#234

1

Stiles urla di piacere mentre sente la lingua di Derek che lo tortura. Derek gli stringe i glutei tra le mani, mentre lo lecca, graffiandolo con la barba. 

"Derek, ti prego, voglio sentirti dentro, non ce la faccio più" lo prega, mentre è a carponi sul letto del mannaro, le mani artigliate alle lenzuola e la faccia nel cuscino. "Ti prego" continua, ansimando. 

Derek non risponde, ma Stiles sente un morso sulla natica destra, che lo fa urlare ancora di più, inarcando la schiena. 

"Vuoi che ti scopi?" ringhia Derek. "Vuoi sentirmi dentro forte?" 

Stiles annuisce, ormai incapace anche di proferir parola. 

"Bene" lo accontenta Derek. Stiles lo sente inginocchiarsi sul letto, poi il suo membro che preme sulla sua apertura. Fa male, Derek è enorme, lo riempie perfettamente. 

"Bravo, cucciolo" lo loda il mannaro. "Sei bravissimo, mi prendi benissimo." 

Stiles mugola di piacere, oscillando i fianchi, per dire a Derek che può muoversi, che pu spingere forte. 

"Ti accontento subito" dice, appunto, l'altro, cominciando a spingere sempre più forte. 

Stiles sente l'orgasmo arrivare, sente l'inguine in fiamme, anche se non si sta toccando. Urla per il piacere, urla il nome di Derek, chiedendogli di spingere sempre più forte. 

E tutto finisce. 

Stiles è da solo, seduto al centro del letto con la fronte sudata, il respiro ansimante e una quasi dolorosa erezione costretta dai pantaloni del pigiama. 

Era solo un fottuto sogno. 

2

Derek si sente stanchissimo. Ha appena finito di lavorare, la giornata è stata infernale in ufficio e avrebbe solo bisogno di riposare per tre giorni. Mette piede in casa e, senza accendere nemmeno la luce, lancia le chiavi sul mobile all'ingresso e poi si lascia cadere di peso sul divano. 

Un odore familiare però gli invade le narici e un sorriso si apre sul suo volto. 

"Pensavo fossi ancora in ufficio" dice, allungando un braccio e afferrando Stiles, facendolo sdraiare su di lui. "Ah" dice, poi, rendendosi conto che il suo compagno è completamente nudo. 

"Sono tornato prima perché volevo farti una sorpresa" dice, baciandogli il collo. "Sei troppo stanco?" chiede. 

Derek gli accarezza la schiena nuda, continuando a sorridere. "Non sono mai stanco per te. Cos'avevi in mente?" 

Stiles gli schiocca un bacio sulle labbra, poi si sposta, portando le mani alla sua cintura, slacciandola con foga. 

"Voglio farti rilassare, voglio prendermi cura di te. E dopo averti fatto venire nella mia bocca, aspetterò che tu ti riprenda, per poi cavalcarti sul nostro letto."

Derek ringhia in risposta, portando una mano tra i capelli del suo compagno. Quando arriva la prima leccata, Derek ha già quasi totalmente perso la ragione. Adora vedere Stiles così, totalmente dedicato a lui e allo stesso tempo eccitato. Adora sentire quell'odore pungente che gli pizzica il naso e lo eccita sempre di più. 

Già sta pregustando il momento in cui Stiles lo cavalcherà, immaginandolo nudo, su di sé, col suo cazzo rosso e gocciolante che gli sbatte contro lo stomaco. 

Sente che l'orgasmo sta arrivando e stringe forte i capelli di Stiles, bloccandogli la testa e spingendosi forte, fino a sentire il retro della sua gola. Stiles punta lo sguardo nel suo e il mondo esplode. 

"Porca puttana" è l'esclamazione di Derek che si alza di scatto, sdraiato sul divano del loft, decisamente eccitato. Lui manco lavora, ovvio che fosse solo un sogno. 

Stiles è seduto in auto di Scott, sui sedili posteriori, stretto tra lo sportello a sinistra e Derek a destra. Alla destra di Derek c'è il seggiolino vuoto di Josh, figlio di Scott ed Isaac, entrambi sui sedili davanti. Sono in auto da almeno un'ora, perché stanno proprio andando a prendere il bambino al campeggio estivo per poi andare tutti e cinque insieme al mare. Stiles si sta chiedendo da un'ora perché diavolo hanno accettato di andare con un'unica auto, così scomodi. 

