#101

Stiles è informato, molto ben informato sull'ambiente. Conosce le pratiche, i ruoli, il gergo...tutto. Solo che sa tutto in teoria. Non ha mai avuto il coraggio, e forse anche l'occasione, di mettere in pratica le sue conoscenze e... fantasie. 

Quindi è con un po' di ansia e alte aspettative che sta mettendo piede in quel locale. L'ha studiato per mesi: recensioni, persone che vi entravano, i titolari, le politiche di privacy, ciò che è possibile e non è possibile fare. Tutto, davvero tutto. 

Dà i soldi dell'ingresso all'omone alla porta e si trova davanti una tenda rossa, da spostare per entrare. Prende un grosso respiro e lo fa. 

L'ambiente è proprio come l'ha più volte visto in foto. Luce molto soffusa, musica non assordante, divanetti, bar, camerieri che gironzolano per i tavoli e zero caos. Sa di essere fermo al centro della stanza, ma ha bisogno di osservare bene ciò che lo circonda. Non c'è tanta gente, o almeno non quanta se ne aspettasse. La maggior parte è seduta ai tavoli, dei drink davanti e sembrano tutti rilassati e tranquilli. Altri sono sui divani, più...rilassati, in atteggiamenti poco fraintendibili. Stiles si sentiva già eccitato prima di entrare: per l'esperienza, per la novità, per la tipologia di locale. 

Sa di essere sempre stato parte di quel mondo, anche se non ha mai avuto esperienze. Ha avuto dei partner, certo ma mai con nessuno ha avuto il coraggio di esprimere totalmente ciò che avrebbe desiderato fare ed essere. Mai con nessuno di loro ha espresso il suo desiderio di avvicinarsi praticamente al mondo BDSM e di essere un sub. 

Per questo è lì. Ha letto che è lì che si incontrano i sub e i dom e chi di loro è in cerca di un partner, anche occasionale. Vuole conoscere, vuole conoscere i propri limiti e magari superarli insieme a qualcuno che possa anche insegnargli qualcosa. 

Continua a guardarsi intorno, fino a quando quacuno non gli urta una spalla. Una ragazza bionda, abbracciata ad un ragazzo largo due metri, subito gli sorride. 

"Scusa, tesoro, ero distratta. Sei nuovo?" 

Stiles si limita ad annuire. 

"Uh, che tenero" risponde lei. "Allora, ascoltami bene: non avvicinarti a quella zona, non credo faccia per te e non chiedere spiegazioni" dice, indicando un angolo più buio alla loro destra. "Laggiù, invece" dice, indicando dei divanetti bianchi" di solito si riuniscono tutti coloro che sono qui per due chiacchiere in amicizia, solo per una serata tra amici in un posto in cui nessuno viene giudicato."

Stiles si appunta mentalmente di andare lì, magari. 

"Al bar c'è Danny, ti offrirà qualcosa se ci vai, dato che sei nuovo. Non prendere mai la vodka, deve smaltire una cassa di un prodotto orribile e ne ha ancora trenta bottiglie."

Stiles sorride, contagiato dalla ragazza, poi volta lo sguardo e vede il fondo della sala, dietro la pista da ballo. E spalanca gli occhi. 

"Cucciolo, capisco il tuo voler andare lì, ma è praticamente impossibile avvicinarglisi. E' lui che sceglie."

Erica parla, ma Stiles continua a guardare in quel punto, sentendo i jeans già stringere sul davanti. In una zona in penombra c'è una specie di trono, alto e oro. su di esso, seduto in maniera svogliata, con una gamba sul bracciolo, c'è l'uomo più bello e sexy che Stiles abbia mai visto. 

Capelli e barba neri e folti, occhi che sembrano chiari. Addosso ha una giacca di pelle, sbottonata su un'altrettanto sbottonata camicia bianca, che si apre su un petto muscoloso e ricoperto di riccioli neri. Camicia infilata svogliatamente in un elegante pantalone nero. 

Stiles, istintivamente, si bagna le labbra con la lingua. 

"Chi è?" chiede, come fosse in trans. 

"Non dice mai a nessuno il suo nome, quindi non posso dirtelo io. E, anche se ti avvicinassi, non ti farebbero passare" dice, indicando due ragazzi poco più avanti del trono. 

