9. Stranezze

[11.12.2020 ~ capitolo revisionato ✔]

Adoravo il Campo d'inverno. Aveva un nonsoché di magico.

Il gelo ricopriva la pista delle bighe e i campi di fragole. Le case erano decorate da piccole luci scintillanti, come quelle di Natale, solo che erano palle di fuoco vero. Altre luci brillavano nel bosco e un fuoco tremolava sulla finestra della soffitta della Casa Grande, dove dimorava l'Oracolo, imprigionato in un vecchio corpo mummificato. «Cavolo» esclamò Nico scendendo dal bus «quella è una parete per l'arrampicata?»

«Sì» rispose Percy.

«Perché ci scende giù la lava?»

«Una piccola sfida in più. Vieni. Ti presenterò a Chirone. Zoe, lo cono-»

«Lo conosco» rispose lei freddamente «ditegli che saremo nella casa otto. Cacciatrici, seguitemi»

«Vi accompagno io» si offrì Grover.

«Conosciamo la strada»

«Oh, ma non c'è problema, davvero. È facile perdersi da queste parti...». Inciampò su una canoa e si rialzò, senza smettere di parlare. «... Come diceva il mio vecchio papà caprone! Venite!».

Zoe alzò gli occhi al cielo, ma capì che era impossibile liberarsi di lui. Le Cacciatrici si misero lo zaino in spalla e partirono in direzione delle case. Prima di allontanarsi, Bianca Di Angelo si chinò a bisbigliare qualcosa all'orecchio del fratello. Lo guardò, aspettando una risposta, ma Nico si incupì e distolse lo sguardo. «Statemi bene, dolcezze!» gridò Apollo alle Cacciatrici. Poi fece l'occhiolino a Percy. «Attento alle profezie, Percy. Ci vediamo presto»

«Che intende dire?»

Lo ignorò. «Alex... è stato un piacere» disse, saltando di nuovo a bordo del bus «ci vediamo, Talia. E... ehm, fai la brava!». Le rivolse un sorriso malizioso, come se sapesse qualcosa che lei non sapeva. Poi chiuse le portiere e mise in moto, sparendo.

Nico era ancora un po' imbronciato. «Chi è Chirone?» chiese «La sua statuina mi manca»

«E' il nostro direttore delle attività» risposi «lui è... be', lo vedrai. E' un tipo forte, te lo assicuro»

«Se a quelle Cacciatrici del cavolo non sta simpatico» brontolò Nico «questo già mi basta. Andiamo»

Il campo era praticamente vuoto. Per me era la normalità, ma non per Percy, che si guardava in giro sorpreso.

Intravidi Beck che alimentava la fornace fuori dall'armeria del Campo, e mi ripromisi di andarlo a salutare più tardi. I fratelli Stoll stavano forzando la serratura del magazzino del campo. Un gruppetto di ragazzi della casa di Ares faceva a palle di neve con le ninfe ai margini del bosco. A parte loro, non c'era più nessuno.

La Casa Grande era decorata di nastri rossi e sfere di fuoco giallo che scaldavano il portico senza incendiare nulla. Dentro, le fiamme crepitavano nel caminetto. L'aria profumava di cioccolata calda. Nel salotto, il signor D e Chirone giocavano a carte in silenzio. 

La barba castana di Chirone d'inverno era più ispida. I capelli radi gli si erano allungati un po'. Indossava un maglione sfilacciato con sopra il disegno di uno zoccolo e aveva una coperta in grembo che copriva quasi del tutto la sedia a rotelle. Sorrise non appena ci vide. «Percy! Alex! Talia! Ah, e questo dev'essere-»

«Nico Di Angelo» lo presentò Percy «lui e sua sorella sono mezzosangue»

Chirone liberò un sospiro di sollievo. «Ce l'avete fatta, allora!»

«Non proprio, Chirone» borbottai.

Il suo sorriso si spense. «Che è successo? E dov'è Annabeth?»

«Oh, misericordia» esclamò il signor D, annoiato «non ne avremo persa un'altra!»

Lo guardai, cercando di non ringhiargli in faccia. Aveva addosso una tanto sgargiante quanto inguardabile tuta arancione leopardata e le scarpe da ginnastica viola. Aveva una corona d'alloro dorata sui riccioli neri, di sbieco, il che probabilmente significava che aveva vinto l'ultima partita. «In che senso?» chiese Talia «Chi altri abbiamo perso?»

Grover trotterellò dentro proprio in quell'istante, con un sorriso scemo stampato sulla faccia. Aveva un occhio nero e dei segni rossi sulla guancia che somigliavano all'impronta di uno schiaffo. «Le Cacciatrici si sono tutte sistemate!» annunciò.

«Sì, e anche tu» commentai, scuotendo la testa.