"Dai, manca poco" gli sussurra Derek contro una tempia, per poi baciarlo delicatamente. Stiles, nonostante il nervosismo, gli sorride, poi lo guarda negli occhi. Dio, è stupendo. Crede di non aver mai visto niente e nessuno di più bello di Derek. 

Continua a guardarlo fino a quando Derek non inarca un sopracciglio, con un mezzo ghigno. 

"Colpa tua" gli sussurra Stiles, cercando di non farsi sentire dai suoi amici davanti, conscio che hanno però sentito di sicuro il suo odore eccitato. 

"Riesci a resistere fino a quando saremo in hotel?" gli sussurra Derek all'orecchio. Stiles si sente adare letteralmente a fuoco. 

"Ovvio che resiste!" risponde per lui Isaac, stemperando un po' la tensione. 

Due ore dopo, Stiles è schiacciato contro le piastrelle di una doccia, l'erezione che sfiora il marmo freddo e Derek che lo sta scopando con le dita, una mano che gli copre la bocca per non farlo urlare. 

"Sei pronto?" chiede, sfilando le dita. 

"Sì, Der, sono pronto da quando eravamo in auto" risponde ormai esasperato. Derek si posiziona meglio alle sue spalle, entrandogli dentro in un'unica spinta. 

"Meglio?" chiede, mordendogli il lobo dell'orecchio. 

"Se tu cominciassi a muoverti andrebbe ancora meglio" lo sfida Stiles. 

"E se invece io volessi muovermi piano, pianissimo, portandoti fino al limite?" chiede il bastardo. Stiles stringe forte i muscoli dei glutei, stringendo l'erezione di Derek dentro di sé. Il gemito che sente lo fa sentire estremamente soddisfatto. "Muoviti veloce" ordina. 

Derek lo morde ancora ma poi, per fortuna, lo asseconda. Le spinte ben assestate lo portano veloce all'apice del piacere, il caldo lo pervade, come se stesse andando a fuoco. 

"STILES, SVEGLIATI, TI SCOTTI!" 

Stiles si sveglia di colpo, il sole accecante gli fa richiudere gli occhi e si mette a sedere, conscio di avere un'imbarazzante erezione tra le gambe. 

"Isaac?" 

"Sì, io" dice il biondo. "Ti consiglio di andare in cabina prima che Scott torni dal mare, che potrebbe essere imbarazzante." 

Stiles abbassa lo sguardo, ma si alza e corre a fare una doccia fredda. 

La parte umana di Derek si vergogna terribilmente di quello che sta facendo, ma, purtroppo, in quel momento è la parte animale ed istintiva che ha preso il sopravvento. Derek è in forma lupesca, è sotto casa di Stiles e sta ululando per chiamarlo. Vuole il suo compagno, vuole sentire il suo odore, vuole sentire il suo sapore. Vuole che Stiles sia suo. 

Finalmente la luce in camera de ragazzo si accende e Derek lo vede alla finestra, l'espressione sconvolta. Meno di un minuto dopo, Stiles gli sta aprendo la porta per lasciarlo entrare. 

Derek entra, per poi strusciarsi col muso sulle caviglie del suo umano, beandosi del suo profumo. 

"Derek, stai bene?" chiede Stiles, abbassandosi sulle ginocchia. "Perché non sei umano? C'è qualche pericolo?" 

Derek non risponde, ma allunga il muso, fino al collo di Stiles, annusandolo e poi tirando fuori la lingua. Eccolo il suo sapore, ecco il sapore del suo compagno che gli esplode in bocca. 

"E-ehi, Der, non capisco il linguaggio dei lupi, riesci a trasformarti di nuovo?" chiede ancora Stiles, accarezzandogli il pelo dietro le orecchie. 

Derek sente sciogliersi qualcosa dentro, Stiles lo sta coccolando, lo sta accarezzando. Le mani di Stiles sono su di lui. Istintivamente, si stende sul pavimento, pancia all'aria, in attesa di altre carezze, ma Stiles si blocca. 

"Oh..." dice e Derek lo guarda con i suoi occhi azzurri. Ha le guance rosse, le bocca socchiusa per lo stupore e Derek capisce cosa succede. Si era dimenticato perché fosse arrivato lì di corsa, è terribilmente eccitato e Stiles deve...averlo visto. 

