#162

Derek pensa di essere finito in un film comico. Seriamente, non c'è altra spiegazione: si trova in un universo parallelo in cui la sua vita è diventata improvvisamente una barzelletta. 

Ha appena raccontato tutto a Scott ed Isaac e i due, nel salotto di casa loro, a stento trattengono le risate. 

"Potete ridere, lo capisco" gli dice, ormai affranto e rassegnato. 

Quella mattina, non sa nemmeno con quale coraggio, aveva deciso di farlo: si sarebbe dichiarato a Stiles e avrebbero finalmente vissuto la loro storia d'amore, che era sospesa tra loro da quasi dieci anni. All'alba dei trent'anni, Derek aveva ormai fatto i conti con i fantasmi del suo passato e aveva accettato che avere Stiles nella sua vita non gli avrebbe portato tragedie e disastri. Anzi. 

Quindi, di buon ora, si era svegliato, era andato in centro, era entrato in un piccolo negozietto e aveva fatto l'ordine. Ordine che sarebbe dovuto arrivare a casa di Stiles intorno alle dieci del mattino. 

Derek si era sentito agitato, ma sollevato. 

Solo che poi tutto era andato a rotoli. 

Le dieci erano passate e anche le undici e le dodici, ma Derek non aveva ricevuto nemmeno un messaggio da Stiles. Eppure era convinto di piacergli, tutti ne erano convinti, sentendo il suo odore da quando era ragazzino. Quindi, era uscito da casa ed era andato a correre, per non pensarci e aveva incrociato proprio il ragazzo. 

"Ciao, Derek!" 

"ehi, Stiles, buon compleanno" aveva risposto, stranito, per tutta quella cordialità. Sembrava stesse facendo finta di niente. 

"Stai andando a correre? Io avevo bisogno di pensare un po'..." 

Okay, forse ne avrebbero parlato? 

"Come mai?" aveva chiesto. 

Stiles aveva abbassato lo sguardo. 

"Stamattina ho ricevuto dei fiori, insieme ai miei muffin preferiti, e sono contento, ma anche un po'...non si dirti come." 

Derek non riusciva a capire, stava scherzando? 

"Prova a spiegare." 

"Allora, ho apprezzato il gesto e il biglietto...Dio, nessuno mi aveva mai detto cose così belle. Ma non so se perdonarlo..."

Derek avrebbe voluto urlare. 

"Perdonarlo?" 

Stiles aveva annuito. 

"Il biglietto era anonimo, ma è palese sia Julian, il mio ex. Guarda..."

Stiles gli aveva passato il biglietto, erano proprio le sue parole, ma senza firma. La tizia del negozio non aveva scritto il suo nome, nonostante glielo avesse detto più volte. Derek era furioso, quasi aveva riso istericamente. 

"Cosa gli hai scritto?" chiede Scott, cercando ancora di non ridere. 

"Tieni" Derek gli passa la sua copia del biglietto, che la signora aveva ricopiato. A quanto pare non del tutto. 

Amarti mi ha reso una persona migliore e solo ora me ne rendo conto. Buon compleanno, Stiles, spero che ora sia il momento giusto per poterci dare una possibilità. Ti aspetto stasera al Moon, alle ventuno. 

"E Stiles ci andrà?!" esclama Isaac. 

"Non lo so, era ancora indeciso, ma sembrava volesse andarci, almeno per parlare con quell'idiota del suo ex." 

Scott gli si siede di fianco. 

"Facciamo così, io convinco Stiles ad andarci e tu lo aspetti lì. Così chiarite questa cosa."

Derek gli ride in faccia. 

"Vuole tornare col suo ex e io dovrei dirgli di amarlo? Mi fai così masochista?"

"Stiles ha avuto una storia tossica con Julian ed è vero, ogni volta che lui torna, Stiles ci ricasca, ma non vuol dire che non voglia te. Anzi, forse proprio perché sa di non poterti avere che si accontenta delle briciole che gli dà quello stronzo. E sappiamo che ti vuole, Derek. Da quando aveva diciassette anni."

Derek non sa cosa rispondere. 

"Provaci. Derek. Non andrà male" insiste Isaac. 

"E se rimanesse deluso nel vedermi?" 

Isaac gli dà una pacca sulla spalla. 