Chirone si accigliò. «Le Cacciatrici, eh? Vedo che abbiamo molto di cui parlare». Lanciò un'occhiata a Nico. «Grover, forse dovresti portare il nostro giovane amico in soggiorno e mostrargli il nostro filmato d'orientamento»

«Ma... oh, giusto. Sì, signore»

«Filmato d'orientamento?» chiese Nico «Ha il bollino verde o giallo? Perché Bianca è un po' severa su-»

«Giallo, dai tredici anni in su»

«Forte!». Nico lo seguì nell'altra stanza tutto contento.

«Ora» fece Chirone a noi «forse voi tre dovreste sedervi e raccontarci tutta la storia»

A turno, io, Talia e Percy raccontammo tutto ciò che era successo. Alla fine, Chirone si rivolse al signor D e disse: «Dovremmo far partire subito una squadra di ricerca per ritrovare Annabeth».

«Vado io!» rispondemmo io, Percy e Talia all'unisono.

Il signor D tirò su col naso. «Neanche per sogno!»

Noi cominciammo subito a protestare, ma il direttore ci fermò sollevando una mano. Aveva quel fuoco violento e purpureo negli occhi che in genere significava una cosa sola: se non tenevamo la bocca chiusa, ci sarebbero state delle brutte e divine conseguenze. «Stando a quanto mi avete riferito» disse «questa bravata si è chiusa con un pareggio. Purtroppo, ahimè, abbiamo perduto Annabel...»

«Annabeth» sbottò Percy.

«Sì, sì» replicò lui «e voi ci avete procurato un ragazzino irritante per rimpiazzarla. Perciò non vedo il motivo di rischiare altri mezzosangue in una ridicola operazione di salvataggio. È molto probabile che questa Annetta sia morta»

Strinsi la mascella talmente forte che sentii i denti scricchiolare. Avrei voluto alzarmi e mollare un pugno in faccia al signor D, ma Talia mi afferrò bruscamente per un braccio e strinse: abbassai lo sguardo, e notai dei piccoli archetti che mi danzavano sulla pelle. Mi costrinsi a stare seduta e a calmarmi, facendoli sparire. «Annabeth potrebbe essere viva» intervenne Chirone, ma capii che si stava sforzando di mostrarsi positivo «è molto intelligente. Se... se i nostri nemici l'hanno presa, cercherà di guadagnare tempo. Potrebbe perfino fingere di cooperare»

«Giusto» concordò Talia «Luke la vorrebbe viva»

"Sì, come esca" pensai. Luke sapeva bene che tutti e tre ci saremmo precipitati immediatamente a salvarla dalle sue grinfie. Un altro dei suoi stupidi piani per attirare almeno uno dei figli dei Tre Pezzi Grossi nella rete di Crono, così da poter controllare la Profezia. «Nel qual caso, temo che dovrà essere abbastanza sveglia da fuggire da sola» concluse il signor D.

Percy si alzò all'improvviso, furibondo. «Percy» lo chiamò Chirone allarmato.

«Lei è felice di perdere un altro ragazzo del Campo» sbottò «sarebbe contentissimo se sparissimo tutti!»

Il signor D soffocò uno sbadiglio. «Hai qualcosa da ridire?»

«Sì!» ringhiò «Solo perché è stato mandato qui in punizione, non significa che debba comportarsi come un bamboccio! Questa è anche la sua civiltà. Forse potrebbe fare lo sforzo di aiutarci!»

Per un secondo, l'unico rumore che si sentì nella stanza fu il crepitio del fuoco nel caminetto. La luce si rifletté negli occhi del signor D, dandogli un'espressione sinistra, e io ebbi improvvisamente paura per Percy. Mi tenni pronta ad alzarmi in piedi per proteggerlo, anche se non sarebbe servito a molto. 

Il Dio aprì la bocca per dire qualcosa quando Nico irruppe nella stanza, seguito da Grover. «CHE FORZA!» strillò, indicando Chirone con tutte e due le mani «Lei è... lei è un centauro!»

Chirone riuscì a rispondere con un sorriso nervoso. «Sì, signor Di Angelo. Anche se preferisco rimanere in forma umana su questa sedia per... ah, i primi incontri»

«E... wow!» guardò il signor D «Lei è quello del vino? Non ci credo!»

Il signor D distolse gli occhi da Percy e lanciò a Nico uno sguardo sprezzante. «Quello del vino?»

«Dioniso, giusto? Oh, cavolo! Ho la sua statuina!»

«La mia statuina?»

«Nel mio gioco, Mitomagia. E ho pure la sua carta olografica! E anche se vale solo cinquecento punti e tutti pensano che sia uno scarto, secondo me ha dei poteri fantastici!»

