#77

(Richiesta di @Ketwine1707)

Stiles è steso sul divano del loft di Derek, in posizione fetale e calde lacrime gli bagnano il viso. 

Hanno appena ucciso una strega che minacciava tutto il branco, lui era lì per aiutare come meglio poteva, con erbe e intrugli da druido. La strega si era rivelata subito forte, troppo forte, ma, Derek e Scott unendo le forte erano riusciti a metterla all'angolo. 

Poco prima del loro attacco finale, proprio mentre si apprestavano ad azzannarla alla gola, Stiles aveva urlato ad entrambi di fermarsi. Aveva visto le dita della donna diventare viola, delle scintille fuoriuscire dai polpastrelli. Stava per lanciare un incantesimo. Purtroppo, però, nessuno dei due l'aveva sentito, o almeno non lo avevano ascoltato davvero, e si erano lanciati su di lei con cieca furia. Stiles aveva visto fasci di luce viola, veloci, diretti verso la propria faccia, ma nessuno sembrava essersene accorto. Tutto era finito in pochi secondi, il corpo martoriato della donna senza vita, Derek e Scott stanchi, ma soddisfatti. 

Non si erano avvicinati subito a Stiles, ma erano corsi al suo capezzale appena aveva urlato di dolore. 

Era successo tutto in fretta: i toni preoccupati, il dolore in ogni parte del corpo, la corsa da Deaton e poi la rivelazione. 

Ora Stiles è lì, da almeno due ore, mentre gli altri sono seduti intorno al tavolo per capire cosa fare. Lo sanno e lo sa anche Stiles, annullare l'incantesimo di una strega senza la strega in vita è difficile, quasi impossibile. Bisogna capire l'origine del sortilegio, trovare il posto in cui è stato lanciato la prima volta e qualcuno che sia disposto a compiere il processo inverso che causa dolore atroce. 

Stiles cerca di alzarsi, ma si trova subito Derek al proprio fianco che cerca di dargli una mano. Solo che, al suo tocco, Stiles si scosta subito. Vede lo sguardo ferito di Derek, ma non riesce a fregarsene, non in quel momento. Ha ben altro a cui pensare. 

"Come ti senti?" chiede l'alpha, ma Stiles non riesce a rispondere. La voce gli trema e si sente decisamente patetico. Si alza, ignora tutti e si chiude in bagno. 

Si è guardato allo specchio solo per un attimo nello studio di Deaton, poi lo ha scaraventato contro la parete mandandolo in frantumi. Ora è davanti al lavandino, le mani strette al bordo e alza lentamente la testa. 

La prima cosa che riconosce di se stesso sono gli occhi. Uguali a prima, ma arrossati dal pianto. Il resto, anche se i lineamenti sono similari, è tutto diverso. 

I capelli gli scendono morbidi sulle spalle, con sfumature più chiare sulle lunghezze. Le labbra carnose sono più rosa e il volto meno squadrato. La poca barba totalmente sparita. Indossa una tshirt larga, quella che aveva prima dell'incidente, ma gli sta più stretta all'altezza del petto che la solleva leggermente. I jeans, invece, si sono fatti più larghi, perché la sua vita si è assottigliata. Ha delle forme più sinuose. Si guarda le mani, anche quelle sembrano simili a prima, ma, in fondo, gli hanno sempre detto che ha mani femminili. 

Fissa la propria immagine, mentre le lacrime riprendono a venir giù. Una donna, la strega lo ha fatto diventare una donna. 

I discorsi, le ricerche e le discussioni vanno avanti per tutta la notte. E' l'alba quando Lydia entra al loft insieme a Peter che, inaspettatamente non rivolge nessuna battuta a Stiles. Ha portato con sé altri libri, altre ore di lettura. 

Lydia si siede sul divano di fianco a lui, passandogli una carezza sul braccio, senza parlare. Stiles, se riuscisse, la abbraccerebbe, per ringraziarla di quel silenzio. 

Dormono tutti a turno, qualcuno anche sul pavimento ed è Scott a costringere Stiles a mangiare quando il sole è già molto alto nel cielo. Derek fa un secondo tentativo di avvicinarsi ma Stiles, ancora una volta, lo allontana. 

"Voglio solo sapere come stai" dice il mannaro, il tono da sconfitto. 

"Come diavolo posso stare? ho le tette, sono una donna, Derek." 

"E io sto cercando di capire come aiutarti" sbotta il mannaro. 

"E perché? Dovevi darmi ascolto prima, ora non puoi fare nulla!" 

Derek prende un respiro per callmarsi e si siede al suo fianco. 

"Ti riporterò indietro, fosse l'ultima cosa che faccio" dice, illuminando gli occhi di rosso. 

Stiles sbuffa una risata sarcastica. "Oh, che tenero. Sparisce per cinque anni, torna qui, fa lo splendido, mi rovina la vita e ora mi fa anche dichiarazioni del genere!" 

Derek non sembra cogliere la provocazione, anzi, affloscia le spalle. 

"Stiles, so che ho sbagliato, che ti ho abbandonato. So che ti sei rifatto una vita e non pretendo di farne di nuovo parte. Mi basta saperti al sicuro e felice e voglio risolvere questa cosa. Sai che sei il mio compagno e, come tale, ho il naturale istinto di proteggerti. E vuole farlo anche la mia parte umana." 