Si rimette seduto, strofinando di nuovo il muso contro le ginocchia di Stiles, ancora al suo fianco. 

"Derek, io...ti prego, trasformati, io..." 

Derek sente quella preghiera fin nelle viscere e, ovviamente, essendo una preghiera del suo compagno, il processo di trasformazione si attiva e si ritrova dopo pochi secondi sullo stesso pavimento, in forma umana e completamente nudo. Ansima, è sudato, vuole Stiles con tutto se stesso. Non sono mai stati insieme, non parlano nemmeno pi di tanto, ma Derek non ce la fa più. 

Fissa lo sguardo in quello ancora più sconvolto di Stiles e, piano, prende una sua mano, portandosela tra le gambe. 

Stiles, senza distogliere lo sguardo dal suo, avvolge l'erezione pulsante tra le dita, cominciando a massaggiarlo piano. Derek si sente morire e rinascere su quel freddo pavimento. Le dita di Stiles sono perfette, lo avvolge con la giusta pressione, non troppo delicatamente. Fa su e giù con la mano e Derek sente anche il suo respiro accelerare. 

"Voglio venire, Stiles..." ansima. "Mi aiuti?" chiede. 

Stiles annuisce, sembra essere incapace di parlare e non distoglie lo sguardo dal suo. La mano che continua a muoversi. "Sei qui perché sapevi che ti avrei aiutato?" chiede, con un velo di tristezza. 

Derek nega. "Sono qui perché è da te che voglio essere aiutato. Sono qui perché è te che voglio." 

Stiles sembra accontentarsi di quella risposta. Lascia andare per un attimo il membro di Derek e si porta la mano alla bocca, sputandoci sopra. Derek, a quel gesto, geme, ringhia, ma Stiles non gli dà modo di riprendersi. Ricomincia subito a segarlo veloce, portandolo all'apice del piacere. 

Derek ha la mano sporca di seme, infilata nei boxer, l'unico indumento che indossa per dormire in estate. Ha la fronte imperlata di sudore e la voglia non sembra essersi per nulla attenuata. Quasi riesce a sentire l'odore di Stiles, anche se non lo vede da quasi un mese. 

Si sono visti dopo almeno tre mesi e, come sempre, stanno già litigando. Stiles nemmeno ricorda perché hanno cominciato quella discussione, Derek, invece, nemmeno ha capito perché Stiles gli sta urlando addosso. L'unica cosa certa è che sono uno di fronte all'altro, le espressioni arrabbiate e a pochi centimetri dal prendersi a morsi in faccia. 

"Ho ragione io, lo sai!" sbraita Stiles, fronteggiandolo. 

"Stiles, io nemmeno ho capito perché cazzo mi stai dando addosso. Era una serata tranquilla, abbiamo mangiato, bevuto, gli altri sono andati via e tu sei rimasto qui ad urlarmi addosso. Cosa diavolo ti prende?" 

"E come mai è andata via anche la tua amica?" urla ancora Stiles e Derek capisce tutto. Diventa tutto cristallino. 

Quella sera con loro ha cenato Tina, agente di polizia e collega di Derek che da qualche mese aiuta lo sceriffo con le indagini. Stiles è geloso. 

"Sei geloso di Tina?" 

Il colore porpora delle guance di Stiles è una chiarissima risposta affermativa e Derek alzerebbe gli occhi al cielo e scoppierebbe a ridere, davvero.

"Non sono geloso di Tina! È solo strano che tu, che ci conosci da dieci anni e non hai mai avuto una dimostrazione di affetto nemmeno latente nei nostri confronti, abbia invitato a cena a casa tua una perfetta sconosciuta, ecco."

Derek si limita ad inarcare un sopracciglio.

"Sì, okay, ci vuoi bene e lo dimostri difendendoci da dieci anni dai mostri brutti e cattivi che attiriamo, ma ammetti che sia strano? Dai, Der, è una sconosciuta umana e l'hai invitata nella tua tana! Ovvio che ti piaccia!"

Derek davvero comincia a pensare che Stiles sia stupido.

"Stiles" dice con estrema calma solo apparente. "Tu lo sai, vero, che Tina meno di una settimana fa è stata sfrattata di casa, ha perso sua mamma e si è rotta un braccio tutto nello stesso giorno? Tuo padre mi ha praticamente obbligato ad invitarla perché tu ti sei rifiutato più volte e, sinceramente, è una ragazza piacevole. Perché non l'hai voluta invitate qui con noi?"

