#182
La prima cosa che Stiles nota entrando in quella piccola stanza bianca, è il costante Beep Beep Beep.
Ovviamente il suono proviene da tutta quell'attrezzatura medica e tecnologica che si trova alla destra e alla sinistra di un classico letto da ospedale. Coperte azzurre, lenzuola bianche, struttura in un grigio alluminio. Stiles non sa bene perché i tuoi sensi si concentrano prima su quei macchinari, poi sul letto e infine sul fiore giallo sul comodino. O forse sì, perché inconsciamente vuole rimandare il più possibile ciò che è però inevitabile. Vedere Derek, dopo quattro anni, incosciente e gravemente ferito.
Stiles fa qualche passo incerto, avvicinandosi ai piedi del letto e appoggiando una mano sulla stoffa fresca e morbida. Solo in quel momento permette a se stesso di alzare lo sguardo.
Derek è steso sulla schiena, la coperta fino ai fianchi, ordinata e immobile, che lascia scoperto il suo petto nudo ricoperto però da decine di elettrodi, Stiles è quasi convinto si chiamino così. Il suo petto di alza e si abbassa, compiedo respiri corti e che a Stiles quasi fanno venire il fiato corto. Derek sembra respirare male, sembra non riuscire a respirare quasi per niente. Questo porta Stiles ad alzare lo sguardo, finalmente o no non lo sa dire, verso il suo volto.
Se non fosse per la situazione, Stiles sorriderebbe, al vedere quella classica ruga di espressione che Derek ha sempre avuto tra le sopracciglia corrucciate. Anche in quel momento sembra imbronciato.
I suoi occhi sono chiusi, però. Non accompagnano quel suo cipiglio con la sua espressione esasperata. Sono chiusi, così come sono serrate anche le sue labbra. Quello è il segno di quanto stia soffrendo, pensa Stiles, continuando ad osservarlo.
Derek ha le mani lungo i fianchi, i pugni serrati e nessun accenno dei suoi artigli. Sembra teso e allo stesso tempo non lo è, perché è privo di conoscenza da giorni. E' in coma, si corregge da solo Stiles.
Lui è qui.
Questo è ciò che pensa la parte istintiva ed animale di Derek. Il suo lupo avverte Stiles ancor prima che entri nella stanza e, quando succede, si sente finalmente in pace. Sente la sua presenza, la presenza del suo compagno che la parte umana ha così ostinatamente tenuto lontano.
Ci sono riuscito.
Pensa ancora, soddisfatto e acquietato nel petto di Derek, nonostante lui stesso si senti debole e non riesca più a compiere nessun movimento. Se ne sta lì, acciambellato nel petto del suo umano, senza riuscire a muoversi per correre dal suo compagno. Vuole toccarlo, vuole annusarlo, vuole marchiarlo, ma non ci riesce. La sua parte umana è ferita, ha male alla testa che è fasciata, alla gamba sinistra e al bacino. Ha male alle mani strette in pugni serrati e ha male al cuore. La parte istintiva ed animale non sa cosa sia quel dolore proprio lì, tra cuore e stomaco, proprio dentro la sua tana, ma ne avverte la sofferenza a pieno.
Cosa sta succedendo?
Si chiede quando, all'improvviso, vede dietro le proprie palpebre chiuse una luce accecante. Sente un calore tutto intorno, dalla testa alle zampe. Sente un formicolio, sente qualcosa scorrergli dentro. Ma, soprattutto, sente un fremito alla zampa destra.
Stiles ha impiegato dieci minuti per realizzare di essere lì, di fronte a Derek in coma, con la testa fasciata e una gamba ingessata e chissà quali altri danni interni ed esterni. Ha impiegato dieci minuti prima di muoversi dalla sua posizione ai piedi del letto e fare i due passi che lo separavano dal fianco. Ha impiegato altri cinque minuti per appoggiare la propria mano sulla destra di Derek, sul suo pugno stretto, e fare leggeri cerchi concentrici, pensando di poterlo aiutare a rilassarsi, a distendersi.
"Sono un povero illuso e tu sei un deficiente" dice, sussurrando, consapevole di non poter essere sentito, stringendo forte la mano, con rabbia. Sperando di trasmettere a Derek la sua furia in quel momento.
Be-beep! Be-beep!
Lo sguardo di Stiles saetta verso lo schermo su cui scorre veloce il tracciato del cuore di Derek e vede che i battiti sono più frequenti, che qualcosa è sicuramente cambiato. Mentre il suono continua frenetico, scatta in piedi, afferrando il pulsante per chiamare l'esterno, senza però lasciare la mano dell'altro.
"Allora?" chiede a Deaton che è abbassato sul corpo di Derek già da due minuti. Quell'attesa è straziante e l'ansia gli sta facendo stritolare la mano di Derek.
Il druido non risponde, ma sposta lentamente e con cautela il lenzuolo dalla gamba destra di Derek, quella non ingessata. Lì c'è una fascia arrotolata e sporca di sangue, che gli copre tutta la coscia. Il dottore la taglia e la srotola piano, così piano che Stiles vorrebbe urlargli addosso, ma si trattiene. Quando finalmente finisce, Stiles non ha parole.
