Day 21
Non riesco nemmeno più a reggermi in piedi. Mi sento stordita e tutta la cella inizia a girare intorno a me. È diventato insopportabile. Mi ritrovo ad avere problemi anche nel formulare frasi. Perfino nella mia testa è tutto un caos. Non riesco a concentrarmi. Ci sono milioni di immagini, ricordi, pensieri che mi frullano in mente.
"Ouch!" Urlo quando il braccialetto mi scuote di nuovo con una scossa.
Le lacrime iniziano a formarsi nei miei occhi, sta davvero diventando sempre più doloroso.
O forse è solo la mia immaginazione?
"Granger."
Mi sforzo di puntare gli occhi nella direzione del Professor Piton, ma non riesco a vederlo chiaramente.
La mia testa è così pesante, tutto ciò che voglio fare è distendermi sul materasso, ma so che che renderebbe tutto solo più difficile. Quando sto seduta è più facile. Giusto un pochino.
"C-cosa vuole?" Lo aggredisco.
So che non dovrei parlare al mio insegnante in questo modo, ma non m'importa.
A stento riesco a vederlo.
Si sta incamminando nella mia direzione, poi s'inginocchia di fronte a me. "Miss Granger, da quanto siamo qui?"
Perché me lo sta chiedendo?
Inizio a pensare.
Diciannove? No, venti. Circa venti giorni. Giusto?
Oh Dio, non riesco nemmeno a ricordare da quanto tempo siamo qui.
"Che importa?" Chiedo, sbattendo un paio di volte le palpebre.
Sospira. "D'accordo, rispondi alla mia prossima domanda."
"Quale domanda?"
"128 meno 31 fa...?"
Numeri. Grandioso.
Cosa sta cercando di fare?
128
meno
31
É facile.
Ma come cerco di arrivare alla risposta, la mia mente esplode formulando numeri a caso.
Non riesco nemmeno... a concentrarmi. Non riesco nemmeno...
"La smetta!" Alzo la voce. "La smetta di farmi queste domande stupide!"
"Granger." Dice con voce fredda. "Sto semplicemente cercando di - "
"Non m'importa cosa sta cercando di fare."
Nascondo il viso nei palmi delle mani, imponendomi di darmi una calmata.
"Granger."
Lentamente, lo guardo e poi mi paralizzo scioccata.
Non appena lo fisso, noto che il suo volto sta iniziando a cambiare.
A trasformarsi.
Sta... sorridendo?
Sembra che le sue labbra si stiano incurvando e che mi stia rivolgendo un sorrisetto.
Puro orrore inizia a crescere dentro di me.
"Stai bene?" Mi chiede, ma mi sta ancora sorridendo.
"Cosa c'è di tanto divertente?" Chiedo, incapace di distogliere lo sguardo da lui.
Mi sta spaventando.
C'è del maligno nei suoi occhi.
"Divertente?" Chiede.
Non riesco nemmeno più a parlare.
Improvvisamente il suo volto cambia di nuovo. E non è più il Professor Piton. É quella guardia. Il capo. Ed è davanti a me, fissandomi con quella sua espressione disgustosa.
Non riesco a respirare.
"Stai lontano da me!" Urlo, alzandomi e correndo verso l'altra parte della cella.
Non può succedere.
Si volta per guardarmi ed è di nuovo il Professor Piton.
Che sta succedendo?
"Cosa sta f-facendo?" Chiedo, con voce tremante.
"Non sto facendo nulla, Miss Granger." Dice lentamente, camminando verso di me.
"Stia lì!"
Si ferma.
"N-non si avvicini." Aggiungo, scivolando a terra contro il muro.
Non ne posso più.
"Credo che tu stia avendo degli attacchi di panico, ho ragione?" Chiede con calma.
Dopo un lungo istante annuisco, facendo sgorgare le lacrime.
Continua. "Allucinazioni?"
"P-probabilmente... N-non lo so."
Inizia a camminare avanti e indietro nella cella. "Due giorni senza dormire è tanto. Specialmente in queste condizioni..."
Sta ancora parlando, posso sentirlo, ma le sue parole non hanno senso. Non riesco a concentrarmi abbastanza per starlo a sentire.
É troppo.
"...irritabilità, mal di testa..."
Perché sta ancora parlando?
Mi sta seccando, la sua voce mi sta seccando! Perché non chiude il becco? Non è che parlando mi faccia del bene.
