Lei.

Per la terza volta in due giorni, Salvatore si era presentato a casa di Diego, ma Maria gli aveva di nuovo riferito che suo figlio non era in casa e che non avesse alcuna idea di dove fosse.
Diego sembrava assente la maggior parte del tempo, anche quando fisicamente non lo era. Persino lei stentava a riconoscerlo, portandola a chiedersi cosa gli fosse accaduto nei giorni in cui era stato lontano da casa.

Domandarlo a lui si era rivelato inutile, se non deleterio addirittura, perché Diego ora evitava anche di passare più tempo del necessario in casa.
Così Maria, approfittando dell'occasione che il Signore le stava concedendo, tra un'offerta e l'altra, una sigaretta e un caffè, aveva convinto Salvatore a trattenersi per qualche minuto.

«E tu che mi dici?» Maria gli sorrise e adagiò un piatto di biscotti fatti in casa sul tavolo.

«Ah – a Salvatore brillarono gli occhi – voi sapete sempre dove colpire, signora Marì», le sorrise e prese uno dei biscotti per gustarlo con soddisfazione. La indicò con il frollino nella mano e a bocca piena aggiunse: «Siete la numero uno dei biscotti!»

Maria gli sorrise grata, poi con tono dolce rispose: «E tu sei troppo buono, oltre che di parte», sorrise ancora e dopo avergli dato una pacca sulla spalla, gli versò un bicchiere di spremuta d'arancia. «Bevi anche un po' di questa, è fatta con le arance dell'albero di tua madre», annuì. «A proposito, come sta Lucia? Non la sento da un po' e l'ultima volta le arance me le ha portate tuo padre. Tutto bene?»

«Sissignora, grazie. È solo che mia zia, sua sorella, non sta tanto bene e quindi è spesso a casa sua.» Salvatore sollevò il bicchiere e gustó anche il succo: «Mmm... è squisito!» attaccò l'estremità di pollice e indice e le baciò.

«Grazie. Comunque salutala da parte mia, quando torni a casa.»

«State servita.*»

Maria indicò il piatto per invogliarlo a prendere un altro biscotto, ma Salvatore declinó con gentilezza mostrandole poi la sigaretta. «Certo, anche tu con questo brutto vizio.»

Salvatore fece spallucce e l'accese. «Pensate che Diego tornerà a momenti?»

La donna divenne più seria e accennò un sì col capo. Esitò per qualche istante poi gli chiese: «Salvatò, dimmi la verità, Diego si è messo in qualche guaio grosso?»

Salvatore tossì fuori il fumo, preso alla sprovvista da una domanda tanto diretta. Maria lo aveva sempre trattato al pari di un nipote, ma mai aveva fatto domande specifiche sulla vita di suo figlio lontano dai suoi occhi, né tantomeno aveva mai cercato di carpire informazioni dai suoi amici più stretti. Lei era sempre stata molto gentile, ma in quel momento, guardandosi intorno, Salvatore si sentì come caduto in una trappola. «Ma che dicite¹, signora Marì? 'O sapite² che Diego non vi farebbe mai una cosa del genere.» Sarracì, ma addo' staje?³

«E allora che tiene? È da quando è tornato che a stento mangia. E tu lo sai che non si fa mai pregare quando si tratta di mangiare.»

«È solo che ha avuto delle incomprensioni con Arturo. Verite che mo' gli passa⁴» le sorrise.

Maria si mise in piedi e sparecchió. «Arturo, Arturo e ancora Arturo! Voi vi fate troppo trasportare da quello là. Se Diego non lo avesse mai conosciuto...» lasciò la frase a metà e sbattè la spugnetta per i piatti nel lavello. Con fare minaccioso e le mani grondanti di acqua e sapone per i piatti, si avvicinò a Salvatore e gli puntò il dito dritto in faccia: «Dovreste lasciarlo perdere! Arturo non è un buon amico e voi non siete capaci di capirlo.»

Salvatore aveva tirato indietro la testa e guardava intimorito il dito di Maria. Poi si schiarì la voce e con un accenno di sorriso cercò di sdrammatizzare. «Siamo amici di Arturo, sì, ma non ci facciamo certo trasportare nelle cose discutibili che fa.»

«Ah, no?» Maria si asciugò le mani e trascinò una sedia per sedersi proprio di fronte a lui. «E perché Diego va in giro a recuperare soldi per lui?»

Salvatore mandò giù il groviglio di parole e respiri che gli aveva ingorgato la gola e, mentre si chiedeva come facesse la donna a essere a conoscenza di certe informazioni, la porta di casa si aprì. Il suo sguardo sollevato incrociò quello di Diego e finalmente riuscì a riprendere fiato.

«Che succede qua?» chiese a entrambi, ma fu sua madre a rispondere per prima: «Niente di ché. Salvatore ha appena detto che i biscotti dell'altra volta erano più buoni. Lo sai quanto ci tengo a queste cose!»

«Già – Salvatore sorrise e si ricompose – la signora Maria è sempre molto permalosa quando si tratta della sua cucina.»

La donna prese la borsa dall'appendiabiti e aggiunse: «Ti sei salvato solo perché sto facendo tardi e devo ancora andare al mercato», gli lanciò un'occhiataccia e dopo aver dato un bacio a suo figlio, uscì.