Stiles abbassa lo sguardo. Come glielo spiega il perché?

"Provo ad indovinare?" chiede Derek, pensando di aiutarlo e Stiles annuisce.

"Bene. Vediamo. Tina è appassionata di letteratura, è molto carina, mi fa il filo da quando mi conosce e hai paura possa piacermi?"

L'odore di Stiles risponde per lui, ma Derek aspetta una risposta. Stiles, di suo conto, comincia a mangiucchiarsi le dita, nervoso.

Derek, ancora una volta, decide di aiutarlo. Gli sfila le dita dalle labbra, rimproverandolo con lo sguardo, ma invece di lasciarlo andare, si porta quello stesso dito alle proprie labbra. Lo lecca piano, poi lo succhia, con lo sguardo incatenato a quello di Stiles, il cui cuore batte furioso.

"Mi piaci tu" confessa Derek. "voglio solo te."

"Tu...tu vuoi..." Stiles balbetta, non sa cosa dire, cosa fare. Ma ancora una volta ci pensa Derek che azzera le distanze e lo bacia. Finalmente.

Quando respirare diventa necessario, Stiles trova finalmente il coraggio di parlare.

"Voglio fare l'amore con te" confessa. "Io, io voglio..."

"Lo so" lo interrompe Derek, sentendo lo stesso bisogno. "Andiamo in camera da letto, così stiamo più comodi e potrai prepararmi, va bene?"

Stiles si sente pietrificato. Derek davvero glielo permetterebbe?

"È quello che vuoi, giusto?" chiede il mannaro.

"Sì" sussurra flebile Stiles. "Ma tu..."

"Io voglio essere tuo. Ho voglia di te, voglio fare l'amore con te nel modo in cui vuoi tu."

Impiegano poco per ritrovarsi entrambi nudi, ansimanti e febbrili. Derek si sente venerato, sei sente come se tutto fosse finalmente nel posto giusto. Stiles, invece, è pervaso da un'ansia assurda, ma positiva, quando Derek lo guarda con occhi accesi di rosso e gli sussurra "Prendimi".

Entrare in Derek è come essere piacevolmente soffocato dalla bocca dell'inferno, che però ti porta diritto al paradiso. Avere Stiles dentro di sé, per Derek, è completezza, è amore, è famiglia.

Si muovono piano, dolcemente, senza mai smettersi di guardarsi, come se avessero tutto il tempo del mondo. Derek graffia la schiena di Stiles chiedendo di più, Stiles si spinge dentro di lui cercando di dargli tutto se stesso.

"Sto per venire..." Derek glielo dice nella bocca, tra i sospiri suoi e di Stiles.
Stiles è nella stessa situazione.

Urla, quando si ritrova per l'ennesima volta seduto al centro del suo letto, accaldato e frustrato.
Urla di rabbia anche Derek, a mille settecento di distanza, nelle stesse condizioni.

+1

Stiles è stanco, si è svegliato alle due di notte e non si è più riaddormentato. Inoltre, è agitato, è pur sempre il suo migliore amico quello che sta per sposarsi con l'amore della sua vita. Come fa a non essere agitato? 

Ha appena salutato Scott, lasciando che Melissa lo possa accompagnare davanti al funzionario che ufficializzerà la sua unione con Isaac, quando una figura cattura la sua attenzione dal fondo della sala. Alto, più bello di un dio greco, perfettamente fasciato dal suo smoking nero, Derek è appena entrato in quella meravigliosa biblioteca. Stiles non riesce a distogliere lo sguardo da lui e non solo perché quella notte ha sognato di essere dentro quel meraviglioso corpo. Proprio no. Semplicemente lo ama e vorrebbe urlarglielo in quel momento, ma mette a tacere ogni suo sentimento. Quella è la giornata speciale di Scott, tutta la sua attenzione deve essere per il suo migliore amico. 

Derek sente l'odore di Stiles ancor prima di vederlo. Eccitazione, amore, trepidazione e un pizzico di rabbia lo investono dal fondo della sala. Stiles è lì, in piedi, che cerca in tutti i modi di non fissarlo. Derek vorrebbe andare lì, salutarlo, dirgli che in quegli anni gli è mancato, ma non fa nulla di tutto ciò. Si siede su una delle ultime panche e aspetta di assistere all'unione dei suoi due più cari amici. Cora, pochi minuti dopo, si siede al suo fianco. 

