#179

Questo è uno specialissimo regalo di compleanno per sterek293

le ho detto che avrei esaudito un suo desiderio, ed eccolo qui.
Tanti auguri e grazie sempre per le chiacchiere.

Buona lettura. 



Derek entra nel bar, gli occhiali da soli a coprire uno sguardo sicuramente stanco e un finto sorriso sul volto. Non sa perché abbia accettato di incontrarla, o forse non vuole ammetterlo a se stesso, ma lei se ne sta lì, seduta come se non avesse nessun problema al mondo, e forse è proprio così. 

"Non pensavo saresti venuto." 

Così Derek viene accolto, mentre lei si alza, sorridendo, spostandosi i capelli lunghi da una spalla all'altra, e avvicinandosi per baciargli le guance. 

"In Europa sono abituati a salutare così" dice, facendogli cenno di sedersi. "Ho preso un caffè, tu cosa prendi?" chiede. 

"Un caffè anche per me, nero" risponde come un automa, mentre ancora si chiede cosa diavolo faccia lì con lei, mentre lei dà indicazioni al cameriere e poi, quando finisce, gli rivolge l'ennesimo sorriso. 

"Sono qui per quindici giorni, per le vacanze di primavera e il college va alla grande. Tu come stai?" 

Derek non la sopporta. Non sopporta quella finzione, non sa perché abbia chiamato lui lì, quella mattina e deve saperlo. 

"Perché sono qui, Lydia?" chiede, diretto come sempre. 

"Va bene, niente convenevoli" sorride ancora lei. "So che Stiles è il tuo compagno, so che sai che anche lui ricambia, seppur da umano e so che l'ultima volta che vi siete visti prima che Stiles partisse per il college l'hai trattato malissimo solo per allontanarlo da te."

Fin troppo diritta al punto, vorrebbe dirle, ma non ne ha la forza. Sa che Lydia è sempre stata un'ottima osservatrice e sa che è la migliore amica di Stiles, ma ancora non capisce perché sia lì a dirlgi quelle cose che, appunto, lui sa già benissimo. 

"Sono qui" continua lei, "perché ho letto molto sull'argomento e ho letto che per un mannaro stare lontano dal proprio compagno è un dolore sia fisico sia psichico, e" dice, sfilandogli gli occhiali, "Stiles è lontano solo da due mesi ed ecco come ti sei ridotto. Occhiaie, barba incolta e ancora più scontroso del solito." 

Derek le sfila gli occhiali dalle mani con un ringhio, rimettendoseli e sbattendo i palmi sul tavolo. 

"Mi stai solo dicendo l'ovvio. Lo sai, io lo so e non capisco cosa diavolo tu voglia da me, Lydia. Vuoi infierire? Vuoi dirmi che tu sei lì, che lo vivi tutti i giorni e io invece l'ho allontanato perché altriemnti non sarebbe mai partito? Non riesco a capire." 

"Nulla di tutto ciò" risponde piccata e Derek avverte anche un leggero sentore di irritazione. "Sono qui perché sei il mio Alpha, nonostante tutto e nonostante te e" dice, mentre prende la borsa e tira fuori un pezzo di stoffa, "questa è sua. So che può aiutarti." 

Derek prende quel pezzo di stoffa, rendendosi conto che è una delle orribili camicie a quadri di Stiles. La tocca, ne sente la consistenza tra le mani, ma il suo cervello è totalmente concentrato ed inebriato da altro. Quella camicia non è un semplice pezzo di stoffa, porta con sé l'odore della persona a cui appartiene. Derek sente il suo lupo scalpitare, sente il bisogno di affondarci il viso dentro e lasciarsi inondare da quel meraviglioso profumo. Stiles doveva essere molto felice quando la indossava, pensa. 

"Prego" lo distoglie dai suoi pensieri Lydia. "Derek" dice, con tono serio, "posso e voglio essere il tuo legame con lui. Non so perché tu abbia deciso di stargli lontano, non so perché tu abbia queste tendenze da martire masochista, ma voglio comunque aiutarti, se vorrai permettermelo. In un branco ci si aiuta." 

Derek continua a fissare quell'orribile stoffa a quadri, blu e rossa, e, stringendola tra le mani, annuisce. 

Tredici giorni dopo, Derek è seduto ancora con la ragazza, ma questa volta in casa sua, in biblioteca. Lydia gli aveva chiesto dei libri in prestito, prima di tornare al college e lui era stato felice di prepararglieli. 

Lei li sta proprio stringendo, mentre si avvicina alla porta per andare via, quando Derek si alza e la raggiunge. 

"Chiedimi quello che vuoi" dice lei, prendendolo un po' in giro. 

"Tornerà?" 

Non ha bisogno di mettere un soggetto in quella domanda, Sa che Lydia capirà. 

"Non so se dopo il college lo farà, credo dipenda da cosa gli presenta la vita durante il percorso, ma...no, non tornerà mai prima di averlo concluso. Non vuole più avere nulla a che fare con questo posto." 

Non vuole avere nulla a che fare col posto in cui vivi tu. Derek sa che la vera frase è quella e che Lydia non l'ha pronunciata solo perché in fondo è molto buona. 

Accenna un sorriso, mentre lei se ne va, portandosi dietro i vecchi libri della famiglia Hale e un pizzico di speranza di Derek. 