Sto tremando e mi sto contorcendo.
In realtà voglio... colpire qualcosa. O qualcuno.
"...smetterà...almeno un altro giorno o due..."
Zitto.
Zitto.
Mi ritrovo ad essere furiosa con lui.
Lui è stato colpito fino a perdere i sensi. Lui ha avuto il suo riposo.
E io?
"...non ti rendi conto che ci stiamo prendendo gioco di te..."
Cosa?
"Cosa... cos'ha appena detto?" Chiedo con occhi spalancati.
Mi guarda, confuso.
"Cos'ha appena detto?" Ripeto la domanda, con voce più alta.
"Ho detto che non ti rendi conto che possiamo prenderci gioco di loro."
No.
Scuoto il capo. "N-no, non ha detto questo."
Si avvicina a me, socchiudendo gli occhi. "E cosa ho detto esattamente?"
Resto in silenzio, fissandolo semplicemente con orrore. Potrebbe non essere stato uno sbaglio, l'ho sentito, so che l'ho sentito. Era così chiaro.
Posso ancora sentirlo nella mia testa.
'...non ti rendi conto che ci stiamo prendendo gioco di te...'
"Miss Granger?"
"La smetta di chiamarmi così!"
Rimane in silenzio.
Mi alzo lentamente. "Mi sta prendendo in giro, non è vero?"
Fa roteare gli occhi. "Ancora con questa cosa? Sta diventando seccante."
"Lei è uno di loro e lei... lei si sta prendendo gioco di me, della mia mente!"
"Stai dicendo cose senza senso. Di nuovo."
"La smetta di mentirmi!" Urlo, poi le gambe mi tradiscono, ma prima che possa urtare il pavimento in maniera dolorosa, il Professor Piton mi afferra per la vita con le sue mani.
Mi dimeno. "Mi lasci andare!"
"Siediti e chiudi il becco." Mi ordina, accompagnandomi alla sedia.
Mi siedo. "Non mi dica cosa devo fare!"
"Farò esattamente così fin quando non la smetti di comportarti come un'imbecille."
"L'ho sentita prima!"
Prende un bel respiro dal naso per calmarsi. "E cos'hai sentito esattamente?"
"L'ho sentita dire 'non ti rendi conto che ci stiamo prendendo gioco di te'. L'ho sentita."
"Perché avrei dovuto dirlo?"
"Non lo so!" Dico ringhiando, passandomi una mano tra i capelli.
Sto perdendo la testa.
"Hai bisogno di calmarti." Mi spiega.
"É facile da dire per lei."
"Granger, se qualcuno si sta prendendo gioco di te, è la tua stessa mente."
"Ho bisogno di dormire... ho solo..."
Il Professor Piton mi guarda irrigidito e sembra che stia lottando contro le parole. "C'è... un modo."
"Sì, lo so. Perdere i sensi. Ma hanno fatto degli incantesimi anti-suicida alla cella e-e questo significa che n-non posso farmi del male."
"Sì, questo è vero. Tu probabilmente non puoi farti del male."
Oh.
I nostri sguardi s'incrociano e adesso capisco perché non si sente a suo agio. Sa come potrebbe aiutarmi, ma non è capace di dirlo a voce.
Mi alzo immediatamente. "Lo faccia!"
"Credo che prima dovremmo discuterne."
"N-no, non posso... cosa c'è da discutere?" Scuoto la testa. "La prego."
Non dice nulla per un lungo istante, ma so che lo farà. Ha solo bisogno di tempo.
"Lo farò solo perché so che hai disperatamente bisogno di riposare." Dice come se stesse cercando di scusarsi.
"Lo so, Professore. N-non importa, la prego."
Si schiarisce la gola poi si avvicina a me.
É agitato.
"Allora... come faremo?" Chiedo, ansiosa riguardo la possibilità di ottenere finalmente un po' di sonno.
Farei quasi qualunque cosa.
"Ho considerato varie opzioni e penso di aver trovato quella che potrebbe causarti meno danni possibile." Spiega.
"E?"
Cerco di ignorare lo sguardo di odio per se stesso sul suo volto. So che sto di nuovo pretendendo troppo da lui, ma è l'unico che può aiutarmi adesso.
"Un colpo alla testa sarebbe efficace e veloce, ma non vorrei rischiare di provocare qualche danno."