Dopo la cerimonia, Stiles è piacevolmente cullato dall'effetto di due flute di champagne, mentre passeggia in un meraviglioso giardino, con Lydia al suo fianco. Non c'è tanta gente, solo le persone più care agli sposi e la cerimonia è stata stupenda. Stiles non si è mai sentito così felice per qualcuno come quel pomeriggio, mentre Isaac e Scott si scambiavano le loro promesse. Ha pianto, ovvio, e ora si gode il relax post cerimonia, con la sua migliore amica che, ovviamente, non si lascia sfuggire nessuno dei suoi sguardi. 

"Smettila di mangiarlo con gli occhi. Ti ricordo che è un mannaro e se ti viene duro qui, lui lo sente." 

Stiles la guarda male, molto male, poi torna a guardare Derek che, poco lontano da loro, sta sorridendo a Cora. Forse Stiles l'avrà viso sorridere tre volte int utti quegli anni, ma c'è anch eil fatto che non si vedono da quasi tre anni. Derek sarà cambiato. 

"E anche lui ti guarda ogni tanto, per la cronaca" aggiunge Lydia, per poi allontanarsi sghignazzando. 

Derek alza gli occhi al cielo, all'ennesima battuta stupida di sua sorella che fanno ridere solo lei, e nello stesso momento sente di nuovo l'odore di Stiles. 

"Perché non vai a salutarlo?" chiede Cora, senza bisogno di specificare il soggetto. 

"Perché non ci vediamo da un secolo e me ne sono andato senza dirgli nulla dopo avergli detto che mi piaceva, forse?" 

"Dopo avergli anche urlato addosso, in realtà" puntualizza Cora, per poi alzarsi sulle punte e schioccargli un bacio sulla guancia. "Magari è pronto a perdonarti, no? Tentar non nuove, mal che va continuerete a far finta che l'altro non esiste e a mangiarvi con lo sguardo." 

Derek cerca di pizzicarle in fianco, ma lei è troppo veloce e si defila con una linguaccia. 

L'unico posto silenzioso di quel posto è il bagno. Stiles non riesce a spiegarsi come una cerimonia intima si sia trasformata in una sottospecie di rave party pieno di gente e con musica a volume assordante. Soprattutto perché lì ci sono un bel po' di lupi dall'udito sensibile. Si appoggia a lavabo, dando le spalle allo specchio e passandosi le mani tra i capelli: per quanto ami Scott, non vede l'ora di essere nel suo appartamento, da solo, in pigiama e nel suo silenzioso letto. 

Un rumore gli fa alzare lo sguardo di fronte a sé e quello che vede gli fa tremare il cuore. Derek è appena uscito da uno dei bagni, ha la giacca e il papillon slacciati, così come i primi tre bottoni della camicia bianca. Gli si secca la gola e, di istinto, si pass ala lingua sulle labbra. 

Derek aveva sentito Stiles arrivare, aveva aspettato che andasse via, ma il ragazzo non sembrava proprio volerne sapere, quindi era dovuto uscire per forza. Ora, quindi, si ritrova lì, di fronte all'oggetto dei suoi desideri che si è appena passato la lingua su quelle labbra carnose. 

"Ciao Stiles" rompe il silenzio, continuando a guardarlo, facendo solo un paso avanti. 

"Derek" è la risposta, flebile, dell'altro. 

Derek fa un altro passo, poi ancora uno e, senza che Stiles faccia nemmeno un respiro, gli è di fronte. Gli basta uno sguardo per capirlo, per capire che non è l'unico, per sentire tutta l'eccitazione di quel meraviglioso umano. In un unico movimento, lo solleva per i fianchi, facendolo sedere sul lavabo e poggia rudemente le labbra sulle sue. 

Il bacio è vorace, è lingua, denti, saliva. Stiles si sente la testa girare mentre Derek lo bacia come se volesse mangiarlo e forse è proprio così. Sente le mani del mannaro sui fianchi, una presa sicura, ma che allo stesso tempo non fa male, non è forte, Potrebbe spostarsi senza il minimo sforzo. Solo che non lo fa, anzi, allarga le gambe, permettendo a Derek di posizionarsi tra esse ed avvicinarsi ancora di più. Stiles gli afferra la camicia all'altezza del petto, se lo stringe addosso, mentre reclina il collo e la scia di baci e saliva che Derek gli lascia è come lava sulla sua pelle. 

