#78

Due mesi dopo, la situazione non è cambiata. Stiles ha dovuto cedere una ciocca di capelli, saliva, lacrime, ma nessun rituale è servito. Ora è seduto al parco, per la seconda volta da quando è diventato donna, cercando di non sentirsi gli sguardi addosso. E' solo una ragaazza in un parco. 

Per fortuna il suo corpo è di donna, ma non ha portato con sé le ricompense mensili, come invece credeva Lydia. Proprio lei gli sta andando in contro e gli si siede di fianco. 

"Ehi, cosa leggi?" 

Stiles gira il libro mostrandole la copertina. Un altro dei libri antichi di Peter. 

"Capisco. Stiles, posso parlarti un attimo?" 

Stiles annuisce. 

"Ecco, vedi... Credo che dovresti reagire." 

Stiles inarca un sopracciglio. "Nel senso che te ne stai qui o a casa, a leggere, non parli, non parli con nessuno di noi. Siamo preoccupati, anche tuo padre lo è. Così non ci aiuti ad aiutarti, sai?" 

Stiles sente la rabbia montare furiosa.

"Io non aiuto voi? Sei seria? Ma hai idea di cosa mi è successo? Che sono più di due mesi che sono...così? Per voi è facile, dovete solo fare ricerche. Scott continua la sua vita, tu vai in giro a fare shopping, Derek ritrova la mamma perduta e riunisce l'allegra famiglia. Io sono solo, Lydia! O forse dovrei dire SOLA! Perché è così che sarò per il resto della mia vita! Una donna e sola!" 

Da quel giorno Stiles smette di andare al loft, così come non risponde a nessuna chiamata, tranne quelle di Scott. Ed è Scott che accetta di vedere la settimana dopo, quando ha già le valige pronte e le sta infilando in auto. 

"Dove vai?" 

"Lontano da qui, Scott. Questo posto mi ha rovinato la vita, sto perdendo la testa, sono una fottuta ragazza e non so più cosa fare della mia vita."

"E credi che stare da solo lontano da chi ti ama sia la soluzione?" 

"Non lo so!" dice con le lacrime agli occhi. "Non so niente, ma devo fare qualcosa. Mi manca il respiro, tutti mi guardano strano, anche chi non mi conosce. Mio padre ha dichiarato che sono disperso, Scott, perché la gente stava iniziando a diventare invadente. Ti prego...lasciami andare."

Scott, gli occhi lucidi, lo stringe in un abbraccio spacca ossa. 

"Troverò una soluzione, te lo prometto. La troverò!" 

Stiles lo stringe. "So che ci proverai e nemmeno io smetterò di cercare. Sei mio fratello." 

Scott gli bacia i capelli, poi lo guarda negli occhi. 

"Cosa devo dirgli?" 

Stiles nemmeno ha bisogno di chiedere di chi sta parlando. 

"Nulla. E' andato via così tante volte senza salutare, che non gli importerà se lo faccio anche io. E non dirgli dove sto andando." 

Scott annuisce. "Lui ci tiene a te, lo sai, vero?" 

Stiles abbassa lo sguardo. "Non è abbastanza. Avrebbe dovuto dimostrarlo." 





Un anno dopo 

"Sybil! Ehi, siamo qui!" 

La ragazza si gira, per poi raggiungere i suoi colleghi di college. Ha iniziato ad uscire con loro solo da qualche mese, ma li trova molto simpatici. 

Josh le passa un braccio intorno alle spalle, schioccandole un bacio sulla guancia e ridendo alla sua espressione disgustata. "Sempre così anaffettiva!" le dice scherzoso. 

"Perché urlate così? Stavo studiando. Sono usciti i risultati dei test?" chiede. 

Amber fa no con la testa. "No, ma c'è quel tizio lì che chiede di te e se non te lo sei già portato a letto, giuro che lo faccio io per quanto è bono!" 

Si gira e proprio non si aspettava di vedere quele due persone. Il sorriso subito gli si spegne sul volto. 

"Ehi, tutto bene? E' qualcuno che ti ha fatto del male?" chiede Josh, sempre protettivo. 

"No, no, sono miei amici della California, mi avranno fatto una sorpresa! Vado da loro, ci vediamo dopo in mensa!" 



"Stiles." 

E' Scott a rompere il silenzio quando si avvicina. Stiles non risponde, ma continua a camminare, chiedendo implicitamente di essere seguito. Li porta in un'aula vuota e li guarda incrociando le braccia. In realtà guarda solo Scott. 

"Stiles, abbiamo il controincantesimo."

Stiles ci aveva sperato che fossero lì per quello, ma non era nemmeno riuscito a pensarlo. L'ha sperato ogni singolo giorno di quell'anno, ad ogni telefonata di Scott. Sì, ha amici, ha una vita e studia, ma non ha mai perso la speranza. Si appoggia al banco alle sue spalle, le gambe che gli tremano. 

"Come?" chiede. 

"In realtà è merito di Peter e Talia. Hanno contattato tante persone, così tante che, ad un certo punto siamo arrivati ad una comunità di streghe dello Yutah. E' stato complicato avere la loro fiducia, abbiamo...dovuto superare delle prove."

"Che tipo di prove?" chiede in ansia. 

