#150
Stiles non ha mai sottovalutato un nemico, mai. Ha sempre fatto ricerche su ricerche, ha sempre cercato ogni modo per difendersi e per attaccare. Non si è mai fatto cogliere impreparato.
Mai, tranne questa volta.
Pensava di aver considerato tutto, ogni pericolo, ogni attacco, ogni incantesimo che potesse sferrare la strega, ed aveva pronti i controincantesimi per qualsiasi cosa.
Qualsiasi, tranne una.
Ecco perché, pur dopo averla sconfitta, si trova in quella situazione che non sa nemmeno come definire. Sa solo che non gli piace per niente.
Il suo polso sinistro è legato da un laccio d'oro al polso sinistro di Derek Hale.
"Sei un mannaro dalla nascita, dovresti sapere tutto di questo mondo e liberarci!" gli inveisce contro, pur sapendo che Derek non può farci nulla. Solo che è frustrato e arrabbiato e Scott l'ha appena lasciato solo col lupo, al loft.
"Sono un mannaro, non una strega e non sono onnisciente. Non ne so un cazzo e questa situazione pesa a te quanto a me. Continua a leggere quei libri e chiudi la bocca!"
Stiles per un attimo lo guarda allibito. Vero è che Derek non è mai stato la persona più gentile del mondo, ma non si è mai rivolto a nessuno così. Nemmeno a Stiles, quando cerca di aprirgli la gola con i denti (o almeno minaccia di farlo).
"Guarda che siamo entrambi in questa situazione e non devi sfogare la tua rabbia su di me. Nemmeno io voglio essere legato a te e soprattutto non voglio stare nemmeno nelal stessa stanza con te."
"Hai cominciato tu. Per me possiamo anche evitare di parlare fino a quando non troviamo una soluzione."
Stiles nemmeno risponde.
"Hai fame."
E' così che Derek rompe il silenzio dopo due ore o poco più. Lo stomaco di Stiles sta già brontolando da un po', anche se sperava il mananro non lo sentisse.
In ogni caso, però, annuisce, passandosi una mano sugli occhi affaticati dalla lettura.
"Hai qualcosa in frigo?" chiede.
Derek non risponde, ma si alza, scuotendo il braccio di Stiles, tirandoselo dietro fino alla cucina.
"Dovrei avere un paio di bistecche e della verdura."
Cucinare non è molto semplice, considerando che sono legati in modo da avere le braccia incrociate, ma riescono comunque ad impiattare le bistecche e a sedersi a tevola uno di fianco all'altro.
Ancora una volta, è Derek a rompere il silenzio.
"Mi dispiace per non essere stato in grado di proteggere il branco, come avrei dovuto. Ma ho contattato molte persone che conosco e che ne sanno più di me, troveremo la soluzione in fretta."
Stiles non sa cosa rispondere. Si è bloccato con la forchetta a mezz'aria, lo sguardo fisso sul mannaro. Vorrebbe dirgli ch enon è così, che è un buon alpha, che ha ragione quando dice di non essere onnisciente e che loro sono una squadra. Se hanno fallito, l'hanno fatto insieme.
Solo che non riesce a tirar fuori nemmeno mezza parola. Beve un sorso d'acqua, lo sguardo abbassato nel piatto e il cuore a mille. Si fida di Derek, sa che troveranno una soluzione e che sta facendo di tutto per trovarla lui stesso. Non ha mai messo in dubbio la fiducia.
Derek si alza, prendendo i piatti vuoti e mettendoli nella lavastoviglie, Stiles costretto ovviamente ad alzarsi con lui e a seguire ogni suo movimento.
Sono da un'ora seduti sul divano, è quasi mezzanotte, quando Stiles comincia ad avvertire i segnali della stanchezza. La giornata è stata pesante e stressante, e anche se il pericolo sembra essere passato, Stiles non riesce a rilassarsi del tutto. E, poi, ha pur sempre Derek legato ad un polso.
"Derek, come facciamo per dormire?" chiede, prendendo coraggio e posando il libro che aveva tra le mani.
"Credo che dobbiamo per forza dormire insieme, a meno che tu non voglia stare sul pavimento mentre io sono a letto."
Stiles trattiene una risata, nascondendola con una finta espressione indignata.
"Vuoi dormire?" chiede Derek e lui annuisce.
Il mannaro si alza, dandogli modo di fare lo stesso senza attorcigliarsi nel filo oro, e lo conduce fino al grande letto matrimoniale sotto la vetrata. Stiles non ha la minima intenzione di spogliarsi e Derek sembra capirlo e pensarla allo stesso modo, perché entrambi scalciano via solo le scarpe e si stendono. Derek con il braccio sul proprio addome, per permettere a Stiles di tenere il suo disteso.
