè è praticamente una suite di un hotel, quindi non si fa nessun problema. Il ragazzo comincia a baciarlo appena si chiudono la porta alle spalle e Stiles ne è così entusiasta che gli sfila la camicia quasi strappandogliela da dosso. 

"Sei impaziente?" 

"Non sai nemmeno quanto" risponde, mentre il biondo di cui nemmeno ricorda il nome gli infila una mano nei jeans, subito oltre i boxer, stringendo la sua nascente erezione. Stiles non può far altro che gemere e mordergli il collo, mentre quello continua a muovere la mano sempre più veloce. E tutto diventa un disastro, appena dietro gli occhi di Stiles si forma l'immagine netta di addominali definiti, una petto ricoperto di riccioli neri e un sorriso da togliere il fiato. 

"Tutto bene?" chiede il ragazzo, che sfila la mano dai jeans di Stiles, che ha totalmente perso l'erezione. 

"Scusa, devo aver bevuto troppo, non mi è mai successo" dice, arrossendo. 

"Beh, puoi comunque succhiarmelo" dice lui e Stiles, ormai di pessimo umore, semplicemente accenna un sorriso e scappa via, quasi sull'orlo delle lacrime. 

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"Non hai freddo?" 

Stiles sa di averlo detto in maniera del tutto antipatica, ma Derek è nel soggiorno di casa sua, senza maglietta, mentre beve da una borraccia. 

"Mi stavo allenando e poi siamo a maggio. Sei tu strano che ancora giri con le felpe" risponde l'uomo, avvicinandoglisi. Di istinto, Stiles fa un passo indietro. 

"Ero a studiare, a stare fermi fa più freddo. Mamma dov'è?" chiede. 

"Credo alla spa, o dal parrucchiere. Hai bisogno di aiuto per studiare?" 

Stiles inarca un sopracciglio. "Tu aiutare me?" 

"Tu hai appena iniziato biologia, io studio medicina da un po', credo di poterti aiutare, se ne hai bisogno." 

"Non ho bisogno di nulla, soprattutto non da te!" sbotta Stiles, pentendosene subito dopo. "Scusa" aggiunge. "Sono nervoso per l'esame. Forse puoi aiutarmi a sfogare il nervosismo?" 

"Vuoi allenarti con me?" chiede Derek e Stiles non sa se faccia finta di non capire o meno. 

"No" risponde Stiles esasperato. "Non ti viene in mente nessun altro metodo?" 

Derek lo guarda, in silenzio, epr alcuni secondi, poi si fa così vicino che a Stiles manca il fiato. 

"Non sono interessato ad un ragazzino viziato di dieci anni in meno." 

Stiles non distoglie lo sguardo, anche se si sente ferito. 

"Posso pagarti anche io le bottiglie di champagne in discoteca, sai?" 

"Quindi vuoi pagarmi per farti scopare?" 

"Non è quello che fai con mia mamma?" sputa fuori Stiles con tutta la rabbia che ha dentro. 

"Torna a fare i compiti, ragazzino" gli dice Derek, cambiando totalmente tono di voce e allontanandosi. "E rispetta il tuo patrigno." 

"Tu non sei nessuno" sbotta Stiles, per poi correre a chiudersi in camera. 

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Dopo una settimana da quella discussione, Stiles ha preso una decisione. Ha appena preso una compressa con un bel sorso d'acqua e sta per uscire di casa. Vuole scopare, deve assolutamente scopare. 
Passa a prendere Scott e insieme raggiungono una discoteca super affollata. Scott sparisce poco dopo con un biondino tutto ricci, mentre Stiles punta in lontananza un ragazzo moro, con occhi verdi e muscoloso. Proprio quello che gli ci vuole. 

Dieci minuti dopo, sono già sul retro del locale, nell'auto di Stiles, mentre il ragazzo gli sta abbassando i pantaloni. 

"Stai gocciolando" dice, guardando l'erezione di Stiles, dura, che svetta tra le sue gambe. 

"Scopami." 



Quando Stiles sale in camera, dopo che Scott l'ha accompagnato fino al portico sorreggendolo, sa che dovrebbe chiamare un medico, ma è terribilmente imbarazzato. Si trascina in cucina, sudando e imprecando, prende dell'acqua e si avvia sulle scale, per cercare di fare una doccia e mettersi a letto. 

"Stai bene?" 

Si gira, la mano sulla maniglia della propria camera e si ritrova davanti Derek, solo con i pantaloni del pigiama e l'espressione assonnata. "Avevo sentito dei rumori. Hai una pessima cera, sei ubriaco?" 

"Sto-sto benissimo" balbetta, entrando in fretta in camera e chiudendosi la porta alle spalle. Non sa come riesce a togliersi i vestiti e ad infilarsi sotto la doccia, quasi dolorante. Apre l'acqua gelida, si insapona e si toglie di dosso tutti gli odori della serata, si infila una tuta e si stende a letto, con il respiro corto e accaldato. Non sa cosa diavolo sia successo: andava tutto bene, è andato tutto bene, la sua erezione non è andata via, nonostante quel ragazzo l'abbia scopato anche discretamente. Ma nulla, è ancora duro, dolorante e terribilmente eccitato. 

