Bisogni e necessità
Diego, sollevata Valentina tra le braccia, l'aveva adagiata sul lettino per i massaggi. Il suo corpo sinuoso e nudo riempì i suoi occhi neri e lo investì di una nuova ondata di passione.
Salì anch'egli sul lettino; occhi negli occhi, senza emettere un suono. Separò le labbra e le umettò appena, immaginando cento modi diversi con i quali avrebbe potuto e saputo farle perdere il controllo, ancora presente in qualche modo. Accennò un sorriso quando notò l'attesa impaziente nello sguardo di lei, che se ne stava sollevata sui gomiti e lo guardava.
Diego, lentamente, appoggiò le labbra sulla sua pancia dai tratti morbidi e le lasciò un leggero bacio, prima di posarvi la punta della lingua e farla scorrere piano lungo il suo addome, su fino a raggiungere l'altezza dei seni. Una mano ne afferrò uno da sotto e la bocca si chiuse attorno al capezzolo, lasciando che la lingua lo stuzzicasse.
A Valentina venne naturale far scivolare le dita tra i suoi capelli e accompagnarlo ancora una volta nei movimenti, lenti e intensi allo stesso tempo. Pensò che avrebbe voluto sentire quel piacere per sempre, se avesse potuto scegliere. Spesso si era ritrovata a fantasticare su di loro, spinta dai modi di lui e dal suo fascino carnale.
C'era stato un tempo in cui il solo pensiero di un uomo del genere l'avrebbe infastidita, mentre ora iniziava a chiedersi come avesse fatto a vivere venticinque anni senza mai conoscere un desiderio così passionale, diretto.
Diego si dedicò anche all'altro seno e nel frattempo si posizionò tra le sue gambe, ma Valentina gli sollevò la testa per guardarlo negli occhi. Con un cenno del capo gli fece segno di accomodarsi al suo posto, sotto lo sguardo sorpreso di lui, che senza farselo ripetere fece come voleva, ma non prima di aver sollevato di poco lo schienale del lettino. Qualunque cosa avesse intenzione di fare, voleva guardarla per bene e imprimere nella sua mente l'immagine di lei tutta nuda e lì solo per lui.
Valentina capì le sue intenzioni e ne fu sorprendentemente eccitata. Si avvicinò in modo sensuale e lo sfiorò col proprio corpo. In quel momento lui era sdraiato, mentre lei in piedi che gli carezzava le spalle e il petto.
Un braccio di Diego penzolava di lato e quando Valentina lo baciò, la sua mano le afferrò il sedere e lo massaggiò fino ad arrivare nella parte interna delle cosce, solo per scoprire quanto fosse di nuovo bagnata.
«Sei molto meglio di come ti avevo immaginata» le sussurrò sensuale all'orecchio.
Valentina lo guardò negli occhi e chiese: «Mi hai immaginata?»
«Ti ho desiderata, sognata, ho fantasticato su di te, e il risultato era sempre lo stesso», continuò tutto d'un fiato, facendole venire i brividi addosso.
«Quale?» masticó le parole, immaginando già di cosa stesse parlando; ma quando i loro occhi tornarono a incrociarsi, lui fece guizzare lo sguardo verso il basso e lei fece lo stesso. Non fu sorpresa, ma sentì un brivido di eccitazione correrle lungo la schiena.
In qualunque altra situazione, quei modi tanto diretti le avrebbero fatto venire la nausea. Lei che era sempre stata così perfettina e attenta alle buone maniere, anche nei rapporti intimi, per la prima volta faceva i conti con un suo lato nascosto, che solo lui era riuscito a tirarle fuori. Diego la faceva sentire desiderata, forte, in pieno controllo di se stessa, anche dandole un sentore di perdita di quest'ultimo, e questo la stava facendo impazzire. Chi l'avrebbe mai detto che una cosa simile potesse farla eccitare ancora di più, invece che farla incazzare?