Stiles doveva essere così stanco da essersi addormentato subito, ma ora, in piena notte, ha gli occhi ben aperti e non riesce a riaddormentarsi. Non vuole muoversi, per non svegliare Derek, ma l'immobilità gli mette in qualche modo ansia.
Sta per decidere di girarsi almeno su un fianco, quando sente un peso sullo stomaco e si sente trascinato alla propria sinistra. In mezzo secondo si ritrova stretto tra le braccia di Derek, la testa sul suo petto e le braccia a circondarlo, per quanto possibile.
"Stai tranquillo, risolverò tutto."
Derek ha la voce assonnata, forse non è nemmeno pienamente sveglio, ma Stiles si bea di quel calore, di quella stretta e, in pochi secondi, si addormenta di nuovo.
Due settimane dopo
Trovare la soluzione per sciogliere il filo non è stato semplice ma, dopo dieci giorni di convivenza forzata, ci sono riusciti grazie a Peter. A Stiles sembra ancora assurdo, e gli sembra ancora più assurdo pensare al fatto che l'ha anche ringraziato.
Ora è a casa sua, nel suo letto, è quasi mezzanotte, si sta mangiando tutte le unghie dal nervoso e vorrebbe urlare. Non vede Derek da quando, dopo essersi liberati, è scapapto praticamente dal loft, afferrando tutta la sua roba e lanciandola in un borsone. Da quel giorno, ha evitato contatti con il branco, tranne che con Scott, e soprattutto non ha risposto a nessuna chiamata di Derek.
PEr due giorni la convivenza era stata tranquilla, erano riusciti a trovare un equilibrio e di notte Stiles riusciva a dormeire, con Derek al suo fianco. Tutto era cambiato all'improvviso il terzo giorno, con la luna piena.
Stiles nemmeno saprebbe spiegare come ci sia finito nudo, con Derek sopra di lui nudo allo stesso modo, mentre gli si spingeva dentro con forza. Ricorda benissimo il piacere, la sensazione di averlo dentro, così come ricorda che poi è successo il pomeriggio successivo, e la sera, e il giorno dopo e quello dopo ancora. Fino a quando Peter non è arrivato lì con la soluzione. E Stiles era scappato.
Ora, a due settimane di distanza, non solo sente la mancanza di Derek, ma si sente anche fisicamente male. Ha mal di testa da giorni, gli tremano le mani ed è nervoso. Nervoso soprattutto con Scott che proprio da qualche minuti ha mandato via dalla sua camera urlando. Nemmeno ricorda il motivo della discussione.
Una settimana dopo
Stiles ha appena finito di vomitare anche l'anima e vorrebbe già ricominciare. La nausea non gli dà tregua, l'agitazione nemmeno e nemmeno la rabbia. Quella mattina si è fatto visitare dalla sua dottoressa, che gli ha dato solo un farmaco contro la nausea, ma, ovviamente, si è fermato anche da Deaton. Che non gli ha prescritto nessun farmaco, ma è stato molto peggio.
"Sei stato a letto con Derek" ha detto. Non ha nemmno chiesto, ha solo detto quella frase con la sua solita calma che Stiles l'avrebbe preso a pugni. E quasi è successo, quando ha annuito e il druido ha sorriso, facendogli le congratulazioni. Stiles è riuscito a frenarsi solo perché scosso dall'ennesimo conato di vomito.
Si stende a letto, cercando di fare piano per non peggiorare la nausea, e quasi salta dal letto quando sente il cellulare vibrare.
Derek.
Risponde solo perché invece di premere il tasto per rifiutare, preme quello per rispondere.
"Stiles?" si sente chiamare. E fa un verso di lamento in risposta.
"Stiles, dobbiamo parlare."
"Derek, ciao. Scusami, ma sono impegnat-"
"Lo so cosa è successo, lo sento. Sento ogni membro del mio branco."
E Stiles si sente morire.
"Derek, davvero, è successo, ma non devi per forza...beh, assumertene le responsabilità, ecco. Posso farcela da solo, giusto il tempo di accettare la cosa e poi ce la posso fa-"
Derek lo interrompe ancora.
"Per me non è una responsabilità da assumere, è...è una cosa bella, Stiles. E non voglio che tu scelga di vederci come una...famiglia. Ma vorrei essere parte della sua vita. Non sarà un errore, sarà un bambino."
Stiles a sento trattiene le lacrime.
"Famiglia? Tu...tu accetteresti me come parte della tua famiglia?"
"L'ho fatto molto tempo fa, a dire il vero. E...e te ne parlerei, se mi dessi la possibilità di vederti."
Stiles prende un respiro.
"La mia finestra è aperta."
La parola era "FILO".
Scusate se fa un po' sch1fo, ma l'avevo promessa ed era in sospeso da qualche giorno. Non avevo nemmeno tanta voglia di scrivere oggi, ma dovevo distrarmi dall'attesa dell'esito del tampone.
Spero voi stiate tutt* bene.
Blu.
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