14. Piano d'azione (P)

[15.01.2021 ~ capitolo revisionato ✔]

Il minimo che l'Oracolo avrebbe potuto fare sarebbe stato tornarsene in soffitta da solo. Invece ordinarono a me e Grover di riportarcelo. Immagino che non fosse perché eravamo i più popolari. 

Alex si era offerta di aiutarci, ma Chirone non le aveva dato il permesso. A quanto pareva, Zoe l'aveva colpita con una freccia alla spalla mentre cercava di impedirle di raggiungere a bandiera.

Come se avessi avuto bisogno di altri motivi per detestare le Cacciatrici.

Comunque sia, Talia la brancò e ciò mi impedii di vedere come stava. Onestamente non sapevo quale delle due sorelle fosse più arrabbiata. Lo sembravano entrambe, e parecchio.

«Attento alla testa!» mi avvertì Grover mentre salivamo le scale.

Troppo tardi. 

Bonk! 

Sbattei la faccia mummificata dell'Oracolo sul telaio della botola, sollevando una nuvola di polvere. «Che cavolo!». La misi a sedere e controllai se ci fossero danni. «Ho rotto niente?»

«Non lo so, non si capisce» ammise Grover. 

La issammo in soffitta e la rimettemmo a sedere sul suo sgabello, sbuffando e sudando a più non posso. Chi l'avrebbe mai detto che una mummia pesasse così tanto?

Non mi aspettavo che l'Oracolo mi parlasse, e avevo ragione. Fui sollevato quando finalmente ci chiudemmo la porta della soffitta alle spalle. «Be'!» esclamò Grover «Che schifo!»

Sapevo che stava cercando di sollevarmi il morale, ma mi sentivo lo stesso a pezzi. Tutto il Campo probabilmente ce l'aveva con me per la sconfitta subita con le Cacciatrici, in particolare Alex visto che avevo anche attaccato sua sorella. E poi c'era la nuova profezia dell'Oracolo. Era come se lo spirito di Delfi si fosse preso tutto quel disturbo per tagliarmi fuori. Aveva ignorato la mia domanda e si era fatto quella passeggiata per andare a parlare con Zoe. E come se questo non bastasse, non aveva detto nulla, nemmeno un indizio, su Annabeth. «Che cosa farà Chirone?» chiesi a Grover.

«Magari lo sapessi». Scrutò con malinconia la distesa di colline innevate fuori dalla finestra del secondo piano. «Voglio andarmene di qui...»

«Per cercare Annabeth?»

Dovette sforzarsi per concentrarsi su di me. Poi arrossì. «Oh, giusto. Anche per questo. Naturalmente»

«Perché?» domandai «A cosa stavi pensando?»

Pestò gli zoccoli con un certo nervosismo. «Solo a una cosa che ha detto la manticora, a proposito del Grande Risveglio. Non posso fare a meno di chiedermi... se tutti questi antichi poteri si stanno risvegliando, forse... forse non sono tutti malvagi»

«Stai pensando a Pan»

Mi sentii un po' egoista perché mi ero totalmente dimenticato dell'ambizione che Grover coltivava da una vita. Quell'anno, con Chirone che aveva inviato tutti i satiri in servizio d'emergenza a caccia di mezzosangue, non aveva potuto continuare la sua ricerca. Una cosa che probabilmente lo stava facendo impazzire. «Ho lasciato raffreddare la pista» spiegò «mi sento irrequieto, come se mi stessi perdendo qualcosa di davvero importante. Lui è là fuori, da qualche parte. Lo sento»

Non sapevo cosa dire. Volevo tirarlo su di morale, ma come? Il mio ottimismo era finito là fuori nel bosco, calpestato nella neve insieme alle nostre speranze di vincere la partita. 

Prima che potessi rispondere, Talia irruppe sulle scale. Ormai non mi rivolgeva la parola, ufficialmente, ma guardò Grover e disse: «Di' a Percy di portare giù le chiappe».

«Perché?» domandai.

«Ha detto qualcosa?» chiese Talia a Grover.

«Ehm... ha chiesto perché»

«Dioniso sta convocando un Consiglio dei capi delle case per discutere della profezia» rispose «purtroppo per me, questo include anche Percy. E purtroppo per lui, questo include me e non mia sorella».

Il Consiglio si teneva attorno al tavolo da ping-pong della sala ricreativa. Dioniso fece un gesto con la mano e comparvero gli spuntini: salsina al formaggio, cracker e diverse bottiglie di vino rosso. Poi Chirone gli rammentò che il vino infrangeva le sue restrizioni, e che la maggior parte di noi era minorenne. Il signor D sospirò. Con uno schiocco delle dita, il vino si trasformò in Diet Coke. Nessuno bevve neppure quella.

