#6


"Ne sei proprio sicuro?" 

Per un attimo Stiles sembra bloccarsi, tra le braccia di Derek. 

Labbra contro labbra, respiri che si scontrano e corpi sudati a contatto. 
Si sono chiusi in quello spogliatoio in fretta, quasi come se non avessero tempo, anche se hanno probabilmente tutta la notte davanti a sé. 
Potrebbe sembrare strano a chiunque, ma lo è soprattutto per Derek, che si siano praticamente saltati addosso. Il capitano della squadra di basket con il classico secchione, magro, con la testa rasata e l'iperattività? Nessuno ci avrebbe creduto. E, appunto, nemmeno Derek. 

Solo che dieci minuti prima era in pista a ballare, per il ballo di fine anno, ed ora è nudo nello spogliatoio della squadra, con Stiles seduto a cavalcioni e ansimante. 

Era impegnato in un lento con Kate Argent, quando lo aveva visto. A bordo pista, con una semplice camicia bianca su jeans scuri e lo sguardo basso. Derek non era riuscito a distogliere lo sguardo da lui, fino a quando Stiles non aveva alzato la testa e i loro occhi si erano incrociati. Derek si era sentito come attratto da quel color caramello e Stiles era semplicemente arrossito di botto. 

Solo che non aveva distolto lo sguardo, anzi. Nonostante le guance porpora, aveva mantenuto il contatto visivo con Derek per tutta la durata della canzone e anche mentre Derek diceva a Kate di aver bisogno d'aria, non si era mosso. Derek aveva lasciato la sua accompagnatrice al centro della pista, si era diretto verso quel ragazzino. 

Prima di quel momento non aveva mai realmente rivolto la parola a Stiles. Solo una volta, per un progetto interclasse, si erano ritrovati nella stessa aula (nonostante i due anni di differenza), e avevano discusso di un passo della Divina Commedia, perché erano finiti nello stesso gruppo. Quindi, di quel ragazzo, conosce solo il suo nome e che secondo lui Dante ha scritto un capolavoro. Oltre al fatto che è il figlio dello sceriffo, ma quello lo sa tutta Beacon Hills. 

Derek gli era quindi passato di fianco e si era abbassato per sussurrargli ad un orecchio "Seguimi", ed era andato oltre. Non sa perché, ma era sicuro che Stiles lo avrebbe seguito. E così era stato. 

Derek aveva sentito i suoi passi seguirlo lungo il corridoio quasi deserto e poi allesterno, verso la tendostruttura che ospita il campo di basket con gli spogliatoi. Derek aveva tirato fuori dalla giacca la sua personale copia della porta ed era entrato. Due secondi dopo, Stiles lo aveva seguito. 

Non era stato necessario accendere le luci, la luna illuminava abbastanza da potersi guardare in faccia, così aveva solo preso Stiles per un polso e lo aveva guidato verso la loro meta. 

Una volta negli spogliatoi, Derek lo aveva finalmente guardato di nuovo negli occhi: le sue guance ancora più rosse, gli occhi liquidi e le labbra carnose. Non aveva resistito. Gli aveva passatoun polpastrello sulle labbra umide e poi, finalmente, lo aveva baciato. 

Stiles era per un attimo rimasto fermo, tanto che Derek era arrivato a chiedersi se non fosse sotto effetto di stupefacenti o se fosse semplicemente spaventato, solo che poi aveva preso coraggio e aveva stretto le braccia intorno al collo di Derek, che gli si era spinto addosso ancora di più. 

Era stato tutto molto frenetico e Derek non saprebbe proprio dire come erano finiti senza vestiti. Ma saprebbe descrivere alla perfezione il piacere di sentire la palle di Stiles sotto le proprie dita. LA sua pelle fresca, che sembrava ribollire al suo tocco. I brividi procurati dalla lingua di Derek che aveva cercato di leccarlo ovunque, pur di assaggiare ogni parte di quello splendido corpo. 