Diego, stanco, si lasciò cadere sul divano e si portò una sigaretta tra le labbra. «Sei andato subito a spifferare tutto ad Annamaria? Ma to' saje tene' nu cicero 'mmocca?⁵»

Salvatore si avvicinò con passo nervoso: «E tu ti rendi conto del guaio in cui ti stavi cacciando? Ho pensato che lei era l'unica che ti poteva far ragionare, ma nun sapevo ca era già troppo tardi!⁶»

Diego annuì stizzito: «Ma 'o vuò capì⁷ che ogni volta rinnovi la sua speranza di stare con me?»

«E pure se fosse? Sarebbe così male stare con lei? Essa te vo' veramente bbene, Diè.⁸»

Diego partì con la mano aperta, pronto ad afferrarlo per la giacca, ma quando fu a un passo dal farlo, chiuse il pugno e se lo portò alla bocca. Spense la sigaretta nel posacenere e trascinò una sedia davanti a sé. «Assiettete!⁹»
Salvatore fece come gli aveva detto e incrociò le braccia, in attesa.
Diego prese posto sul divano e posò gli avambracci sulle ginocchia, tenendo lo sguardo fisso in quello del suo amico. Prese un grosso respiro. «Tu lo sai, io amo le donne e ne ho frequentate un po'. Sono onesto, sincero e qualunque tipo di rapporto instauri con loro, le metto sempre al corrente di tutto.»

Salvatore ruotó appena la testa e sbottò: «Ma questo che centra mo'?¹⁰»

«Se mi ascolti, lo capisci.» Attese il suo consenso per proseguire e, appena arrivò, continuò: «Annamaria è stata la mia prima storia seria, anche la mia prima volta. L'ho sempre rispettata e mi sono tenuto lontano da ogni tentazione per lei, perché ci tenevo, ci tengo, e non ho mai voluto farla soffrire.» Prese il pacchetto di sigarette e gliene offrì una che lui accettò, e insieme se le accesero. «Ma nonostante le volessi bene e mi tenessi lontano dalle donne, dovevo sforzarmi per farlo. Solo ed esclusivamente per non farla soffrire. È per questo che alla fine l'ho lasciata.»

Salvatore accennò un sorriso beffardo. «Ho capito, l'hai lasciata per farti tutte le ragazze che vuoi, senza dar conto a nessuno.»

Diego scosse il capo e sbuffò il fumo da un lato. «E non hai capito niente, invece.» Fece un altro tiro e aggiunse: «Che amore è, se ti devi sforzare per non tradire una persona?»

Salvatore divenne serio e ripeté le ultime parole del suo amico nella propria mente. Ripensò a Checca e alle continue montagne russe tra loro. Gli aveva detto una cosa simile anche lei, con la differenza che non si riferiva a se stessa, ma proprio a lui. Lo aveva accusato di sforzarsi di essere un bravo fidanzato, quando invece avrebbe solo voluto essere libero. Forse era vero, oppure no, ma quelle parole lo avevano torturato per giorni. E ora Diego parlava la stessa lingua di Checca e lo riportava indietro dal dimenticatoio in cui si era costretto a chiudere quella verità che per troppo tempo lo aveva fatto stare male.

Diego finì la sua sigaretta e tirò fuori il cellulare dalla tasca. Arturo stava chiamando ed era sicuro che non fosse una buona cosa. Aveva una terribile ansia di rivedere Valentina, e di farlo proprio mentre era con lui. La sua pazienza di sicuro non avrebbe resistito a lungo.

«Risponderai?»

«Devo, ma non ora. Se richiama, magari.» Si passò le mani tra i capelli e fece un grosso respiro. «Lei è diversa» confessò, preso da un momento di sincerità. «Ho passato due giorni tra la gente, ho provato a richiamare Paola... Niente, Salvatò. Voglio sulo 'a essa, penzo sulo 'a essa.¹¹»

«E allora sei proprio nei guai» lo licenziò.

Diego si sdraiò sul divano e si portò di nuovo le mani sul capo. Ancora un giorno con la testa che gli sembrava voler scoppiare da un momento all'altro.
Era a corto di idee e senza alcuna strategia. Come avrebbe fatto a tirarsi fuori da quel guaio?

Gli pareva di avere il viso di Valentina stampato negli occhi, perché anche quando non pensava a lei, quell'immagine di perfezione pura gli appariva senza preavviso e il suo cuore cominciava a tamburellare impazzito.

◇◇◇◇◇◇◇◇◇◇◇◇◇◇◇◇◇◇◇◇◇◇◇

NOTE:

*è un modo di rispondere che sta per: "Sarà fatto"
¹Ma che dite
²Lo sapete
³Sarracino, ma dove sei?
⁴Vedete che ora gli passa
⁵Ma te lo sai tenere un cece in bocca? / O per meglio dire: "Ma lo sai tenere un segreto?"
⁶ma non sapevo che fosse già troppo tardi!
⁷Ma lo vuoi capire
⁸Lei ti vuole veramente bene, Diego
⁹Siediti!
¹⁰Ma questo che centra, ora?
¹¹Voglio solo lei, penso solo a lei

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