#147

Pt. 3

«Come dico sempre, uno è un incidente, due una coincidenza, tre uno schema.»



31 dicembre 2020 

Stiles ci ha provato con ogni mezzo a convincerlo a cambiare idea, ma Scott è stato inamovibile. 

Proprio alla cena della vigilia di Natale aveva praticamente ordinato a tutti cosa fare per Capodanno. 

"Danno una festa in discoteca, non ci siamo mai andati perché non avevamo diciotto anni e, anche se non possiamo ancora bere tutti, ci andremo e ci divertiremo!"

E per "tutti" intendeva se stesso, Isaac, Lydia, Cora, Malia e, ovviamente Derek. 

Stiles aveva protestato, aveva puntato sulla pietà, aveva anche finto di piangere, ma niente. 

Ecco che quindi ora ha appena messo piede, alle undici e mezza di sera, in quel posto affollato, con musica assordante insieme ai suoi amici. Ha già voglia di urlare e scappare. O di scappare urlando. 

Si avvicinano al bancone, prendendo ovviamente solo Coca cola, mentre Stiles sente Derek prendere un gin lemon. Gli piace il limone, si chiede che sapore abbia. 

Più si avvicina la mezzanotte, più il posto diventa affollato e stretto e claustrofobico e, proprio per questo, aspetta giusto lo scoccare del nuovo anno per uscire fuori a prendere aria. Ha abbracciato tutti, fatto un brindisi, e poi si è dileguato. 

Solo che esce così di corsa, che nemmeno vede dove mette i piedi e finisce contro qualcuno appena è fuori dal locale. E il problema principale non è l'essersi scontrato con qualcuno e, sinceramente, nemmeno che quel qualcuno sia l'odioso Derek Hale. Il vero problema è che Stiles si ritrova completamente bagnato, anche la faccia, considerando che l'ha letteralmente sbattuta contro il bicchiere di Derek. 

"Tu sei proprio un disastro su due piedi, Stilinski. Ma non vedi dove metti i piedi?!" gli urla contro Derek. 

Stiles si sente davvero mortificato e anche congelato. Fa freddissimo e quella roba che ha addosso si sta praticamente ghiacciando. 

"Non l'ho fatto do proposito, stai calmo! E poi mi sono sporcato solo io, non farne una tragedia. Se ti servono i soldi per prendertene un altro, te li do io!" urla a sua volta, passandosi una mano sul volto bagnato e, istintivamente, si lecca le dita. Buono quel gin lemon. 

"Cosa stai facendo?!" 

Stiles guarda Derek, il dito ancora tra le labbra e ricambia con uno sguardo furbo. Succhia un po', poi lo lascia andare con uno schiocco, leccandosi le labbra. Derek non dice nulla, ma passa un polpastrello sul collo bagnato di Stiles, poi avvicina il dito alle sue labbra. Stiles le dischiude, succhiando piano, chiudendo anche gli occhi. La palle di Derek è calda, lui muove anche un po' il dito, giocando con la sua lingua. Quando lo sfila, Stiles lo guarda, ancora con lo stesso sorriso. 

"Tu vai a prendere un altro di questi gin lemon, io ti aspetto in auto." 

Derek si avvicina, leccandogli la guancia e parlandogli nell'orecchio. 

"E se andassimo da me, lo preparassi io il gin e tu lo assaggiassi direttamente dal mio cazzo?" 



"Ti dispiace se mi addormento qui?" chiede Stiles, biascicando a causa del sonno, del post orgasmo e anche dell'alcol che ha accuratamente leccato dalla pelle di Derek, prima di essere sbattuto come solo dio sa cosa. 

Derek, al suo fianco, afferra il piumone e copre entrambi. 

"Basta che non russi o parli e devi stare fermo. O ti lancio dal letto." 

Stiles fa un verso affermativo, poi chiude gli occhi e crolla. 



Quando si sveglia, il sole è molto alto nel cielo, dev'essere ora di pranzo. Apre a fatica gli occhi, la testa che pulsa e fissa il soffitto per un po'. 

E' successo di nuovo, per la terza volta è finito a letto con Derek. E per la terza volta la dinamica è sempre la stessa: si vedono, litigano e finiscono a letto. Uno schema. Sì, nient'altro che uno schema. 

Si alza, sentendo un leggero dolore in basso, si infila una maglietta che trova sul letto che non crede sia sua per quanto è grande e, scalzo, va in cucina. 

Derek è lì, già vestito, con una tazza di caffè davanti. 

"Ehi" dice, attirando la sua attenzione. 

"Buongiorno, Stiles." 

Sembra particolarmente docile quella mattina. 

"Io...ieri non ho avvisato Scott e nemmeno papà" dice, per rompere il silenzio, più che altro. 