I gemiti di Stiles fanno andare Derek definitivamente in tilt. Sa che se solo Stiles accennasse a staccarsi, lo farebbe senza batter ciglio, ma è decisamente l'ultima cosa che vuole al mondo. Quelle labbra, quel sapore, quella pelle sotto le dita è tutto ciò che Derek ha desiderato per anni. Ed ora è lì. 

"Può-può entrare qualcuno" sussurra Stiles, mentre Derek gli vezzeggia ancora il collo, le mani infilate oltre il bordo della camicia che chissà come gli ha sfilato dai pantaloni. 

"Vuoi che ci fermiamo?" chiede il mannaro, evidentemente combattuto. Stiles non risponde, ma scende dal ripiano, afferra la mano di Derek e lo porta con sé verso uno dei bagni. Chiude la porta col lucchetto e di nuovo le labbra di Derek sono sulle sue, sembrano non riuscire a stare separati. 

Stiles impiega quella che sembra un'eternità a sbottonare quella dannata camicia bianca ma quando ci riesce l'unico suo desiderio è leccare quel petto ricoperto da qualche ricciolo nero. E lo fa e i gemiti che Derek gli dà in cambio gli arrivano diritti tra le cosce. Stringe tra i denti un capezzolo di Derek, mentre con una mano scende lentamente verso la fascia nera che ha in vita, cercando di scioglierla in qualche modo. 

"Non ho mai avuto un fottuto abito elegante, come diavolo faccio a spogliarti?" si ritrova quasi a ringhiare. Derek gli prende il viso tra le mani, gli morde il labbro inferiore e sorride. 

"Così" dice, sciogliendo quell'affare in due secondi e lasciadola cadere sul pavimento. Non si ferma, sbottonando anche i pantaloni e abbassandoli di poco, tirando fuori il suo membro perfettamente eretto. Perfetto e basta. 

"Dio, quanto sei enorme" sfugge a Stiles, che non riesce a smettere di guardarlo. allunga una mano, sfiorandone la punta già umida con le dita. 

"Stiles..." è tutto quello che Derek riesce a dire. L'ha solo sfiorato, ma quello è Stiles, il suo Stiles e potrebbe bastare per perdere definitivamente la testa. E Stiles sembra capirlo, Stiles lo capisce sempre, quindi smette di toccarlo e, piano finisce di sbottonarsi la camicia, passando poi ai pantaloni che abbassa fino alle caviglie insieme ai boxer. 

Derek quasi viene quando il ragazzo si gira di spalle, appoggia le mani alla parete ed espone il suo culo perfetto. "Preparami, veloce" chiede, ordina. 

Stiles sente le mani di Derek sui suoi glutei, calde e forti e si piega un po' di più in avanti, esponendosi carico di aspettativa. Un dito di Derek percorre il suo spacco, senza penetrarlo, perché il mannaro si piega sui talloni, gli separa le natiche e uno sputo di saliva arriva diritto sull'apertura di Stiles che, ovviamente, geme, senza nemmeno cercare di trattenersi. 

Derek avvicina il viso a quel culo sodo, stringendolo tra le mani e si avvicina ancora di più, fino ad immergervi il viso e a sfiorare con la lingue quell'apertura che sente fremere. Il grido di piacere di Stiles lo esorta a continuare, a tracciarne i contorni, a stuzzicarlo e a penetrarlo con piccolo colpetti che non sono mai abbastanza. 

"Infila un dito...due...ti prego" geme Stiles e lui chi è per non accontentarlo? Lo prepara con cura, fino a quattro dita, beandosi di ogni gemito di piacere, di ogni preghiera, di quel "Dio mio tu sei perfetto" che Stiles non si è nemmeno reso conto di aver pronunciato, ne è sicuro. 

Quando anche lui sta per esplodere, si rialza, allinea il suo membro a Stiles e gli si spinge dentro, fermandosi solo quando i suoi testicoli sbattono contro quel corpo caldo. 

Stiles sente Derek riempire ogni parte di sé e lo sente caldo contro la schiena, le mani contro la parete ai lati della sua testa. 

"Dammi la mano" dice il mannaro, intrecciando le dita alle sue, mentre l'altra gliela stringe intorno a un fianco, cominciando a dondolare piano, le labbra che baciano la nuca sudata di Stiles. 