Il signor D e Chirone (in sedia a rotelle) si sedettero a un capo del tavolo. Zoe e Bianca (che era diventata l'assistente personale di Zoe) occuparono l'altro capo. Io, Grover e Talia ci sistemammo sulla destra, e gli altri consiglieri (Beckendorf, Silena Beauregard e i fratelli Stoll) sulla sinistra. Anche i ragazzi di Ares avrebbero dovuto mandare un rappresentante, ma si erano tutti (accidentalmente) rotti qualcosa durante la partita, per gentile concessione delle Cacciatrici. Perciò si stavano riposando in infermeria.

Zoe cominciò la riunione con una nota positiva: «Tutto questo è inutile».

«C'è la salsa al formaggio!» esclamò Grover, entusiasta. Iniziò a raccogliere una vagonata di cracker e palline da ping-pong e a condirle a volontà.

«Non c'è tempo di discutere» continuò Zoe «la nostra dea ha bisogno di noi. Le Cacciatrici debbono partire subito»

«Per andare dove?» domandò Chirone.

«A ovest!» rispose Bianca. Ero stupito di quanto sembrasse diversa dopo quei pochi giorni con le Cacciatrici. I capelli neri adesso erano intrecciati come quelli di Zoe, così si riusciva a guardarla bene in viso. Aveva il naso cosparso di lentiggini e gli occhi scuri mi ricordavano vagamente qualcuno di famoso, ma non ricordavo chi. Aveva un aspetto più atletico, e la sua pelle risplendeva come quella delle altre Cacciatrici. «Ha sentito la Profezia. Sei andranno a ovest dalla dea in catene. Possiamo scegliere sei Cacciatrici e partire»

«Sì» concordò Zoe «Artemide è tenuta in ostaggio! Dobbiamo trovarla e liberarla»

«Stai trascurando qualcosa, come al solito» intervenne Talia «il Campo e le Cacciatrici insieme potranno trionfare. Dobbiamo farlo insieme»

«No!» replicò lei «Le Cacciatrici non hanno bisogno d'ausilio»

«Aiuto» brontolò Talia «non hanno bisogno di aiuto. Nessuno dice più ausilio da almeno trecento anni, Zoe. Aggiornati»

Zoe esitò, come se si sforzasse di formare la parola nel modo corretto. «A-i-u-to. Non abbiamo bisogno di a-i-u-t-o»

Talia alzò gli occhi al cielo. «Lascia perdere»

«Temo che la Profezia dica il contrario» osservò Chirone «il Campo e le Cacciatrici devono cooperare»

«Oppure no?» rifletté il signor D, rigirandosi la Diet Coke sotto il naso come se fosse un raffinato bouquet «Due si perderanno. Un altro dovrà perire. Sembra piuttosto brutto, non trovate? E se invece falliste proprio perché cercate di cooperare?»

«Signor D» sospirò Chirone «con tutto il dovuto rispetto, da che parte sta?»

Dioniso inarcò le sopracciglia. «Chiedo scusa, mio caro centauro. Stavo solo cercando di rendermi utile»

«Dobbiamo lavorare insieme» ribadì Talia, testarda «non piace nemmeno a me, Zoe, specialmente dopo quello che hai fatto a mia sorella, ma-»

«L'allenamento di Alexandra è terribilmente scarso» la interruppe lei «non è una mia colpa»

«Non è vero!» protestai con forza.

«-sai come funzionano le profezie» continuò Talia, ignorandoci entrambi ma fulminandola con lo sguardo «vuoi provare a opporti?»

Zoe fece una smorfia, ma capii che Talia aveva segnato un punto a suo favore. «Non c'è tempo da perdere» avvertì Chirone «oggi è domenica. Venerdì prossimo, il ventuno dicembre, è il solstizio d'inverno»

«Oh, che gioia» mormorò Dioniso «un'altra noiosissima riunione annuale...»

«Artemide non può mancare al solstizio» esclamò Zoe «è fra coloro che caldeggiano di più un'azione contro i tirapiedi di Crono. Se manca lei, gli dei non decideranno nulla. Perderemo un altro anno di preparativi di guerra»

«Stai forse insinuando che gli dei abbiano qualche problema ad agire insieme, signorinella?» chiese Dioniso.

«Sì, divino Dioniso»

Il signor D annuì. «Tanto per sapere. Hai ragione, naturalmente. Continua»

«Concordo con Zoe» intervenne Chirone «la presenza di Artemide al Consiglio d'inverno è fondamentale. Abbiamo solo una settimana per trovarla. E cosa ancora più importante, forse, abbiamo solo una settimana per localizzare il mostro a cui lei stava dando la caccia. Ora dobbiamo decidere chi partirà per l'Impresa»

«Tre di loro e tre di noi» proposi io. 

