#207
#writober2022
"Sweet dreams are made of this."
(I dolci sogni sono fatti di questo.)
Sweet dreams are made of this...
La musica Stiles la sente scorrere nel sangue insieme all'alcool. Si muove seguendo il ritmo sensuale di quella cover cantata da chissà chi, ma che gli fa venire voglia di striscianti su uno di quei ragazzi che gli stanno ballando intorno.
Who am I to disagree?
Li osserva, sono tutti molto carini, ma uno in particolare riesce ad attirare la sua attenzione. È l'unico che non lo guarda diritto negli occhi, anche se è lì, a bordo pista insieme a tutti gli altri, per lui. Stiles lo sa che la maggior parte di quegli uomini è lì per il suo spettacolo e gli piace da morire sentirsi così desiderato. In tutta la sua vita è sempre stato il ragazzino sfigato, quello invisibile o che gli altri vedevano solo per prenderlo in giro.
Ora, invece, è diverso. Ora gli occhi che lo osservano bruciano di desiderio. Ora ci sono mani che lo Bramano, corpi che vorrebbero stringerlo, lingue che fremono nel desiderio di accarezzarlo. Lavorare in quel locale gli ha dato una botta di autostima che non si sarebbe mai immaginato.
I travel the world and the seven seas
Stiles fa qualche passo, fino ad arrivare ancheggiando proprio di fronte a quel giovane uomo dai capelli castano scuro.
"Everybody's looking for something" canta, seguendo il testo della canzone, avvicinandosi al suo orecchio. Il ragazzo si irrigidisce, ma accenna un sorriso e non si fa pregare, segue Stiles che lo afferra per un polso e lo porta con sé al centro della pista.
Il ballo è indecente, Stiles lo sa. Si struscia, infila una gamba tra quelle dell'altro, stringendoselo addosso, possessivo. Il ragazzo, a sua volta, lo stringe, gli sfiora il collo con la punta del naso, gli passa una mano tra i capelli.
"Andiamo a fare un giro?" chiede, improvvisamente audace, quando la canzone finisce.
Stiles annuisce, prende il bicchiere dalle mani di un suo collega di fianco a loro, lo beve in un solo sorso e lo segue.
"Io sono George" dice il ragazzo, quando arrivano nel parcheggio.
"non mi importa chi sei" ringhia quasi Stiles, prima di avventurosi sulle sue labbra. L'alcool gli fa andare i pensieri velocissimi, sente il sangue pulsare nelle vene, nelle tempie, quasi gli gira la testa. Sa di non avere pieno controllo di sé, ma è proprio quello il bello: lasciarsi andare senza pensare troppo, ma avendo ancora un pizzico di lucidità.
Un ringhio, un vero ringhio, rompe il silenzio e l'atmosfera. Il ragazzo, Giorge, si irrigidisce, si chiude la patta dei jeans e scappa via quasi urlando.
Ed è proprio un urlo che esce dalla gola di Stiles. Frustrazione e rabbia.
"COSA CAZZO VUOI, DI nuovo?"
Grida nel buio, ma due occhi rossi sono subito vicini.
"È LA TERZA NOTTE CHE LO FAI. CHE VIENI QUI, SPAVENTI CHIUNQIE SIA CON ME E TE NE VAI. COSA CAZZO VUOI, DEREK!"
Derek questa volta si avvicina, mentre Stiles si lascia scivolare lungo un muretto, sedendosi per terra.
"Cosa vuoi da me?" chiede, ora con un filo di voce, mentre si passa le mani tra I capelli. È esasperato, arrabbiato, ma anche triste.
Derek si abbassa davanti a lui, accovacciato, mettendoli un dito sotto al mento. Ha ancora gli occhi rossi.
"È questo quello che vuoi? Andare con chiunque, ubriacarti e non ricordare più nulla domattina?" il tono che nasconde un ringhio profondo.
"Da quando ti interessa cosa voglio? Da quando mi chiedi cosa penso, cosa faccio o cosa voglio fare? Da quando ti interessa di me, di chi sono e chi diavolo voglio essere? Voglio scopare in giro, è un problema? Voglio ubriacarsi, ti dà fastidio? Smettila di venire qui, così non mi vedrai!"
Stiles ha il respiro corto quando finisce di parlare, ma non fa in tempo a recuperare fiato. Le labbra di Derek sono premure sulle sue. Sente un acvenno di zanne, la presa sul suo viso è forte e gli artigli lo graffiano.
"Sono un lupo" dice, quando si separa. "Sono territoriale, non mi piace condividere ciò che è mio."
"IO NON SONO TUO, DEREK! TU NON VUOI CHE IO LO SIA!" urla. "Abbiamo scopato quanto, quattro volte? E quante volte sei scappato subito dopo? QUATTRO FOTTUTE VOLTE!"
Stiles si alza, scansando Derek in malo modo e barcollando fino alla Jeep. Non può guidare, lo sa, ma almeno può chiudersi lì dentro.
"TI AMO E HO PAURA!"
Il grido di Derek è disperato, è roco. Derek non ha mai urlato, ma a fermare Stiles è stato il tono, più che il grido in sé ho quello che ha detto. Derek ha paura e Stiles l'ha sentita tutta.
"E credi io non ne abbia?" sussurra, senza girarsi a guardarlo. "Sei un mannaro sempre in pericolo, così come lo sono io perché siamo parte di questo branco. Ho una costante paura di perderti, mi fa mancare il fiato se ci penso. Ma non stare con te non cambia le cose. Ti amo, jo comunque paura, sono lo stesso terrorizzato, ma sono anche triste perché non posso averti. E non sei tu a mettermi in pericolo, mi ci metto da solo."
Due braccia gli si stringono intorno, Derek lo abbraccia da dietro, il mento appoggiato sulla sua spalla.
"Scusa se sono stato un animale. Ma ho perso il controllo."
Stilws gli accarezza le braccia, senza girarsi.
"Scusa se mi sono lasciato andare con sesso e alcool, ma ho perso il controllo. Sei tu quello che voglio, è la vita con te quella che sogno."
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