10. Brochure

[11.12.2020 ~ capitolo revisionato ✔]

Mi svegliai con il fiatone, scattando a sedere.

Talia aveva il sonno pesantissimo. Lo so, strano per una che è scappata per anni dai mostri e doveva dormire costantemente con un occhio aperto... fatto sta che non si svegliò. Rinunciai a svegliarla io stessa, perché l'ultima volta che l'avevo fatto mi aveva mollato una manata talmente forte che mi aveva fatta volare all'indietro di almeno due metri –mi ero schiantata contro l'armadio del collegio, rompendolo. Un dolore che non vi dico...

Mi sdraiai di nuovo, fissando il soffitto. Mi portai una mano alla fronte; ero sudata, e scottavo un po'. In che diavolo di guaio si era cacciata Annabeth? Di immortales... perché non aveva lasciato che Luke venisse spiaccicato a morte?

Di dormire non se ne parlava nemmeno, quindi attesi pazientemente le prime luci dell'alba. Schizzai fuori dalla cabina per la colazione; fui sorpresa di trovare già Percy seduto al suo tavolo. Non appena mi vide si alzò in piedi e venne da me. «Dobbiamo parlare» disse angosciato «ho fatto un sogno su-»

«-Annabeth» lo interruppi. Cavolo, se entrambi avevamo fatto lo stesso sogno... sentii tutto il sangue del mio corpo defluire verso il basso.

Lui mi fissò con gli occhi spalancati, annuendo. «Come fai a-»

«L'ho sognata anche io» lo interruppi di nuovo, strofinandomi stancamente il volto «Luke che la ingannava e lei costretta a reggere non so che cosa, rischiando di venire schiacciata a morte»

Percy impallidì. «Che cosa facciamo?» mi chiese con un filo di voce.

«Non lo so, Percy» ammisi «ho paura che sia un trucco... vorrei essere sicura prima di parlarne con Chirone...»

Percy indicò qualcosa alle mie spalle. «Grover?»

Mi girai. Il nostro amico Satiro era seduto nel prato a guardare i satiri che rincorrevano le ninfe del bosco nella neve. Annuii, e insieme lo raggiungemmo.

Mentre gli raccontavamo il nostro incubo, Grover cominciò a rigirarsi un ciuffo di pelliccia caprina con il dito. «Le è crollato addosso il soffitto di una caverna, eh?» chiese.

«Sì. Che accidenti significa?» chiese Percy.

Grover scosse la testa. «Non lo so. Ma dopo quello che ha sognato Zoe...»

«Che vuoi dire? Zoe ha fatto lo stesso sogno?» domandai.

«Io non... non lo so, di preciso. Alle tre del mattino è andata alla Casa Grande e ha chiesto di parlare con Chirone. Sembrava nel panico»

Gli lanciai un'occhiata in tralice. «Come fai a saperlo, Grover?»

Lui arrossì. «Io ero, ehm... accampato davanti alla casa di Artemide» ammise imbarazzato.

«Ma perché?» chiese Percy esasperato.

«Solo per... ecco, stare vicino alle ragazze»

Io e Percy ci scambiammo uno sguardo perplesso. «Sei un maniaco con gli zoccoli» gli disse lui con una mezza risata.

«Non è vero! Comunque, l'ho seguita fino alla Casa Grande e mi sono nascosto in un cespuglio a guardare. Si è arrabbiata parecchio quando Argo non voleva lasciarla entrare. È stata una scena un po' impressionante»

«Avrei pagato oro per vedere la scena» borbottai, scuotendo la testa «che ha detto lei?»

Grover fece una smorfia. «Be', Zoe comincia a parlare molto all'antica quando si arrabbia, perciò era un po' difficile da capire. Ma era qualcosa su Artemide che si trova nei guai e che ha bisogno delle Cacciatrici. E poi ha chiamato Argo "tanghero"... credo che sia un'offesa. E lui l'ha chiamata-»

«Cavolo, aspetta. Com'è possibile che Artemide sia nei guai?» lo interruppe Percy.