«Ah». Il signor D sembrò molto perplesso, il che probabilmente salvò la vita a Percy. «Be'... è gratificante»

«Percy» si affrettò a suggerire Chirone «tu, Alex e Talia fate il giro delle case. Informate gli altri ragazzi che domani sera giocheremo a Caccia alla Bandiera»

«Caccia alla Bandiera?» chiesi «Ma non abbiamo abbastanza-»

«È una tradizione» replicò Chirone «un'amichevole, ogni volta che le Cacciatrici vengono a farci visita»

«Già» commentò Talia asciutta «scommetto che sarà davvero amichevole...»

Chirone indicò con un breve cenno della testa il signor D, che stava ancora ascoltando Nico con la fronte aggrottata, mentre il ragazzino gli spiegava quanti punti aveva ciascun dio nel suo gioco. «Sbrigatevi» ci esortò.

Annuii, afferrando Talia e Percy per i polsi e trascinandoli fuori dalla Casa Grande prima che Dioniso potesse ricordarsi che voleva ucciderlo. «Ti sei già messo contro Ares» gli rammentò Talia mentre ci avviavamo verso le case «vuoi un altro nemico immortale?»

«Scusa» disse lui «non sono riuscito a trattenermi. È così ingiusto»

Talia si fermò vicino all'armeria e scrutò la cima della collina Mezzosangue, in fondo alla valle. Il suo pino era là, con il Vello d'Oro che scintillava sul ramo più basso. «Percy, tutto è ingiusto» mormorò «qualche volta vorrei...»

Non finì la frase, però il suo tono era triste. Le presi la mano e gliela strinsi. «Ci riprenderemo Annabeth» le promisi «resta solo da capire come fare»

«Prima ho scoperto che abbiamo perso Luke» replicò lei «adesso lei...»

«Non pensarci. Salveremo Annabeth e la riporteremo al Campo» le disse Percy.

Talia ci scrutò per un lungo momento, stringendo le labbra. «Sì, avete ragione. Troveremo un modo» replicò, raddrizzando la schiena.

In lontananza, sul campo da basket, alcune Cacciatrici facevano due tiri a canestro. Una di loro stava litigando con un tipo della casa di Ares. Il ragazzo aveva avvicinato la mano alla spada, mentre la Cacciatrice aveva tutta l'aria di voler sostituire il pallone con un arco.

Fu allora che notai Beck che mi guardava. Alzò la mano e mi salutò con un grosso sorriso. «Ehi, vi dispiace se vado a salutarlo?» chiesi, indicandoglielo.

Talia mi lanciò un'occhiata un po' strana. Percy, invece, assottigliò lo sguardo, continuando a fissare Beck. «Vai pure. Figurati. Non c'è problema. Vai. Possiamo cavarcela» disse rigido «sì. Sì. Salutalo da parte mia»

Lo guardai incerta. Sembrava sul punto di esplodere. «Percy, sei sicuro?» chiesi incerta.

«Sicuro. Sicurissimo. Vai pure» rispose in fretta, evitando di guardarmi.

«Be'... va bene. Ci vediamo dopo» gli dissi confusa. Talia lo stava guardando un po' accigliata. Gli lanciai un'ultima occhiata prima di raggiungere le fucine.

Beck non era cambiato di una virgola rispetto all'ultima volta che l'avevo visto; aveva forse i capelli di qualche millimetro più lunghi, ma per il resto era sempre lui. Non appena mi avvicinai allargò le braccia con un sorriso luminoso. Gli circondai il collo e mi lasciai abbracciare. «Lex!» esclamò allegro al mio orecchio destro «E' un po' che non ci si vede! Come butta?»

Gli sorrisi mentre scioglievamo l'abbraccio. «Ehi, Beck. Potrebbe andare meglio» sospirai, strofinandomi il viso «una Manticora ha rapito Annabeth»

«Oh. Accidenti» borbottò dispiaciuto, grattandosi la testa «non ci voleva. E ci sono anche le Cacciatrici... che diavolo è successo?»

Rientrammo in armeria, al caldo. Mi sedetti su una porzione di bancone sgombra mentre Beck trafficava con alcuni scarti metallici e gli raccontai tutto. Alla fine, lui scosse la testa. «Brutta situazione» disse con un sospiro, posando un truciolo di metallo «secondo te chi è questo "Generale"?»

«Non ne ho idea» ammisi «ma se Artemide vuole occuparsi personalmente della faccenda non deve essere niente di buono»

«Infatti» concordò Beck, annuendo «la situazione si sta facendo sempre più critica, come avrai notato. Siamo sempre di meno, Lex... qualcuno si è sicuramente unito a Luke...». Fece una smorfia. «Spero che Clarisse non l'abbia fatto...»

