#210
#writober2022
"You are exactly where you neet to be."
(Sei esattamente dove hai bisogna di essere.)
"Scott, ora mi spieghi perché diavolo mi stai portando in giro in auto da mezz'ora."
Noah vuole bene a Scott, gliene vuole davvero tanto, ma a breve lo arresta. È andato a prenderlo in centrale mezz'ora prima, dicendogli che c'era un'emergenza sovrannaturale. Solo che ora sono trenta minuti che è in auto con lui e ha già visto la strada principale di Beacon Hills tre volte. In entrambi i sensi di marcia.
"Sceriffo, stiamo solo aspettando che mi venga dato il permesso di avvicinarmi"
"E chi dovrebbe darti questo permesso, di grazia?" Chiede, ancora più nervoso, ma il cellulare di Scott comincia a squillare.
"Ecco il permesso" dice il ragazzo, senza nemmeno rispondere. Svolta in una stradina e comincia ad allontanarsi dal centro.
Noah ormai non fa più domande, tanto Scott per la prima volta in vita sua sembra riuscire a tenere la bocca chiusa, quindi si limita a guardare la strada. E nota che sono quasi al limitare della riserva quando il ragazzo accosta e gli chiede di scendere.
"Dove andiamo?"
"Pochi metri a piedi, Sceriffo, siamo arrivati."
L'uomo lo segue, guardandosi intorno, dato che sembrano comunque essere in una situazione di pericolo, fino a quando non arrivano al limitare di una piccola radura. Scotf si guarda intorno, poi si gira verso di lui.
"Lì" dice, indicando un punto tra gli alberi.
"STILES?"
Noah non vede suo figlio da più di un anno. Sa che l'accademia è costosa, che non possono permettersi tanti viaggi, ma gli manca. E ora è lì?
"Perché non si avvicina? Perché ci siamo incontrati qui?" Chiede l'uomo a Scott, in ansia. Solo che il ragazzo gli sorride, tranquillo.
"Può avvicinarsi, Sceriffo, Stiles stava solo aspettando qualc- ah eccolo!"
Pochi metri dietro Stiles c'è Derek Hale, che si affianca a suo figlio e, Noah stenta a crederci e a capire, lo prende per mano.
Entrambi cominciano a camminare e Noah, un po'spinto Da Scott, gli va in contro.
"Stiles..." dice, incredulo e con le lacrime agli occhi. "Perché ti fai vedere in questo posto? Da quanto sei qui? Cosa significa tutto questo?"
"Ciao Papà!" Risponde il ragazzo sorridente. "Siamo qui perchè...beh, è il posto giusto per me..." dice, ma Noah non capisce. Sta per chiedergli spiegazioni, quando Stiles lascia la mano di Derek e apre la cerniera della felpa.
Noah non capisce, non riesce nemmeno a pensare, non può essere possibile.
"Sono di sette mesi. E lo so che sembra impossibile, ma lui e Scott sono lupi mannari, ci sconvolgiamo davvero per questo?" Chiede, appoggiando le mani sulla pancia tonda e sporgente.
"Come diavolo...cioè sei maschio...e...e tu, lui..."
Stiles sorride, poi Noah lo vede prendere di nuovo la mano di Derek ed intrecciare le dita alle sue.
"Stiamo insieme da poco più di un anno. Non era programmato, in realtà nemmeno sapevamo potesse succedere ed eravamo molto più sconvolti di te, ma... è una cosa bella, no?"
È una cosa bella? Certo che lo è, pensa Noah. Strana, surreale, da tenere nascosta, ma sicuramente bella.
"Lo è" risponde, sentendo gli occhi bruciare.
"Sceriffo" richiama la sua attenzione Hale. "So che forse non è quello che si aspettava o tabtomeno sperava per suo figlio, ma posso assicurarla che lui e nostro figlio sono le mie priorità. Farò di tutto per tenerli al sicuro e per prendermi cura di loro."
Noah guarda Derek negli occhi, forse per la seconda volta in vita sua e rivede quel ragazzino che anni prima ha ritrovato sporco di cenere e in lacrime. L'unica differenza è che quello sguardo risoluto non lo è per la rabbia, ma per la serenità. E gli crede, è impossibile nom farlo.
"È un maschietto?" Chiede.
Stiles annuisce, cominciando a piangere e Noah se lo ritrova addosso, mentre lo stringe in un fortissimo abbraccio.
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