Stiles si alza, senza nemmeno rispondergli. Scott cerca di fermarlo, ma lo scansa ed esce dal loft. 

Le ricerche procedono per altre due settimane. Due settimane di angoscia, di nervosismo e di paura. Sì, Stiles ha paura che quella storia possa essere irreversibile. Ha letto libri su libri, parlato con druidi, ma nessuno gli ha saputo dire più di quanto non sappia già. Hanno anche spiegato tutto allo sceriffo, che, ovviamente, raramente riesce a guardarlo per più di venti secondi consecutivi. I suoi amici gli stanno vicino, Stiles lo sa. Scott è lì ogni sera e ha le occhiaie. Così come tutti gli altri. Solo che è arrabbiato, è schifato e ha paura. Tanta paura. 

"Stiles, hai bisogno di qualcosa?" chiede Lydia, avvicinandosi cauta. Ormai ognuno ha quella espressione, tra la compassione e la pena. Stiles non ne può più. 

Stiles sta per rispondere, ma Derek interrompe tutti. 

"Il druido di Città del Messico ha delle novità. Devo andare lì." 

"Dobbiamo" precisa Scott. 

"Non possiamo mettere piede in Messico, è pieno di cacciatori che ci vogliono morti. Vado da solo." 

Stiles si alza, fronteggiandolo. 

"sono io quello che è in questa cosa. Se vai tu, vengo io, perché suppongo di essere necessario per vedere se la loro soluzione funziona. Non credi?" 

Derek lo guarda, ha lo sguardo di qualcuno che sta provando proprio dolore fisico. 

"Tu non ti muovi da qui. Cerco di trovare un'alternativa." 

Stiles gli urla in faccia e se ne va. 

Due giorni dopo, è Scott a passare a casa Stilinski, per chiedergli di andare al loft. Derek ha trovato l'alternativa: sarà la potente alpha messicana ad andare da loro, essendo meno pericoloso. Ci hanno messo un po' a convincerla, perché lei proprio non ne voleva sapere di Beacon Hills, ma poi ci sono riusciti. 

Quando sono tutti al loft, il primo ad arrivare è Deaton. 

"Ragazzi, Derek, io non so come dirvelo..." 

Stiles riesce a sentire quasi l'agitazione dell'uomo ed è proprio lui ad esortarlo a parlare. solo che lui continua  aparlare a Derek. 

"Lei non sapeva ci fosse ancora qualcuno, è stata nascosta per anni, no-non sapeva..." 

Derek gli ringhia di parlare, mentre gli artigli gli escono dalle dita. 

Il druido non risponde, ma apre il portone del loft oltre il quale si staglia una figura. 

Una donna alta, capelli neri, avrà circa cinquant'anni. 

Stiles vede Peter sedersi, sente Deaton piangere e poi guarda Derek. Lui è immobile, poi fa un passo e un altro ancora, fino a trovarsi di fronte alla donna. Lei accende gli occhi di rosso e Derek, quasi come fosse in trans, fa lo stesso. 

L'alpha cade sulle ginocchia, portandosi le mani ai capelli e Stiles lo sente singhiozzare. 

"Mamma..." 

La donna si inginocchia con lui, stringendogli le spalle. 

"Cucciolo mio, pensavo di averti perso per sempre...Scusami..." 

Stiles lascia il loft per primo, sicuramente seguito da tutti gli altri, e non ci torna per tre giorni. E' sdraiato a letto, quando il campanello suona e corre ad aprire. 

Ritrovarsi Talia Hale davanti è del tutto inaspettato, ma non dimentica le buone maniere e la fa accomodare, preparandole il caffè. 

"So che la cosa suona strana e può farti arrabbiare, ma in questo momento sei uguale a tua mamma, sai?" 

"Sì, ho delle sue foto da giovane. L'ho pensato anche io, signora Hale."

Lei gli sorride, prendendo il caffè. "Chiamami Talia, Stiles."

"Come mai sei qui, Talia? Puoi aiutarmi?" 

Lei sorride ancora, un sorriso materno. 

"Posso provarci, Stiles, ma abbiamo bisogno di tempo e di strumenti. Sono in contatto con tante persone, ce la stiamo mettendo tutta."

Stiles si siede, incrociando le braccia sul petto. 

"Mi dispiace che tu ti sia ritrovato così" continua la donna. "Non posso nemmeno immaginare come tu possa sentirti, tesoro."

"E' tutto...strano e difficile" Stiles lascia scorrere una lacrima. "Questo corpo non è mio, non riesco nemmeno a guardarmi. Io sono un ragazzo, Talia, rivolgio la mia vita." 

Lei si alza, per stringergli le braccia intorno. "Ti riporteremo indietro, okay? I tuoi amici non smettono di fare ricerche. A tutti importa di te." 

"Mh. A qualcuno solo per questioni sovrannaturali."

Talia gli asciuga una lacrima. "Derek non è solo un lupo e non  è guidato solo da istinti. Mi ha parlato molto e so che sei il suo compagno, ma che non vuoi accettarlo. Sappi solo che è anche la sua parte umana a tenerci a te."

Stiles non le risponde. 









Continuerò...

La parola era "VIOLA". 

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