Si voltarono tutti a guardarmi. Talia si dimenticò perfino di ignorarmi. «Devono essere in sei» continuai, un po' in imbarazzo «tre Cacciatrici, tre del Campo Mezzosangue. Mi sembra più che giusto»

Talia e Zoe si scambiarono uno sguardo. «Be'» fece Talia «è una proposta ragionevole»

Zoe sbuffò. «Preferirei portare tutte le Cacciatrici. Avremo bisogno di forza numerica»

«Seguirete la pista della dea» le rammentò Chirone «spostandovi in fretta. Senza dubbio Artemide seguiva le tracce di questo mostro raro, qualunque cosa sia, dirigendosi verso ovest. Voi dovrete fare lo stesso. La profezia è stata chiara: Il flagello dell'Olimpo la strada saprà mostrare. Cosa direbbe la vostra signora? "Troppe Cacciatrici guastano la pista". Un gruppo ridotto è la cosa migliore»

Zoe raccolse una racchetta da ping-pong e la scrutò con attenzione, come per decidere chi picchiare per primo. «Questo mostro... il flagello dell'Olimpo. Vado a caccia al fianco della divina Artemide da molti anni, eppure non ho idea di cosa possa essere»

Tutti si voltarono a guardare Dioniso, forse perché era l'unica divinità presente e gli dei dovrebbero sapere ogni cosa. Stava sfogliando una rivista enologica, ma quando tutti si zittirono alzò gli occhi. «Be', non guardate me. Sono un dio giovane, ricordate? Non so nulla di bestiacce antiche e Titani polverosi. Non sono un granché come argomento di conversazione alle feste»

«Chirone» chiesi io «lei non ha nessuna idea su questo mostro?»

Lui piegò le labbra in una smorfia. «Ne ho diverse e tutte piuttosto brutte. E piuttosto irragionevoli. Tifone, per esempio, potrebbe corrispondere alla descrizione. Era davvero un flagello dell'Olimpo. Oppure il mostro marino Ceto. Ma se uno dei due si stesse risvegliando, lo avremmo saputo. Sono mostri dell'oceano grandi quanto un grattacielo. Tuo padre, Poseidone, avrebbe già dato l'allarme. Temo che questo mostro possa essere più elusivo. Forse perfino più potente»

«Credo che dovrete affrontare un pericolo davvero grosso» commentò Connor «sembra che almeno tre dei sei moriranno»

«Due si perderanno nella terra dove mai pioggia viene» recitò Beckendorf «se fossi in voi, starei alla larga dal deserto. E comunque non parla di morte, in quel verso. Magari si separeranno dal gruppo o verranno rapiti...»

«E la frase: La maledizione del Titano uno dovrà patire?» intervenne Silena. Notai il modo in cui la guardava Beckendorf. Forse davvero non avevo motivo di essere... ehm... vabbè. Non aveva importanza. «Che vorrà dire?»

Vidi Chirone e Zoe scambiarsi un'occhiata nervosa, ma qualunque cosa stessero pensando, non la condivisero con gli altri. «E per mano di un genitore, un altro dovrà perire» concluse Grover, addentando le sue palline da ping-pong al formaggio «com'è possibile? Quale genitore farebbe una cosa del genere?»

Un silenzio pesante calò attorno al tavolo. «Ci saranno delle perdite» stabilì Chirone «questo lo sappiamo»

«Oh, misericordia!» esclamò Dioniso. Ci voltammo tutti a guardarlo. Lui sollevò innocentemente gli occhi dalle pagine della rivista Il bevitore. «Ah, il pinot nero sta tornando di moda. Non badate a me»

«Percy ha ragione» intervenne Silena «dovrebbero andare tre ragazzi del Campo»

«Oh, capisco» replicò sarcastica Zoe «e tu desideri offrirti volontaria, suppongo?»

Silena arrossì. «Non vado da nessuna parte con le Cacciatrici. Non guardate me!»

«Una figlia di Afrodite che non desidera essere guardata» la schernì Zoe «cosa direbbe tua madre?»

Silena fece per alzarsi, ma i fratelli Stoll la tirarono giù a sedere. «Piantatela» intimò Beckendorf con il suo vocione «cominciamo con le Cacciatrici. Quali sono le tre che andranno?»

Zoe si alzò in piedi. «Io, naturalmente, e porterò Phoebe con me. È il nostro miglior battitore»

«Parli di quella ragazzona a cui piace dare le botte in testa alla gente?» chiese Travis con cautela.

Zoe annuì. 

«Quella che mi ha infilato le frecce nell'elmo?» aggiunse Connor.

«Sì» lo fulminò Zoe «perché?»