"L'ho avvisato io, gli ho detto che ti sentivi poco bene a causa della confusione e che ti ho portato qui. Ha avvisato lui tuo padre. Ricordavo quanto ti facesse male da piccolo stare in mezzo a troppa gente." 

Stiles non sa cosa rispondere. Derek ricordava davvero della sua paura? Stenta a crederci. 

"Oh, beh, grazie, allora."

"Ti offrirei un caffè, ma non ce l'ho decaffeinato e non ho altro." 

Derek ricorda anche che non può bere caffè? Assurdo. 

"Tranquillo, grazie lo stesso. Tanto devo...io devo andare, sì. Papà mi starà comunque aspettando e" dice, afferrando il cappotto, "e poi devo fare una doccia." 

Derek annuisce, riprendendo la sua tazza fumante. 

Dopo essersi rivestito, Stiles torna in cucina, Derek è ancora lì. 

"Allora ci vediamo e...buon anno, Derek." 

"Buon Anno anche a te, Stiles." 



Stiles, quando torna a casa, si sente ancora più strano della settimana precedente. Solo che poi arriva Scott con Isaac e smette di pensarci. 

La scuola gli assorbe ogni energia nei mesi successivi e Stiles si ritrova a piangere di gioia quando, il tre marzo del duemilaventuno, gli arrivano due risposte dai due college in cui più desidera studiare. Ed entrambi l'hanno accettato con borsa di studio totale, che copre ogni spesa. Impiega almeno tre settimane per decidere, per parlarne con lo sceriffo, per valutare tutti i pro e i contro, ma alla fine la scelta è una e, in fondo, è sempre stata una. New York. 

Il giorno del diploma c'è un sole stupendo, fa caldissimo, ma è comunque tutto perfetto. Stiles balla con i suoi amici alla festa di non sa nemmeno chi, si diverte, sale su un tavolo mentre canta al karaoke e solo quando ormai sono le due del mattino, si ritrova seduto su un divano con Scott, la testa sulla sua spalla. 

"Scottino, stai vibrando. Chi è a quest'ora?" 

Scott prende il cellulare dalla tasca. 

"Uh, è Derek, per il fuso orario, sai. Mi sta videochiamando! Dai, rispondiamo!" 

Stiles sente una strana stretta allo stomaco mentre attendono che la faccia di Derek appaia sullo schermo e, quando succede, qualcosa...esplode. 

Stiles lo vede sorridere lì, bellissimo, con gli occhi un po' stanchi, ma meraviglioso. 

"Derek!" esclama Scott. 

"Congratulazioni, finalmente diplomato. Sei stato bravissimo." 

Stiles vorrebbe piangere. Dere è davvero così dolce con Scott? Perché non l'ha mai notato? E ha sempre avuto quella perfetta barba? 

"Sì!" urla Scott. "E guarda chi c'è qui con me!" aggiunge e stiles non fa nemmeno in tempo a mettersi diritto che Scott gli punta il telefono in faccia. Derek sembra essere un po' stupito. 

"Ah, il ragazzino che ti porti sempre dietro" dice, ma sembra divertito più che antipatico. 

"Sono troppo stanco per ribattere, Hale, ma nella mia testa ti sto insultando" risponde, assonnato. 

"Congratulazioni anche a te, Stiles. O ti hanno bocciato?" 

Stiles si limita a fargli una smorfia, ma Scott risponde. 

"Ha preso il massimo dei voti e andrà anche in uno dei migliori college del paese! Indovina quale!" 

Stiles vorrebbe tappargli la bocca con un calzino sporco, a volte. 

"Mmmh" finge di pensarci Derek. "Vuol dire che dovrò fare attenzione quando cammino per strada, potrebbe cadermi addosso." 

Scott ride, ma Stiles non riesce a rispondere. Realizzare che sarà nella stessa città di Derek gli ha fatto venire una piacevolissima stretta allo stomaco. Piacevole ma inspiegabile. Si alza, deve prendere un respiro. 

"Vado in bagno" dice, lasciando Scott lì al telefono. 

I preparativi per il college sono così frenetici, che Stiles nemmeno si rende conto che l'estate è finita e che ha appena messo piede a New York. Ha deciso di andarci da solo fin dal primo giorno, perché vuole essere coraggioso e perché quella esperienza è tutta sua. Ha studiato sodo, ha perso notti intere sui libri ed ora è lì, nella città dei suoi sogni, a studiare per diventare criminologo. 

Dopo aver preso la valigia, va verso lo stazionamento dei bus, cercando il numero giusto, ma un leggero Psss attira la sua attenzione e, quando si gira, vorrebbe ridere e piangere allo stesso momento. 

Derek è lì, sta reggendo un cartello, come quelli dei tassisti che aspettano all'aeroporto, solo che sopra non c'è scritto il suo cognome, ma una frase. 

Non ci volevo venire, mi hanno costretto. 