Sussulto. "E se non dovesse funzionare... la prima volta?"
L'immagine del Professor Piton che mi colpisce alla testa è terrificante.
S'irrigidisce. "Funzionerebbe, credimi. Ma noi non useremo quella tecnica."
Non so come sentirmi per questa cosa. Il fatto che il Professor Piton sia capace di far perdere i sensi a qualcuno con un colpo è... interessante e orribile allo stesso tempo. Non voglio sapere dove ha imparato questa cosa.
Alla fine parla di nuovo. "Credo che... interrompere l'apporto di ossigeno sia la via più sicura. É, comunque, doloroso e ci vuole più tempo."
Cerco di metabolizzare l'informazione, ma è tutto troppo complicato.
"E che mi dice... che mi dice di un d-danno al cervello?" Chiedo, imponendomi di concentrarmi.
"Non c'è bisogno di preoccuparsi per questo." É tutto ciò che dice.
Ancora una volta sono sorpresa e spaventata allo stesso tempo. Ma non faccio domande.
Annuisco velocemente. "D'accordo. Lo faccia."
Sono disperata. Me lo farei da sola se potessi.
Poi qualcosa mi viene in mente. "E se la guardia arriva mentre sto... dormendo?"
"Ci penseremo se succederà." Risponde. "Adesso sono più preoccupato per la tua salute mentale."
D'accordo.
Senza aggiungere una parola si sposta dietro di me e il mio istinto mi dice di scappare per riflesso, ma m'impongo di rimanere dove sono. Gli ci vogliono un paio di secondi prima di avvicinarsi di più così che possa avvertire il suo corpo contro la mia schiena.
Inizio ad andare nel panico. Sembra che stia già avendo problemi a respirare.
"Se cambi idea... se vuoi che mi ferma, stendi semplicemente le mani di fronte a te. Lo interpreterò come un segnale per dirmi di fermarmi." Spiega in tono freddo.
"P-perché non posso semplicemente afferrarle il braccio... o qualcosa del genere?"
"Perché lo faresti in ogni caso."
Sono terrorizzata.
Lentamente si muove, mettendo il suo braccio destro attorno al mio collo, mentre l'altro braccio si posa attorno alla mia vita. Mi sento come se fossi avvolta da un serpente.
É imbarazzante. Non siamo mai stati così vicini prima, almeno non in questa posizione.
"Pronta?" Chiede dietro di me.
Annuisco. "S-sì."
Stringe la presa e all'inizio non è così male.
Posso respirare.
É più difficile, ma posso farlo.
Poi la presa si stringe ancora di più e avverto la mia gola chiudersi.
Sono calma.
I secondi passano.
Inizio ad andare nel panico.
Non riesco a respirare.
Apro la bocca disperatamente, ansimando per ottenere dell'aria, ma è inutile.
Sento che la testa stia per esplodere.
Mi fanno male i polmoni, bisognosi di ossigeno.
Mi scappa un grido e non posso fare a meno di divincolarmi.
Il mio corpo si sta muovendo da solo, aggrappandosi alle vesti del Professor Piton, al suo braccio.
Cerco di liberarmi.
Ma lui non mi lascia andare.
Voglio che si fermi, ma allo stesso tempo non voglio.
La mia vista inizia ad incupirsi.
Non riesco a sentire più le gambe. Sarei caduta a terra, se lui non mi stesse reggendo.
I miei polmoni urlano di dolore.
É una tale agonia.
I miei occhi usciranno fuori dalle orbite. Ne sono sicura.
Fa male.
Fa così male.
E poi niente.
***
Non riesco nemmeno a muovermi.
Il mio corpo è esausto.
É tutto scuro attorno a me.
Lentamente, inizio a svegliarmi.
Ma non posso muovermi. Le mie braccia sono così pesanti.
In qualche modo riesco ad aprire gli occhi.
"Miss Granger?"
Qualcuno è inginocchiato accanto a me.
Borbotto qualcosa e non so nemmeno cosa sto cercando di dire.
Alla fine raccolgo le mie forze e mi muovo.
"Come ti senti?" Chiede.
"Sed...sedermi."
Capisce e mi aiuta immediatamente, mettendomi su e mi appoggio al muro, lasciando andare un respiro profondo.
Pensavo mi sarei sentita meglio. Più riposata.
