#9


Sei stanco. Distrutto. Senza energie. Prosciugato dalla forza vitale che dovrebbe mantenerti in piedi e ti accasci su una delle panche in metropolitana, aspettando il treno delle ventidue.
Hai appena finito di lavorare, dopo ben quattro ore di straordinari, e venerdì e stai sentendo addosso il peso dell'intera estenuante settimana lavorativa appena finita.
Stranamente, la metro è quasi deserta, tranne che per un gruppetto di ragazzi poco distante da te e una ragazza seduta al tuo fianco.
La osservi, mentre scorre le dita sullo smartphone e pensi sia davvero bella, con quei capelli biondo ghiaccio.
Sorridi, intenerito, quando lei sorride allo schermo. Avrà ricevuto un messaggio dal suo fidanzato? Qualcuno le ha detto che per cena ci sono le lasagne?
Sei così preso dalle tue fantasie (ti capita spesso, soprattutto in metro, di perderti a fantasticare sulle vite degli altri pendolari, ti rilassa e non ti fa pensare allo stress), che non ti rendi conto che il gruppetto di ragazzi si è avvicinato. Te ne accorgi solo quando uno di loro alza la voce.

"Ehi! Biondissima!" Urla, rivolto alla ragazza, mentre il suo branco di amici se la ride.
La ragazza si stringe nelle spalle, tenendo la testa bassa e ignorandoli.
Lo stesso ragazzo fa qualche passo verso di lei, mettendoglisi davanti.

"Tesoro, sei sola? Puoi almeno guardarmi in faccia? È da maleducato non farlo e tu sembri così una brava bimba, educata ed ubbidiente!"

Le risate degli altri aumentano e un altro tipo si avvicina.

"Sì, ubbidiente soprattutto sulle ginocchia, secondo me, con il mio cazzo in bocca!"

Le risate letteralmente esplodono e la ragazza si alza di scatto nello stesso momento in cui lo fai tu e il primo ragazzo le afferra un braccio per bloccarla.

"La smettete di molestarla?" Urli, facendo un passo avanti per coprire lei col tuo corpo.

"Addirittura molestarla? Amico, le stiamo facendo i complimenti per quanto è bona!"

"Complimenti?!" Urli ancora di più. "Siete solo sporchi e viscidi e la state violando!"

"A questo qui secondo me piace il cazzo!" Abbaia uno dei ragazzi che se ne sta in disparte e tu decidi di ignorarli, perché non puoi ragionare con certa gente. Ti giri verso la ragazza alle tue spalle.

"Ehi, stai bene?" Le chiedi. Lei annuisce.

"Grazie, grazie davvero" ti risponde, ancora a testa bassa.

"Lo vuoi tu il mio cazzo, ragazzino?!" Continua ad urlarti contro il ragazzo e tu ancora lo ignori e, per fortuna, arriva il treno. Sali insieme alla ragazza, rimanendole seduto affianco, per paura che sia ancora troppo scossa.

Scende alla fermata prima della tua, dicendoti che, per fortuna, lì c'è il suo fidanzato ad aspettarla.

Durante il tempo che resta tra le due fermate, pensi che sia assurdo tutto quello. Assurdo che una ragazza debba trovare normale il non poter camminare da sola per strada la sera, il sentirsi costantemente a rischio di molestie. E pensi che sì, forse alle ragazze succede più spesso, ma che anche tu qualche volta hai ricevuto commenti sessisti e squallidi. Come quella volta che stavi tornando a casa dopo aver fatto serata. Eri vestito normale, jeans e t-shirt neri. L'unica "particolarità" erano le tue converse fuxia che ti aveva regalato Lydia e la matita nera che avevi messo sotto gli occhi. Un uomo, forse sulla cinquantina, appoggiato all'ingresso del tuo palazzo ti aveva detto cose davvero poco carine. Non avevi messo la matita nera per almeno un mese, prima di renderti conto che erano loro quelli sbagliati. Che tu avevi tutt il diritto di fare quel che cazzo volevi.

Scendi dal treno, trascinandosi verso l'uscita dalla metro, quando senti degli schiamazzi.

"Guardalo, sembra quasi sculettare!" Urla uno.

"Secondo me è anche contento se lo scopriamo tutti e cinque!"

Affretti il passo, perché proprio non puoi affrontare cinque ragazzi da solo, sperando possano arrendersi.
Solo che senti i passi sempre più vicini e una presa su un braccio appena fuori dall'edificio.

Ti senti strattonare e, anche se opponi resistenza, ti trascinano lo stesso in un vicoletto senza uscita.

Il primo pugno arriva e ti rimbomba nello stomaco assieme alle loro risate.

"Questo è perchè ti sei preso la ragazza al posto nostro" ti dice uno, leccandoti una guancia.

Un calcio nello stinco.

"Questo perchè ci hai molestato la vista, con il tuo essere una ragazzina."

Il dolore nello stomaco viene poi aiutato a causa di quello che senti solo zigomo dopo un altro pugno.

"Questo è perché quelli come te mi fanno sc-"

"FERMI!"

ITi giri verso la fonte della voce e vedi l'ombra di un ragazzo in stampelle che cerca di venire il più veloce possibile verso di voi.

"Ci mancava lo storpio" esclama un ragazzo prima che l'uomo misterioso alzi una stampella per sbattergliela direttamente in faccia.

Trattieni un grido, accasciandoti lungo la parete, mentre vedi quell'uomo mettere KO tutti i ragazzi che, uno ad uno, scappano via.