Trono ai cui piedi, Stiles lo vede solo ora, c'è un ragazzo inginocchiato. Lo sconosciuto seduto, nemmeno lo guarda, gli tiene solo una mano sulla testa. 

"Io passerò" dice risoluto ad Erica, avviandosi verso le due guardie, senza nemmeno aspettare risposta. Sente solo distrattamente lei dire "Oh, gli piacerà?". 

Stiles cammina risoluto, forse urtando anche qualche cameriere, fino ai due energumeni che, appena notato il suo passo spedito, gli si parano davanti. 

"Dove pensi di andare?" chiede uno dei due. 

"Da lui" indica Stiles col mento. 

"Non mi pare tu sia stato invitato" si intromette l'altro, minaccioso. 

"Lui non è in un privè o in un'area off limits. Se ne sta seduto in un locale e io voglio camminare da quelle parti!" 

I due fanno un passo avanti, come a volerlo sovrastare e spingerlo via, ma si bloccano quand qualcuno chiede "Cosa succede qui?" 

Stiles freme solo al suono di quella voce così autoritaria. i due si girano, permettendo a Stiles di vedere l'uomo che è alle loro spalle. Fiero, alto, imponente, anche se meno muscoloso e alto di quei tizi. 

"Questo tizio deve ancora imparare come si sta al mondo" risponde quello a destra. Stiles vede l'uomo muovere le labbra, ma non sente nulla. 

"Ragazzino!" tuona l'uomo bellissimo e Stiles alza gli occhi nei suoi (sono di un verde indescrivibile, per la cronaca), poi non riesce a sostenere il suo sguardo e abbassa impercettibilmente gli occhi e il capo. 

"Mh?" chiede solo, poi riesce a guardarlo di nuovo negli occhi. 

L'uomo fa solo un cenno col capo ai due scimmioni, che subito si allontanano. 

"Ti va di aspettare un secondo qui? Mh?" dice, con tono suadente. Stiles, mentre rischia di svenire, riesce solo ad annuire. 

L'uomo fa un occhiolino, per poi allontanarsi e tornare al suo trono, ai piedi del quale c'è ancora il ragazzo di poco prima, inginocchiato. Stiles lo vede abbassarsi, accarezzargli una guancia mentre parla. Il ragazzo gli sorrise, strofina la sua guancia contro quella dell'uomo, poi si alza e se ne va. Sembra così contento, pensa Stiles. 

L'uomo, però, non torna da Stiles, ma si siede di nuovo. Gambe divaricate, gomiti appoggiati sulle cosce e mento tra le mani. Stiles è ancora una volta incantato da quella visione. 

"Ora puoi venire" dice l'uomo, appoggiandosi allo schienale, le braccia sui braccioli del trono. Stiles cammina piano, fermandosi quando gli è giusto di fronte, le mani nelle tasche, cercando di non sudare. 

L'uomo allunga una mano, prendendo il polso di Stiles, che sfila la mano dalla tasca e si lascia tirare giusto un po'. 

"Mettiti qui. Va bene per te? Le gambe qui..."

Stiles capisce che gli sta chiedendo di metterglisi a cavalcioni. Sa che è qualcosa di molto semplice, ma è iltono, le parole, il modo di fare che gli stanno dando fuoco alle membra. 

"io..." balbetta. 

"Tu non vuoi? Puoi dirlo, come ben saprai." 

Stiles arrossisce di botto. Sì, lo sa, ma sempre in teoria. Mai nessuno lo ha trattato da sub, mai con nessuno gli è stato chiesto di fare cose...

"Come ti chiami?" chiede l'uomo, il tono diverso. 

Stiles si sente triste. Ora lo crederà un incapace. 

"Stiles" risponde mogio. 

"Stiles, alza lo sguardo, mh?" 

Stiles obbedisce. 

"Stiles, tu hai mai fatto una scena? Sei mai stato in un locale come questo? Sei mai stato il sub di un dom?" 

Stiles vorrebbe sparire, ma il suo polso  è ancora stretto dalla forte mano. 

"No, no e no" risponde, con tono ancora più triste. 

"Stiles, tu sei qui perché vuoi?" 

Non ha bisogno di pensare. 

"Sì" e lo guarda. 