"Stai bene?" Ripete la domanda.
Annuisco. "Mi sento come se fossi finita in un buco nero."
"Cosa ti aspettavi?"
Silenzio.
Mi schiarisco la gola. "Sto bene...meglio di prima, almeno."
"Hai dormito per un paio d'ore."
"E nessuno è venuto?"
Scuote la testa. "No."
"Siamo stati fortunati."
"Prenditi del tempo." Dice prima di tornarsene verso la sedia.
Non sfugge alla mia attenzione il fatto che mi abbia a malapena guardata e sembrava non volermi stare vicino.
Chiudo gli occhi e cerco di ricompormi.
***
"Grazie."
Mi guarda, poi distoglie di nuovo lo sguardo.
Continuo. "So che deve essere stato difficile..."
"Soffocare un mio studente?" Si ferma. "Beh, ho fatto molte cose di cui vergognarmi e questa non cambia nulla."
"Non è qualcosa di cui deve vergognarsi. Mi ha aiutata."
"Non capisci."
"No." Scuoto la testa. "Lei non capisce. Mi ha aiutata."
La sua mascella si serra, ma non dice niente. Capisco che non è qualcosa di cui vuole discutere. É qualcosa che vuole dimenticare sia mai successa.
Lui può dimenticare.
Ma io non lo farò.
Ha fatto qualcosa con cui non si sentiva a proprio agio solo per aiutarmi.
Non lo dimenticherò.
***
Mi ritrovo a pensare a cose strane.
Per esempio, le mani del Professor Piton.
E le sue labbra.
Sembra che non riesca a dimenticare il modo in cui mi ha baciata ieri.
Mi ha lasciata senza respiro. Letteralmente.
Era così possessivo.
Anche se è stata solo una sceneggiata.
Non ho mai provato niente di simile.
Che cos'è stato?
"Qualunque cosa tu stia pensando, lascia perdere, Granger."
Mi risveglio dai miei pensieri.
"C-cosa?" Chiedo, forzando un viso innocente.
"Posso vederlo." Risponde. "Qualunque cosa tu stia pensando, è sbagliato."
"Ha... letto la mia mente?"
"Vuoi davvero sapere la risposta?"
Voglio sapere se sa che ho rivissuto il ricordo di lui che mi baciava?
No.
Non voglio.
Scuoto la testa velocemente.
"Sei confusa, è perfettamente comprensibile." Spiega, con calma. "Ma...smettila."
Distolgo lo sguardo da lui, vergognandomi.
Che mi è preso?
É almeno possibile per me ritornare a essere normale di nuovo?
***
Una guardia entra e fa apparire due pezzi di pane con due bicchieri d'acqua.
Guardo il cibo e mi lecco le labbra inconsciamente.
Ho così fame.
Sembra incredibile che è più o meno l'unica cosa che ho mangiato negli ultimi venti giorni.
"Mangiate." Dice la guardia. "E sono qui anche per informarvi che avrete presto una visita speciale ."
"Quale visita?" Chiedo prima che possa trattenermi.
Mi manda semplicemente un'occhiata prima di lasciare la cella.
Io e il Professore ci scambiamo degli sguardi, ma nessuno dei due parla.
***
Un'ora passa in silenzio.
Alla fine non ne posso più.
"A chi si riferiva secondo lei?"Chiedo. "Chi porteranno?"
Sospira. "Quante volte devo dirti che non posso predire il futuro?"
"Ma... ha i suoi sospetti?"
"Niente che voglia condividere con te."
La mia bocca si serra.
Passano almeno dieci minuti.
Poi parlo di nuovo. "Perché sta facendo questo?"
Emette un sospiro stanco. "Fare cosa?"
"Perché non vuole parlare con me? Siamo rimasti qui per troppo tempo, ho bisogno di parlare, ho bisogno di qualcosa che mi intrattenga."
Alza un sopracciglio. "Credo che sei perfettamente capace di intrattenerti."
"Che significa?"
"Posso suggerirti qualche canzone se lo desideri."
I miei occhi si spalancano per lo shock. "C-cosa?"
"Non fare finta di niente. Ti ho sentita ieri. Non sono sordo."
Oh Dio.
Arrossisco, guardando altrove. "P-pensavo stesse dormendo."
"Era quello che stavo facendo, fin quando non ti ho sentita."
"Beh, mi dispiace averla disturbata mentre dormiva."