La risata vince sulle lacrime, e Stiles è quasi piegato in due quando si avvicina all'altro che ha un'espressione imbronciata. 

"Dovresti sentirti onorato, Hale!" dice, tra le risate. 

Derek nemmeno lo saluta, prende la sua valigia e si avvia verso l'uscita. Stiles corre per raggiungerlo, ancora sorridendo. 

"Quindi Scott ti ha costretto?" chiede, quando sono in auto. 

"E Melissa, e tuo padre. Ti credono tutti molto imbranato, pensavano non saresti nemmeno uscito dall'aeropor-" 

Stiles gli dà un leggero pugno sul braccio. 

"Non è vero! Mi vogliono solo troppo bene!" dice. "Dove stiamo andando? Posso accedere al dormitorio solo da domani mattina, ho prenotato un B&b, ti hanno dato pure l'indirizzo?" 

"L'hanno disdetto. Stai da me stasera" dice. "Se non ti dispiace" aggiunge. 

Stiles ingoia una risposta, per tirarne fuori un'altra. 

"Non c'era bisogno di disturbarti, ma non mi dispiace risparmiare." 



Derek vive in un palazzo comune, al tredicesimo piano. Un appartamento non molto grande, ma è davvero carino, del tutto diverso dal loft. 

"Questo posto è tuo?" 

"Era dei miei genitori. Ora sì, è mio." 

Stiles si morde la lingua per la domanda inopportuna, poi si guarda intorno. Ci sono tante foto di Cora, qualche piantina, e davvero un sacco di libri. La vetrata affaccia sulla strada, sui grattacieli. Stiles già ama quella città. 

"E' vicino alla Columbia?" chiede. 

"Sì, ci vado ogni mattina a piedi." 

Giusto, anche Derek studia lì. Letteratura. 

Stiles comincia a sentirsi un po' in imbarazzo. Non che il silenzio sia pesante, ma non è mai stato da solo con Derek, senza litigare, a fare quattro chiacchiere. E' una situazione del tutto sconosciuta. 

"Puoi fare una doccia, metterti comodo, fai come fossi a casa tua." 

Stiles annuisce, avvicinandosi alla valigia e tirandone fuori una tuta. Anche Derek non sembra totalmente a suo agio. Sembra quasi impacciato, mentre gli indica il bagno e gli dà asciugamani puliti. 

Stiles si rilassa sotto la doccia, mettendoci un po' di tempo e, quando esce, il profumo che sente gli fa brontolare lo stomaco. 

"Tu sai cucinare?" chiede a Derek che sta mettendo dei piatti a tavola. Sembra pollo. 

"dovrò pur vivere in qualche modo. Dai, mangia, non è avvelenato." 

Quando finiscono di mangiare e Stiles aiuta Derek a mettere tutto in lavastoviglie, il sonno sembra impossessarsi di lui, senza dargli scampo e comincia a sbadigliare. 

"Puoi dormire nel mio letto, io sto sul divano" gli dice Derek. 

"Oh, no! Già è gentile da parte tua ospitarmi! Dormo io sul divano, davvero."

Derek lo spinge verso la camera da letto. 

"No, Scott mi ucciderebbe. Dormi lì" dice indicando il letto e spostandosi per uscire dalla stanza, ma Stiles istintivamente gli afferra un polso. 

"Dormi con me. Cioè, non è nemmeno la prima volta e poi il letto è pure grande, mi faccio piccolo piccolo, non mi muovo, ma non dormire sul divano, è così di design che sembra scomodissimo!" 

Derek alza gli occhi al cielo. 

"Va bene, ma se russi o se-"

"O se parlo, mi lanci via, sì, lo so!" lo prende in giro Stiles. 

Si mettono a letto poco dopo, le luci spente e solo un lampione che illumina flebile la stanza. Stiles si sente agitato, molto agitato, anche se cerca di stare immobile. C'è Derek al suo fianco, lì, nel letto. Lo stesso Derek con cui ha fatto del meraviglioso sesso tre volte e che si è reso conto che... beh, Derek gli piace. Gli piace davvero tanto. 

Sì, litigano, sì, è odioso a volte, ma è tanto altro. Derek è gentile, è dolce, tiene tantissimo alla sua famiglia. Derek è premuroso ed è una persona buona a cui sono successe cose cattive. 

Stiles prende un respiro un po' più profondo, cercando di regolarizzare i battiti accelerati del cuore, ma proprio non ci riesce. Sente le lenzuola muoversi, Derek dev'essersi girato sul fianco. Gira solo un po' la testa, per sbirciare, ma viene colto in fallo. Derek è voltato verso di lui e lo sta palesemente guardando. Stiles, guidato solo dall'istinto, si volta, mettendosi a sua volta sul fianco, uno di fronte all'altro. 