Lydia entra nell'appartamento che condivide con Stiles, a New York, che è ormai notte fonda. Stanca morta per l'aereo che ha tardato di ben cinque ore, scalcia via le scarpe e si lascia cadere sul divano, senza nemmeno preoccuparsi di accedere la luce.Luche che, fioca, le giunge poi dal corridoio, da cui appare poco dopo uno Stiles assonnato, con un pigiama dei super eroi addosso e i capelli sparati in tutte le direzioni. 

"Tutto bene il viaggio?" le chiede, sedensosi al suo fianco e appoggiando la testa sulla sua spalla.

Lydia annuisce, senza avere nemmeno la forza di parlare. 

"Tutto bene anche a Beacon Hills?" chiede ancora il ragazzo e Lydia, dentro di sè, alza gli occhi al cielo. 

"Sì, la città è uguale a come l'abbiamo lasciata, le persone sono sempre le stesse e stanno tutti bene" risponde, vaga, ma sa di aver risposto ad una muta domanda di Stiles. 

L'hai incontrato? Avrebbe voluto chiedere, ma non l'ha fatto. E Lydia si è limitata a non rispondere. 



La secondo volta che Lydia torna a Beacon Hills, sono passati otto mesi, è Natale e il freddo è stranamente pungente. Non è la sola ad essere tornata, ci sono anche Scott, Isaac tornato da poco dalla Francia e Cora che da un mese è tornata in pianta stabile e vive con Derek a Villa Hale. 

Proprio lì decidono di incontrarsi la sera di Natale, dopo aver pranzato con le rispettive famiglie, per stare insieme in memoria dei vecchi tempi. 

"Peccato che Stiles non sia qui, gli sarebbe piaciuta questa rimpatriata" dice Scott. 

Lydia si volta di istinto a guardare Derek, così come, lo nota subito, anche Cora. L'Alpha sembra non essere stato minimamente colpito da quella affermazione, ma ad occhi più attenti non è difficile accorgersi degli artigli della sua mano dentra che gli si conficcano nel palmo. 

"Una bella serata, tutto sommato, no?" 

Lydia è sul portico, Derek se ne sta lì in piedi, a fissare il buio davanti casa, lo sguardo perso nella riserva. 

"Tutto sommato" risponde. 

"Stiles ha passato a pieni voti tutti gli esami del primo anno, avremo un grande criminologo, sai?" gli dice, per aggiornarlo, ma anche per osservare la sua reazione. 

Derek non risponde, ma abbassa lo sguardo e inspira forte. 

"Profumi di lui, hai il suo odore addosso" dice, invece. 

Lydia fa qualche passo, mettendoglisi di fianco. 

"Viviamo insieme da un anno, credo sia normale. Soprattutto quando fa gli incubi e me lo ritrovo nel letto tremante" ride, guardando Derek che però non volta lo sguardo verso di lei. 

"Ti fa stare male?" chiede, preoccupata. 

"Non proprio" sembra pensarci lui. "Il suo odore, seppur mischiato al tuo, mi dò sollievo. Ma allo stesso tempo irrita il mio lupo che lo considera sbagliato." 

Lydia annuisce, ma non risponde. 

"Non ho nessuna camicia questa volta, ma ho questa" dice dopo un po', sfilando qualcosa dalla tasca dei pantaloni. Derek la prende, la ragazza vede un tremito nelle sue dita, quando si rende conto di cos'è. 

La foto ritrae Stiles, da solo, che sorride all'obiettivo, sereno. Addosso ha una maglietta verde che gli sta un po' larga. Una maglietta di Derek. 

"Te l'ha rubata qualche mese prima di partire, durante una serata al loft. Noi guardavamo Scott fare il mimo e lui si è intrufolato in camera tua. Me l'ha detto solo qualche settimana fa, perché è un po' consumata e volevo buttarla, ma mi ha praticamente ringhiato contro e ha dovuto per forza darmi delle spiegazioni." 

Derek la guarda per un attimo, poi si allontana. Lydia lo vede infilare la foto nella tasca posteriore dei jeans.   





"Io...io non ce la faccio! Mi manca, okay? Mi manca da morire e non lo vedo da più di un anno e per quanto io non ne parli, per quanto io finga che non mi interessi, mi manca!" 

Ormai è giugno, gli esami sono finiti ancora una volta e Lydia è sul solito divano di casa, Stiles tra le braccia, e il suo primo crollo davanti agli occhi. 

"Lo so, tesoro, lo so" dice, come una litania, cullandolo mentre piange. 

"Come sta, Lyds? Lui sta bene? L'hai incontrato?" 

"Sì, l'ho visto in primavera e a Natale e sta bene. Vive e villa Hale con Cora e pensa che ogni tanto ci va anche Peter." 

Stiles tira su col naso, ridendo. "Non credo che Derek sia d'accordo con le sue visite. Com'è la villa?" 

Lydia si perde nel descrivere i dettagli, le tende, i colori chiari, la cucina e la grande biblioteca. Racconta con calma, come se stesse raccontando una favola a un bambino. Infatti, poco dopo, Stiles si addormenta, ancora tra le sue braccia e ancora le lacrime a bagnargli il viso. Da quel giorno, non nomina mai più Derek, nemmeno per sbaglio. Non chiede nulla a Lydia dopo ogni sua visita nella loro cittadina e Lydia non gli racconta più nulla, seguendo il suo volere. 






Continua....

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