18. Spionaggio
[10.04.2021 ~ capitolo revisionato ✔]
Alla fine non comprai le ciambelle a Blackjack.
Zoe continuò a guidare a manetta verso sud, ed eravamo già nel Maryland quando finalmente accostò per una sosta. Il nostro adorabile pegaso per poco non precipitò giù dal cielo per la stanchezza. "Ce la faccio, ce la faccio" boccheggiò "devo solo... riprendere fiato"
«Resta qui» gli disse Percy «vado in avanscoperta. Alex rimarrà con te»
«Alex non ha nessuna intenzione di fare quello che dici» lo contraddissi, lanciandogli uno sguardo di sfida.
Ero davvero molto, molto arrabbiata con lui. In un certo senso mi sentivo addirittura tradita; insomma, si era intrufolato di nascosto nella mia cabina, mi aveva rubato il berretto di Annabeth e voleva pure lasciarmi indietro per chissà quale ragione... d'accordo, la Manticora per poco non mi aveva uccisa, però ne ero uscita viva, alla fine... e Zoe mi aveva battuta, era vero, ma per poco... non ero poi così scarsa, in realtà.
O no? Il fatto che Talia mi sottovalutasse mi faceva indiscutibilmente rabbia, ma che iniziasse a farlo anche Percy onestamente non era un pensiero che riuscivo a sopportare o ad accettare.
Percy tirò un lungo sospiro. «Avevo intenzione di entrare con il berretto di Annabeth» mi disse, e mi accorsi che si stava sforzando di mantenersi calmo.
«E allora? Io ho l'anello». Mi frugai in tasca e glielo feci vedere prima di infilarmelo. «Ecco, vedi?»
"Oh, accidenti. Dov'è andata, capo?" esclamò Blackjack.
«E' proprio qui, dov'era prima» disse Percy piatto, indicandomi con un cenno della mano «l'anello non funziona, Alex. Ti vedo lo stesso»
«Cosa...?» chiesi confusa.
Mi guardai il corpo... ma non vedevo niente. "Capo... non c'è" lo contraddisse Blackjack.
Percy scosse la testa. «Mi stai prendendo in giro, Blackjack? Io la vedo! L'unica cosa che quell'anello fa è farla sembrare un po'... be', trasparente. Tipo un fantasma. E direi che è una cosa che da un po' nell'occhio, perciò...». Estrasse il berretto dalla tasca dei jeans. «Alex rimane qui con te» e con questo, se lo ficcò in testa.
"Ecco, mi hanno lasciato qui da solo" brontolò Blackjack.
Ma qualcosa non andava.
Fissai Percy, sbattendo le palpebre. Non era sparito... era diventato trasparente, proprio come lui aveva detto che era successo a me quando mi ero messa l'anello. «Percy, aspetta» gli dissi mentre si stava allontanando.
Lui continuò a camminare verso il minimarket. «Ti ho già detto che-»
«Fermati, deficiente!» sbottai «Nemmeno tu sei invisibile!»
Lui si bloccò e si girò di scatto. «Come...? Cosa vuoi dire?» chiese interdetto.
Mi venne un'illuminazione improvvisa. Entrambi gli oggetti erano doni di Atena... e se fosse fatto apposta? Lo raggiunsi rapidamente. «Togliti il cappello e dammelo» gli dissi.
«Perché?»
Sbuffai e glielo sfilai dalla testa. Nel momento stesso in cui lo feci, Percy tornò... be', solido. Si guardò in giro, stralunato. «Ma cosa... Alex? Dove sei finita?!»
Gli rimisi il berretto in testa. Tornò ad essere trasparente, e i suoi occhi mi trovarono immediatamente. «Sono qui. Non mi sono mossa. Il berretto e l'anello funzionano su tutti gli altri... ma se li indossiamo nello stesso momento, noi due possiamo vederci»
«Be', è utile, non c'è dubbio» borbottò «ma rimani-»
«Ancora con questa storia? Ti ho detto che non intendo-»
Zoe, Talia, Ophelia, Bianca e Grover uscirono improvvisamente dal negozio. Chiusi la bocca alla velocità della luce. «Grover, sei sicuro?» stava dicendo mia sorella.
«Be'... sì, direi di sì. Al novantanove per cento. Okay, diciamo all'ottantacinque»
«E puoi dirlo grazie a delle ghiande?» chiese Bianca, come se non riuscisse a crederci.
Grover assunse un'espressione offesa. «È un incantesimo antichissimo e rispettabile, ottimo per rintracciare una pista. Sono sicuro che ha funzionato bene»
«Washington è a meno di cento chilometri» disse Bianca «io e Nico...». Si accigliò. «Una volta abitavamo là. Che strano... l'avevo dimenticato»
«Questa storia non mi piace» intervenne Zoe «dovremmo andare a ovest. La profezia lo dice chiaramente»
«Oh, vuoi dire che tu saresti più brava a rintracciare una pista?» ringhiò Talia.
Zoe fece un passo verso di lei. «Osi sfidare le mie abilità, sguattera? Tu non sai nulla della caccia!»