"Vuoi stare qui con me?" 

Ancora un sì. 

"Posso prendermi cura di te?" 

Ancora. 

"Vuoi stare a cavalcioni sulle mie gambe, mentre ti coccolo e, magari, poi ti bacio?" 

Stiles non risponde, ma guarda ancora quei limpidi occhi verdi, poi agisce. 

Alza una gamba, poi l'altra, mettendole ai lati delle cosce dello sconosciuto, fino a sedersi sulle sue gambe. Se ne sta troppo rigido, ma non sa cosa fare, come mettersi. 

E' lui a mettergli le mani sulla schiena, accarezzandolo piano, fino alla nuca, e a spongerlo in avanti, contro il proprio petto. Stiles per un attimo pensa di sentirsi in imbarazzo, ma, in realtà...non è così. Si sente al sicuro, protetto e al caldo, Osa, appoggiando il viso nell'incavo del collo dell'altro. 

"Profumi di buono" dice, di istinto e sente l'altro sbuffare un sorriso. 

L'uomo gli prende poi il mento tra le dita e gli sfiora la punta del naso con la sua. 

"Tu, invece, sei molto, molto carino, Stiles."

Stiles arrossisce, lo sa, ma rimane lì, tra quelle braccia che riprendono ad accarezzarlo, quasi si assopisce, fino a quando le mani si spostano sul suo sedere, leggere. 

Geme, lo sa, ed è anche imbarazzante, perciò si agita. 

"Shhh, shhh, stai tranquillo. Mi piace, se ti piace."

Stiles geme anche al suono della sua voce. 

"Pu-puoi toccarmi..." azzarda. 

"No" risponde l'altro e un po' si sente morire, ma lui continua. "Non qui. Con te non voglio fare nulla dove possono vederti. Devi essere solo mio. Vuoi?" 

"Dimmi prima come ti chiami." 

Sente le due mani stringere forte il suo culo, facendogli premere il bacino contro l'altro. Trattiene un urlo. 

"Non dovrei essere io quello delle domande e degli ordini?"

Stiles pensa sia arrabbiato, non sa cosa fare. Quindi azzarda ancora. 

"Vorrei tanto sapere come ti chiami. Ti prego."

L'uomo gli sorride. "Riprova, cucciolo" dice. 

Stiles quasi viene nelle mutande. 

"Puoi dirmi come ti chiami, per piacere?" 

"Troppo da scuola elementare, cucciolo. Chiedimelo per bene. Lo so che sai cosa voglio. Lo sai, vero?" e gli accarezza una guancia. 

Stiles annuisce. 

"Vorrei tanto, ma tanto sapere il nome del...mio...daddy. Ti prego." 

Stiles sta sudando, ma il sorrisino soddisfatto lo prende quasi come un premio. 

"Tuo daddy, mh?" chiede retorico. "Mi vuoi come tuo daddy?" 

Stiles ora non si fa trovare impreparato e lo guarda diritto negli occhi. 

"Solo se tu mi vuoi come tuo baby boy." 

Lui non risponde, ma si avvicina, sfiorando le labbra di Stiles con le sue. Un lieve contatto. 

"Sì, ti voglio. Andiamo via di qui." 

Stiles si alza, lasciandosi prendere per mano. Si sente ancora più piccolo di fianco a lui. Solo che poi si frena, strattonando il suo braccio. 

"Hai cambiato idea, baby boy?" chiede. Sembra anche dispiaciuto. 

"Io sono stato bravo, ma non mi hai risposto."

L'uomo sorride, poi gli bacia di nuovo le labbra. 

"Mi chiamo Derek."





Poco più in là, una coppia osserva quella strana accoppiata uscire dalla porta sul retro. 

"Da quando abbiamo aperto questo posto, Derek non ha mai fatto entrare nessuno là dentro che lo avesse richiesto e non è mai uscito di qui insieme a qualcuno. Qualcuno che non ha nemmeno sfiorato" dice la bionda. 

Il suo compagno le cinge i fianchi. "Hai ragione. Magari ci ha visto qualcosa di speciale, finalmente. Magari può andare bene."

"Lo spero" sussurra lei. "Derek se lo merita così tanto, di trovare qualcuno da amare." 









La parola era "RECENSIONI". 

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