«Io... be', alla fine Chirone è uscito con il pigiama e i bigodini sulla coda e-»

«Si mette i bigodini sulla coda?» chiese sorpreso Percy, battendo piano le palpebre mentre io scoppiavo a ridere. Grover si tappò la bocca con la mano. «Come non detto» lo rassicurò «continua, amico»

«Zoe gli ha chiesto il permesso di lasciare subito il campo. Chirone ha rifiutato. Le ha ricordato che le Cacciatrici dovevano restare qui fino a nuovi ordini di Artemide. E lei ha replicato...» Grover deglutì «"Come facciamo a ricevere ordini da Artemide sei lei è perduta?"»

«In che senso? Ha smarrito la strada?» domandò Percy.

«Non credo che Zoe si sarebbe agitata così tanto se Artemide avesse semplicemente sbagliato strada» dissi pensierosa «credo che intendesse più... che ne so, "rapita". Giusto, Grover?»

Grover annuì nervoso. «Ma come si fa a rapire una dea immortale? È possibile?» fece Percy.

«Certo che sì» risposi «pensa a Persefone, tanto per fare un esempio»

«Ma lei era solo, cosa? La dea dei fiori?» obbiettò.

Grover fece una faccia offesa. «Della primavera»

«È uguale. Artemide è molto più potente»

«Che c'entra? Persefone è una dea immortale, proprio come lei» gli feci notare.

«Sì, ma-»

«E comunque non ha importanza» lo interruppi «le vere domande sono: chi potrebbe rapire Artemide? E perché?»

Grover scosse la testa, affranto. «Non lo so. Crono?»

Percy scosse la testa. «Non può essere già così potente. O sì?»

«L'ultima volta che lo abbiamo visto era ridotto a pezzettini» dissi «o almeno così ha lasciato intendere Luke... ha detto che lo stava rievocando, e che ogni volta che qualcuno si univa a loro Crono si ricomponeva pezzo dopo pezzo. Non possiamo sapere in quanti si siano alleati con loro...» sospirai «non credo che si sia completamente riformato, però penso che sia a buon punto, purtroppo»

«Sì, lo credo anche io» ammise Grover «non può essere completamente riformato. Penso che se Crono si fosse ricostituito, qualcuno lo saprebbe. Gli dei sarebbero più nervosi. Però è strano che tu, Percy e Zoe abbiate avuto un incubo la stessa notte. Sembra quasi che-»

«-siano collegati» concluse Percy.

Poco lontano, nel prato gelato, un satiro inseguiva una ninfa dai capelli rossi pattinando sugli zoccoli. Lei rise e spalancò le braccia come per accoglierlo. Poi... Pop! Si trasformò in un pino e il satiro baciò un tronco alla velocità della luce. «Ah, l'amore» esclamò Grover in tono sognante.

«Dobbiamo parlare con Zoe, Alex» disse Percy.

«Sì... lo credo anche io» dissi.

«Ehm, prima di farlo...». Grover si sfilò qualcosa dalla tasca del giaccone. Erano due pieghevoli a tre ante, come delle brochure di viaggio. «Ti ricordi quando hai detto che era strano che le Cacciatrici fossero comparse proprio a Westover Hall, Percy? Credo che ci stessero seguendo, alla ricerca di nuove... ehm...» Grover mi lanciò un'occhiata nervosa «reclute»

Mi allungai e gli strappai di mano le due brochure. Ne gettai una a Percy e lessi l'altra, ma sapevo già di che cosa parlavano: delle Cacciatrici e di Artemide. Davanti c'era scritto: una scelta saggia per il tuo futuro! e dentro c'erano immagini di fanciulle che cacciavano, inseguivano mostri, tiravano con l'arco. I titoli annunciavano: i vantaggi per la salute – l'immortalità e cosa significa per te! e un futuro senza maschi!. «Dove hai trovato questa robaccia?» domandai a Grover.