Sulla coscia di Derek c'è uno squarcio enorme e insanguinato.
"Non sono riuscito a ricucirlo, perché continuava ad aprirsi e stava perdendo molto sangue. La banca del sangue non me ne ha mandato, perché ovviamente sono un veterinario e l'ho chiusa come meglio potevo.
Stiles lo ascolta, ma continua a guardare quell'enorme ferita che, lentamente, si sta richiudendo da sola.
Deaton ha lasciato la stanza dopo almeno un'ora. La ferita sulla coscia di Derek ormai un taglio poco profondo, che ancora si sta richiudendo. Scott è rimasto lì tutto il tempo, dopo aver fatto irruzione, insieme a Cora e a Peter. Loro due Stiles prima nemmeno li aveva visti, ma erano di fianco a Scott.
Quando Deaton va via, seguito da uno Scott abbracciato ad una distrutta Cora, Stiles guarda Peter, dall'altro lato del letto, in piedi.
"Cos'hai da dire Peter? Te lo si legge in faccia che vuoi dire qualcosa."
L'uomo alza gli occhi al cielo, in un'azione così tipica della sua famiglia, poi si siede sul letto, guardando Stiles.
"Lui ti ha allontanato per quattro anni, trattandoti di merda e tu comunque sei corso qui e ora lo stai aiutando a guarire. Nobile da parte tua."
Stiles fa per rispondere con un insulto, ma Peter continua.
"Non intendo sminuire il vostro legame. Sono un mannaro e so bene cosa significa per noi trovare un compagno, il compagno. Solo che tu sei umano e ami come tale, eppure sei qui."
Questa volta Stiles si prende qualche attimo per riflettere.
"Hai ragione" dice. "Derek mi ha fatto del male quattro anni fa, mi ha mentito e io sono umano, non sento il legame come lui. Ma l'amore è amore, Peter e sappiamo entrambi quali siano stati i pensieri di Derek che l'hanno portato ad allontanarmi. Sì, è un cretino, stupido idiota, ma mi ha fatto male solo quattro anni fa. Non ha infierito, è totalmente sparito dalla mia vita, mi ha lasciato libero di dimenticarlo, di innamorarmi di un altro, di vivere la mia vita senza di lui, nonostante il legame. E sono arrabbiato, sono furioso con lui per aver deciso per me, ma lui è...è Derek. Avremo tante cose di cui parlare se si decide a svegliarsi!".
"Tipo del fatto che si è quasi scopato la tua ragazza?"
Stiles pensa di non aver mai guardato qualcuno così male e con così tanta voglia di ucciderlo.
"Va bene, vado via" dice l'uomo, andandosene e lasciandolo finalmente solo, con la mano ancora stretta a quella di Derek.
Stiles non sa quanto tempo abbia dormito, ma sa che è bastato a fargli venire un atroce mal di schiena, grazie alla strana posizione che ha assunto appoggiando la testa sul letto. Si stiracchia, le dita ancora strette intorno a quelle di Derek, provando a fare il punto della situazione con scarsi risultati. Se, anzi quando Derek si risveglierà, dovrà sedersi in camera sua a pensare, e dovrà anche decisamente fare una doccia.
"Io devo fare la pipì, Hale" dice, rivolto a Derek. "Quindi che ne dici di aprire i tuoi occhi?" chiede, sentendo una fortissima stretta allo stomaco. Si sente come se le emozioni gli fossero piombate addosso tutte insieme: tristezza, stanchezza, rabbia, frustrazione, amore.
"Che ne dici se-se riapri i tuoi meravigliosi occhi?" chiede, ormai singhiozzando, sporgendosi verso Derek, portandosi la sua mano alle labbra. "Sono arrabbiatissimo con te, ti dirò un sacco di bruttissime cose e dovremo anche parlare con Lydia, ma ti prego, Derek, ti scongiuro, svegliati. Mi-mi manchi, okay? Mi manchi da quattro anni, ogni singolo giorno, ogni minuto, ogni secondo. Anche quando sono distratto e penso ad altro, sento la tua mancanza nella mia vita..."
Lascia un bacio bagnato su quella mano calda che non ha mai stretto prima di quel giorno, ma che avrebbe tanto voluto stringere molte volte.
"Svegliati, Derek..." sussurra, con voce flebile. "Io sono qui, sono qui per te, e me lo devi..."
Stiles continua a piangere e a pregarlo per quello che gli sembrano minuti eterni, ma quasi sobbalza quando sente una mano sulla spalla e vede Scott abbassarsi ad abbracciarlo forte. Piange ancora di più, stretto in quell'abbraccio che sa di tante cose non dette, senza mai lasciar andare la mano di Derek. Si lascia cullare da Scott, che gli sussurra rassicurazione che non capisce del tutto, ma è una litania che lo fa calmare lentamente.
Un rumore improvviso fa scattare entrambi. Stiles guarda prima il monito, poi il rumore si ripete e sposta lo sguardo sull'uomo disteso davanti a lui.
Tosse.
Smorfia infastidita.
Occhi verde bosco che si puntano nei suoi.
Continua...
(Giuro che volevo concluderla stasera, ma non capisco perché questi facciano tutto da soli allungando la trama oltre misura!)
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