"Verrai qui e lo insulteremo senza sche Scott ci possa sentire." 





Alle venti e quarantacinque, Derek è già seduto al tavolo. Si è vestito elegante, è in ansia e vorrebbe scappare. Sa che Stiles arriverà, gliel'ha confermato Scott. 

Dopo dieci minuti, in leggero anticipo, sente l'odore di Stiles e lo vede entrare nel locale, mentre si guarda intorno. Sa che sta cercando Julian, ma sente il suo cuore accelerare quando lo vede. Derek gli fa un cenno di saluto e si avvicina. 

"Oh, Derek, anche tu qui? Come mai?" chiede, visibilmente agitato. 

"Sapevo ci saresti venuto" risponde Derek. 

"Io...io non voglio tornare con lui. Voglio solo sapere cosa ha da dirmi. E non ne sono nemmeno poi tanto sicuro..."

Derek accenna un sorriso, poi gli indica la sedia al suo fianco. 

"Non vorrei disturbare, se stai aspettando qualcuno."

"Non è un problema, siediti Stiles." 

Stiles, a causa anche dell'agitazione, si lascia subito andare in un fiume di chiacchiere. Parla di suo padre, dei regali di compleanno e di tantissime altre cose. Solo quando il cameriere si avvicina per le ordinazioni, guarda l'orologio. 

"Oddio, sono le nove e mezza. Scusa, Derek, ti ho rubato tutto questo tempo. Meglios e vado, dato che mi è stata data buc-" 

"Cosa prendi, Stiles?" lo interrompe Derek. Stiles lo guarda con occhi spalancati, sedendosi. 

"In che senso?" 

"Nel senso che è sera e dovremmo cenare. cosa prendi? Per me una bistecca ai ferri con verdure grigliate." 

Stiles continua a fissarlo, Derek inarca un sopracciglio. 

"Io...io prendo un hamburger..."

Il cameriere li ringrazia e li lascia soli. 

"Non aspettavi nessuno?" chiede l'umano. Derek non risponde, ma gli pass aun biglietto. Quel biglietto, scritto con la sua grafia e con la sua firma. 

Stiles sembra leggerlo e rileggerlo decine di volte. 

"Tu..." 

Derek sorride. 

"Sì, ti ho mandato io i fiori e i muffin a casa. E mi ero firmato, ma a quanto pare la signora del negozio si è sbagliata." 

Stiles fissa ancora il biglietto. 

"Pensi davvero queste cose? Tu?" 

"Ci siamo girati intorno per anni, ma non siamo mai stati pronti per rendere tutto reale. E io ora lo sono, perché sono innamorato del te adulto come lo ero del ragazzino fastidioso. E spero sia lo stesso per te, anche se eri qui per il tuo ex." 

Stiles allunga una mano, raggiungendo quella di Derek appoggiata sul tavolo, accarezzandone il dorso. 

"Ho pensato fosse lui perché ormai ero rassegnato al fatto di poter avere solo quel tipo di...non so, non lo chiamo nemmeno amore. Lui mi ha convinto del fatto che non meritassi altro e non avrei nemmeno mai immaginato potessi essere tu. Io non penso di meritare il tuo amore, ma...io ti amo, da praticamente sempre" dice, ridendo in maniera nervosa. 

Derek gira la sua mano, intrecciando le dita a quelle di Stiles. 

"E invece, eccoci qua" dice, portandosela alle labbra e baciandola. 

Si guardano negli occhi, fino a quando non arriva il cameriere con le ordinazioni. Mangiano tranquillamente, in un'atmosfera che sa un po' di elettricità, poi escono fuori a passeggiare. 

"Mi ha scritto Scott" dice Stiles, mostrando il cellulare a Derek. 

(Ore 22:34) Dato che non mi hai ancora scritto, suppongo sia andata bene, o che Derek ti abbia ucciso. Ma opto per la prima. Sono felice per voi, poi mi racconti. SM

Derek prende il suo cellulare, mostrandogli un messaggio di Isaac. 

(Ore 22:43) Te l'avevo detto. IL 

Derek posa il cellulare, passando un braccio intorno alle spalle di Stiles, baciandogli una tempia. 

"Ti va di venire da me?" chiede. 

Stiles annuisce, sorridendo. 

"Certo che mi va." 







La parola era "MUFFIN". 

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