«Perché? Non è qui?» chiesi, aggrottando la fronte.

Beck scosse la testa. «Chirone le ha affidato un'impresa» replicò «credo che solo loro sappiano di che cosa si tratta. Comunque sia, è dispersa. I suoi fratelli e le sue sorelle non la sentono da un mese»

«Seriamente?!» esclamai, e Beck annuì un po' afflitto. «Di immortales... e Chirone non ha pensato di mandare qualcuno a cercarla?»

«Non credo che possiamo permettercelo» ammise con un piccolo sospiro «comunque sia, Chirone pensa che stia bene. Non chiedermi come fa a saperlo, perché non ne ho idea».

Quella sera, a cena, ebbi la fortissima tentazione di girare sui tacchi e tornarmene nella mia Cabina, pur di non scegliere dove sedermi.

Talia, seduta da sola al tavolo di Zeus, fissava torva la tavolata di Artemide –per la precisione Zoe. La loro sembrava l'unica che sembrava davvero divertirsi: le Cacciatrici bevevano, mangiavano e ridevano come un'unica grande famiglia. Zoe sedeva a capotavola; non rideva quanto le altre, ma si lasciava sfuggire qualche sorriso di tanto in tanto. Bianca, notai con un certo disappunto, sembrava spassarsela un mondo.

Percy, invece, era solo al tavolo di Poseidone e aveva l'aria un po' malinconica. L'avevo già visto in quello stato... e non era una compagnia troppo piacevole, a dirla tutta.

Alla fine, decisi di sedermi con lui. Talia aveva l'aria di volermi fulminare, ma la ignorai. Mi lasciai cadere sulla panca di fronte a lui con un piccolo sospiro. «Che ti frulla per la testa, Jackson?» gli domandai.

Lui scrollò le spalle. «Niente di che» rispose vago «non avevo mai visto il Campo d'inverno. Non c'è molta gente»

«Sì, è vero»

Percy si schiarì la gola e raddrizzò un po' la schiena. «E come sta Beckendorf?» mi domandò in tono un po' rigido.

«Sta bene» replicai tranquilla.

«Bene. Bene» borbottò «non aveva una cotta per Silena? Le ha chiesto di uscire?»

«Boh. Perché non lo domandi a lui?»

«Perché è tuo amico» rispose seccato «non parlate di queste cose, quando passate il tempo insieme?»

Inarcai entrambe le sopracciglia. «No?» risposi confusa, ma suonava più come una domanda che come un'affermazione.

Percy incrociò le braccia e mi fissò. «Ah. E allora che cosa fate? Di cosa parlate?» mi incalzò.

Aprii e richiusi la bocca un paio di volte sotto la sua occhiata attenta. «Dove vuoi arrivare con tutte queste domande?» chiesi sospettosa «Perché lo vuoi sapere?»

«Perché, non posso?» ribattè sulla difensiva «E come mai non rispondi? Qualcosa da nascondere?»

Mi accigliai. «Tu mi dici che cosa fate e di che cosa parlate tu e Annabeth quando siete soli?»

Percy spalancò un po' gli occhi e arrossì leggermente. «Che cosa... cosa c'entra, scusa?»

«E' la stessa cosa, no?»

«Be'... no! Non lo è!» protestò «E io e Annabeth... noi... siamo solo amici!»

«Bene!» esclamai stizzita «Anche io e Beck!»

«Bene!» ripetè lui a denti stretti.

«Questa conversazione non ha il minimo senso, Percy!»

«Infatti!»

Ci fissammo in cagnesco. Sinceramente non capivo nemmeno che cavolo stesse succedendo... fui solo grata che Chirone decidesse in quel momento di alzarsi e pronunciare il tradizionale brindisi in onore degli dei, interrompendo qualsiasi dannata cosa stesse succedendo al tavolo di Poseidone.

Diede il benvenuto formale alle Cacciatrici di Artemide. L'applauso che seguì fu piuttosto spento. Annunciò poi la partita "natalizia" di Caccia alla Bandiera per la sera seguente e l'accoglienza fu decisamente migliore. Poi, finalmente, tornammo tutti nelle rispettive case. Mi affiancai a Talia, allontanandomi da Percy senza nemmeno salutarlo. «Cosa succede con Percy, Lexy?» mi domandò lei, gettandogli un'occhiata da sopra la spalla sinistra.

«Che cavolo ne so» replicai, alzando gli occhi al cielo. Ed era vero: non riuscivo a dare un senso alla conversazione che avevamo appena avuto. Decisi di lasciar perdere, perché mi serviva disperatamente avere la mente lucida: avevamo problemi più grossi, tipo la scomparsa di Annabeth.

Prima di addormentarmi ripensai proprio a lei... e con il senno di poi, quello fu un errore.

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