Voglio solo smettere di parlarne.
Nessuno mi ha mai sentita cantare. É qualcosa che faccio in privato.
Socchiude gli occhi. "Abbiamo passato numerosi momenti umilianti e ti vergogni di essere sentita mentre canti?"
Mi schiarisco la gola con imbarazzo. "Lasciamo semplicemente... perdere."
Silenzio.
"Mi è piaciuta la canzone che hai scelto." Dice dopo un istante.
I miei occhi scattano nella sua direzione. "Ha sentito quella canzone?"
Roteando gli occhi, risponde. "Ho confidenza con la maggior parte delle cose Babbane."
Annuisco. "G-giusto."
É strano comunque. Ho sempre pensato che il Professor Piton non avesse nemmeno idea che le canzoni esistessero.
Mi libero di quel pensiero.
Con la speranza che dimenticherà di avermi sentito cantare.
***
Non dobbiamo aspettare ancora per molto.
La porta si apre.
E quella guardia entra, il capo.
Un'altra guardia lo segue.
Trattengo il respiro mentre attendo la terza persona, ma non c'è nessuno.
Strano.
Perché non hanno chiuso la porta?
"Perdonatemi." Dice il capo. "Ma voi due avete proprio una brutta cera."
Non dico nulla.
Se non altro, almeno sono più sveglia di quanto lo ero all'inizio. Adesso so quando non è intelligente usare la lingua.
La guardia continua. "Penso che dovremmo darci un taglio con questa tortura. Non vorremmo che moriste, non ancora, comunque."
Il mio viso s'illumina di speranza e sollievo.
É andata.
Niente più paura di essere fulminata ogni volta che chiudo gli occhi.
É finita.
Ma non c'è tempo per festeggiare.
"Ho qualcosa che potrebbe convincervi ad unirvi a noi." Dice il capo.
Non m'importa cos'hanno.
Niente potrebbe mai convincermi.
Niente.
La guardia si gira per guardare la porta. "Puoi entrare adesso."
Sono calma in realtà.
Ho passato di peggio.
E poi qualcuno entra nella cella.
Cosa?
No.
Non può essere possibile.
Non può.
É il Professor Lupin.
E non posso nemmeno pensare.
Che...?
Sbattendo le palpebre un paio di volte, cerco di convincermi che è solo la mia immaginazione.
Deve esserlo.
É per la mancanza di sonno.
"Beh." La voce del Professor Piton rompe il silenzio. "Non posso dire che questa sia una sorpresa."
Tutto questo non sta succedendo.
Se il Professor Piton può vederlo, allora non è la mia immaginazione.
Credo che vomiterò.
"Hermione." Dice il Professor Lupin. "Capisco che questo sia un grande shock per te. Ma non tutto è in bianco e nero come credi."
"Tieniti la tua filosofia di vita per te, Lupin." Dice Piton freddo.
N-non posso nemmeno guardarlo. Sono sorpresa che mi reggo ancora in piedi.
"Hermione, guardami. Sono ancora quell'insegnante, vedo semplicemente le cose in maniera diversa adesso."
"Come... ha potuto?" Alla fine trovo la voce.
"Non avevo scelta e non ce l'hai neanche tu."
"N-non ha avuto scelta?" Ripeto. "C'è sempre una scelta."
"La morte non è una scelta."
"É meglio del tradimento!" Gli urlo. "Come ha potuto?"
La guardia interviene. "Lui ha fatto la scelta giusta. Voi due dovreste ammirarlo."
"Mai." Risponde il Professor Piton con fare calmo e posso anche sentire del veleno nella sua voce.
"C-come?" Riesco a chiedere, poi scuoto la testa. "Non sta succedendo. Devo star sognando..."
Lupin sospira. "Non tutto è brutto come credi. Puoi fare un affare con loro."
Mi scappa una risata. "Quale affare?"
"Se passi dalla loro parte, loro risparmieranno la vita delle persone che ami."
Lo guardo. "Dalla loro parte? Non voleva dire dalla 'nostra' parte?"
"Hermione." Inizia. "Morirai qui. E non voglio vedere una cosa del genere, sei la strega più brillante della tua età. Sarebbe un tale spreco."
Voglio piangere.
Sembra che tutto stia crollando.
Tutto ciò in cui credevo è andato.