«Nello zaino di Annabeth» spiegò Grover «all'inizio ho pensato che era strano che ne avesse due... ma visto che avevano già chiesto a Talia di unirsi e lei aveva detto di no...» e mi guardò eloquente.

Scossi la testa. Accartocciai la brochure e me la ficcai in tasca per buttarla dopo –se l'avessi lanciata lontano sul prato probabilmente le ninfe e i satiri mi avrebbero scannata viva, a cominciare da Grover. «Non posso credere che abbia pensato che fossi interessata» brontolai.

«Non capisco» ammise Percy, spostando lo sguardo da me a Grover.

«Be', a me sembra che...» Grover esitò «forse Annabeth stava pensando di unirsi a loro, e forse voleva proporre l'idea anche ad Alex, visto che aveva due brochure...»

Percy strinse le labbra, ma non disse niente. Tuttavia notai il suo sguardo farsi più cupo; il verde mare dei suoi occhi sembrava più un verde foresta. «Percy» lo chiamai esitante.

«Mmh?» replicò lui piatto.

«Tutto bene?»

Spostò gli occhi su di me. Mi scrutò per un lungo momento, poi annuì. «Certo» rispose con un tono che mi convinse veramente poco. Girò la testa e si mise a fissare le ninfe con aria assente.

Scambiai un'occhiata con Grover. Mi fece un cenno silenzioso verso di lui, poi si alzò in piedi. «Ehi, ci becchiamo dopo» disse «ho degli affari... ehm, caprini da sbrigare»

Lo guardai allontanarsi dopo averlo salutato. Poi mi girai verso Percy, che continuava a fissare le ninfe. «Non credo che Annabeth fosse seria, sai» dissi.

«Riguardo a cosa?»

«Alle Cacciatrici. Probabilmente voleva solo darsi qualche opzione in più» mi strinsi nelle spalle «le è sempre piaciuto pianificare ogni cosa nei minimi dettagli, specialmente pensando al suo futuro... avrà preso le brochure solo per informarsi»

«Lo credi veramente?» mi domandò.

No. Ecco che cosa volevo rispondere, che non lo credevo fino in fondo. La verità era che non ne ero sicura. Però vidi l'espressione di Percy e il suo atteggiamento al pensiero che Annabeth potesse unirsi alle Cacciatrici e lasciarlo, e... e io mi sentii andare a fuoco il petto, ma non era rabbia, no. Avevo improvvisamente voglia di rannicchiarmi in qualche angolo buio e piangere.

Mi strinsi le ginocchia al petto, fissando ostinatamente l'erba davanti a me senza rispondergli. L'elettricità nel mio corpo mi faceva formicolare fastidiosamente le braccia. Stavo considerando l'idea di scaricare un po' di quell'energia a terra prima di rilasciarla friggendo qualsiasi cosa nel raggio di un miglio, quando Percy parlò. «E tu?»

Voltai la testa verso di lui. Aveva finalmente distorto lo sguardo dalle ninfe, e mi guardava fisso con un'intensità che, per un brevissimo momento, mi fece dimenticare dove fossi. Deglutii, la gola improvvisamente arida. «Io cosa?» gracchiai.

«Tu ti uniresti?» mi chiese con un filo di voce.

La risposta mi uscì dalla bocca prima che mi rendessi conto di che cavolo stavo per dire. «Non riuscirei mai a lasciarti» risposi in un sussurro.

Percy trasalì di colpo, arrossendo repentinamente e distogliendo in fretta lo sguardo. Ci misi un secondo di troppo a capire che cosa avevo detto... e quando lo feci, l'unica cosa che volevo fare era sotterrarmi. Mi sentivo sul punto di svenire... Di immortales, ma che cavolo avevo... oh, Dei...

Mi alzai e mi allontanai più velocemente possibile, decidendo che mi sarei chiusa nella mia Cabina per il resto della giornata –se non per il resto della mia vita.

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