"Ehi."

L'uomo ti si è avvicinato e abbassato alla tua altezza. Solo quando ti scuote la spalla ti rendi conto di star piangendo e che ti sei scostato come scottato dal suo tocco gentile.

"Scusa, non voglio fari del male. Andiamo in ospedale?" Ti chiede con tono gentile, ma tu scuoti la testa e ti rialzi, barcollando.

"Posso accompagnarti a casa, almeno?"

Neghi ancora, ma, mentre ti avvii, barcolli ancora, appogfiandoti al muro.

"Non ti tocco, ma ti seguo solo, okay? Appena sei a casa, vado via."

Non dici nulla, ma continui a camminare piano, con qjel gentile ragazzo al tuo fianco.

State un po' in silenzio, mentre cerchi di smettere di piangere e di desiderare di sparire.

"Ero nel treno, di fianco a loro e ho sentito cosa volevano fare. Li avrei fermati subito, ma erano troppo veloci e io... beh, un po' impedito. Mi dispiace non averli fermati prima che ti facessero del male. Ho sentito cosa hai fatto, sei stato coraggioso..."

Lo guardi, quando lascia cadere il discorso.
Ha anche il viso gentile, oltre che la voce. E dovresti ringraziarlo, ma appena cerchi di parlare, le lacrime scorrono di nuovo.

"Ehi, ehi" ti dice, quando ti fermi e ti prendi il viso tra le mani singhiozzando. "È finita, va tutto bene ora."

Vedi che il ragazzo si è frenato dall'appoggiari una mano sulla spalla e lo ringrazia mentalmente. Avresti pianto ancora di più.

"Gra-grazie" riesci a stento a dire.

Lui ti sorride dolce. "Non devi. Non sarebbe dovuto succedere e tu non saresti dovuto essere qui a dirmi grazie."

Cerchi di sorridergli, tirando su col naso, poi indichi un punto dietro di lui.

"Quella è-è casa mia" dici.

Lui si volta. "Oh, benissimo. Allora vai, io aspetto che entri e poi torno a casa."

Annuisci. "Grazie ancora..."

"Derek. Mi chiamo Derek."

"Io sono Stiles."

"Bene, Stiles. Questo è il mio biglietto da visita. Scrivimi se hai bisogno di qualcosa, se ti senti male e...fammi sapere come va la costola."

Costola? Ti chiedi, mentre leggi il biglietto.

Derek Hale - Primario in traumatologia.

"Il pugno è stato forte, potrebbe essere inclinata. Se ti fa male per più di due giorni, fai un controllo, okay? E scrivimi comunque come va."

Annuisci, infilando il biglietto in tasca.

"Grazie ancora, Derek."

"Buonanotte, Stiles."


Tre giorni dopo, dopo aver chiuso una telefonata con Lydia, ti decidi a scrivergli (è stata lei ad urlarti di farlo, dopo che le hai detto quanto fosse carino).

(Ore 10:45) Ciao Derek, sono Stiles, il ragazzo della metro. I lividi stanno diventando di un brutto viola, ma il dolore è quasi totalmente sparito. Quindi penso di essere a posto. Grazie ancora! SS

La risposta ti arriva dopo qualche ora, mentre stai facendo la spesa.

(Ore 13:40) Ciao Stiles, scusa ero di turno. Sono contento che tu stia bene e spero sia passato anche lo shock. Ho saputo anche che quei ragazzi sono stati arrestati. Oltre alla mia, sono arrivate altre segnalazioni e li hanno presi. DH

Inoltri il messaggio a Lydia, perché non sai se rispondere o se la conversazione è finita lì. Lei ti obbliga ancora a rispondere.

(Ore 13:56) Che sollievo! Sono davvero contento! Volevo chiederti se potessi offrirti un caffè, per ripagati in qualche modo per avermi salvato. SS

Aspetti la risposta seduto sul divano mentre ti mangi le unghie.

(Ore 14:02) Non devi ripagarmi di nulla, ti ripeto. DH

Leggi il messaggio e diventi improvvisamente triste. Stai per accusare Lydia di averti illuso, quando te ne arriva un altro.

(Ore 14:02) Quindi facciamo che offro io una cena a te? Stasera? DH

Afferri il cuscino del divano per cacciarci un urlato dentro. Rispondi con le dita che tremano.

(Ore 14:04) Ci sto! SS







La parola era "SETTIMANA".

Ho scritto questa storia perché nelle ultime settimane si è parlato tanto di questo argomento e, a dire il vero, lo sento molto mio. Anche perchè, proprio nelle ultime settimane, qualcuno si è approcciato a me in un modo simile a quello in cui e descritto qui, nei confronti della ragazza bionda.
Frasi volgari, uno strattone e paura. Non avevo Stiles con me, ma per fortuna sono stata abbastanza veloce da entrare in un portone e xhiudermi dentro.
E stamattina, invece, un vecchio sulla sessantina si e sentito in diritto di mandarmi baci e salutarmi.
E mi sono sentita sporca. E non dovrei sentirmici io, ma loro. Quelle persone ripugnanti. 
Sogno un mondo in cui chiunque, uomo o donna che sia, possa passeggiare in strada come vuole e quando vuole, senza essere molestato.

Voi come state?
Ah, se volete fare due chiacchiere o semplicemente condividere pensieri, mi trovate anche su Facebook.
Sono Blu Novenovedue, trovate il link nella bio del profilo.

Blu.

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