"Non ha importanza" parla Derek, per la prima volta. "abbiamo questo" dice, estraendo una boccetta dalla giacca. "Probabilmente farà male, ma sicuramente funzionerà. Devi solo berlo." 

Stiles la prende. E' piccola e il liquido è nero, se la rigira tra le mani, le unghie smaltate di nero per un capriccio di Amber. Sta sudando e, in un gesto ormai automatico, si sposta i capelli da un lato, lasciandoli scendere sulla spalla. 

"Stiles, è davvero finita" Scott. 

E Stiles crolla. Scott lo abbraccia appena prima che possa accasciarsi sul pavimento, mentre Derek gli sfila la fialetta dalle mani. 

Stiles si prende un giorno per salutare i suoi amici, spiegando loro che per emergenze familiari deve tornare a casa. Piange molto, abbraccia tutti e promette che si sentiranno. Quello può farlo. Segue Scott in albergo, senza chiedere dove sia finito Derek, poi si mettono a letto. La fialetta tra di loro. 

"Scott" rompe il silenzio. "Quali prove avete superato? Ho parlato con molte persone anche io e nessuno mi ha mai voluto spiegare, perché nessuno sarebbe stato disposto a farlo. Cosa hai fatto?" 

Scott sorride, il suo solito sguardo dolce. "Io non ho fatto nulla. Se vorrai, ti spiegherà tutto lui." 

Stiles annuisce. Stappa la fiala e beve in un unico sorso. 



Tornare alla normalità è così destabilizzante che Stiles impiega un mese prima di tornare a casa. E' stato in hotel con Scott, che gli ha assicurato ffosse tutto già pagato e si è preso il tempo di riconoscere se stesso. Quando mette piede a Beacon Hills, la prima persona che abbraccia è suo padre, seguito da Lydia e Melissa, la mamma di Scott. 

Continua a seguire le lezioni online, a dare gli esami e passa un altro mese. Quando incontra Derek per la prima volta dopo essere tornato se stesso, è nella riserva e sta raccogliendo delle erbe per Deaton. Lui è con Talia che, però, dopo averlo salutato, li lascia soli. 

"Suppongo di doverti ringraziare" rompe il silenzio Stiles. 

"No, non devi. Lo volevo e l'ho fatto." 

"Mi piacerebbe sapere cos'hai fatto, Derek. Nessuno ha voluto dirmelo." 

Stiles passa due ore lì, seduto sul tronco di un albero, ad ascoltare Derek. 

Gli racconta i dettagli della ricerca, della trattativa e, infine delle prove che ha dovuto superare. 

"La prima era la più semplice, ho trascorso una settimana senza poteri. Mamma mi ha tenuto chiuso in casa per paura mi ammalassi." 

A Stiles si stringe il cuore quando gli sente pronunciare quel nome. Era troppo preso da sé, ma è felice per Derek. Non è mai stato così felice per qualcuno in quel modo. 

"La seconda" continua Derek, "era un rituale sul Nemeton. Essendo io direttamente collegato all'albero, ho dovuto connettere loro al tronco per un giorno intero. Sappiamo che questo le ha rese più fort-"

"Cosa? E se ci attaccano?!" 

"Era necessario" risponde, guardandolo negli occhi, irremovibile. 

"E la terza prova?" 

"Quella mi ha aiutato a creare la sostanza che hai bevuto."

"In che senso?" 

"Ho assunto dello strozzalupo, una rara specie che non mi avrebbe ucciso, ma..." 

"Derek, quanto sei stato male?!" Stiles si sporge verso di lui, stringendogli i bicipiti. 

Derek sembra ingoiare un groppo in gola. 

"Sono stato senza conoscenza per tre mesi."

"IDIOTA!" sbotta Stiles. Saresti potuto morire, tu...sei un deficiente! Come ti è saltato in mente? Avevi appena ritrovato tua mamma, cazzo! Perché nessuno ti ha fermato?" 

Derek poggia una mano sulla sua. "Perché era necessario. Dovevamo riportarti indietro, il branco si stava sgretolando senza di te, io... io ero già morto senza di te." 

"Anche Talia te l'ha lasciato fare?" Stiles nemmeno cerca di frenare le lacrime. 

"Sa che non sarebbe servito. Lei non ha mai trovato il suo compagno, ma sa cosa significa perderlo e averlo lontano. Stiles, io posso accettare di non stare con te, se non mi vuoi, ma saperti in pericolo o non sapere come stai, mi distrugge. Dovevo fare di tutto per salvarti." 

Derek gli accarezza piano una guancia, asciugandogli le lacrime e guardandolo negli occhi. Stiles poggia una mano sulla sua, calda e grande, poi si gira e gli bacia un palmo. 

"E se non avesse funzionato? Se fossi rimasto una donna?" 

Derek si sporge, baciandogli la fronte. 

"Avrei amato ogni versione di te, così come ti amavo prima e ti amo ora." 

La risposta di Derek è così vera, così sicura, così ferma, che Stiles non può che sporgersi e baciarlo. 

"Grazie per avermi salvato" gli sussurra sulle labbra. 

Derek accenna un sorriso. 

"Sei tu che hai salvato me. Molte volte." 









La parola era "SMALTO". 

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