Lo accarezzò, mentre lui divorava le sue labbra in un altro bacio passionale, ma non si limitò a questo. Valentina salì a cavalcioni su di lui e lo domó con un'esperienza tale che sorprese anche se stessa. Sentiva le mani di lui sul proprio sedere, davvero; non un tocco, una lieve pressione. Le sentiva, calde e salde, tenerla con fermezza legata a sé, sentiva anche la più piccola porzione di pelle toccarle il corpo. Quel moro dal sangue bollente e il corpo definito e pieno di tatuaggi, la stava portando di nuovo al culmine, con esperienza e dedizione.
Ma Valentina non era da meno, si muoveva sinuosa e instancabile, con i capelli che ricadevano sulla schiena ad ogni spinta. I suoi seni voluttuosi richiedevano attenzioni e Diego non si fece attendere. Si posizionò seduto, con le gambe di Valentina che gli circondavano la vita, e tuffò il viso in cerca di quei piccoli bottoncini rosa e duri, che quando stuzzicati diventavano di un colore più acceso. Lei lo abbracciò forte a sé, mentre continuava a far oscillare il bacino.
I gemiti di entambi riempirono presto tutta la stanza, che sembrava divenire sempre più calda e umida.
«Nun resisto cchiù¹.» Quando Valentina annuì, appiccicata alle sue labbra, Diego la strinse di più e con movimenti decisi si lasciò andare. La testa adagiata sul suo petto, prima stretta tra le braccia di lei, poi coccolata durante l'ultimo sforzo liberatorio. Sollevò lo sguardo per guardarla negli occhi e la baciò delicatamente.
Fu il silenzio a prevalere, perché erano gli occhi stessi a dire già tutto, senza rovinare quel momento. Dopo giorni di estenuante agonia, interrotti nelle situazioni più importanti e con un desiderio crescente, finalmente si erano concessi di palesare ciò che sentivano l'uno per l'altra. Ed era stato incredibile.
○ ● ○
Diego l'aveva accompagnata all'auto, per poi fermarsi due minuti a scambiare due chiacchiere con un uomo in completo elegante. Valentina vide i due parlare, poi l'uomo si era voltato a guardarla e con una stretta di mano aveva salutato Diego.
Avrebbero dovuto trascorrere lì anche la notte, ma un messaggio sul cellulare di lui lo aveva fatto agitare, così i loro piani erano cambiati. Ora si erano messi in auto e si dirigevano verso la villetta di Arturo.
Di nuovo il silenzio calò nell'abitacolo, ma bastò scambiarsi uno sguardo per far sì che un sorriso illuminasse il volto di entrambi, a metà tra una certa gioia e un po' d'imbarazzo.
«Non ti ho ringraziato ancora per il regalo. È stato... inaspettato.» Valentina non riusciva a smettere di sorridere, né di guardarlo.
«Inaspettato bello, o inaspettato brutto?» le sorrise anche lui.
Valentina abbassò lo sguardo e nascose la testa nelle spalle, imbarazzata. Si prese un attimo poi rispose: «È stato inaspettatamente incredibile.»
Diego si girò a guardarla con espressione seria. Valentina non riusciva a capire il perché di quel cambiamento. Era diventato tutto serio all'improvviso, ma non sembrava arrabbiato. Nel giro di un minuto si ritrovarono fermi sul ciglio della strada. «Che succede?» chiese lei preoccupata.
Diego tirò il freno a mano e la baciò senza preavviso. «Fuimmencenne².»
Valentina restò immobile. Non era trascorsa nemmeno un'ora da che avevano fatto sesso, dopo un tempo sembrato infinito in cui si erano stuzzicati a vicenda, fino a farsi venire i mal di stomaco, ma per quanto fosse stato un momento incredibile, Valentina non avrebbe mai potuto prendere sul serio quella richiesta arrivata come una doccia gelata. Davvero lui credeva che fuori da quel contesto avrebbero avuto qualche speranza insieme? Dopo che l'aveva rapita e tenuta lontana da casa per tutto quel tempo? Non sarebbe mai bastato del buon, ottimo, sesso per valutare un'opzione simile e lasciarsi tutto alle spalle per lui. Lasciare la sua famiglia, gli amici... Valentina scosse il capo al solo pensiero.