Si gira e rigira a letto per un tempo infinito, fino a quando un fascio leggero di luce non entra in camera dalla porta aperta, che si richiude subito dopo. 

"Stiles, ho sentito che ti lamentavi. Posso aiutarti? Cosa succede?" chiede Derek avvicinandosi a letto, con tono preoccupato. 

"Nulla, ho solo mal di testa" risponde piccato, girandosi sul fianco per dagli le spalle. 

"E non c'entra nulla il blister vuoto di una compressa che hai dimenticato nel bagno degli ospiti?" 

gli si ferma il respiro per un attimo, ma non si gira. E' in imbarazzo, si sente esplodere e vuole quasi piangere. Sente il letto piegarsi sotto il peso di Derek e una sua mano sulla spalla. 

"Posso accompagnarti in ospedale. Ci sono i miei colleghi e possiamo nascondere la cosa, ma il viagra può essere pericoloso e stai così sicuramente da ore. Mi dici cosa senti?" 

Stiles si stringe ancora di più sotto la coperta, in posizione fetale. "Cosa posso sentire? Ce l'ho duro e non passa." 

"Sei riuscito a venire o è per questo che è così?" 

Stiles vorrebbe sprofondare. "Sì, sono venuto, una volta." 

"E perché non provi a toccarti di nuovo? Potrebbe essere quello il motivo. Il viagra è fatto anche per farti durare di più." 

"Non ci riesco, sono spaventato, mi sento agitato e mi fa quasi male, non riesco a rilassarmi!" dice tutto di un fiato, sentendo quasi le lacrime scendere. 

"Posso aiutarti?" sente chiedere dalla voce di Derek ma non gli sembra possibile. 

"Cosa?" chiede. 

"Posso parlarti? Raccontarti qualcosa? Farti una tisana?" 

Ah, ecco. 

"Toccami" chiede però Stiles disperato. "Sei quasi un medico, aiutami a venire, ti prego." 

"Stiles, non è opportuno..." 

"Derek" dice, senza girarsi. "Non sei niente per me, sei solo il fidanzato di mia mamma. Non sei mio padre, ti prego, aiutami." 

Stiles quasi crede che Derek stia per andarsene, perché non lo sente nemmeno muoversi, ma, dopo qualche attimo, sente una sua mano sul fianco, che si è infilata sotto la coperta. 

"Non girarti" ordina Derek. "Rimani così" aggiunge, passando oltre l'elastico dei pantaloni, afferrando subito la sua erezione. 

"Parlami" chiede Stiles, in un mezzo gemito. "Di-dimmi che ti piaccio..." 

Sente Derek prendere un respiro e muoversi, si sarà sdraiato anche lui sul fianco, per stare più comodo nei movimenti. Lo sega piano, senza fretta e Stiles si sente impazzire. 

"Sei bellissimo" sussurra Derek, passando un dito sulla punta bagnata di Stiles. "E sei bravissimo, sai? Sei proprio un ragazzino bravo, così..." 

I movimenti diventano più veloci, ma Stiles geme quasi di dolore. "Più piano, ti-ti prego...Non farlo finire in fretta..."

"Ma tu hai bisogno di venire nella mia mano" continua Derek con voce roca. 

"Sa-sai cosa mi-mi farebbe stare meglio?" chiede Stiles reclinando la testa, sentendo le labbra di Derek contro il collo. 

"Cosa, piccolo?" 

"Se tu giocassi col-col mio culetto..."

"Stiles..." lo rimprovera l'altro. 

"Ti prego, ne ho così tanta voglia." 

Derek stringe forte il suo membro, fermandosi. "Chiedimelo bene, piccolo." 

E Stiles rischia seriamente di riversarsi nella sua mano. 

"Infilami tre dita dentro, Daddy, ti prego" lo supplica e Derek non risponde, ma lo lascia andare lentamente, sfilando la mano dai pantaloni e spostando la coperta. 

"Girati, togliti i pantaloni e apri le gambe" dice. Stiles si volta piano, intimorito, ma anche con la paura che Derek possa scappare via vedendolo. Ha lacrime di piacere che gli bagnano gli occhi ed è accaldato, la leggera luce che entra da fuori lo illumina appena. Obbedisce, appoggiandosi alla testiera, con le gambe ben aperte. 

"Piccolo, ti sto solo aiutando, okay?" chiede Derek, portandogli le dita alle labbra, che Stiles si impegna a bagnare per bene succhiandole. Annuisce e Derek ne spinge dentro uno, evitando di guardarlo negli occhi e questo un po' lo ferisce, ma il piacere è troppo grande per concentrarsi. 

"Ti sei fatto scopare, vero?" chiede Derek. 

"Sì" risponde. 

"E ti è piaciuto?" 

"Sì" risponde ancora Stiles, ma urla appena Derek inserisce un altro dito. 

"Più di farti toccare da me, ragazzino?" 