Guardo disperatamente il Professor Piton, cercando una qualche sorta di conforto o qualcosa del genere. Lui è l'unica cosa che ho.
Il Professor Piton annuisce, poi incontra gli occhi di Lupin. "L'unico spreco qui sei tu. Uno spreco di spazio. Uno spreco d'aria."
"Nessuno sta parlando con te, Mocciosus."
"Sapevo che non eri niente di più di un animale."
"Oh, guarda chi parla-"
"Bastardo."
"Basta!" Li interrompe la guardia. "Siamo qui per parlare in maniera civile."
Alla fine raccolgo il coraggio per guardare il Professor Lupin negli occhi. "Non voglio ascoltarla. Non voglio vederla. Non ho niente da dirle."
"Ma, Hermione, devi ascoltarmi. Se solo ascoltassi cosa stanno offrendo-"
Lo interrompo. "Cosa? Mi offrirà del cioccolato? Può tenerselo. Non voglio niente da lei."
Con queste parole mi volto.
"Hermione-"
Il Professor Piton ringhia. "Non l'hai sentita? Stai perdendo il tuo tempo, traditore."
Lupin non dice più nulla.
Posso sentire qualcuno uscire dalla cella e spero sia stato lui.
Mi ha fatto male guardarlo.
Mi fidavo di lui.
Era quello di cui mi fidavo completamente.
Anche più di quanto mi fidavo di Piton.
Com'è potuto succedere?
"Beh, la tua opportunità è andata." Dice la guardia. "Devo ammettere che pensavo fossi intelligente. Immagino di no. Tornerò domani. Tenetevi pronti."
E poi escono tutti.
C'è un tal silenzio.
***
Credo che siamo entrambi scioccati.
Forse il Professor Piton non vuole ammetterlo, ma so che l'ha sorpreso. Non importa quanto non gli piaccia Lupin, questa è l'ultima cosa che si aspettava da lui.
Non parlo.
E nemmeno lui.
Torno dalla visita al bagno.
E ancora non parliamo.
Cosa c'è da dire?
***
Sta diventando buio.
"Professore." Inizio.
"Sì?"
"E se... e se non fosse lui?"
Spero, spero davvero, che sia così.
"Potrebbe essere." É tutto ciò che dice.
"Ma... cosa pensa lei?"
Gli ci vuole un lungo minuto per rispondere. "Sembrava Lupin. Suonava come se fosse Lupin."
"Lo so." Ammetto. "Non ho notato niente di strano in lui. Beh, eccetto per il fatto che lui..."
"É un Mangiamorte."
Mi sento come se qualcuno mi abbia pugnalato con un coltello.
Lupin sta lavorando con i Mangiamorte.
Sembra surreale.
Anche nella mia testa.
"Non mi sono mai fidato di lui." Continua. "Ma nessuno mi ascolta mai."
"N-non possiamo prendere in considerazione la possibilità che fosse qualcun'altro a fingere di essere il Professor Lupin?"
"Intendi della Polisucco?"
Annuisco.
"Potrebbe essere, ma potrebbe anche essere Lupin." Dice.
La voce mi trema. "Di chi possiamo fidarci?"
"Puoi solo fidarti di te stessa, Miss Granger."
"Nemmeno di lei?"
"Nemmeno di me."
M'irrigidisco.
Cosa vuole dire con questo?
"Se vuoi sopravvivere, fidati solo di te stessa." Aggiunge, con qualcosa di oscuro nella voce.
Silenzio.
Ma voglio fidarmi di lui.
Mi fido.
Alla fine mi sforzo di dire qualcosa di orribile. "Non ci troveranno mai, vero? L'Ordine?"
Non voglio sentire la risposta.
"Miss Granger... Mai fidarsi di nessuno e mai perdere la speranza."
Ma se l'avessi già persa?
Sono successe così tante cose.
Non credo più nei lieto fine.
L'ironia.
C'è finalmente permesso dormire, ma nessuno dei due lo sta facendo.
O pensando di farlo presto.
Ciaoooo
Oggi parto per l'estero ma continuerò a pubblicare, altrimenti che faccio mentre e miei genitori babbani dormono?
In realtà non volevo partire perché così non vedrò più i miei amici super fossati con Harry Potter.
E poi è quasi finita l'estate😭
Io devo iniziare il Liceo Classico e sono un po' nervosa😬😬😬
Voi che classe dovete fare?
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