#167
"Ma è meravigliosa, David!" esclama Stiles, guardando il suo ragazzo.
Sono di fronte ad una villetta a due piani, a pochissimi passi dal mare che si intravede alle sue spalle, con un giardino bellissimo, verde e che affaccia su una spiaggetta privata.
"Per te questo ed altro" risponde il ragazzo, abbracciandolo da dietro.
"Avrai speso una fortuna per farci stare qui quindici giorni, stupido!" risponde, girandosi nell'abbraccio, sorridendo ancora.
"In realtà nemmeno tantissimo, c'era una super offerta e il posto ti piaceva così tanto che non ho resistito" spiega. "Entriamo?"
Stiles annuisce, afferrando poi la sua valigia e seguendo David lungo il vialetto. Non c'è nessun rumore oltre quello del mare, anche perché sono le otto del mattino, in pieno agosto e anche le villette nei dintorni sono ancora immerse nella calma che precede il risveglio. David apre la porta, facendogli cenno di entrare e poi se la chiudono alle spalle.
L'interno è ancora più bello. Tutto ha i colori chiari del mare: bianco, azzurro, blu. ci sono conchiglie appese alle finestre e l'aria è fresca.
"AAAAAAAAAAH!" un grido rompe il silenzio e Stiles si volta verso le scale. Una ragazza è in piedi, a metà scala. Nel giro di pochi secondi, Stiles fa un passo indietro, David gli si mette davanti e un uomo appare sulle scale, in pigiama, e afferra la ragazza per un polso, mettendosele davanti.
"Chi diavolo siete? Cosa ci fate in casa nostra?!" urla, mentre la ragazza, nascosta dietro di lui, singhiozza e altre due persone si affacciano dal corridoio. Una donna e un bambino.
"Chi siete voi!" ribatte David. "Questa è casa nostra, l'abbiamo affittata!"
L'uomo sembra impercettibilmente rilassarsi. "Noi l'abbiamo affittata. Da ieri e per i prossimi quindici giorni. Trovate un'altra scusa, mentre io chiamo la polizia!"
"Ho le chiavi" risponde David, mostrandogliele, facendole tintinnare. "E questo" dice, prendendo un foglio dalla tasca, "è il contratto che ho firmato personalmente. C'è scritto l'indirizzo ed è questo qui."
L'uomo scende i gradini che li separano, seguito dalla donna, e prende il foglio dalle mani di David. Stiles lo vede scorrere il foglio velocemente con lo sguardo.
"Ha ragione" dice, rivolto alla donna. "Noi abbiamo lo stesso identico contratto" dice a David.
"E cosa significa? Noi abbiamo già pagato!"
Stiles gli mette una mano sul braccio per calmarlo, poi si rivolge all'uomo.
"Ci dispiace avervi spaventati, ma credo proprio che ci hanno truffato tutti."
Due ore di discussioni dopo, due ore di chiacchiere con la polizia e telefonate invano all'agenzia di affitti, si trovano tutti seduti nel grande salone.
"Quindi, riassumendo" dice la donna, "o uno di noi va via, perdendo tutti i soldi e si trova una nuova sistemazione o dobbiamo stare tutti qui dentro."
Stiles annuisce, sbuffando. Aveva già in mente una vacanza da sogno, rilassante, col mare, mentre ora ha solo mal di testa.
"Noi non abbiamo abbastanza soldi per affittare un'altra casa last minute o per andare in albergo" ammette David, sinceramente. Stiles appoggia per qualche secondo la testa sulla sua spalla.
"Io non voglio andare via!"
Tutti si girano verso il bambino che è appena entrato e che si avvicina ai due adulti. "Mi piace qui, mi piace il mare, mamma" continua. A Stiles si stringe il cuore.
"Quante camere da letto ci sono?" chiede. E' l'uomo a rispondere.
"Tre. Due di sopra e una più piccola al pian terreno."
Stiles guarda David che annuisce.
"Bene" dice. "Se per voi va bene, noi prendiamo quella piccola, ci dividiamo i piani e condividiamo solo la cucina. Sperando di andare d'accordo o, nel caso contrario, di vederci il meno possibile."
L'uomo e la donna si guardano, sembrano entrambi molto tesi e Stiles può capirlo. due sconosciuti in casa con due figli non è tutta questa idea geniale.
"Io sono Jack e ho cinque anni!" esclama il bambino. "Voi chi siete?"
Stiles scopre che loro sono Derek e Paige, che l'altra figlia si chiama Victoria. Derek è un medico chirurgo, mentre Paige dirige il reparto marketing di una multinazionale. Victoria ha quindici anni, va alle superiori ed è evidentemente diffidente. Lei è uguale a Derek, ha gli stessi occhi e gli stessi capelli scuri, mentre Jack somigli a sua mamma, tratti dolci e capelli castani, ma gli occhi sono dello stesso verde di Victoria. Passano un'ora a chiacchierare, presentandosi. Stiles e David dicono di essersi conosciuti al college, che hanno ventun anni, che sono laureati in criminologia, scatenando la curiosità della ragazza sull'argomento.
Proprio lei poi chiede "Siete fidanzati?"
"Victoria, non essere indiscreta!" la riprende suo padre, ma Stiles fa cenno che non importa.
"Sì, stiamo insieme da un anno" risponde, tranquillo.