"Non andarci piano" è l'ordine dell'umano e Derek, dopo essersi accertato che non sta provando alcun dolore, obbedisce. Spinge forte, ruotando il bacino, trovando senza difficoltà il centro del piacere del suo compagno, che si inarca per il troppo piacere, e va in contro alle sue spinte. 

"Così, Der, così, ancora" lo incoraggia, ormai completamente travolto dal piacere. Così come lo è Derek che non riesce a controllare gli occhi accesi di blu e i tratti mannari che prendono il sopravvento. 

"Sto per venire" lo avvisa, sputando quelle parole tra le zanne, cavalcando l'onda dell'orgasmo che arriva potente e prepotente. 

"Sì!" esclama Stiles, venendo insieme a lui, sentendosi riempito da quel cazzo enorme che si contrae dentro di lui e che...

"Cazzo! Porca puttana!" esclama Derek allarmato, mentre il suo membro si gonfia, fino a formare il knot che lo incastra ancora meglio dentro Stiles. Continua a venire, a ringhiare e nello stesso tempo a cercare di stare fermo, perché non ha nessuna intenzione di far male all'altro. 

"Ehi, AH, ehi, Der, calmati" dice Stiles col respiro corto. "Cazzo se è piacevole, Dio credo di non aver mai provato nulla di simile e AAAH, è come se...Dio, come se stessi ancora venendo...è...è come un orgasmo prolungAAAH!" 

Derek Stringe i fianchi di Stiles, mentre il ragazzo, con spasmi in tutto il corpo, viene ancora, sporcando la parete con altri schizzi di seme. 

Il knot si sgonfia pochi minuti dopo e Derek, riluttante, si sfila da Stiles, continuando a reggerlo per i fianchi e lo aiuta a voltarsi verso di lui. 

"Sei bellissimo" è tutto quello che riesce a dire quando lo guarda negli occhi. Stiles è stravolto, ha i capelli in tutte le direzioni, è sudato, accaldato, ha le guance rosse e gli occhi lucidi. "Sei semplicemente bellissimo" ripete, facendolo arrossire ancora di più. 

Stiles abbassa lo sguardo a quel complimento e stenta a crederci. Bellissimo lui? Con i pantaloni alle caviglie, le cosce sporche del seme di Derek, i capelli sicuramente appiccicati alla fronte per il sudore. Certo, una meraviglia. 

Un colpetto sotto al mento gli fa rialzare lo sguardo e rivede il sorriso di Derek di qualche ora prima, ma con una nota di dolcezza tutta nuova. Tutta sua, forse. 

"Sono sincero, sei una meraviglia. E non solo perché tu sia bello, ma perché sei una persona meravigliosa e" dice Derek cominciando a chiudere la camicia di Stiles, "ora ci ricomponiamo e andiamo in giardino, così possiamo parlare un po'. Cosa ne pensi?" 

Stiles non sa cosa rispondere. Chi è quello? Dov'è il Derek scorbutico, che urlava, che non sembrava avere sentimenti? 

Il bacio di Derek gli frena ogni dubbio e pensiero. Un bacio dolce, calmo, come se avessero tutto il tempo del mondo. Le lingue che si accarezzano piano, che si conoscono anche se sembrano essere compagne da sempre. 

"Ti va?" ripete la domanda Derek, ancora con quel maledetto sorriso. 

Stiles gli porta una mano sul viso, carezzandogli una guancia e, finalmente, sollevando gli angoli di quella bellissima bocca in un sorriso. 

"Certo che mi va" dice. "Non faccio che sognarti da anni, non faccio che sognare di averti, di toccarti, ma non è solo quello. Mi va di parlare con te, mi va tantissimo." 

Derek gli bacia la fronte. 

"Bene, allora andiamo. Poi parleremo di tutti questi sogni di cui parli, perché sono davvero curioso" dice, ridendo. "Magari sono simili ai miei e avremo modo di divertirci." 

Stiles gli fa una linguaccia, ma, una volta rivestitosi, lo segue, intrecciando le dita alle sue. 










Questa storia, che doveva essere breve ma che ha preso il sopravvento, è colpa della cara Elisa, quindi ringraziate lei (non che io non abbia amato scriverla), ma mi ha praticamente costretta dietro minaccia a finirla per stasera. 

Grazie a tutt*, come sempre. 
Blu. 

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