Si guardano per un po', poi Derek allunga un braccio, avovlgendo il fianco di Stiles e tirandoselo contro. 

Si guardano un attimo negli occhi e avvicinarsi è così naturale che Stiles si sente spaventato. Un bacio totalmente diverso dai precedenti. Non c'è foga, non c'è la frenesia di chi sente di non avere tempo, di chi asseconda solo gli istinti. Questo è il bacio di chi si scopre, di chi esplora l'altro e se stesso. Un bacio lento, calmo, ma che ha la stessa passione. 

Derek, senza interrompere il bacio, fa stendere Stiles sulla schiena, sovrastandolo. Stiles apre istintivamente le gambe, accogliendolo e stringendolo, sentendo finalmente quel corpo contro il suo. Le mani accarezzano, saggiano la pelle dell'altro, si infilano sotto i vestiti, sfilandoli, mettendosi pelle contro pelle. Per tutto il tempo, per i pochi attimi in cui il bacio è stato interrotto, non hanno mai smesso di guardarsi negli occhi. 

Stiles si sente andare a fuoco, mentre Derek lo prepara con cura, con attenzione, con una delicatezza che ha sempre avuto, ma che questa volta è diversa. O almeno lo sembra. 

Entra in Stiles mentre ha le labbra contro la sua fronte, in un bacio delicato. Per la prima volta, lo fanno guardandosi negli occhi, baciandosi, accarezzandosi. Stiles geme e Derek fa lo stesso, uno ansima tra le labbra dell'altro, fino a quando raggiungono l'orgasmo, quasi senza sentirlo arrivare. Una forte esplosione di piacere che, a differenza delle altre volte, li tiene ancora uniti, abbracciati. A Stiles piace maledettamente avere il peso di Derek addosso. 

Solo che Derek si sposta, esce da lui e si alza, dirigendosi in bagno. E Stiles non si è mai sentito così triste. 

Uno è un incidente. 

Due può essere una coincidenza. 

Tre, forse, è uno schema. 

Ma quattro? Quella quarta volta cos'è? 

Stiles riesce a pensare solo che sia stato un fottuto casino, perché Derek gli piace da morire. 

Si mette a sedere, cercando i suoi vestiti tra le lenzuola, con sguardo basso. Nemmeno si accorge di Derek al suo fianco, un asciugamano tra le mani. 

"Ero andato a prendere questo per aiutarti a ripulirti" dice, ancora nudo. "Cosa fai?" chiede, indicando i vestiti che Stiles regge tra le mani, poi lo guarda negli occhi. 

"Stiles, cosa succede?" chiede ancora, prendendogli il viso tra le mani. 

"Oh, niente, tranquillo. Solo che, beh, io non dormo molto, sai? Magari posso andare a fare una passeggiata!"

Derek inarca un sopracciglio. 

"A mezzanotte passata, a New York, il tuo primo giorno qui." 

"Non si può? Qualcuno lo vieta?" chiede, cercando di infilarsi la maglia che Derek pero gli prende dalle mani. 

"Te lo vieto io, perché preferirei che tu fossi qui, nel mio letto, calmo e tranquillo." 

Stiles sorride isterico. 

"Io sono calmissimo!" 

"Non sembra, sai? E mi piacerebbe sapere anche il perché." 

Stiles si siede sul letto, la testa bassa. Derek gli si inginocchia davanti, prendendogli il mento. 

"Stiles, guardami, per piacere." 

Stiles obbedisce. 

"Mi piaci" dice, semplice, conciso e diritto al punto. "Non sono venuto a letto con te per gioco, nessuna delle tre volte precedenti e soprattutto non stasera, okay? Sei irritante, parli un sacco e litighiamo da oltre dieci anni, ma mi piaci. Molto, aggiungerei." 

Stiles lo guarda con la bocca aperta. 

"Ti piaccio? NEl senso sentimentale e romantico della frase?" 

Derek sorride alzando gli occhi al cielo. 

"Sì, nel senso sentimentale e romantico della frase, ragazzino. Ti facevo intelligente, sai?" 

Stiles lo spinge, rischiando di farlo cadere sul pavimento. 

"Scemo! Volevo solo esserne certo perché...ecco, vedi... anche tu mi piaci. Un sacco." 





Natale 2021 

"Eccoli!" 

Melissa entra in salone, seguita da Stiles e Derek ricoperti di neve e mano nella mano. Sono atterrati da pochissimo, giusto in tempo per il cenone. 

Stiles subito abbraccia Scott, non lo vede da quando è partito per il college, ma si sentono praticamente ogni minuto. 

"So che te l'ho già detto, ma ora che vi vedo sono ancora più felice per voi!" 

Stiles abbraccia suo fratello e, oltre la sua spalla, ricambia con un sorriso l'occhiolino che Derek, il suo fidanzato, gli ha appena fatto. 







La parola era "DESIGN".  

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