Diego annuì dispiaciuto. «Scusa, non avrei dovuto chiedertelo.» Tolse il freno a mano e inserì la prima per ripartire.
«Ci conosciamo appena. Insomma, fino a qualche giorno fa ci odiavamo. Come puoi chiedermi di scappare insieme? Poi perché mai dovrei scappare?»
Lui annuì ancora, ma con fare più nervoso. «No, ma tu hai ragione» concluse, però dopo poco aggiunse: «Sai, non sono uno che si fa illusioni, ma credevo ci fossimo conosciuti un po' più di "appena".»
Valentina fece un grosso respiro e posò la sua mano su quella che lui teneva poggiata sul cambio. «È vero. Sarebbe una bugia se ti dicessi che per me non è stato grandioso, ma la tua resta comunque una richiesta assurda, mi dispiace.»
Diego ritirò la mano e la portò sul volante. «Hai ragione.»
Valentina notò il suo cambio di espressione e sentì di voler aggiungere qualcosa, ma nel momento in cui provò a parlare, il cellulare di Diego cominciò a squillare.
«Cher'è?³» rispose. «Sto venenno⁴.» Mise giù e lasciò cadere il cellulare nello spazio tra i due sedili, accanto al pacchetto di sigarette. Si era ripromesso di non fumare davanti a lei, poiché sapeva quanto lo odiasse, ma in quel momento sentì il bisogno di dar sfogo a una necessità inappagata. Prese una sigaretta e se la portò tra le labbra; con sguardo di sfida l'accese e ne fece subito un tiro. Voleva infastidirla, far sì che si arrabbiasse, ma ciò che ottenne fu solo che lei seguisse con lo sguardo ogni suo movimento.
Quando il filtro toccò le labbra carnose di Diego, Valentina schiuse le sue e ne imitò il movimento. La sua mente l'aveva riportata subito alla spa, al momento in cui lui aveva baciato ogni centimetro della sua pelle, fino a farla sospirare e fremere tutta. Ma perché?
Diego era sorpreso e soddisfatto, ma non riuscì a sorridere come avrebbe fatto in un qualsiasi altro momento; Arturo si era liberato dei suoi impegni ed era pronto a incontrare Valentina. Ancora una volta Salvatore si era dimostrato un vero amico ad avvisarlo, ignaro della distanza che c'era fra di loro. Diego pregava solo di riuscire ad arrivare in tempo, ma non troppo in anticipo, così da non dover dare spiegazioni a quello sciroccato del suo amico.
Buttò fuori il fumo della sigaretta e diede un colpo all'acceleratore, sotto lo sguardo ancora imbambolato di Valentina. Forse era stato precipitoso a chiederle di scappare con lui, anzi, di sicuro lo era stato, ma quale altra soluzione veloce avrebbe potuto trovare? Arturo voleva lei, la donna con la quale aveva condiviso gli ultimi giorni e con la quale aveva fatto sesso giusto un'ora prima, la stessa che non gli faceva fare sonni tranquilli, né lasciava in pace i suoi pensieri. Ogni cosa di lei gli creava dipendenza e non riusciva più a immaginarsi senza averla tra i piedi.
Ma che te sta succerenno, Diè⁵? Fece un altro tiro, poi spense la sigaretta. Doveva riflettere e trovare una soluzione al più presto. Arturo non doveva guardarla, né toccarla, nemmeno pensare a lei. Valentina non era un oggetto e non era di nessun altro. Pensieri furiosi gli rivoltarono la mente e la necessità di proteggerla si faceva sempre più assillante.
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NOTE:
¹Non resisto più
²Scappiamo
³Che c'è?
⁴Sto venendo
⁵Ma cosa ti sta accadendo, Diego?
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