Ers stato quando Stiles aveva gemuto "Ti prego, scopami" che Derek era andato definitivamente in tilt. Lo aveva baciato, divorato, ancora di più. Gli aveva leccato e morso il collo, lasciandogli evidenti segni rossi e se l'era messo a cavalcioni sulel gambe, su una panca, per toccarlo meglio. 

Le mani di Derek gli avevano accarezzato la schiena, mentre Stiles era impegnato a mordere il collo di Derek, le mani tra i suoi capelli neri. Derek era poi sceso più giù, sfiorando la sua apertura con un dito, per poi infilarlo piano dentro, sempre più a fondo. 

Stiles aveva inarcato la schiena, colto dal piacere, e Derek aveva cominciato a muovere la mano, per poi aggiungere un dito e un altro ancora. 

Ed è così che sono arrivati a quel momento e a quella domanda. 

"Ne sei proprio sicuro?" 

L'irrigidirsi di Stiles fa pensare a Derek che si sia pentito, che si sia reso conto della follia che stanno facendo, solo che poi Stiles sorride, inaspettatamente. E annuisce. 

"Sicurissimo. Ti voglio" dice. 

E Derek lo fa suo. 


"Stai bene?" Derek lo chiede, ancora col respiro corto, a Stiles che si alza dalla panca e si infila veloce la camicia. Sembra voglia coprirsi, come se si vergognasse. 

"Benone!" risponde con un entusiasmo abbastanza finto. 

Derek un po' ci rimane male. "Stiles, se ti ho fatto male o ho fatto qualcosa che non volevi, mi dis-" 

"No, Derek, lo volevo. Lo volevo tanto. Non mi hai fatto male, anzi." 

"E allora perché non mi guardi?" chiede il più grande, afferrandogli un polso per farlo girare di scatto. 

Stiles ha le guance rigate dalle lacrime, sta piangendo in silenzio. Derek si alza, girandolo totalmente verso di sé e prendendogli il viso tra le mani. "Stai bene? Stiles, cosa succede? Mi dis-" 

"Non è colpa tua! La colpa è solo mia! Se mamma è morta due giorni fa, la colpa è tutta mia!" 

E corre via, liberandosi dalla presa di Derek che, troppo sconvolto, non riesce nemmeno a rivestirsi in fretta per corrergli dietro. 


Da quel giorno, Derek non vede più Stiles a scuola. Riesce a capire, da voci di corridoio e anche entrando nell'archivio della scuola in maniera non del tutto legale, che Stiles è stato poco bene, poi ha cambiato scuola. Forse è in quella privata, solo che Derek ci passa per una settimana, all'uscita, ma non lo incontra mai. Così come non lo vede fuori casa Stilinski e, dopo qualche tempo, non vede più nemmeno lo sceriffo. Trasferito in un'altra città, il suo porto lo prende il vecchio vice. 



Sei anni dopo 

Tornare a Beacon Hills è una vera tortura. Derek non riesce più a stare in quel paesino, dopo aver saputo com'è vivere a New York. Certo, gli mancano le sue sorelle e i genitori, ma magari potrebbero andare loro ogni tanto nella grande mela, no? 

E' lì per le vacanze estive, per due settimane, e ha deciso di correre ogni mattina nella riserva. Almeno può approfittare della natura. Almeno quella vince il confronto coi grattacieli. 

Sta cercando di capire se può fare delle trazioni appendendo le corde ad un ramo abbastanza robusto, quando dal sentiero sente dei passi di corsa. Forse qualcuno ha avuto la sua stessa idea quella mattina. 

"Dubito quel ramo possa reggere tutti i tuoi muscoli. Fidati, studio fisica, ne capisco qualcosa." 

Derek lascia perdere l'albero e si volta verso l'estraneo che gli ha rivolto la parola. 