Victoria sorride, poi sua mamma si rivolge a Stiles.
"Sarete stanchi, sia per il viaggio che per questa situazione. La camera è quella porta lì" dice indicando il corridoio, "questa è casa vostra, fate quello che volete. Noi andiamo in spiaggia?" chiede al bambino, che scatta in piedi e saltella.
Stiles si lascia cadere a peso morto sul letto, David al suo fianco.
"Mi dispiace, era la nostra prima vacanza e l'ho rovinata."
Stiles si mette sul fianco, accarezzandogli una guancia.
"Beh, non credo tu ti sia fatto truffare di proposito e questo posto rimane meraviglioso. E loro sembrano tipi a posto. Poteva andare peggio!"
David gli schiocca un bacio a stampo, poi si siede. "Ti va di lasciar perdere le valigie, metterci il costume e andare a fare un bagno?"
Stiles non ha nulla da obiettare.
"Ciao!"
Stiles è sdraiato a terra, sul telo, la sabbia calda e all'ombra dell'ombrellone. Apre gli occhi, vedendo un faccino e due grandi occhioni verdi che lo fissano dall'alto.
"Ciao, Jack!" ricambia.
"Vuoi giocare a palla con me?" chiede il bambino e Stiles vede un pallone tra le sue mani. "Ci mettiamo con i piedini nell'acqua e tu prendi la palla se finisce nel mare perché io sono piccolo."
Stiles sbuffa un sorriso, ma si alza, facendo un occhiolino a David, sdraiato al suo fianco che gli sorride.
Dieci minuti dopo, dopo svariati lanci della palla e prese al volo perche Jack non ci pensa proprio a lanciare diritto, Stiles vede una figura avvicinarsi e si volta.
"Ti sta facendo stancare?" chiede Derek, un accenno di sorriso.
"No, papà! A Stiles piace giocare con me!" risponde per lui il bambino, ignorando la palla e avvicinandosi a suo padre.
"Però ti stai scottando e anche tu" dice a Stiles che si appoggia una mano sulla spalla, sentendola bollente. Non se ne è nemmeno reso conto.
"Porco ca-cappello!" si corregge appena in tempo.
"Sì, è quello che avresti dovuto mettere, amore."
David gli avvolge le braccia intorno ai fianchi da dietro, baciandogli la spalla scottata. "Andiamo all'ombra?"
Stiles annuisce, poi fa ciao con la mano a Jack, impegnato ad arrampicarsi letteralmente su quel gran pezzo di- di suo padre!
Sono le due di notte, quando Stiles si alza dal letto. Sta morendo di caldo, nonostante l'aria condizionata, quindi va in cucina per prendere qualcosa di freddo dal frigo. Si riempie un bicchiere di succo, poi esce dal portico sul retro.
L'aria fresca che arriva direttamente dal mare gli dà sollievo, e fa qualche passo, nonostante sia scalzo, per andare a sedersi sugli scalini.
"Non riesci a dormire?"
Stiles si volta di scatto e quasi caccia un urlo. Derek è seduto sotto al portico, su una delle poltroncine. Anche lui sta bevendo qualcosa.
"Dio, mi hai spaventato a morte. Cosa ci fai lì al buio?"
"Quello che ci fai tu, immagino" dice, sollevando il bicchiere. "Fa caldo dentro."
Stiles annuisce. "Qui si sta una meraviglia."
Stiles torna a guardare davanti a sé, rilassato e finalmente non boccheggia più per l'afa.
"Come mai due ragazzi giovani come voi hanno scelto questo posto isolato per le vacanze?" chiede Derek e Stiles lo vede al suo fianco, sullo stesso gradino e il bicchiere tra le mani.
"Perché i luoghi alla moda sono troppo cari per noi e nemmeno ci piacciono. Volevamo un po' di relax post-college e David aveva trovato questa offertissima."
"Almeno avete pagato meno di noi, io ho la quota intera" sorride Derek.
"Beh, almeno il truffatore ha avuto pietà di noi e non del chirurgo" scherza Stiles, per poi bere. "Voi perché siete qui?"
"Ai ragazzi piace il mare, quindi volevamo un posto che vi fosse vicino, ma che fosse anche vicino casa, nel caso qualche mio paziente avesse emergenze."
"Non sei in ferie?" chiede Stiles.
"Sì, ma sono il primario. E anche non lo fossi, mi occuperei comunque dei miei pazienti se avessero emergenze. Credo sia un mio dovere."
Stiles annuisce. "Primario? Così giovane?"
"Quanti anni mi dai?"
"Non so, trentadue?"
Derek sorride. "Beh, solo quattro in più, dai. Vorrà dire che me li porto bene."
Stiles si frena dal rispondere Troppo bene e continua a guardare verso il mare.
Derke gli chiede del college e di cosa vorrebbe fare ora, dopo la laurea. Stiles gli racconta dell'accademia per entrare nell'FBI, ppoi gli chiede come mai ha scelto di diventare medico. Quando si infila di nuovo a letto, di fianco a David, una riga arancione illumina l'orizzonte.
"Dove sei stato?" mugugna David, tirandoselo contro. Stiles ricambia l'abbraccio.
"Prendevo aria. Torna a dormire."
E non sa perché omette tutta la verità.
La parola era "MULTINAZIONALE".
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