"Sì" gli urla praticamente contro, mentre il movimento delle dita si fa più veloce. Ma poi smette di colpo. 

"DEREK!" urla Stiles con rabbia, ma una mano gli si preme con forza sulle labbra. 

"Tua mamma ha preso il sonnifero, ma è pur sempre alla fine del corridoio. Fai il bravo bambino, okay? E se scopare uno sconosciuto ti è piaciuto così tanto, perché mi chiedi di toccarti?" 

Stiles non ce la fa più, sta impazzendo. "Scopami tu. Sai cosa mi aiuterebbe tanto? Il tuo cazzo dentro di me! Scopami e dimostrami che può piacermi ancora di più!" glielo urla contro le labbra, dopo avergli afferrato i capelli sulla nuca, per parlargli da vicino. E' lì, sul suo letto, le gambe divaricate, un'erezione dolorosa e bagnata e Derek di fianco. Non ce la può fare. 

Derek gli infila una mano intorno al fianco, trascinandolo sotto di sé, sdraiato. Stiles lo guarda dal basso, mentre l'uomo tira fuori la sua erezione, dura e pulsante e comincia a massaggiarsi. 

"Vuoi questo?" chiede. "Sei sicuro di poterlo prendere, piccolo indisponente?" 

"No" risponde, guardando il membro enorme di Derek. "Ma lo voglio. Ti voglio. Scopami forte." 

Derek si porta una sua gamba sulla spalla destra, allineandosi alla sua apertura e, solo in quel momento, lo guarda fisso negli occhi. Due sguardi liquidi che si incrociano mentre, in un'unica spinta, gli entra dentro. 

"Così, bravissimo" dice a Stiles, muovendosi subito veloce. "Guarda quanto ti piace, mh?" 

"Ta-tantissimo" cerca di non urlare Stiles. "Più forte, ne voglio di più." 

"Certo, ti do tutto quello che vuoi. Mi prendo io cura di te." 

Stiles sta ancora riprendendo fiato, quando sente una mano di Derek accarezzarlgi i capelli e poi lo sente alzarsi. 

"Sei già pentito, vero?" chiede. Ma l'unica risposta è la porta che si chiude e il silenzio. 

Quando Stiles la mattina dopo scende in cucina e la prima scena che vede è sua mamma che imbocca Derek con un pancake, decide di fare le valigie e di trasferirsi al campus, mentre cerca un appartamento in affitto vicino al college. Soprattutto perché, per un attimo, gli occhi di Derek hanno incrociato i suoi e ha avvertito solo tristezza. 

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"Sì, Scott, ora che ho finito la sessione di esami, diventerò un'unica cosa col letto. Non uscirò di casa per almeno una settimana e poi vengo lì e decidiamo cosa fare per le vacanze" dice Stiles al telefono, per poi salutare il suo migliore amico. Cerca le chiavi di casa nello zaino, mentre esce dall'auto e si avvicina alla porta di casa. Ama vivere da solo, gli esami vanno alla grande e il suo problemino sembra essersi risolto. Va tutto benissimo. 

Tranne epr il fatto che, appoggiato al portone del palazzo, c'è Derek Hale. 

"Mamma ti manda a controllarmi?" chiede, infilando la chiave nella serratura. 

"Ho lasciato tua mamma due giorni dopo. Mi hai totalmente fottuto il cervello, ma non è solo per quello, non voglio più stare con lei ed essere il suo mantenuto. E credo di essere diventato impotente." 

Derek lo dice tutto di un fiato, bloccando ogni azione di Stiles che abbassa la mano che sta reggendo le chiavi, si gira e... scoppia a ridere. 

"Sei diventato cosa?" 

"Da quella sera non mi si alza più. Succede solo se penso a te, solo se guardo le tue foto, ma è frustrante, perché non ci sei." 

Stiles, ancora sorridendo, gli si avvicina. "Ed è meglio quando ci sono?" 

"Fottutamente meglio" risponde l'uomo, portandogli una mano dietro la nuca, afferrandogli i capelli e premendo le labbra contro le sue. Il bacio comincia famelico, con lingua, saliva e denti, ma, dopo la foga iniziale, è tutto lento e dolce. Si separano con uno schiocco di labbra, ma senza allontanarsi. Stiles sta ancora sorridendo e Derek ricambia, accennando un sorriso timido. 

"Credo sia bastato un bacio, per risolvere il tuo dramma, sento qualcosa contro la coscia" gli dice Stiles sulle labbra. 

"Saliamo sopra da te per controllare meglio?" chiede Derek, baciandolo ancora, come se non riuscisse a farne a meno. 

"Va bene, dottore. Mi prendo io cura di lei." 









Ehilà! 
Mi è venuta in mente ieri questa storia e ho detto a Pampu "secondo te è un po' troppo?" e lei mi ha detto di no, quindi... Eccola qui. 
Come state? 

Blu. 

p.s. Se qualcun* ancora non lo sa, sul mio profilo trovate una nuova raccolta, in "comune" con Pampu. Trovate tutte le spiegazioni nel primo capitolo! 

Il titolo è "Cross Your Mind". 

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