Fissai Zoe a bocca aperta. Come si era permessa di... «Sguattera? Mi stai dando della sguattera? Che accidenti è una sguattera?» sbraitò Talia «Guarda che io non sono mia sorella! Posso incenerirti con un mignolo, e ad occhi chiusi!»
Ehi, aspetta un momento...
Feci un passo verso di loro, offesa, ma Percy mi afferrò il polso e mi costrinse a rimanere ferma. «Ehi, voi due» intervenne Grover, nervoso «dai, non ricominciate»
«Grover ha ragione» disse Bianca «Washington è la scelta migliore»
Zoe non sembrava convinta, ma annuì con riluttanza. «E va bene. Andiamo»
«Ci farai arrestare, guidando» brontolò Talia «io sì che dimostro sedici anni, non tu»
«Forse» la fulminò Zoe «ma io guido da quando sono state inventate le automobili. Andiamo».
Mentre ci avvicinavamo a Washington, Blackjack cominciò a rallentare, abbassandosi di quota. Era senza fiato. «Tutto okay?» gli chiese Percy.
"Sto bene, capo. Potrei... affrontare un esercito"
«Non mi sembra...»
«Percy, dobbiamo fermarci» intervenni «è stanco, non ce la fa più. Stiamo cavalcando da ore...»
"Non ti preoccupare per me! Sono un duro!"
Per fortuna, il furgone cominciò a rallentare. Attraversò il fiume Potomac ed entrò a Washington. «Facci scendere lì» ordinò Percy a Blackjack «siamo abbastanza vicini»
Blackjack era così stanco che non si lamentò nemmeno. Puntò verso il Monumento a George Washington e ci fece scendere nell'erba. Il furgone era poco lontano. Zoe aveva parcheggiato vicino al marciapiede. «Voglio che torni al Campo. Riposati. Mangia. Noi staremo bene» disse Percy.
Lui piegò la testa, scettico. "Sicuri?"
«Sì, Blackjack. Sappiamo badare a noi stessi» lo rassicurai, accarezzandogli il muso «grazie. Ti dobbiamo un favore»
"Mille sacchi di fieno, magari" scherzò lui "sarebbe fantastico. E va bene, ma state attenti. Ho la sensazione che non siano venuti qui per incontrare una creatura amichevole e bella come me"
Blackjack decollò, compì un doppio cerchio attorno all'obelisco e scomparve fra le nuvole. «Sono felice che l'abbiamo salvato dalla nave» dissi sospirando «è un bravo pegaso»
«Sì, è vero. Adesso cosa facciamo?»
Mi strinsi nelle spalle, guardando verso il furgone. Stavano scendendo tutti. Grover indicò uno dei grandi edifici che costeggiavano il parco del Mall. Talia annuì, e si allontanarono insieme nel vento gelido. «Direi di seguirli» dissi.
«Aspetta un momento» fece Percy, bloccandomi «guarda lì. Non è Thorn?»
Girai la testa nella direzione che mi stava indicando. Poco lontano, un uomo con i capelli grigi molto corti, da militare, scese da una berlina blu notte. Indossava un paio di occhiali scuri e un cappotto nero. Era indubbiamente lui. «Che cavolo ci fa qui?» brontolai «Speravo che fosse morto...»
«Ho già visto quella macchina in autostrada» disse Percy «credo che stesse seguendo il furgone. E se lui è vivo...»
«... può darsi che lo sia anche Annabeth» completai «i sogni sono attendibili»
«Sogni? Ne hai fatti altri anche tu?»
Annuii. «Ne parliamo dopo. Guarda, li sta seguendo anche lui»
Thorn aveva appena parlato ad un cellulare. Poi si era guardato attorno, come per assicurarsi che la via fosse libera, e si era incamminato lungo il Mall nella stessa direzione dei nostri amici. Io e Percy ci scambiammo un'occhiata d'intesa prima di infilarci rispettivamente anello e berretto degli Yankees, seguendolo a nostra volta.
Thorn camminava a debita distanza dai nostri amici, attento a non farsi vedere. Alla fine, Grover si fermò davanti a un grande edificio. «Lo Smithsonian» mi sussurrò Percy all'orecchio.
Cosa cavolo ci facevano in un museo? Aggrottai la fronte, fissando Talia mentre controllava l'ingresso. Era aperto, ma non c'erano molti visitatori. Faceva troppo freddo e le scuole erano chiuse. Si infilarono dentro. Il dottor Thorn esitò, ma non entrò con loro. Si voltò e continuò a camminare lungo il Mall.
Percy mi afferrò delicatamente il polso e mi tirò dietro di lui. Non opposi resistenza, perché c'era la grossa possibilità che ci stesse conducendo da Annabeth –o almeno, lo speravo.
Thorn attraversò la strada e salì le scale del Museo di Storia Naturale. C'era un grande cartello sulla porta. Ci misi fin troppo a decifrarlo: diceva che era chiuso per un evento privato. Entrammo dopo di lui e attraversammo una sala enorme, piena di mastodonti e scheletri di dinosauri. Delle voci provenivano da una grande porta chiusa davanti a noi; fuori stazionavano due sentinelle. Aprirono la porta per il dottor Thorn e ci infilammo dietro di lui prima che la richiudessero.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top