«Oh, niente» rispose Travis «solo che abbiamo una maglietta per lei. L'abbiamo presa allo spaccio del campo». Tirò fuori una T-shirt argentata con su scritto: ARTEMIDE, LA DEA DELLA LUNA – BATTUTA DI CACCIA AUTUNNO 2002, e sotto c'era una lunga lista di parchi nazionali e cose del genere. «È roba da collezione. Le piaceva. Vuoi dargliela tu?»

Sapevo che i fratelli Stoll stavano tramando qualcosa. Come sempre, del resto. Ma Zoe non li conosceva bene come me, immagino. Si limitò a sospirare e prese la maglietta. «Come stavo dicendo, porterò Phoebe. E vorrei che venisse Bianca»

La ragazzina era sbigottita. «Io? Ma... sono l'ultima arrivata. Non servirei a nulla»

«Te la caverai egregiamente» insistette Zoe «non c'è niente di meglio per mettersi alla prova. E per lo stesso motivo vorrei che per il Campo venisse Alexandra, se è possibile»

«Assolutamente no!» protestò Talia.

«A tua sorella gioverebbe un po' di esperienza sul campo con le Cacciatrici» disse Zoe «ha un grande potenziale, e-»

«-e gli Inferi geleranno prima che io le permetta di unirsi a voi!» sibilò Talia.

«Non è una tua decisione»

«Basta» intervenni io con forza «Alex non viene e non si unisce alle Cacciatrici. Punto»

Le due chiusero la bocca, fissandomi. Zoe aveva l'aria disgustata, e Talia... be', mi guardava in modo strano. Beckendorf aveva un sorrisetto sulle labbra che mi innervosì all'istante. Chirone si schiarì la gola. «E per il Campo?» chiese.

«Io!». Grover si alzò così in fretta che sbatté contro il tavolo da pingpong. Si pulì le briciole di palline e cracker dal grembo. «Qualunque cosa per aiutare Artemide!»

Zoe arricciò il naso. «Giammai, satiro! Non sei nemmeno un mezzosangue»

«Ma fa parte del Campo» obiettò Talia «ed è dotato dei sensi di un satiro, oltre che della magia dei boschi. Sei già capace di suonare la melodia del battitore, Grover?»

«Certo!»

Zoe esitò. Non sapevo cosa fosse la melodia del battitore, ma per lei doveva essere una buona cosa. «E va bene» acconsentì «e il secondo?»

«Andrò io». Talia si alzò e si guardò attorno, sfidando chiunque a contestarla.

«Voglio venire anch'io» dissi.

Talia non replicò. Chirone mi stava ancora studiando, con gli occhi tristi.

«Non puoi» obiettò Zoe «sei un maschio. Le mie Cacciatrici non viaggeranno con un ragazzo, mi rifiuto»

«Lo avete già fatto per venire qui» osservai io.

«Era un'emergenza e ubbidivamo a un ordine della dea. Non affronterò pericoli in giro per il paese in compagnia di un maschio»

«E Grover, allora?» domandai.

Zoe scosse la testa. «Lui non conta. È un satiro, non un ragazzo. Tecnicamente non è un maschio»

«Ehi!» protestò lui.

«Io devo venire» insistetti «devo fare parte di questa impresa!»

«Perché?» chiese Zoe «Per via della tua amica Annabeth? Se Alexandra si unirà a-»

«Ti ho già detto che non succederà mai» la interruppe Talia.

«Non è solo per Annabeth» ammisi. Ero in parte arrossito. Odiavo stare così tanto al centro dell'attenzione. «Sento che devo esserci anch'io, punto»

Nessuno intervenne in mia difesa. Il signor D sembrava annoiato, ancora assorto nella lettura della sua rivista. Silena, i fratelli Stoll e Beckendorf fissavano il tavolo. Bianca mi lanciò un'occhiata di compassione. «No» confermò Zoe in tono piatto «insisto. Prenderò un satiro se proprio devo, ma non un eroe maschio. E se non posso avere Alexandra, allora porterò un'altra delle mie Cacciatrici... Ophelia»

Una Cacciatrice straordinariamente somigliante a Clarisse si alzò in piedi, annuendo solennemente. «Portatela appresso, allora» disse Talia accigliata «mia sorella è off-limits, Nightshade»

Chirone sospirò. «L'impresa è per Artemide. Le Cacciatrici devono poter approvare i loro compagni»

Mi fischiavano le orecchie mentre tornavo a sedere. Sapevo che Grover e qualcuno degli altri mi stavano guardando con partecipazione, ma non riuscivo a ricambiare il loro sguardo. Rimasi seduto lì finché Chirone non chiuse il Consiglio. «E sia» dichiarò «Talia e Grover accompagneranno Zoe, Bianca, Ophelia e Phoebe. Partirete alle prime luci dell'alba. E che gli dei...». Lanciò un'occhiata a Dioniso. «... presenti inclusi, speriamo... siano con voi».

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