E' un ragazzo forse poco più giovane, in canotta e pantaloncini. Ma ciò che ad un primo sguardo cattura Derek è il colore dei disegni che ha sulle braccia. Blu, verde, rosso... Il ragazzo ha entrambe le braccia interamente tatuate, così come anche una coscia. Derek alza lo sguardo per guardare il suo viso e, nonostante il piercing sul sopracciglio il septum al naso, questa volta sono gli occhi a colpirlo. 

"Sei...Tu sei Stiles..." non è una domanda, ne è sicuro. Ed è sconvolto. Ad un primo sguardo non sembra affatto quel ragazzino che Derek ha conosciuto anni prima. 

"Proprio io, Derek Hale" risponde, incrociando le braccia sul petto. Ha anche bei muscoli, constata Derek. 

"Sei cambiato, sei cresciuto" è l'unica banale e stupida cosa che Derek riesce a dire. Stiles, infatti, sogghigna. 

"Beh, gli anni passano anche per me, sai? Avevo sedici anni l'ultima volta che mi hai visto." 

Derek annuisce, non sa cosa dire. Non sa nemmeno perché, a distanza di così tanti anni, vuole ancora sapere di quel ragazzo, di cosa gli è successo. Vorrrebbe ancora conoscerlo, così come avrebbe voluto fare anni prima. 

"Non pensavo di rivederti mai, Derek, nonostante io ti abbia cercato su Instagram" dice sorridendo, per poi abbassare lo sguardo. "Ma ti devo delle scuse e anche delle spiegazioni."

"Non devi-" tenta Derek, ma Stiles continua. 

"E invece sì. Al tempo, anche la mia psicanalista me lo aveva consigliato, ma ero un ragazzino spaventato e ferito. Beh, ero...triste quel giorno. Ero distrutto, in realtà. Volevo fare qualcosa di folle, che non mi facesse pensare, ma non era minimamente da prendere in considerazione la droga, sono già iperattivo di mio. Quindi" dice, torturndosi le pellicine delle dita, "quindi ti ho usato. Non credevo, in realtò, che tu potessi anche solo notarmi, ma ci speravo. Eri il mio sogno erotico preferito, e quello di tutta la scuola credo, quindi volevo farlo con te. E mi sembravi anche abbastanza gentile e a posto." 

"E poi cosa è successo?" chiede Derek. 

"E' successo che mi sono pentito, che mi sono sentito una brutta persona e ho dato un taglio a tutto. Ho cambiato scuola, casa, città e ho mantenuto contatti solo con Scott e Lydia." 

Stiles continua a tenere lo sguardo basso, ma Derek non è arrabbiato. Non riesce ad esserlo. 

"Eri ferito, l'hai detto. E avermi...usato...non è stato carino. Ma sappi che, beh, io lo volevo e l'ho fatto perché ero attratto da te. Eri bellissimo quella sera e per me è stato bello." 

Stiles sorride. "Beh, è stato molto bello anche per me, prima che arrivassero i sensi di colpa tutti di un botto." 

"Ora cosa fai?" chiede Derek. 

"Studio fisica, faccio volontariato e imparo a fare il tatuatore. Come vedi, è una mia passione" dice, mettendo in mostra le braccia. 

"Sono bellissimi" dice Derek avvicinandosi. "Quello, soprattutto."

"Questo azzurro? Sono Nontiscordardimè, è il primo che ho fatto. Mamma li amava." 

Derek passa un dito su quel meraviglioso disegno. "Vivi qui?" chiede. 

"Oddio, no! Buco Hills mi soffocherebbe. Vivo a NEw York!" 

Derke lo guarda allibito. 

"Lo so, ci vivi anche tu. Ti spio Instagram" e fa un occhiolino. Derek scoppia a ridere. 

"E a New York hai tempo per una cena?" chiede, azzardando. 

Stiles arrossisce, di botto, come anni prima. Derek vorrebbe baciarlo in quell'istante. 

"E se la facessimo in questa cittadina la nostra prima cena?" 

Derek sorride ancora, poi annuisce. 





La parola era "LABBRA". 

Buonanotte, bella gente. 

Blu. 

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